VEGETALI COLTIVATE FUORI SUOLO
3.5.2.3 Le piante xerofite
Queste piante presentano caratteristiche estremamente utili a garantirne la sopravvivenza anche in condizioni estremamente critiche tanto in termini di qualità ambientale che di ricchezza del substrato di coltura.
Le xerofite infatti si prestano a vivere in ambienti caratterizzati da lunghi periodi di siccità, caratteristici per l’appunto degli ambienti xerici (dal greco xeros, secco) caratteristici degli ambienti mediterranei, nei quali si hanno piogge principalmente concentrare durante i mesi freddi invernali ed estati calde e secche.
Queste piante che in natura crescono spontaneamente a ridosso di superfici rocciose ed aride, hanno spesso trovato impiego, in virtù della loro tenacia, nella creazione di coperture verdi estensive, in cui fattori come la necessità di utilizzare substrati ridotti e leggeri, e la difficoltà di garantire una manutenzione costante alle piante, hanno premiato la resistenza delle specie xerofite, tanto da incoraggiare in diversi paesi la ricerca di specie autoctone, ed avulse alla tradizionale produzione vivaistica, per arricchire la gamma vegetale delle soluzioni per la creazione di tetti giardino a ridottissimo fabbisogno manutentivo.
I sedum
Tra le se specie più comunemente utilizzate sulle coperture estensive e che hanno trovato applicazione in un certo numero di sistemi per la costruzione di pareti verdi continue, troviamo i sedum.
Sono piante originarie dell’emisfero boreale, ma naturalizzate anche nel nostro paese e per via delle diverse centinaia di specie esistenti in natura, sono tra le piante grasse più diffuse in Europa.
I sedum oltre a garantire l’elevata resistenza in condizioni di coltura estreme ed una ridotta necessità di interventi manutentivi da parte dell’uomo caratteristiche delle xerofite, potendo anche resistere a seconda delle specie alle basse temperature(sono generamnente tollerate temperature di qualche grado al disotto dello zero) presentano inoltre alcune peculiarità che ne hanno favorito l’impiego parietale:
Variabili tecnologiche delle superfici vegetali applicate all’involucro edilizio – Coltivazione fuori suolo
• Caratteristiche legate al portamento. Le Sedum non presentano tra le loro varietà un portamento unico e definito, potendo passare a secondo della specie da un portamento perfettamente eretto ad uno strisciante o cespuglioso, questa caratteristica, ha incoraggiato nel tempo una grande varietà di impieghi ornamentali da parte dell’uomo. Venendo al caso del rivestimento di superfici vegetali, le specie maggiormente impiegate in questo campo come il sedum
acre, il sedum album, o il Sedum sarmentosum, presentano
portamento cespuglioso e strisciante e questo comporta l’impiego nel loro sviluppo di apparati radicali aerei come gli stoloni, che abbiamo visto essere una discriminante fondamentale nella selezione di specie adatte alla coltivazione in verticale, consentendo loro di formare superfici continue e solidali alle strutture di sostegno che le collegano al piano di facciata.
• Caratteristiche legate a chioma e fioritura. Anche le caratteristiche estetiche concorrono a definire il successo del sedum per la decorazione di spazi costruiti, infatti la chioma di queste piante se pure non particolarmente folta e voluminosa, tende comunque a costituire superfici vegetali continue e caratterizzate da una grande varietà cromatica, sia in funzione delle varie tonalità che a seconda delle specie tendono ad assumere le foglie, sia a causa del fenomeno di fioritura che generalmente avviene per queste piante durante la stagione primaverile ed estiva, con fiori che cambiamo per forma e dimensione, in funzione della specie.
Immagine 26
Superficie tappezzata da sedum samentosum.
Ppur non costituendo superfici particolarmente dense a causa della modesta entità dell’apparato fogliare, i sedumimpiegati per tappezzare giardini e pareti vegetali, si contraddistinguono in genere per la continuità del manto
Dottorato di ricerca in Tecnologia dell’Architettura – XXII° Ciclo Michele Olivieri
Per quanto riguarda le caratteristiche che possono influenzare il microclima interno o esterno degli edifici rivestiti, va ricordato che i sedum sono innanzi tutto delle xerofite e come tali hanno sviluppato nel corso della loro evoluzione strategie e meccanismi di sopravvivenza che ne determinano lo sviluppo fisico degli apparati aerei e radicali e che inevitabilmente finiscono per incidere anche sulle loro potenzialità come agenti di controllo ambientale.
