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Discorso sulla Costituzione ( 1955 ) di Piero Calamandrei

letto da Alessandra Zorzi

Con vera gioia ho accolto la proposta di sostenere l’organizzazione e ho partecipato alla giornata «Per una biblioteca del 150o dell’Unità d’I-talia», ospitata all’interno della Biblioteca di Area Umanistica del nostro ateneo. Non è un caso che questo evento si svolga in un luogo di studio e di ricerca che principalmente è deputato alla raccolta e fruizione di libri, ma che in questa occasione diventa contenitore condiviso e collettivo di idee, di proposte di lettura, di riflessioni e suggestioni personali intorno a un tema di interesse comune – l’Unità d’Italia – accogliendo così anche documenti diversi da quelli che di solito sono conservati in questo luogo, ma che sono comunque importantissima fonte documentaria e occasio-ne di riflessiooccasio-ne e studio.

Come contributo alla giornata ho proposto un brano che mi ha par-ticolarmente toccato e che ho desiderato condividere con tutti. Si trat-ta del Discorso sulla Costituzione che Piero Calamandrei pronunciò il 26 gennaio 1955 alla Società Umanitaria di Milano, in occasione dell’i-naugurazione di un ciclo di sette conferenze sulla Costituzione italia-na. Questo ciclo di conferenze era stato organizzato da un gruppo di studenti universitari e medi, con lo scopo di spiegare i principi fonda-mentali della Costituzione con linguaggio accessibile, capace di farne intendere sia l’aspetto giuridico che il risvolto morale. L’ho scelto per-ché è un discorso voluto dai giovani e rivolto ai giovani; è un discorso tenuto da un protagonista, un uomo che ha lavorato intensamente per la nascita dell’Italia repubblicana, e che nonostante difficoltà e delu-sioni ha continuato a credere e a proporre, anche in questa occasio-ne, i valori per cui si era speso durante la sua esistenza. L’ho scelto perché vi ritrovo conferma e testimonianza che la Costituzione ha le sue radici profonde nel pensiero dei personaggi politici e storici che sono stati fondamentali per la cultura sociale del nostro paese:

Maz-Alessandra Zorzi 33 zini, Cavour, Cattaneo, Garibaldi, ma anche Beccaria, vengono evoca-ti uno a uno, a supporto dei contenuevoca-ti della Cosevoca-tituzione, creando un filo rosso fra il passato e il presente. Questo filo rosso ha un bando-lo che vorrei ritrovare anche nel nostro presente e nel nostro futuro. L’ho scelto perché lo trovo particolarmente attuale, proprio oggi, nell’in-vitare non solo i giovani ma anche noi tutti a uscire da quello che Cala-mandrei definisce «l’indifferentismo della politica», e a ricordare che è necessario «ogni giorno sulla libertà vigilare, dando il proprio contribu-to alla vita politica».

Questo discorso ci ricorda come la Costituzione sia «l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune», e che «se va a fondo, va a fondo per tutti questo bastimento». Parole profetiche, che oggi vanno oltre la sola realtà italiana e nell’era della globalizzazione toccano la società umana tutta. Oltre a offrire il nostro impegno personale perché si concretizzi quanto espresso dalla Carta costituzionale, trovo davvero opportuno da parte nostra valo-rizzare e promuovere figure come quella di Piero Calamandrei, che ci mostrano quanto sia necessario lavorare per realizzarla. Come dice nel suo discorso:

La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.

Figure come queste ci sono care non solo per quello che hanno fatto, ma anche per come lo hanno fatto, spesso con difficoltà, dubbi, paure che ritroviamo anche nei testi che ci hanno lasciato. Come nel caso del

Diario 1939-1945, che Calamandrei scrive a quasi cinquant’anni, nei menti drammatici della guerra; questi diari, oltre a testimoniare il mo-mento storico, documentano in fieri la vita e il travaglio personale del loro autore e lo rendono se possibile più umano. O come nel caso della raccolta di testi ed epigrafi dettate da Calamandrei, voluta e sostenuta in modo entusiasta dal giovane editore Vito Laterza a metà degli anni Cinquanta, intitolata Uomini e città della Resistenza: qui sono raccolti discorsi che rammentano figure eroiche come i fratelli Rosselli e i fratel-li Cervi, o altre figure di più umile origine e storia, ma non meno signi-ficative ai nostri occhi, per il loro coraggioso contributo dato alla causa della Liberazione, che ha permesso la nascita della Repubblica.

Oggi le tecnologie ci permettono di trovare in rete e sentire insieme il discorso che ho proposto in occasione del nostro incontro, pronuncia-to direttamente da chi l’ha scritpronuncia-to, con l’entusiasmo, la convinzione, la

Leggere l’unità d’Italia

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tensione emotiva originaria. Nessuna nuova lettura ad alta voce potreb-be restituire questo clima. È per questo che nel nostro incontro ho invi-tato tutti all’ascolto dell’ultimo scorcio, pregando di osservare quanto la passione della voce di Calamandrei sia inseparabile dai contenuti che egli esprime. Credo che nella vita delle persone più che le parole conti l’esempio, che certo può essere rafforzato e sostenuto dalla parola, ma che non può essere in contrasto con questa. Questa forma di coerenza è già un valore di per sé, e mi piacerebbe davvero che mia figlia, coeta-nea di questi giovani di allora, avesse oggi esempi ed occasioni di ascol-tare discorsi incoraggianti come questo, ma soprattutto di incontrare forme di coerenza simili.

Calamandrei puntava sui giovani, come dobbiamo fare anche noi, che a distanza di oltre sessant’anni siamo ancora a metà del guado: non si è realizzata completamente la Costituzione né, nonostante siamo qui a celebrarla, si è realizzata pienamente l’unità d’Italia. Questo non deve demotivarci ma anzi aumentare il nostro sforzo quotidiano, nei fatti ol-tre che nelle parole, perché i valori e gli obiettivi della Carta, che fanno da collante all’unità del nostro paese, si possano realizzare e passino ai giovani che ci circondano.

1. La registrazione audio originale del discorso è rinvenibile in rete: <http://www. youtube.com/watch?v=2j9i_0yvt4w&feature=related>.

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