Le famose piramidi egiziane le ho viste più volte in TV. Ma soltanto ammirandole sul posto ti rendi conto delle sue mastodontiche dimensioni. Quelli che sullo schermo sembrano dei sassolini che compongono il triangolo, visti sul posto sono degli enormi massi sagomati. Si rimane sbalorditi di fronte a tale grandezza. L’Egitto non è soltanto piramidi, ma è un luogo dove la storia millenaria ha lasciato dei segni inconfondibili di una civiltà molto particolare. Dal 24 ottobre al 4 novembre 2008, partendo dal Cairo e seguendo il Nilo, ho girato l’Egitto da nord a sud, fino ad Abu Simbel, al confine con il Sudan.
L
a Repubblica Araba d’Egitto ha una superficie di 1’001’450 km2, di cui soltanto lo 0,6% è composto da acqua. Conta all’incirca 75 mi-lioni di abitanti, con una densità di 77 per km2 (in Svizzera sono 181 per km2). Se al tempo dei faraoni la lingua era l’egizio (scrittura per lo più in forma grafica-simbolica), oggi quella ufficiale è l’arabo, mentre la seconda lingua dominate è l’inglese.L’Egitto è attraversato dal grande fiume Nilo, attorno al quale c’è prosperità agricola. Nasce dal Lago Vittoria e sfocia nel Mediterraneo (Ales-sandria) attraverso un grande delta. Con 6’671 km è il fiume più lungo del mondo. Ad Assuan una mastodontica diga trasforma il Nilo in lago, che porta il nome dello statista egiziano Nasser (1918-1970), presidente della Repubblica dal 16 gennaio 1956 al 28 settembre 1970. Già alla fine del 19º secolo i britannici iniziarono a costruire una diga, che fu poi varie volte ampliata negli anni a seguire. Nel 1960 inizia la costruzione di una seconda diga, a monte della vecchia. Termi-nata nel 1976; un’opera immensa lunga 3’600 m e larga 980 m alla base e 40 m alla sommità.
Dalle chiuse, aperte al massimo, possono uscire Abu Simbel 2 novembre 2008
(Foto: amico Sepp)
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fino a 11’000 m3 di acqua al secondo, mettendo in funzione 12 generatori di corrente. Il lago artificiale ha una superficie di 6’000 km2 ed è lungo 480 km e largo fino a 16 km. Nella costruzione di queste dighe il problema non era soltanto di carattere tecnico ma anche sociale e culturale. Basti pensare che più di 90’000 persone dovettero lasciare i propri agglomerati.
E poi c’erano molteplici siti archeologici che venivano sommersi, per cui si decise di smontarli e rimontarli più in alto. Il più impegnativo e grandioso fu lo spostamento dei templi di Abu Simbel, dove la struttura monumentale, scolpita
L’Egitto confina ad ovest con la Libia, a sud con il Sudan, ad est con il mar Rosso ed Israele, a nord con il mar Mediterraneo
nella roccia, fu taglia-ta, numerataglia-ta, smontata e trasportata a mezzo di un’apposita ferrovia, dopodiché ricostruita 65 metri più in alto. I lavori iniziarono nel 1964 e terminarono nel 1968, con l’impiego di oltre duemila uomini.
Durante l’epoca farao-nica l’Egitto conobbe un grandioso periodo di particolare civiltà. L’era dei faraoni, che com-prende una trentina di dinastie, inizia nel 3100 e termina nel 330 a.C.
Dopodiché seguirono:
l’era Alessandro Ma-gno e tolemaica (330-30 a.C.), l’era romana (30 a.C. - 638 d.C.), la conquista Araba (640-1517), la dominazione turco-ottomana (1517-1882), l’occupazione britannica (1882-1952), e finalmente l’indipen-denza, dal 1952 ad oggi.
Circa il 90% degli egi-ziani è di religione mu-sulmana moderata e il 10% è cristiano. Esi-stono solo piccolissi-me minoranze di ebrei.
