DELL’INVOLUCRO EDILIZIO
2.2 CARATTERISTICHE DELLE SUPERFICI VEGETALI APPLICATE ALL’INVOLUCRO
2.2.4 Caratteristiche delle foglie
2.2.2.4 Stagionalità delle foglie
Parlare di stagionalità, significa prendere in considerazione la più peculiare delle caratteristiche relative all’impiego del verde in architetture, si tratta infatti di prendere in considerazione, gli effetti prodotti sugli organismi vegetali dai cambiamenti di temperatura, umidità ed ore di luce solare che periodicamente si susseguono durante l’alternarsi delle stagioni.
Come per tutte le caratteristiche, relative alla componente vegetale delle tecnologie per la costruzione di pareti verdi trattate dal presente studio, la stagionalità del ciclo vegetativo riguarda in diversa misura le differenti specie vegetali impiegabili.
Una differenza fondamentale riguarda innanzitutto, la possibilità offerta dalla recente applicazione di tecnologie basate su tecniche di coltivazione fuori suolo, di estendere la scelta delle specie per l’inverdimento parietale dal pur vario universo degli arbusti a portamento rampicante, alle più disparate specie di tappezzanti e manti erbosi.
Se infatti per le specie rampicanti tradizionalmente impiegate per il rivestimento parietale, la questione della stagionalità si poteva di fatto risolvere nella selezione di specie sempreverdi, piuttosto che a foglia
Immagine 11.
Schema delle dinamiche relative al fototropismo delle foglie.
Si noti come in particolare, il sole più besso e le scarse ore di luce che caratterizzano le giornate invernali, portino le foglie a formare durante tali periodi delle masse più chiuse e compatte incrementando la protezione dagli agenti atmosferici offerta alle superfici rivestite.
Le superfici vegetali applicate all’involucro edilizio
caduca a seconda dell’effetto estetico e bioclimatico desiderato, l’impiego di specie erbacee direttamente coltivate in quota, comporta la necessità di prendere in considerazione gli effetti prodotti su ti esse dai periodi di riposo o dormienza, peculiari specialmente delle specie macroterme.
Stagionalità del fogliame e variazioni di grana, densità e tonalità del manto vegetale
Una delle caratteristiche più interessanti e peculiari dell’applicazione di manti vegetali all’involucro edilizio, per il controllo microclimatico estivo ed invernale degli edifici, è senza dubbio la stagionalità che regola l’alternarsi di periodi di fogliazione e di deciduità della massa fogliare.
A seconda delle specie scelte e delle necessità da soddisfare attraverso l’applicazione della parete vegetale,sarà di volta in volta necessario ricercare la migliore sintonia possibile tra tempi biologici dei manti vegetali ed esigenze di confort degli utenti.
Per quanto riguarda l’impiego di arbusti rampicanti, la distinzione tra specie a foglia caduca e specie sempreverdi (sia pure on le dovute cautele dettate come visto dalla vastità dei fattori incidenti su tale caratteristica), rappresenta la principale discriminante legata ai mutamenti stagionali e rappresenta di per se, se adeguatamente sfruttato, un fattore di eccezionale funzionalità nella gestione della qualità microclimatica degli spazi costruiti.
La massa fogliare infatti, costituisce nel caso delle specie caducifoglie,
come un filtro estremamente efficiente e compatto all’irraggiamento solare
diretto nei mesi estivi, lasciando invece filtrare gli apporti solari invernali, per via della caduta delle foglie nei mesi più freddi dell’anno.
Tale fenomeno, dipende sostanzialmente dal naturale rallentamento delle funzioni vitali degli organismi vegetali, durante il periodo invernale, e risulta come visto generalmente coerente con le funzioni di controllo microclimatico tradizionalmente collegate all’impiego di verde parietale in architettura, ma tale sinergia risulta tanto più sicura relativamente all’impiego di specie rampicanti autoctone, che dovrebbero in tal senso essere preferite a quelle esotiche.
Dottorato di ricerca in Tecnologia dell’Architettura – XXII° Ciclo Michele Olivieri
L’impiego di determinate specie, al di fuori del loro abituale ambito di diffusione territoriale, può infatti portare ad alterarne il comportamento, è il caso per delle specie comunemente definita semisempreverdi, come l’Akebia quinata, rampicante della famiglia delle Lardizabalaceae originaria della Cina, del Giappone e della Korea, generalmente impiegata per la sua valenza decorativa (abbondante fioritura dalla delicata profumazione), capace se coltivata in climi particolarmente miti di conservare il fogliame anche nei mesi invernali, o della Lonicera henry della famiglia delle caprifoliacee, originaria delle regioni della Cina meridionale che pur essendo generalmente considerata una sempreverde, in contesti climatici molto rigidi può perdere parzialmente il fogliame.
Anche nel caso delle specie sempreverdi, l’impiego oculato delle caratteristiche stagionali,può rivelarsi un elemento vincente in chiave bioclimatica.
Tali piante infatti, pur rallentando in periodo invernale il loro ritmo di crescita mantengono intatto il loro manto fogliare, costituendo di fatto un filtro all’azione degli agenti atmosferici durante tutto l’anno.
Tale caratteristica, risulta in genere propria delle specie meno adatte all’esposizione solare diretta, e meno tolleranti rispetto alle elevate temperature (una fra tutte è la comune Hedera helix diffusissima anche sul nostro territorio nazionale), questo comporta un impiego di specie sempreverdi tradizionalmente su pareti poco soleggiate, dove d'altronde per via degli scarsi apporti solari l’effetto coibente del loro manto fogliare può produrre anche in inverno, effetti benefici in termini di bilancio energetico.
