Parte seconda
PER UN’ETICA DELL’ABITARE E DEL CONDIVIDERE NELLA CITTA’ DELL’UOMO
5. Un discorso aperto
Per concludere, vorremmo dire che - a parte alcuni riferimenti tecnici forse un po’ troppo analitici - l’enciclica di papa France-sco pone in modo lucido e appassionato il problema del futuro dell’uomo in termini che possono sembrare apocalittici ma sono solo realisti, e evidenziano l’urgenza della questione antropologi-ca. Infatti, l’ecologia (a partire dalla crisi ecologica) viene collegata all’antropologia, e questo avviene sulla base di una antropologia che colloca l’uomo nell’orizzonte della terra, della quale l’uomo è parte e vertice: alla terra l’uomo non può sottrarsi, seppure in essa non si esaurisca; siamo cioè in presenza di una antropologia che con-sidera l’uomo all’interno della natura senza però dimenticare che l’uomo la supera. È, questo l’umanesimo della dignità trascendente dell’uomo (su cui ho richiamato l’attenzione alle “Giornate dell’a-nima” del 2015), un umanesimo personocentrico che è alternativo tanto all’antropocentrismo moderno, quanto all’ecocentrismo
post-moderno, tanto all’egocentrismo post-moderno, quanto al biocentrismo postmoderno; dunque, una visione, quella di Papa Francesco, che prende le distanze sia da certe impostazioni tradizionali cattoliche, sia da certe altre impostazioni innovative laiche.
Certamente, non mancano nella enciclica punti che meritereb-bero di essere ulteriormente precisati, a partire dalla stessa defini-zione di “terra”; “che Papa Francesco chiama “matre terra” (così la definiva san Francesco) e “terra madre” (così s’intitola un libro di Carlo Petrini); oltre a riprendere queste denominazioni, papa Ber-goglio ne usa anche altre come: “casa comune” (n. 1) posta a titolo della stessa enciclica “sulla cura della casa comune” (un’espressione, questa della casa comune, che è stata peraltro utilizzata in riferi-mento a diverse realtà), “sorella terra” (n. 1), “natura” (n. 11), “am-biente” (n. 11), “creato” (n. 69) e “creazione” (n. 76). È però da dire che non si tratta di sinonimi: infatti, diverso è il comportamento da tenere nei confronti di una casa ovvero di un organismo, di una natura materiale o di una patria naturale, di un mondo conseguente a una creazione o di un ambiente conseguente a una evoluzione.
Pertanto le diverse espressioni (letterali e metaforiche) usate per chiamare la terra vanno pure contestualizzate alle diverse concezio-ni ecologiche ad esse sottese. Non si tratta di questioconcezio-ni meramente lessicali, ma propriamente concettuali, e per capirlo bastiapensare alla rivoluzione che ha determinato l’idea della terra come “Gaia”
(pur in diverse versioni: da quella di James Lovelock a quella di Lynn Margulis). Non solo: si possono rilevare certe assenze di ri-ferimenti; infatti, se opportuno è il richiamo ai pensatori cattolici Teilhard de Chardin (citato en passant) e Romano Guardini (ci-tato a più riprese), al patriarca ortodosso Bartolomeo e al filosofo protestante Paul Ricoeur, non si comprendono alcune omissioni a cominciare da “una voce ebraica” come quella di Hans Jonas (tanto
più che ne vengono condivise alcune valutazioni e alcune soluzioni, specialmente “il principio responsabilità” che costituisce anche per papa Francesco un principio ecologico essenziale) per giungere alla voce del teologo Leonardo Boff (di cui tornano nell’enciclica alcune espressioni). Inoltre alcune affermazioni possono sembrare un po’
perentorie; per esempio, quella secondo cui “la proprietà della casa ha molta importanza per la dignità della persona e per lo svilup-po delle famiglia. Si tratta di una questione centrale dell’ecologia umana”; forse, più che la “proprietà”, è la disponibilità di una casa che è da rivendicare. Infine altre affermazioni, pur condivisibili, sono attualmente oggetto di dibattito: così il cosiddetto “principio di precauzione” (cui si accenna esplicitamente al n. 186), che è di-versamente inteso: come un principio di prevenzione ovvero come un principio di censura; il fatto è che la categoria di “precauzione”
è tutt’altro che semplice o scontata; basti pensare che, se fosse stata applicata nel passato (non solo prossimo, ma anche remoto), non avremmo potuto conseguire certi risultati, poi considerati positivi e alla base di ulteriori acquisizioni anch’esse valutate poi come positi-ve; certamente oggi siamo di fronte a una crisi gravissima, per cui si avverte il bisogno di fare i conti con il principio di precauzione; ciò che però conta, allora, è la consapevolezza che questo e altri principi sono al centro di discussioni.
