VEGETALI COLTIVATE IN TERRA
3.4 COLTIVAZIONE FUORI SUOLO O IDROPONICA
3.4.2 La gestione della coltivazione fuori suolo
3.4.2.1 Standardizzazione della produzione
Sono fattori determinanti nel momento in cui si intendano applicare alla produzione di pareti verdi una serie di criteri qualitativi propri della produzione industriale di materiali e componenti per l’edilizia.
L’impiego di tecniche di coltivazione su substrato pur nella varietà delle soluzioni possibili e che di seguito analizzeremo nel dettaglio, trasformano radicalmente il concetto di inverdimento, gia a partire dalla gestione dei tempi che abbiamo visto essere un elemento di valutazione fondamentale nella scelta delle specie rampicanti da coltivare in piena terra, consentendo il trasferimento all’interno del vivaio delle fasi di impianto e crescita della massa vegetale destinata ad essere integrata nell’involucro e di conseguenza azzerandoli di fatto agli occhi di progettista ed utenti che si vedranno consegnare in opera moduli contenenti piante gia sufficientemente cresciute da poter restituire l’immagine finita dell’involucro. Un’altra caratteristica essenziale per comprendere la portata dei cambiamenti prodotti dall’introduzione del concetto di coltura fuori suolo nel campo delle pareti naturalizzate, riguarda il peso che attraverso l’impiego di tali tecnologie viene ad assumere la componente chiamata substrato che di
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Caratteristiche dei principali substrati impiegati nelle colture fuori suolo (fonte Da:Dimauro B., Incrocci L., Malorgio F., Paradossi A., op. cit.)
Superfici vegetali applicate all’involucro edilizio per il controllo microclimatico dell’ambiente costruito
Variabili tecnologiche delle superfici vegetali applicate all’involucro edilizio – Coltivazione fuori suolo
fatto oltre a garantite la distribuzione alle piante del nutrimento ad esse necessario e ad offrire una sia pur minima protezione al loro apparato radicale, assume un’importanza fondamentale nel garantire all’intero sistema di facciata un elevato livello prestazionale in termini di controllo
microclimatico degli spazi costruiti5 ridimensionando enormemente il peso
di una serie di caratteristiche fisiche e botaniche della componente vegetale riguardanti le qualità di manto e foglie.
Le specie vegetali fatte crescere sui pannelli che compongono il sistema di facciata, a questo punto rivestono un ruolo quasi esclusivamente estetico rispetto agli esiti volumetrici cromatici e persino olfattivi che il progetto dell’inverdimento parietale di volta in volta si propone di raggiungere e possono essere scelte con un elevato grado di libertà tra numerosissime essenze erbacee ed arbustive, con gli unici vincoli rappresentati a questo punto da:
• La necessità di adeguare la scelta delle essenze alle caratteristiche climatiche del sito di progetto (come del resto abbiamo visto nel caso delle piante coltivate in terra)
• La necessità di dover scegliere per via dello spessore generalmente piuttosto contenuto del substrato delle specie non troppo pesanti e dal modesto sciupo radicale (il che ne limita generalmente le dimensioni).
La produzione di tecnologie per la realizzazione di queste superfici vegetali si basa di fatto su una serie di elementi modulari da applicare a secco sull’involucro edilizio, senza limiti teorici di estensione ed articolazione, come un qualsiasi rivestimento lapideo o metallico.
Questa frammentazione della continuità del manto, necessaria a consentirne la trasportabilità ed un adeguato livello di adattabilità alle caratteristiche geometriche delle diverse superfici da rivestire, offre a fronte di una maggiore quantità di componenti necessari alla costruzione della parete una notevole velocità e semplicità di posa in opera sfruttando modalità costruttive sviluppate a partire da quelle comunemente impiegate
per la costruzione di facciate continue a montanti e traversi6.
5 Si veda a tal fine l’esperienza
sperimentale su di una parete naturalizzata di studio, svolta nel corso del presente studio e descritta nel capitolo VI° del presente volume
6 Si vedano le informazioni riportate a
proposito della scelta delle componenti strutturali per sistemi di inverdimento modulari coltivati in verticale, riportate in chiusura del presente capitolo
Dottorato di ricerca in Tecnologia dell’Architettura – XXII° Ciclo Michele Olivieri
Tali elementi oltre ad assicurare come abbiamo visto tempi di montaggio decisamente rapidi, conferisce al rivestimento vegetale anche un’estrema reversibilità, caratteristica del tutto inedita se si considera l’estrema rigidità dell’inverdimento ottenuto tramite l’impianto di specie rampicanti e che consente all’utente di modificare con grande rapidità e costi relativamente contenuti l’aspetto della propria parete verde attraverso l’applicazione di moduli contenenti specie vegetali diverse, oltre a conservarne nel tempo l’integrità potendo agevolmente sostituire le porzioni di manto che risultino per varie ragioni danneggiate (eventualità non troppo remota data l’esposizione agli agenti atmosferici degli apparati radicali delle piante impiegate in questo genere di facciate la mancanza di dati sulla tenuta nel tempo delle stesse), fino al caso estremo di completa rimozione del rivestimento vegetale, che in questo caso non lascerebbe tracce particolarmente evidenti nella struttura sottostante, come invece abbiamo visto accadere con l’utilizzo di specie rampicanti dotate di ventose o radici aeree.
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Pannello di contenimento di un sistema di facciata verde continua, privo di substrato e manto vegetale, si notino le bucature sulle superfici degli alveoli, per consentire agli apparati radicali di congiungersi, e la presenza di appositi roquadri, destinati agli elementi di fissaggio al le superfici da rivestire
Variabili tecnologiche delle superfici vegetali applicate all’involucro edilizio – Coltivazione fuori suolo
In questo modo il manto vegetale impiegato per il rivestimento parietale sacrifica alcune delle caratteristiche che storicamente gli derivavano dall’ibridazione tra strutture umane e naturali, per diventare una sorta di cover se non equivalente, di sicuro intercambiabile con qualsiasi tipo di materiale comunemente impiegato per la costruzione di facciate ventilate. Si può concludere dicendo che l’introduzione di tecniche di coltivazione fuori terra, comporta per le pareti verdi un enorme passo avanti in termini di standardizzazione del prodotto dal quale diventa possibile ottenere una serie di garanzie prestazionali e qualitative, un tempo difficilmente esigibili dai rivestimenti vegetali costituiti da specie rampicanti, se si pensa all’enorme quantità di variabili che possono incidere sui modi e sui tempi del loro sviluppo.
Dunque, garanzie sui tempi e garanzie sulle prestazioni sono i primi grandi vantaggi competitivi che entrano in gioco parlando di manti vegetali coltivati fuori suolo integrati all’involucro degli edifici, i cui componenti assumono sempre di più le caratteristiche di veri e propri prodotti, riproducibili e certificabili in virtù dell’elevato livello di industrializzazione oramai raggiunto della produzione vivaistica su cui si fondano.
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Pannello di contenimento di un sistema di facciata verde continua, completo di substrato e manto vegetale
Dottorato di ricerca in Tecnologia dell’Architettura – XXII° Ciclo Michele Olivieri
3.4.2.2 Costi d’impianto e necessità di personale tecnico