• In primo luogo occorre considerate che nelle specie xerofite l’apparato fogliare è quello che nel tempo ha sviluppato gli adattamenti più significativi per la crescita in ambienti secchi. Questo in genere (ed è anche il caso della maggior parte dei sedum) si traduce in una serie di caratteristiche della chioma e delle foglie finalizzate a moderare le dispersioni idriche dell’organismo vegetale:
o Una ridotta superficie traspirante. Che si traduce nei fatti nella produzione di masse fogliari di scarsa densità e di conseguenza inadeguate alla formazione di un strato vegetale particolarmente efficace ai fini della captazione delle radiazioni solari incidenti sulla parete.
o Una riduzione del numero degli stomi. Ovvero degli organi distribuiti lungo tutta la superficie delle foglie che governano il processo di evapotraspirazione, consentendo lo scambio gassoso fra interno ed esterno del vegetale, in particolare la
fuoriuscita di vapore acqueo e l’entrata di ossigeno e
di anidride carbonica.
o La presenza di elementi istologici e cioè propri dei tessuti vegetali, che aumentano la resistenza ai flussi di vapore rallentano le perdite d’acqua tra pianta e atmosfera. A tale scopo le piante hanno sviluppato determinate caratteristiche fisiche come la presenza di tomento, ossia una fitta copertura di peli che si sviluppa in genere nella pagina inferiore delle foglie e sui germogli e più rada sulle pagine superiori che ha la funzione di conservare in prossimità della
Variabili tecnologiche delle superfici vegetali applicate all’involucro edilizio – Coltivazione fuori suolo
superficie delle foglie uno strato d’arie saturo di umidità allo scopo di ridurre il deficit di pressione di vapore saturo in atmosfera e di conseguenza l’intensità della traspirazione da parte della massa vegetale. Un'altra strategia di riduzione delle dispersioni idriche da parte delle specie xerofite riguarda la formazione di un consistente strato di cuticola, ovvero dello strato superficiale ceroso ed idrofobico che serve a rendere impermeabile ad acqua e gas le pareti esterne delle cellule epidermiche esposte all’esterno. Per quanto presente in tutti gli organismi vegetali nelle specie xerofite (ed in particolare nelle succulente come i sedum) questo strato si ispessisce notevolmente, ostacolando l’evaporazione di acqua attraverso l’epidermide.
Tutte la caratteristiche sin qui elencate incidono inevitabilmente sulle potenzialità di controllo microclimatico di queste specie, in particolar modo fanno si che l’utilizzo del sedum a ridosso degli involucri edilizi e negli spazi costruiti non incida significativamente, come avviene invece attraverso l’impiego di alcune piante rampicanti, sul controllo di temperatura ed umidità dell’aria.
• I sedum necessitano per il lori sviluppo di substrati di coltura, come perlite, argilla espansa o fibra di cocco, in grado di fornire un buon drenaggio d’acqua, ed evitare il formarsi di ristagni idrici estremamente dannosi per i loro apparati radicali. Nel caso si decida per l’impiego di queste specie occorre inoltre tarare gli interventi d’irrigazione per quantità e frequenza sulle loro effettive esigenze. In particolare, le irrigazioni vanno sospese, quasi completamente, durante l’inverno, mentre vanno eseguiti con “regolarità” durante l’estate e diluite durante la primavera e l’autunno. Volendo fornire un’indicazione di massima, possiamo dire di innaffiare settimanalmente durante l’estate ed ogni quindici giorni durante la primavera e l’autunno. Il basso tenore idrico se da un lato come abbiamo visto facilita notevolmente la cura e la gestione delle pareti realizzate attraverso l’impiego di sedum, concorre però nel
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ridurne l’impatto ai fini della mitigazione di temperatura ed umidità dell’aria.