Il maestro Luigi Rattaggi, nato nel 1928, trascorse la propria infanzia a Laveno Mombello (Lombardia), per poi trasferirsi nel lontano 1957 a Cama, dove vive tutt’oggi. Da ben oltre 60 anni segue e arricchisce con contributi personali eccelsi la musica e il canto dell’arco alpino meridionale e italofono. Per le sue prestazioni musicali nel 1995 ha ricevuto il premio culturale di riconoscimento del Cantone dei Grigioni con la seguente menzione: «Quale riconoscimento per la sua lunga attività di maestro,direttore e compositore in onore ed omaggio del Moesano, di cui ha saputo rinvigorire l’anima popolare». La sua testimonianza sia personale sia musicale ci è parsa quindi rivestire particolare importanza per la cultura grigionitaliana nonché per quella svizzera ed europea.
Come ha vissuto la grande depressione degli anni Trenta del secolo scorso e la seconda guerra mondiale?
Erano tempi difficili. Ci si accontentava di poco.
Da bambini giocavamo a nascondino e in strada con le biglie. Se queste costavano troppo, le si so-stituiva con dei sassolini. La felicità non mancava.
Grazie a Dio essa è largamente indipendente dalle cose materiali. Poi venne la seconda Guerra mon-diale e le cose peggiorarono. Il cibo scarseggiava, i miei genitori a volte rinunciavano a mangiare per sfamare me, i miei due fratelli e mia sorella.
Com’é nato il suo interesse per la musica?
Sono sempre stato affascinato dal canto e dalla musica. Durante la guerra la gente sfollava Milano verso la campagna per sfuggire ai bombardamenti.
Presi a prestito una fisarmonica da un signore di Milano. Avevo un buon orecchio musicale e mi misi a intrattenere la gente suonando le melodie in voga a quel tempo. La gente era contenta; grazie alle mie melodie riusciva a dimenticare per un attimo le insidie della Guerra.
Ci descriva la sua istruzione musicale
Capii molto presto l’importanza di dare basi serie e approfondite alla mia predisposizione musicale.
Non senza sacrifici dei miei genitori riuscii ad
avviare lo studio classico della fisarmonica sotto la guida della professoressa Laura Benizzi a Varese.
Prendevo il treno una volta alla settimana con la fisarmonica in spalla. Proseguii lo studio teorico di solfeggio cantato e parlato, lo studio
dell’armo-Ritratto Maestro Luigi Rattaggi
27 nia musicale e di composizione sotto la guida del
maestro Gadisco di Varese. Le mie giornate erano completamente dedicate allo studio. Ciò mi per-mise di sostenere gli esami presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e di passarli a pieni voti.
Cosa l’ha spinta a trasferirsi a Cama nel Mo-esano?
Entrai in Svizzera nel 1952, su invito del professor Luigi Rainoldi. Egli mi chiese di suonare durante gli intervalli delle sue recite teatrali. Poi mi diede la possibilità d’impartire lezioni di musica ad alcuni allievi presso il suo istituto. Purtroppo però, mi ritrovai con lo statuto di straniero senza un per-messo di dimora. Fui accompagnato dalla polizia in stazione per prendere il treno per Luino. Mentre aspettavo la partenza del treno, mi si avvicinò un sacerdote, don Mario Tarani. Vedendomi così triste, mi chiese dove stavo andando. Gli raccontai la mia situazione e lui mi disse che a Roveredo GR, al Collegio Sant’Anna, mancava un maestro di canto e musica, e mi propose di assumere tale carica. Mantenni sempre il contatto con don Ta-rani, che scomparve a Porto Alegre. Da allora le mie attività e iniziative musicali nella regione si moltiplicarono, permettendomi di avvicinare alla musica un gran numero di persone e giovani, e di lasciare un’impronta tangibile nella cultura locale.
Tra i primi impegni ci fu anche quello di maestro di un coro di bambini a Biasca, dove incontrai mia moglie Stefania, anche lei musicalmente impegnata nel coro diretto dal grande maestro Luigi Tosi. Ci sposammo e ci trasferimmo a Cama, dove sono cresciuti i nostri figli Viviana e Mattia, e dove vivo tutt’ora con mia moglie.
Quante composizioni ha creato?
Le mie composizioni sono circa 300 e s’indiriz-zano a corali, bande, orchestre e solisti di svariati strumenti. Spaziano dal genere folcloristico a quello classico.
Qual é la sua preferita e perchè?