Prima dell’avvento dell’islam predominava il cristianesimo; fu uno dei primi paesi ad abbracciare la nuova fede. L’apostolo Marco iniziò a diffondere la parola di Cristo nella Valle del Nilo intorno al 40. d.C. Nel primo secolo fu fondata in Egitto la Chiesa copta, simile a quella ortodossa. I copti negano la duplice natura divina e umana di Gesù Cristo, riconoscendogli solo quella divina (Chiesa monofisita). Per le celebrazioni liturgiche i primi cristiani usarono i templi egizi. Infatti in vari bassorilievi faraonici è presente anche la croce copta.
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Il primo impatto con l’Egitto è stato poco pia-cevole. Infatti già durante l’atterraggio al Cairo si notavano sulla pista delle pozze che facevano pensare ad un acquazzone. In effetti è stato così durante tutto il pomeriggio. Dall’aeroporto all’albergo abbiamo impiegato il quintuplo del tempo normale; il traffico era paralizzato a causa delle consistenti pozze d’acqua nei sotto-passaggi, che non sono equipaggiati di scarichi.
La guida – mussulmano ed esperto egittologo, nonché ottimo conoscitore di tutte le religioni monoteistiche – ci ha assicurato che quello che abbiamo vissuto è un fenomeno molto raro al Cairo. Ecco perché non esistono scarichi lungo le strade.
L’attrazione più grande dell’Egitto sono ovvia-mente le piramidi; imponenti tombe edificate da diecine di migliaia di operai, per volere dei faraoni. Quelle di Giza, alla periferia del Cairo, sono le più antiche. La più grande è la piramide-tomba di Cheope (2589-66 a.C.) e fa parte delle sette meraviglie del mondo. A pochi passi delle piramidi emerge la grande Sfinge in tutta la sua imponenza. È stata scol-pita direttamente nella roccia e rappresenta un leone accosciato con volto umano, che si pre-sume sia quello del faraone Chefren (2558-32 a.C.). La statua è parte integrante di un grande complesso funerario.
Intorno al 3100 a.C. il faraone Narmer (co-nosciuto anche come Menes)
unificò l’Alto e Basso Egitto e fondò la città di Menfi (Mem-phis) quale capitale, dove oggi c’è soltanto un giardino e un museo. Nel giardino vi sono numerosi colossi di Ramesse e una sfinge in alabastro. Il re-perto più importante dentro al museo è il colosso di Ramesse II (1279-13 a.C.), che fu tro-vato agli inizi del 19º secolo.
Ad una trentina di km a sud del Cairo c’è Saqqara, la necro-poli dell’antica Menfi. Delle numerose costruzioni tom-bali la più spettacolare è la
«piramide a gradoni» del faraone Djoser (ca.
2680-50 a.C.); ha poco meno di 5000 anni di vita e testimonia vivamente le caratteristiche architettoniche della civiltà egizia. I faraoni dell’Antico Egitto sono stati sepolti all’interno delle undici piramidi di Saqqara, mentre i loro sudditi giacciono in numerose tombe minori.
La maggior parte della necropoli è stata sepolta sotto la sabbia fino al 19º secolo, eccetto la
«piramide a gradoni».
