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5.4.8 Altre forme di finanziamento

3) Distribuzione e vendita

Inerente al tema della distribuzione e vendita di una pellicola cinematografica si sono

analizzati temi come gli agenti distributivi, le varie tipologie di distribuzione e vendita, realtà distributive italiane e straniere (come Own Air, Vimeo, Create Space,ecc.), la distribuzione online collegata alle tecnologie digitali e il VoD.

La terza domanda per gli intervistati è relativa alla distribuzione e ai canali che impiegherebbero gli intervistati per la diffusione di una pellicola indie.

L'intero gruppo, afferma che Internet è il canale di distribuzione da utilizzare, materia ampiamente analizzata nei capitoli precedenti.

D'Emilio confiderebbe in una distribuzione classica, cioè la proiezione nelle sale

cinematografiche, ma è conscio del fatto che la distribuzione cinematografica stia cambiando. Di questo cambiamento ne parla anche Dejoie.

Cassaro, parte dal presupposto che la distribuzione cambia rispetto al genere del film stesso.

D'Emilio: “Guarda da questo punto di vista sono un sentimentalista. Spero che ci sia sempre un cinema e un bel film da proiettare, mettiamola così. Sono consapevole che i tempi stanno cambiando e che la gente consuma più neuroni che calorie, e che quindi spesso preferisce vedere un film in TV o al computer piuttosto che raggiungere una sala cinema. Per il cinema indie molto spesso il problema sta anche nella difficoltà di trovare una distribuzione e quindi il web, ad esempio, diventa un territorio fertile per distribuire e far conoscere il proprio film (anche se non è diventato ad oggi un metodo efficace per una remunerazione necessaria al recupero dei fondi investiti o dei guadagni sperati).”

Battaglia: “In alternativa alla classica uscita al cinema io mi indirizzerei sul web.” Morosinotto: “Io punterei molto sull'e-commerce, per cui sfrutterei le piattaforme di Amazon, Ebay oppure qualsiasi altra piattaforma online che permetta di vendere il film a basso costo.”

Dejoie: "Oggi la distribuzione di un film è molto più diversificata rispetto a qualche anno fa. Le piattaforme disponibili sono molte di più (...). L’ideale è riuscire a piazzare il film ad una grossa società di distribuzione (in Italia sono Videa, Medusa, RAI, Lucky Red, Eagle) la quale decide una strategia sulla base del film; può andare in sala, oppure puntare direttamente sull’home video e magari anche sul digitale (iTunes, Netflix, ecc.). Uscire con un grosso distributore significa appoggiarsi al loro circuito commerciale, il che significa spazi

pubblicitari, recensioni sui giornali di settore, magari partecipazioni a festival nazionali. Ma vuol dire anche avere dei costi piuttosto alti, quindi prima che una parte dei ricavi arrivino agli autori del film potrebbe passare molto tempo."

Cassaro: "La domanda cade in un momento molto delicato per il mercato della distribuzione. Esistono universi autonomi che interessano la distribuzione/vendita dei prodotti audiovisivi." Girardi: "C'è da dire che Internet ormai è entrato nella vita quotidiana di tutti noi quindi è impossibile prescindere da quello ed è diventato il canale di distribuzione più usato. D'altro canto internet serve assolutamente ad incrementare le vendite di quello che poi sarà il prodotto finale."

Morosinotto e Dejoie menzionano alcune piattaforme come Ebay, Amazon e Netflix, esaminare nei capitoli precedenti.

Dejoie e Girardi, accennano al DVD:

Dejoie: “Esistono anche altre forme di distribuzione o di auto-distribuzione, come organizzare un tour di proiezioni nei cinema, oppure auto finanziare la realizzazione di un DVD, ma spesso questo tipo di operazioni non sono economicamente vantaggiose. E’ vero che gli incassi vanno direttamente agli autori, ma è anche vero che le somme sono spesso troppo piccole.”