Per quanto concerne le pareti costituite da arbusti e manti erbosi coltivati in quota con tecniche Hidroponiche, l’estrema varietà delle specie impiegabili rende impossibile una trattazione dettagliata degli effetti dovuti al ciclo vegetativi stagionale per ognuna di esse, mentre limitatamente all’impiego di manti erbosi è possibile in questa sede operare una doverosa distinzione tra specie microterme, che conservano pressoché inalterate le caratteristiche del manto anche nela stagione invernale (pur rallentando come gli arbusti sempreverdi il loro ritmo di crescita) e macroterme, che Originarie dell’Africa, del centro-sud America e dell’estremo Oriente,
Le superfici vegetali applicate all’involucro edilizio
risultano adatte a climi caldi e presentano un’elevata resistenza alle alte temperature, in inverno (o comunque con temperature inferiori a 10 °C), vanno in dormienza, assumendo una uniforme colorazione giallo paglierino. Al di la della capacità dei diversi manti erbosi di resistere alle diverse temperature stagionali, si deve comunque rilevare, come nel caso di superfici verdi coltivate in quota, l’estrema importanza del substrato nell’adempiere a funzioni di controllo microclimatico, fa si, che almeno da questo punto di vista, gli effetti dovuti alla stagionalità dei cicli vegetativi siano decisamente meno evidenti (tanto negli aspetti positivi dovuti a tali fenomeni che nelle criticità ad essi riconducibili), rispetto a quanto non accada con l’impiego di piante rampicanti.
In tal senso la maggiore differenza tra caratteristiche dello strato vegetale tra estate ed inverno riguarda la quantità di acqua erogata (attraverso il substrato posto in quota) che risulterà tanto più abbondante nei periodi di maggiore calore e praticamente nulla nei mesi di dormienza invernale. Tali variazioni in termini di umidità del substrato posto in quota, possono generare discontinuità nelle prestazioni di controllo microclimatico delle superfici verdi continue, di cui ad oggi non sono purtroppo ancora disponibili studi dettagliati.
Stagionalità di fioritura e creazione di frutti
Un ulteriore aspetto legato alla stagionalità e caratteristico dell’impiego di organismi vegetali applicati all’involucro edilizio riguarda la produzione di fiori e frutti.
La fioritura delle specie impiegate nell’inverdimento parietale, pur non costituendo un elemento in se particolarmente influente sulla capacità di controllo microclimatica degli spazi costruiti (oggetto della presente ricerca), rappresenta in molti casi un fattore di fondamentale importanza nella scelta delle suddette specie da parte degli utenti, che generalmente tendono a prediligere specie dall’abbondante e colorata fioritura.
Le gradevoli variazioni cromatiche ed olfattive, garantite dall’impiego di arbusti rampicanti e da una grande varietà di specie tappezzanti integrabili all’involucro edilizio, attraverso l’impiego di tecniche di coltivazione fuori
Dottorato di ricerca in Tecnologia dell’Architettura – XXII° Ciclo Michele Olivieri
terra, rappresentano uno degli elementi di qualità decisivi ad orientare la diffusione da un mercato di nicchia, al grande pubblico delle tecnologie per la costruzione di pareti verdi, sia in positivo che in negativo (si pensi alla caratteristica di numerose specie vegetali caratterizzate da un ‘abbondante fioritura di attirare insetti) per tale ragione, sono state fatte oggetto di analisi nello sviluppo della presente ricerca e descritte sia pure in forma sintetica all’interno delle schede che riportano nel dettaglio caratteristiche e funzioni attribuibili alle diverse specie vegetali.
La produzione, rappresenta un nodo nella maggior parte dei casi decisamente meno importante, data la modesta entità della produzione che generalmente caratterizza rampicanti e piccoli arbusti impiegati nell’inverdimento parietale. Non mancano comunque anche in questo caso notevoli eccezioni, basti pensare alla Vitis vinifera, comunissima sul nostro territorio e sovente scelta per il rivestimento di tettoie, gazebi e spazi filtro di varie natura, anche per le pregiate caratteristiche delle sue bacche (meglio note come acini).
Nel caso della Vitis vinifera, come in altri casi di specie caratterizzate da dalla produzione di frutta più abbondante, assieme alla gradevolezza vanno però tenute in debita considerazione una serie di fattori negativi, legati alle maggiori difficoltà di manutenzione delle suddette specie (la frutta prodotta va comunque raccolta, specie se appassendo rischia di tingere e deteriorare superfici e manufatti prossimi, ed alla capacità di attirare aviofauna. Anche in questo caso, come per la fioritura, le caratteristiche relative alla produzione di frutta da parte delle diverse specie sono state inserite all’interno del protocollo di schedatura della presente ricerca.
Per finire, si ritiene necessario fare cenno ai rischi, legati all’impiego di arbusti rampicanti e manti erbosi, in termini di reazioni allergiche da parte degli utenti degli spazi costruiti ad esse prossimi. Aspetto quest’ultimo ad oggi piuttosto trascurato dalla trattatistica di settore ma decisamente insidioso, se è vero come attesta una ricerca condotta nel 2007 dall’università di Genova, che entro il 2020 il 50% degli adolescenti italiani sarà interessato dai sintomi di riniti allergiche e se si pensa che gli effetti di
tali reazioni risultano particolarmente evidente in estate 15 (in particolare per 15 Dati riportati dal Bollettino dei polloini
Le superfici vegetali applicate all’involucro edilizio
le rampicanti fra la fine di maggio e gli inizi di giugno) nel periodo cioè in cui si manifestano con maggiore evidenza gli aspetti positivi in termini di controllo microclimatico dello spazio costruito dovuti all’impiego di pareti vegetali.
3. VARIABILI TECNOLOGICHE DELLE SUPERFICI VEGETALI