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LAUDATO SI’ E LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

Parte seconda

LAUDATO SI’ E LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

1. La Dottrina sociale della Chiesa

La questione ecologica è centrale nel magistero di Papa France-sco, e ha caratteristiche talmente innovative da inaugurare (a me pare) un terzo filone nella Dottrina Sociale della Chiesa.

Il Magistero sociale è un insegnamento che - com’è noto - ha preso avvio con l’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII che è sta-ta la prima enciclica a essere celebrasta-ta con successivi testi magiste-riali: tra cui l’enciclica Quadragesimo Anno di Pio XI per il quarante-simo, il Radiomessaggio del Natale 1951 di Pio XII per il sessantequarante-simo, l’enciclica Mater et Magistra di Giovanni XXIII per il settantesimo, la lettera Octogesima adveniens di Paolo VI per l’ottantesimo, l’enciclica Laborem exercens per il novantesimo e, infine, l’enciclica Centesimus Annus per il centenario: è, questo il primo filone.

Intanto, però, accanto al filone celebrativo della Rerum Novarum si andava enucleando un secondo filone, che era stato anticipato dalla enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII e dalla costituzio-ne pastorale Gaudium et Spes del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Questo secondo filone trova espressione formale a partire dalla en-ciclica Populorum Progressio di Paolo VI, tant’è che Giovanni Paolo II la celebra nel ventennale con l’enciclica Sollicitudo Rei socialis e Benedetto XVI per il quarantesimo con l’enciclica Caritas in Veri-tate. Così, oltre la Rerum Novarum, anche la Populorum Progressio viene celebrata al fine di evidenziarne il carattere fondante.

Mentre il primo filone è incentrato sulla questione sociale della produzione, privilegiando il tema del lavoro e dei rapporti di classe, il secondo filone è incentrato sulla questione sociale del sviluppo, mettendo l’accento sul tema della pace e sui rapporti tra tecnica ed etica.

Da notare che i due filoni finiscono anche per intrecciarsi apren-do a un terzo filone come mostrano alcuni testi di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, in particolare il messaggio di Giovanni Paolo II per la celebrazione della XXIII Giornata mondiale della pace:

Pace con Dio creatore Pace con tutto il creato (1990), oltre alla citata enciclica Caritas in Veritate (specialmente nn. 48-52), ma è da tene-re ptene-resente anche il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa a cura del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace (specialmente il capitolo decimo: “Salvaguardare l’ambiente”: nn. 451-486).

2. Tre paradigmi del Magistero sociale

Anche se non mancavano nei testi più recenti di questi due filoni alcuni riferimenti alla dimensione ecologica, in particolare (abbia-mo detto) in Giovanni Paolo II e in Benedetto XVI, ritengo legit-timo affermare che l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco inau-gura un terzo filone, per almeno due ordini di ragioni: che è tutta dedicata alla ecologia, e che la configura come ecologia integrale, in quanto “la cura della casa comune” che è la terra pone problemi ambientali e umani, individuali e sociali e finisce per connotare la ecologia come nuovo paradigma dell’antropologia.

Quando ho avanzato questa ipotesi (alle “Giornate di spiritua-lità di Fonte Avellana” nell’estate del 2015) non era ancora stato pubblicato il saggio di Fulvio De Giorgi su Educare a una ecologia

integrale, stampato nel dicembre 2015 nella rivista “Quaderni Bi-blioteca Balestrieri” n. 20 dedicato a “Laudato si’”: un’enciclica ecolo-gica che mi è stata inviata a metà 2016 dal direttore Piero Antonio Carnemolla. La convergenza di interpretazione mi ha rafforzato nella convinzione, che De Giorgi ha chiaramente articolato nel suo articolo e che ora sintetizzo con le sue stesse parole.

“Con la sua enciclica, Papa Francesco inaugura un terzo fon-damentale paradigma nell’insegnamento sociale della Chiesa”. Più precisamente, “il primo paradigma è quello formulato da Leone XIII nel 1891 con l’enciclica Rerum Novarum”, incentrato sulla giustizia sociale, poi sviluppato da Pio XI (Quadragesimo Anno), Pio XII (radiomessaggi sociali) e Giovanni XXIII (Mater et Magi-stra). “Ma lentamente si maturava un cambiamento di paradigma”

con Benedetto XV (Pacem Dei Munus), Pio XII (appelli alla pace), Giovanni XXIII (Pacem in Terris) e Vaticano II (Gaudium et Spes).

“Ecco allora il secondo paradigma: quello formulato da Paolo VI nel 1967 con l’enciclica Populorum Progressio all’insegna del bino-mio “giustizia e pace”. Precisa De Giorgi: “chiaramente il secondo paradigma sussumeva al suo interno il primo. Ma dagli anni ’70 ancora con Paolo VI (Octogesima Adveniens) e con il III Sinodo mondiale dei vescovi (1971) si profilavano nuove esigenze, che nell’immediato tendevano ad allargare il paradigma montiniano”.