Il secondo giorno al Cario lo abbiamo dedicato alla visita di due moschee. La prima nel rione Cittadella del Cairo, la seconda in quello di IBN Tulun. Costruita verso la fine del 12º secolo dal condottiero musulmano Saladino, usando blocchi di pietra presi dalle piramidi di Giza, la fortezza Cittadella fu sede del potere per 700 anni. In questo luogo si eleva maestosa la moschea di Mohammed Ali, costruita dal 1830-48 rispettando le regole dell’architettu-ra turca. A causa del materiale utilizzato nel rivestimento, viene chiamata anche «Moschea di alabastro». L’interno è arricchito da colo-rati soffitti, vetrate e immensi lampadari. La seconda moschea, quella del sultano Hassan, è considerata il più bell’esempio di architettura del primo periodo mamelucco del Cairo. I mamelucchi erano schiavi turchi raccolti dai sultani ayyubiti (dinastia musulmana di origine curda-iraniana) per formare milizie, dopodiché
Il viaggio
Una rarità al Cairo: un tremendo acquazzone. Il traffico procede a passo d’uomo perché non esistono scarichi stradali e nei sot-topassaggi si creano forti allagamenti
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sono diventati dei potentissimi dominatori dell’Egitto. In serata un treno-lumaca, siste-mati in vagoni-letto, ci ha portati durante la notte e la mattina seguente a Luxor.
Il giorno 27 ottobre prendiamo alloggio su un comodo albergo galleggiante, un battello da crociera che ci porterà lungo il Nilo fino ad Assuan, da dove inizia il Lago Nasser. Un viaggio comodo e spettacolare; dal tetto del battello si poteva ammirare la magnificenza delle rive del grande fiume egiziano.
Prima di partire in crociera visitiamo Karnak e il suo complesso di templi, santuari, chioschi, piloni e obelischi. È il più grande centro reli-gioso dell’Antico Egitto. Secondo la credenza egiziana, la perfezione divina era costituita da una triade (trinità). In questo luogo la stessa è composta dal dio Amon, dalla sua sposa Mut e dal figlio Khonsu. Karnak si trova vicino all’antica Tebe, la capitale religiosa citata varie
volte anche nella Bibbia, come per esempio in Geremia 46,25: «Il Signore degli eserciti, Dio di Israele, dice: «Ecco, punirò Amòn di Tebe, l’Egitto, i suoi dèi e i suoi re, il faraone e coloro che confidano in lui». Il complesso di Karnak – costruito, ampliato, smantellato e restaurato nell’arco di 1500 anni – fu il principale luogo di culto di tutto l’Egitto durante l’apice del potere tebano (di Tebe) e come tale veniva definito «il più perfetto dei luoghi».
Luxor è un altro luogo templare visitato lo stesso giorno. Quest’ultimo è sicuramente più noto rispetto a Karnak, non per la sua attrat-tiva architettonica e artistica, ma bensì per il ricordo della tremenda strage avvenuta il 17 novembre 1997. Davanti al tempio della regina Hatshepsut, durante tre quarti d’ora di fuoco e in seguito con pugnali (finite le munizioni), i terroristi uccidono 58 turisti stranieri, fra i quali 36 svizzeri, e 4 egiziani. La strage sarebbe
Giza (Cairo) - Sopra: una panoramica delle piramidi. Sotto: dettagli di una piramide con gli enormi massi di diverse tonnellate cadauno: la mastodontica grandezza si può verificare soltanto da vicino
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stata compiuta da adepti della setta clandestina islamica «Jamaa Islamiya». La costruzione del tempio di Luxor è stata iniziata dal faraone Amenhotep III (1390-52 a.C.) e ampliata da Tutankhamon (1336-27 a.C.) e Ramesse II.
È di straordinaria eleganza e sorge sulla riva del Nilo. L’entrata principale era originaria-mente fiancheggiata da sei statue colossali di Ramesse, di cui quattro sedute e due erette.
Oggi sono rimaste due sedute e una eretta, oltre a un obelisco di granito rosa, alto 25 m e contenente nitidi geroglifici, la scrittura tipica dell’era faraonica.
Il giorno seguente rimaniamo a Luxor e visitia-mo il tempio della donna faraone Hatshepsut (1479-1457 a.C.), dove avvenne appunto la triste strage di turisti del 1997. La costruzione emerge dalla ripida facciata di arenaria della montagna tebana (di Tebe), dando l’impressio-ne di essere un’opera della natura. È invece una struttura in parte scavata nella roccia e in parte staccata dalla parete. È uno dei monumenti più belli e straordinari dell’Egitto.