Girardi: “Quanto viene messo online viene di solito caricato circa una settimana dopo l'uscita del film nelle sale, è caricato con una qualità molto infima. Quindi se io ho visto il film e l'ho apprezzato e voglio vedermelo con una qualità che merita compro il DVD o il Blue Ray (…). Poi c'è una categoria di nicchia come i cinefili che vogliono avere un supporto materiale con una seria di contenuti extra che gli può garantire solamente il DVD o il Blue Ray.”

Le risposte date dagli interrogati, rafforzano la rilevanza dello studio della distribuzione online, scelta nella corrente ricerca come una possibile risoluzione per il problema distributivo cinematografico indipendente.

Argomento trattato sia per la distribuzione che per il reperimento delle risorse economiche finanziarie è stato quello del valore del social network.

La quarta domanda esamina, infatti, l'importanza dei social media e come essi siano influenti per la distribuzione. La totalità degli intervistati ritengono che i social network siano di notevole importanza per la distribuzione della pellicola.

D'Emilio: “Sicuramente è un nuovo metodo di pubblicizzare i propri lavori. Bisognerebbe ancora sviluppare un vero e proprio metodo di comunicazione, infatti ad oggi si tentano le vie più disparate e spesso solo i post più originali catturano l'attenzione del pubblico della rete.”

Battaglia: “Credo che oggi siano la forma di promozione più potente, va però gestita ed organizzata con competenza: se il tuo prodotto è sui social non è detto che automaticamente sia “famoso” quindi va affiancato un lavoro mirato. Di notevole importanza, a mio parere, è soprattutto You Tube.”

Morosinotto: “Oggi come oggi, ognuno di noi utilizza i social network per una serie di motivi che spaziano dalle esigenze lavorative agli interessi privati. Riuscire a comunicare l'esistenza e lo sviluppo del proprio progetto al pubblico di Internet, che potenzialmente può raggiungere tutte le persone in ogni angolo del mondo, sarebbe un ottimo punto di partenza.” Dejoie: "Il social network è diventato uno strumento fondamentale sia per la distribuzione che per la promozione di un film, ma anche per la creazione dello stesso (...). Per

promuovere un film che è già finito invece, il social network serve per creare il bacino di appassionati che promuoveranno il film una volta che sarà distribuito."

Cassaro: “Il social network può determinare o meno la diffusione capillare di una campagna di comunicazione mirata. E' evidente che l'ufficio stampa, in collaborazione con un responsabile di marketing e comunicazione, sono anelli fondamentali di questa catena.”

Girardi: "Sono delle piattaforme dove ci sono tutti, quindi introdursi con una strategia di mercato intelligente, ti da una visibilità maggiore."

D'Emilio, Battaglia e Dejoie utilizzano il termine promozione/pubblicizzare: i social network assumono la connotazione di media che viene utilizzato come mezzo di promozione per il film.

Girardi e Dejoie, affermano il valore del trailer per un film e della sua diffusione grazie ai social media:

Dejoie: "Venendo alla mia esperienza personale, con il film “The Gerber Syndrome” abbiamo lavorato per quasi due anni sulla promozione online, pubblicando il trailer del film su canali YouTube molto seguiti, chiedendo a Youtuber famosi di fare delle video recensioni, pubblicando periodicamente materiale esclusivo sulla nostra pagina Facebook. Tutto questo ha generato un discreto volume di attività online, che è stato poi il fattore decisivo che ha portato Videa a distribuire il nostro film in Italia è digitalmente in 45 paesi nel mondo.”

Girardi: "(...) Io credo che il trailer sia l'arma vincente, e lo è sempre stato, già dagli anni d'oro di Hollywood. La bellezza del trailer è quella di darti l'idea del genere che stiamo andando a vedere, fornendo piccoli spezzoni ma non raccontandomi il film, ma convincendomi ad andare a veder il film stesso.

Avere un supporto come i social network danno la possibilità a molte più persone a vedere il trailer.”