La musica è un linguaggio universale, un’espressio-ne delle emozioni umaun’espressio-ne in tutte le culture. Non occorrono graduatorie alla musica. Non opero scelte di preferenza tra le mie musiche. Ci sono comunque composizioni più orecchiabili di altre, e opere più tecniche di altre. Non si deve cercare
Il giovane fisarmonicista Luigi Rattaggi
Copertina della marcia “Graubünden”; Marcia di Luigi Rattaggi, dedicata all’Onorevole Consi-gliere di Stato Stefan Engler
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di accontentare tutti, ma di soddisfare svariati gusti e bisogni.
Cosa consiglierebbe a un giovane interessato per la musica?
Di scegliere lo strumento che meglio crede gli per-metta di comunicare e raccogliere emozioni e stati
d’animo nonché di procurarsi basi teori-che e tecniteori-che serie e solide allo strumento sin dall’inizio. Con-siglio d’iniziare con la lettura delle note nella chiave di Sol (violino); sul rigo, negli spazi sopra e sotto il rigo. Di pro-seguire con le note nella chiave di basso.
È molto importante, anche se non necessa-riamente attrattivo all’inizio, padro-neggiare la tecnica del solfeggio, ovve-rosia la divisione della musica scritta sul pentagramma, che si opera con il movimento della mano. Dopo queste conoscenze, il mae-stro sarà in grado di decidere su basi fon-date se l’allievo potrà passare allo studio dello strumento scel-to dal candidascel-to.
Come dobbiamo immaginarci i suoi primi concerti?
Prima di stabilirmi in Svizzera ebbi la possibilità di suo-nare come solista negli intervalli degli spettacoli in diversi teatri italiani condotti da famosi presentatori come Fausto Tommei, Nunzio Filogamo, Cor-rado e Yor Milano. Ero un virtuoso, dotato di grande agilità, tecnica, capacità interpretativa e memoria. Ho registrato parecchi concerti presso la Radio della Svizzera Italiana, quando la sede si trovava ancora vicina al Campo Marzio.
Con-Il Gruppo fisarminicistico mesolcinese con da sinistra a destra: Luigi Rat-taggi, Flavio Denicolà e Pierino Tomatis (dietro) Martin Albin, Giulio Beletti e Gabriele Ferrari (davanti)
Banda di Mesocco, diretta per oltre 30 anni dal maestro Luigi Rattaggi
29 servo delle registrazioni di quei primi concerti,
su nastro e su CD.
La musica di ieri e di oggi hanno la stessa im-portanza e lo stesso ruolo?
In quanto espressione delle emozioni umane in tutte le culture, la musica evolve, si sviluppa e si manifesta sotto molti generi diversi. In ma-niera generale, la musica di ieri aveva a parer mio una linea più melodica e sofisticata; era più orecchiabile e meno dominata dal ritmo di base. Bastavano una chitarra, un organetto, una fisarmonica per proporre delle serenate notturne.
L’aspetto centrale è la funzione che la musica assolve, indipendentemente dal genere e l’epoca, cioè mezzo di comunicazione di emozioni e stati d’animo. La musica coltiva l’animo e appacifica gli uomini.
Cosa l’affascina della direzione dei cori?
La trasmissione. E mi spiego. Il direttore di coro congiunge dapprima il pensiero dell’autore, espresso dalla partitura, e i cantori. Poi congiunge i
can-tori al pubblico. La seconda trasmissione è senza dubbio la più ardua poiché implica il pubblico, composto da un numero variabile di persone pre-ventivamente istruite. Essa necessita di coscienza, esperienza, sapienza e senso di responsabilità, al fine di portare felicemente alla meta la massa esecutrice, cioè i cantori.
Da quanti anni pratica l’insegnamento e com-pone musica?
Da una vita. Da quando sono entrato in Val Mesolcina sessant’anni fa, iniziai presso il Col-legio Sant’Anna il mio insegnamento, canto e musica. Oltre agli allievi che frequentavano il collegio, iniziai l’insegnamento privato, sia in Mesolcina e Calanca che nel limitrofo Ticino.
Fra l’altro ho diretto per molti anni la Filar-monica di Roveredo, la musica Avvenire di Mesocco e la locale Corale Mista. Ho fondato il Gruppo fisarmonicistico mesolcinese e tramite la mia «Scuola classica di musica» ho dato vita al «Concorso internazionale di musica» per ben 18 anni. In Ticino ho fondato l’Orchestra dei
1988, Orchestra bellinzonese in Piazza Municipio a Bellinzona, fondata e diretta dal Maestro Luigi Rattaggi all’apice della sua carriera
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