Un altro luogo di rilevante importanza ar-cheologica, ancora oggi in piena attività, è la Valle dei Re. Una zona arida e isolata, priva di vegetazione. Quelle pareti rocciose racchiudo-no numerose tombe (soltanto alcune aperte al pubblico), dentro le quali giacevano i faraoni in sarcofaghi di pietra, in attesa dell’immortalità.
La maggior parte delle tombe sono abbellite da straordinari rilievi e dipinti, che hanno mantenuto la loro bellezza fino ai giorni nostri, malgrado siano trascorsi oltre 3000 anni. Le costruzioni sepolcrali sono scavate direttamen-te nella nuda roccia e comprendono corridoi con delle stanze e in fondo la camera funeraria del faraone. L’ultima tomba è stata scoperta nel 1922 e conteneva Tutankhamon, faraone della XVIII dinastia, i cui preziosi reperti sono esposti al Museo Egizio del Cairo. È l’unica scampata ai saccheggi dei tempi antichi. Sebbe-ne avesse subìto due furti, la tomba conteSebbe-neva ancora oltre 5000 oggetti, sepolti insieme con il giovane re. A causa dei pregiati dipinti in questo luogo è proibito fotografare.
Giza (Cairo): la grande sfinge, scolpita direttamente nella roccia, rappresenta un leone accosciato con volto umano; si presume sia quello del faraone Chefren (2558-32 a.C.)
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Giardino di Menfi (Memphis): scultura di Ramesse e sfinge in alabastro. Nel museo quel che è rimasto del colosso di Ramesse II (1279-13 a.C.), scoperto agli inizi del 19º secolo
«Ankh»
Simbolo egizio di origini antichissime, l’«Ankh»
significa vita, nella duplice accezione di esistenza terrena ed eterna.
Nei bassorilievi compare spesso in mano agli dei. Anche i faraoni, in virtù della loro natura insieme umana e divina, sono spesso associati a questo simbolo: riferito a questi ultimi, «Ankh»
significa allora sia vita ricevuta (dagli dei), sia potere di dare vita (al popolo).
Pare che nel periodo dinastico antico (3100-2755 ca. a.C.) l’anello del simbolo venisse ricondotto a Iside, dea della maternità e della fertilità, e l’asta sottostante a Osiride, dio della forza generatrice maschile e signore dei morti:
l’unione di principio femminile e maschile genera la vita.
Un’altra interpretazione identifica l’anello con la vita eterna e la croce con l’esistenza terrena.
Infine, l’«Ankh» viene talvolta detto anche
«chiave della vita«, poiché grazie ad esso il defunto poteva accedere alla vita ultraterrena
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Cittadella: particolare architettonico della mo-schea del sultano Hassan
Cairo, Cittadella: la moschea di Mohammed Ali e i suoi splendidi soffitti
Sakkara: la spettacolare «piramide a gradoni» del faraone Djoser (ca. 2680-50 a.C.)
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Il centro religioso di Karnak Karnak, il Viale degli arieti
Karnak: un particolare delle 134 colonne Karnak, incisioni che riportano eventi vari
Il tempio di Luxor dedicato al dio Amon
Tempio di Luxor: busto di Ramesse Tempio di Luxor: uno dei colossi di Ramesse. I turisti sembrano mosche!
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Luxor: il tempio della donna faraone Hatshepsut, dove nel 1997 avvenne la strage di turisti
Tempio Hatshepsut: colonne-statue della regina,
che si affacciano sulla vallata Busto della regina Hatshepsut. Ha sposato Thutmose II, uno dei suoi fratellastri
I colossi di Memnone in zona Luxor. Le due
statue gemelle sono alte 18 m In navigazione sul Nilo, da Luxor ad Assuan.