D’altra parte Papa Francesco non si nasconde che non sono po-che le “questioni relative all’ambiente, nelle quali è difficile raggiun-gere un consenso” (n. 188). Proprio questa consapevolezza dovreb-be forse indurre ad affrontare la questione ecologica più sul versan-te della denuncia della “crisi ecologica” (n. 17), che non su quello delle sue soluzioni pratiche: d’altra parte l’annuncio evangelico più che identificarsi con risposte tecniche può animare un messaggio incentrato sulle “virtù ecologiche” (n. 88), sulla “cultura ecologica”
(n. 111), sulla “educazione ambientale” (n. 210), sulla “cittadinan-za ecologica” (n. 211), sulla “spiritualità ecologica” (n. 216), sulla
“conversione ecologica” (n. 217): sono, queste, le questioni poste sul tappeto da Papa Francesco.
Si tratta, allora, di demandare ai christifideles laici (scienziati, tecnici, tecnologi) la ricerca di impostazioni che sappiano tradurre operativamente la denuncia delle cause della crisi ecologica in una pronuncia di superamento di quelle cause. In altre parole, è richie-sto un coinvolgimento diretto e diffuso di tutti gli uomini di buona volontà e in particolare dei laici cristiani professionalmente compe-tenti o semplicemente cittadini, e non è detto che le loro indicazio-ni avrebbero un carattere uindicazio-nivoco; in ogindicazio-ni caso, però, costituireb-bero un modo di affrontare la presente crisi con avvertita sensibilità e specifica competenza, per cui i Christifideles laici si assumerebbero le loro responsabilità nel contesto delle comunità civile e scientifica, oltre che di quella ecclesiale.
Detto questo, è da ribadire con forza che i punti fondanti del magistero di Papa Francesco costituiscono indicazioni preziose e, insieme, altrettante motivazioni per un impegno ideale ed esisten-ziale, tecnico ed etico dei credenti che operano direttamente nel mondo. Ecco perché ritengo che il nucleo più essenziale e profondo della enciclica sia da rintracciare nella idea della “ecologia integra-le”, riassumibile nella richiesta di ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri (n. 49): così Papa Francesco riecheggian-do il titolo del libro di Leonarriecheggian-do Boff sulla Ecologia: Grito da ter-ra, grito dos pobres del 1995 (tradotto in italiano presso Cittadella:
Grido della Terra, grido dei poveri. Per una ecologia cosmica, Assisi 1996) nella consapevolezza -ecco il punto da evidenziare- che sono indisgiungibili: si alimentano vicendevolmente, e reciprocamente s’influenzano, per cui è legittimo affermare che l’ambiente umano e
quello naturale si degradano insieme, e insieme possono essere risa-nati. Da qui la convinzione che un corretto ambientalismo è anche umanista, e un corretto umanesimo è anche ambientalista.
Bibliografia
Leonardo Boff, Grido della terra, grido dei poveri. Per un’ecologia cosmica, Cit-tadella, Assisi 1973; Id., Il creato in una carezza. Verso un’etica universale: prendersi cura della terra, Cittadella, Assisi 2000; Id., Francesco di Assisi, Francesco di Roma, . Una nuova primavera della Chiesa, EMI, Bologna 2014; Id., Liberare la terra. Un’eco-teologia per un domani possibile, EMI, Bologna 2015.
Aa. Vv., Curare madre terra. Commento all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, EMI, Bologna 2015; Aa. Vv., Cura della casa comune. Introduzione a “Laudato si’” e prospettive per la sostenibilità, a c. di J. I. Kureethadam, LAS, Roma 2015; Aa. Vv., Laudato si’: un’enciclica ecologica, in “Quaderni Biblioteca Balestrieri”, n. 20, 2015, n. 2; Aa. Vv., Laudato si’. Un aiuto alla lettura, LEV, Città del Vaticano 2016
Simone Morandini, “Laudato si’”. Un’enciclica per la terra, Cittadella, Assisi 2015; Ugo Sartorio, Tutto è connesso. Percorsi e temi di ecologia integrale nella “Lauda-to si’”, EMI, Bologna 2015; Luciano Valle, Papa Francesco e l’ambiente. Percorsi sulla teologia della creazione dai Padri della Chiesa alla “Laudato si’”, Ibis, Como 2015; An-tonio Panico - Paola Casella, La vocazione dell’uomo alla custodia del creato. Fedeltà, tradimenti e misericordia, LEV, Città del Vaticano 2015.
Leopoldo Sandonà, Ecologia umana. Percorso etico e teologico sui passi di Papa Francesco, EMP, Padova 2015; Leonardo Becchetti, La ricca sobrietà. Economia poli-tica dell’enciclica “Laudato si’”, ECRA, Roma 2016.
ECOLOGIA
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