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DELL’INVOLUCRO EDILIZIO

2.2 CARATTERISTICHE DELLE SUPERFICI VEGETALI APPLICATE ALL’INVOLUCRO

2.2.3 Caratteristiche del manto vegetale

2.2.2.3. Densità del manto vegetale

La densità, riferita al manto fogliare è la caratteristica degli organismi vegetali che più di ogni altra incide sulla qualità delle funzioni di controllo microclimatico esercitate sugli spazi costruiti dalla vegetazione, specialmente durante il periodo estivo, in cui la chioma delle specie poste a rivestimento dell’involucro edilizio, sono chiamate ad intercettare con la massima efficienza le radiazioni solari incidenti sulla loro chioma.

La densità del manto vegetale dipende nella sua entità in primo luogo dalla densità e dalle caratteristiche fisiche delle foglie che lo compongono (caratteristiche che verranno analizzate dettagliatamente nelle prossime pagine), ed in parte dalla massa legnosa del fusto e dei rami, che contrariamente alle foglie che costituiscono in molti casi una massa non

perenne, permangono inalterate anche nei periodi di dormienza6 invernale

delle piante.

Si può cosi parlare, almeno per quanto riguarda le specie arbustive rampicanti a foglia caduca, maggiormente impiegate per svolgere le funzioni di ombreggiamento dell’involucro edilizio (tali specie vengono generalmente preferite alle sempreverdi esattamente per la possibilità da esse offerta di lasciare filtrare gli apporti solari invernali), di densità di

chioma estiva ed invernale.

Esattamente come accade per le specie arboree più comunemente impiegate per l’ombreggiamento degli spazi pubblici (Imm.06), anche per le rampicanti, non esistono regole precise che mettano in correlazione queste diverse densità, e non è difficile imbattersi in piante come le lonicere, largamente utilizzate in virtù del loro valore decorativo, ma decisamente poco efficaci sul piano del controllo microclimatico degli spazi costruiti perché caratterizzate da un baso coefficiente di ombreggiamento estivo ed elevato in inverno.

La scelta di specie che presentano molte ramificazioni può limitare notevolmente l’apporto solare invernale delle pareti esposte a sud e dovrà essere pertanto cura del progettista individuare le specie più adatte, a conciliare le istanze estetiche e bioclimatiche, che con sempre maggiore frequenza conducono oggi all’impiego di pareti verdi.

6 Con il termine dormienza ci si riferisce

ad un periodo di pausa vegetativa delle piante (generalmente coincidente con i mesi invernali) in cui queste, riducono al minimo la loro esigense nutritive, perdendo d'altronde anche in vigore della massa fogliare.

Le superfici vegetali applicate all’involucro edilizio

La densità del manto fogliare , assieme allo spessore della chiome

(spessore che può generalmente variare tra i 15 ed i 110 cm) 7, rappresenta

in ogni caso il principale indicatore di efficienza della gestione della qualità microclimatica degli spazi, da parte delle specie poste a filtro tra ambiente naturale e spazio costruito. Diversi sono gli studi che hanno messo in evidenza a relazione tra abbattimento delle radiazioni solari e densità del fogliame, prima fra tutte la ricerca condotta in Germania nel 1985 da Baumann, attraverso misurazioni condotte su campioni di rampicanti delle dimensioni di 25x35x35cm, di cui sono di seguito riportati alcuni risultati. Per quanto riguarda la colorazione del manto fogliare, non si hanno ad oggi evidenze scientifiche che possa comportare alterazioni significative, nel funzionamento di controllo microclimatico degli spazi costruiti, da parte dagli elementi vegetali integrati all’involucro edilizio, mentre sul piano della scelta delle specie ad elevato valore decorativo le variazioni stagionali nella colorazione di alcune rampicanti, come la vite canadese o quella

americana o le tinte accese di alcune specie epifite e semi-epifite8,

impiegate per la creazione di pareti verdi idroponiche, possono giocare un ruolo decisivo.

Immagine 06.

Istogramma che rappresenta la densità della siluette invernale di diverse specie di alberi. L’area tratteggiata indica il campo di variazione della densità

(fonte Scudo G., Ocha de la Torre J.M. op. cit.)

7 da: Bellomo A., op. cit.