Siamo seguiti da numerosi altri battelli-albergo
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Prima di iniziare la nostra crociera sul Nilo visitiamo i colossi di Memnone, sempre in zona Luxor. Le due statue gemelle, alte 18 m e formate da blocchi di quarzite, rappresentano il faraone Amenhotep III (1390-52 a.C.) in posizione seduta, le mani sulle ginocchia e lo sguardo rivolto verso il fiume e il sole nascente.
All’origine i due colossi fungevano da guardie all’entrata del tempio funebre, oggi scomparso.
Sembra che Amenhotep III divenne re a otto anni, ereditando lo scettro del padre Tuth-mosi IV, dando inizio ad uno dei periodi più luminosi dell’intera storia dell’Antico Egitto.
Iniziata la crociera ci accorgiamo con sorpresa che siamo seguiti da numerosi altri battelli-albergo. L’attività turistica di crociera sul Nilo è particolarmente prospera. Ad Esna, una cinquantina di chilometri a sud di Luxor, c’è una diga. Superiamo il dislivello per mezzo di una chiusa; un ascensore acqueo che ci porta sul corso superiore del Nilo. Uno spettacolo attraente che ammiriamo dal tetto del battello con particolare curiosità e attenzione.
Il giorno seguente, 29 ottobre, facciamo tap-pa ad Edfu e visitiamo il tempio dedicato al dio falco Horus. Dopo quello di Karnak è il secondo più grande tempio del periodo farao-nico. Fu sepolto per secoli sotto uno strato di sabbia, il che ha permesso la sua ottima con-servazione. La costruzione, in roccia arenaria, è stata iniziata da Tolomeo III nell’anno 237 a.C., sul sito di una precedente costruzione.
L’ultimo intervento, quasi 200 anni più tardi, è della stessa dinastia, cioè Tolomeo XII nel 57 a.C. I muri sono decorati con meravigliosi e colossali rilievi che rappresentano divinità e re. La dinastia tolemaica governò l’Egitto dal 305 al 30 a.C., cioè fino alla conquista romana.
Tolomeo, figlio di Lago, ne fu il capostipite.
Era uno dei successori di Alessandro Magno e fu nominato dignitario d’Egitto dopo la morte del celebre Conquistatore, avvenuta nel 323 a.C. Nel 305 si auto-proclamò re col nome di Tolomeo I. Gli egiziani accettarono ben presto i tolomei come successori dei faraoni. La storia dinastica dell’Egitto tolemaico è molto
intri-Ad Esna, una cinquantina di chilometri a sud di Luxor, c’è una diga. Superiamo il dislivello per mezzo di una chiusa; un ascensore acqueo che ci porta sul corso superiore del Nilo
Edfu: l’ingresso del tempio di Horus, costruzione che risale al 237 a.C. All’interno un rilievo rappre-senta i sacerdoti del tempio in processione, che reggono sulle spalle la barca del faraone
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cata, a causa del fatto che tutti i sovrani della famiglia presero il nome di Tolomeo e molti sposarono le proprie sorelle, che spesso ebbero il nome di Cleopatra.
Durante la tratta da Edfu a Kom Ombo il pa-esaggio che si presenta lungo le rive del Nilo è qualcosa di veramente straordinario e magico.
All’arrivo visitiamo il tempio di Kom Ombo, situato su un promontorio in un’ansa del Nilo dove anticamente i coccodrilli crogiolavano al sole sulla riva del fiume. Il tempio è dedicato appunto al dio coccodrillo Sobek e al dio della luce Haroeris, un’altra personificazione di Horus. Il tempio fu inizialmente edificato (attorno al 170 a.C.) da Tolomeo VI all’inizio del suo regno, ed ampliato in seguito dai suoi successori; particolarmente Tolomeo XIII co-struì le sale a tetto, esterne e interne.