Come viene studiato precedentemente, Internet e i social media sono di fondamentale importanza, oggigiorno, per un regista e/o produttore che vuole promuovere il proprio film: l'utilizzo di Facebook, Twitter e YouTube, per citarne alcuni, sono essenziali per la diffusione e conoscenza della pellicola. I social network, vengono, inoltre usati come mezzo di

divulgazione non solo per il trailer del film, ma precedentemente, se il film ne fa parte, di una campagna di crowdfunding per il reperimento di denaro. I social media, quindi, sono

essenziali dalla realizzazione alla mise en scene del film, cioè in tutte le sue fasi.

La penultima domanda riguarda la partecipazione di una pellicola in uno o più festival. I festival cinematografici sono stati studiati nella prima parte, in seguito alla sezione della Storia del Cinema Indipendente. E' stato preso come esempio significativo il Sundance Film Festival, descrivendo la sua composizione, i suoi premi, ecc.. Successivamente è stato creato un decalogo con i maggiori e rilevanti film festival cinematografici indipendenti europei. I festival hanno diverse funzioni tra cui quella distributiva, vale a dire che durante i festival sono presenti figure come i distributori e/o agenti di vendita.

Tutti gli interrogati considerano i festival, un buon ed efficace metodo di sia distribuzione del film che di promozione.

D'Emilio: “La storia ci insegna che la maggior parte dei film indipendenti ha raggiunto la notorietà e il picco massimo di diffusione al pubblico solo dopo la partecipazione ad un festival internazionale di spessore. Quindi penso che sia un veicolo necessario e potente.”

Morosinotto: “Credo sia un'ottima cosa. Nella mia ignoranza riguardo al tema, credo che la riuscita o meno della partecipazione di un film in un festival possa dipendere dalla scelta degli orari della sua riproduzione durante il festival (...).”

Dejoie: “Per un film indipendente la partecipazione ad un festival importante può essere il fattore che ne determina il successo. O meno. Al mondo ci sono moltissimi film festival e nel momento in cui si inizia ad avvicinarcisi, anche per questo è necessaria una strategia. Ci sono festival di diverse classi di importanza, ogni classe ha un requisito di prima (mondiale, internazionale, nazionale, regionale) ogni festival ha generi ed elementi di preferenza (anche se questo fa parte delle regole non scritte, ma che tutti conoscono).

(…) La partecipazione ai festival è vista come un segno di qualità del film, questo porta recensioni, passaparola sul web e alla fine, con molta fortuna, forse anche l’interesse di un distributore. ”

Cassaro: “Il circuito festivaliero è senz'altro efficace alla diffusione dell'opera; inoltre rappresenta la fase delicata di accreditamento e credibilità dell'autore (e parallelamente dello staff tutto). É buona prassi lavorare alla distribuzione festivaliera di un film durante la produzione. (…)

Di sicuro le anteprime festivaliere rappresentano trampolini di lancio oppure opportunità per divulgare un’opera, facendosi così notare anche da buyers televisivi e/o simili. Inoltre i premi danno credito al film. Per questo, molto spesso la legge dei numeri fa il suo corso: più festival uguale più chance”

Girardi: "I festival aiutano sempre. Aiutano a dare lo slancio iniziale, quello di cui tutti hanno bisogno. C'è una visibilità a livello anche internazionale: vai a calcare un'altra strada, che non è quella del social network, come dicevamo prima. Qui vanno a prendere una piccola parte di pubblico più specifica, non la folla di internet. Nei festival, c'è la presenza di

personalità come esperti di cinema, appassionati, cinefili, critici. Interfacciarsi con la critica è molto importante (...)”.

Girardi, tuttavia, considera anche il lato negativo della presenza di un film all'interno di un festival:

“Potrebbe essere, però, un'arma a doppio taglio perché no ti vai ad interfacciare con la grossa massa, pensata a volte mediamente ignorante, ma ti relazioni con persone che sanno

esattamente di cosa si tratta, competenti in materia cinematografica e che se ne intendono. Se il film avrà una critica positiva, il tuo film potrebbe avere anche successo, se invece è negativa ti può “tagliare le gambe” prima di partire.”

In conclusione, il problema distributivo per il cinema indipendente, è reale ed è comprovato dall'esperienza di alcuni degli intervistati, confermando la reale difficoltà e la necessità di trovare forme di distribuzione alternative per la sua risoluzione.