8 Le piante epifite si caratterizzano per la

presenza di radici ed apparati di captazione aerei delle sostanza nutritive, che gkli consentono di vivese a ridosso di altre specie vegetali in assenza di terreno

Per approfondimenti si veda il paragrafo 3.5.2 del presente studio

Dottorato di ricerca in Tecnologia dell’Architettura – XXII° Ciclo Michele Olivieri

Come visto per la maggior parte delle caratteristiche sin qui descritte, anche densità e colorazione del manto vegetale offrono un riferimento alle prestazione di controllo bioclimatico delle varie soluzioni di verde verticale ad oggi proposte dal mercato, un’incidenza decisamente più marcata sulle tecnologie, basate nella tradizionale applicazione di arbusti rampicanti, a causa del più elevato indice di industrializzazione del processo produttivo legato alle soluzioni per la creazione di pareti idroponiche, che a fronte di un’ampia scelta di specie impiegabili e di una minore garanzia di durata (per il semplice fatto che si tratta di tecnologie talmente recenti da non possedere uno storico che possa avvalorarne la durevolezza), offre sul piano delle prestazioni di controllo degli agenti atmosferici, il vantaggio di poter contare sul contributo dei substrati per la coltivazione posti in quota. Attraverso l’introduzione di tale fattore, si svincola almeno parzialmente, il funzionamento energetico delle pareti idroponiche, dalle caratteristiche fisiche e dalle trasformazioni stagionali delle specie vegetali in esse impiegate.

Immagine 07.

Nella presente tabella si riportano gradi e densità di copertura di alcune specie rampicanti.

(fonte da: Bellomo A. op. cit.:

Baumann R., Begrunte Architektur, E. Callwey, Monaco, 1985, )

Le superfici vegetali applicate all’involucro edilizio

Di seguito, si riporta una tabella riassuntiva delle caratteristiche botaniche di alcune specie rampicanti, tratta da uno studio condotto all’inizio degli

anni 2000 presso il BEST di Milano9, si noti come incrociando i dati riportati

con i valori recentemente emersi da una campagna strumentale condotta presso il politecnico di Torino, finalizzata all’individuazione per diverse specie di piante rampicanti, di un indice misuratore della riduzione di energia entrante, attraverso la parete naturalizzata denominato costante

verde10, la suddetta costante tenda ad assumere valori più significativi, per quelle specie caratterizzate da un manto fogliare di maggiore spessore, ma

soprattutto di maggiore densità11.

Immagine 08.

Variabilità dell’attenuazione degli effetti relativi alla variazionr (SD dir) attraverso l’impiego di diversi rampicanti, in funzione del grado di copertura del loro manto fogliate

(fonte Baumann R., op. cit. )

9 da: Bellomo A., op. cit

10 da: Ariaudo F., Fracastoro G.V., Il verde

parietale come elemento di controllo dei carichi termici,

in “Il progetto sostenibile” n. 15, 2007, pp. 56-65

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11 A partire dall’estate del 2006 sono state

condotte da F.Ariaudo e G.Fracastoro, presso il Dipartimento di energetica del Politecnico di Torinio una serie di rilievi strumentali finalizzati a verificare la rispondenza dei valori relativi all’impatto energetico prodotto da piante rampicanti applicate agli involucri edilizi, nell’ambito del nostro contesto climatico, con quelli gia pubblicati da ricercatori stranieri, inoltre estendendo il rilievo a diverse specie rampicanti, i ricercatori torinesi sono riusciti a ricavare una serie di valori parametrici indicativi dell’efficienza, in termini di dissipazione dell’energia prodotta dall’irraggiamento solare, per ognuna delle piante analizzate (Actinidia, Wisteria, Ampelopsis, Parthenocissus, Rincospermo, ed Hedra) chiamati costanti verdi (Kv). Tali valri sono ricavati attraverso una

serie di semplici dati sperimentali, secondo la seguente equazione:

In cui, per Tse si intende la temperatura superficiale della perete in assenza di rivestimento, per Tsev la temperatura della stessa superficie ricoperta dal mento vegetale, mentre Tea è la temperatura dell’aria esterna.

Di seguito sono riportati i valori relativi alle costanti rilevate dai ricercatori torinesi:

Si noti la corrispondenza tra l’aumento dei valori riscontrati in relazione all’impiego di specie caratterizzate dalla maggiore densità fogliare del manto, a riprova dell’importanza fondamentale di tale caratteristica.

Immagine 09.

Tabella comparativa delle caratteristiche relative alle chiome di alcune piante rampicanti

Le superfici vegetali applicate all’involucro edilizio