Dopo una notte in crociera, il 30 ottobre giun-giamo ad Assuan. A causa delle mastodontiche dighe il fiume Nilo finisce qui e inizia il Lago
Nasser. La nostra crociera continua sul lago, sistemati come nababbi in un’altro bellissimo battello-albergo. A mezzo di barconi arriviamo all’isola di Philae dove si trova il tempio di Iside, dea della maternità e della fertilità. Il culto di Iside risale attorno al 700 a.C. Anche in epoca romana era la più importante delle divinità egi-zie; adorata in tutto l’impero fino alla Britannia (Gran Bretagna), rivaleggiò con il nascente cristianesimo. Alcune croci copte fra i rilievi che rappresentano re e dèi egizi, testimoniano che il tempio è stato usato anche dai primi cristiani.
Nelle vicinanze c’è l’elegante e incompiuto padiglione dell’imperatore romano Traiano.
Un piccolo e veloce veliero (feluca) ci porta all’isola che prende il nome del comandante dell’esercito egiziano Kirtchener, che nel 1928 la trasformò in un vasto giardino botanico. Poi visitiamo la piccola isola Elefantina, situata di fronte alla città di Assuan e a valle della grande diga. Questo luogo era un importante centro amministrativo e commerciale dell’Antico Egitto.
In navigazione, da Edfu a Kom Ombo: il paesaggio che si presenta lungo le rive del Nilo è qualcosa di veramente straordinario e magico!
Il tempio di Kom Ombo, situato su un promontorio in un’ansa del Nilo. All’interno la figura del re incoronato da una fila di divinità
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Visione dall’isola Elefantina: era questo un
im-portante centro amministrativo dell’Antico Egitto L’isola Elefantina conserva numerosi ed impor-tanti resti archeologici
Ad Assuan una mastodontica diga trasforma il Nilo in lago, che porta il nome dello statista egiziano Nasser. Il lago artificiale ha una superficie di 6’000 km2 ed è lungo 480 km e largo fino a 16 km Assuan: a mezzo di barconi raggiungiamo l’isola
di Philae dove c’è il tempio di Iside Assuan: una parte dell’entrata al tempio di Iside, la dea della maternità e della fertilità
Il tempio di Iside ad Assuan: le croci copte
te-stimoniamo che si celebrava il culto cristiano Il tempio di Iside ad Assuan: l’incompiuto padi-glione dell’imperatore romano Traiano
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In navigazione sul lago Nasser. Ci troviamo nella regione della Nubia, che comprende la parte me-ridionale dell’Egitto e quella settentrionale del Sudan
Sulle rive del lago Nasser: tempio di Wadi as-Subua, che significa «La valle dei leoni», con riferimento al viale delle dieci sfingi
Il tempio di Kalabsha e all’interno una tipica parete di rielivi. Dopo la cristianizzazione dell’Egitto il tempio venne trasformato in chiesa
I resti del chiosco di Kertassi: due colonne a testa di mucca, un massiccio architrave e quattro pilastri. Nelle vicinanze vi sono delle rocce con graffiti preistorici
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In navigazione, ultimo sguardo al tempio di Maharraqa. Le acque del lago Nasser sono popolate da diverse specie di pesci, tra i quali spicca il grandissimo persico del Nilo
l tempio di Amada, dedicato agli dèi Amon-Re e Re-Horakhty, è il più antico monumento della Nubia e risale ai regni di Tuthmosi III (1479-25 a.C.) e di suo figlio Amenhotep II (1427-00 a.C.)
Un panorama da cartolina, visto dall’alto del tempio Ed-Dakka
Il tempio Ed-Dakka dedicato a Thot, il dio della saggezza
Il piccolo tempio di Maharraqa, riportato dai fondali del lago. Si ritiene che fosse dedicato al dio Serapide, venerato quale salvatore e guaritore
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Il tempio di Derr, scavato direttamente nella roccia, dove numerosi rilievi raffigurano Ramesse II, venerato come un dio vivente
La tomba di Pennut scavata nella roccia. Pennut era l’amministratore capo della Nubia durante il
La tomba di Pennut scavata nella roccia. Pennut era l’amministratore capo della Nubia durante il