Ecco allora il trinomio “pace, giustizia e salvaguardia del creato”

con Giovanni Paolo II (Sollicitudo Rei Socialis del 1987e Centesimus Annus del 1991). “Anche Benedetto XVI nella Caritas in Veritate (2009) affrontava, con una certa ampiezza, le tematiche ecologi-che”: questo “rendeva ormai maturo il passaggio ad un nuovo para-digma, che certo ricapitolasse al suo interno i primi due”. Ebbene,

“il terzo paradigma è, appunto, quello formulato da Francesco nel 2015 con l’enciclica Laudato si’” che “riprende strettamente, integra e ricapitola in sé anche i due paradigmi precedenti” (pp. 16-22).

3. La svolta di Papa Francesco

Dunque, con Papa Francesco siamo di fronte a un nuovo uma-nesimo, che va al di là dell’antropocentrismo moderno e del bio-centrismo postmoderno: è un umanesimo che dilata il suo carattere solidale dalla società all’intera natura, di cui si riconosce che l’uomo è parte, ma si riconosce pure che in essa non si esaurisce. Questa

“eccedenza” dell’umano, per cui si parla di “eccezione” umana, di

“differenza” umana, legittima la riproposta dell’umanesimo, ma in un orizzonte cosmico.

Da qui la necessità di un rinnovamento della Dottrina socia-le della Chiesa: dopo la Rerum Novarum e la Populorum Progressio ecco la Laudato si’ a reclamare una rivisitazione dell’antropologia, che nel primo filone aveva messo in luce il carattere umano (tec-nico ed etico) del lavoro, e nel secondo filone aveva evidenziato il carattere umano (tecnico ed etico) dello sviluppo; ora l’esigenza di coniugare insieme tecnica ed etica viene avanzata in nome del carattere umano della custodia del creato. Così le categorie di pro-duttività, solidarietà e responsabilità acquistano nuovo significato in quanto si contestualizzano alla casa comune che è la terra, di cui occorre aver cura, riscoprendo il senso della fratellanza.

Quello della fratellanza, che è stato un principio “dimenticato”

o “emarginato”, va riproposto in collegamento non solo ai principi di libertà e di eguaglianza, che sono peraltro da “disideologizzare”, ma anche ad altri due principi: quello di figliolanza e quello di pa-ternità, principi che hanno la loro legittimazione nelle religioni mo-noteistiche, mentre non trovano accoglienza nella cultura laica, per cui c’è bisogno di tradurli in termini che non siano sacrali.

Ebbene, può servire al riguardo appellarsi al “principio miseri-cordia”. rivendicato in senso religioso e laico, sacrale e secolare,

teo-logico e antropoteo-logico, per cui si connette al “principio prossimità”:

senza astrattezze universalistiche, ma nella sua concreta operosità.

Quanto hanno detto riguardo al “principio misericordia” il teologo Sobrino e riguardo al “farsi prossimo” il biblista Martini ha una valenza - ecco il punto - oltre che religiosa (cristiana) anche umana (laica).

Una “chiesa samaritana” e una “società samaritana” costituisco-no scenari inediti che mettocostituisco-no in discussione costituisco-non semplicemente alcune impostazioni politiche ed economiche, ma proprio gli stili di vita: prima che ad interrogativi sul come governare e come pro-durre, rispondono alla domanda fondamentale: come essere all’altez-za della propria umanità. Non, dunque, che cosa l’uomo può fare, bensì chi l’uomo vuole essere, e sulla base della risposta che si dà a tale interrogativo si possono porre coerentemente le altre domande e cercare risposte adeguate.

Bibliografia

Aa. Vv., Curare madre terra. Commento all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, EMI, Bologna 2015; Aa. Vv., Cura della casa comune. Introduzione a “Laudato si’” e prospettive per la sostenibilità, a c. di J. I. Kureethadam, LAS, Roma 2015; Aa. Vv., Laudato si’: un’enciclica ecologica, in “Quaderni Biblioteca Balestreri”, n. 20, 2015, n.

2; Aa. Vv., Laudato si’. Un aiuto alla lettura, LEV, Città del Vaticano 2016.

Simone Morandini, “Laudato si’”. Un’enciclica per la terra, Cittadella, Assisi 2015; Ugo Sartorio, Tutto è connesso. Percorsi e temi di ecologia integrale nella “Lauda-to si’”, EMI, Bologna 2015; Luciano Valle, Papa Francesco e l’ambiente. Percorsi sulla teologia della creazione dai Padri della Chiesa alla “Laudato si’”, Ibis 2015; Antonio Panico - Paola Casella, La vocazione dell’uomo alla custodia del creato. Fedeltà, tradi-menti e misericordia, LEV, Città del Vaticano 2015; Leonardo Boff, Liberare la terra.

Un’eco-teologia per un domani possibile, EMI, Bologna 2015.

Aa. Vv., “Laudato si’”. Niente di questo mondo ci è indifferente, Le sfide dell’en-ciclica, a c. di Pierluigi Malavasi e Walter Magnoni, Centro Ambrosiano, Milano 2015; Aa. Vv., Ecologia integrale. “Laudato si’”: ricerca, formazione, conversione, a c.

di Claudio Giuliodori e Pierluigi Malavasi, intr. di Franco Anelli, Vita e Pensiero, Milano 2016; Aa. Vv., L’uomo e la natura: sostenibilità sociale e ambientale, Studium, Roma 2016.

ECOLOGIA