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Reperimento di risorse economico-finanziarie

5.4.8 Altre forme di finanziamento

4) Reperimento di risorse economico-finanziarie

Questa problematica è stata la più nominata da parte degli interrogati. La mancanza di un adeguato budget per la realizzazione di una pellicola, è una difficoltà propria dei registi indipendenti, non avendo una casa di produzione potente alle spalle.

Nella sezione inerente al reperimento di fondi, si sono analizzati differenti canali di finanziamento vale a dire:

crowdfunding;

finanziamento statale;

finanziamento regionale e locale;

finanziamento europeo;

coproduzioni;

finanziamento privato;

altre forme di finanziamento.

Agli intervistati viene chiesto che modalità di finanziamento utilizzerebbe per la mise en scène di un film indipendente.

Le risposte degli intervistati sono state svariate ed dissimili: D'Emilio non ne indica una in particolare e afferma di fare attenzione all'ambiente indie e i suoi "banditi", Battaglia esprime la funzionalità del product placement essendo lui stesso un producer placement freelance. Per quanto concerne Dejoie, fa una distinzioni tra fondi pubblici e privati, analizzando i film in base al genere di appartenenza.

D'Emilio: "Le più disparate! L'importante è trovare gente serie lungo il tuo cammino. Purtroppo in questi anni l'ambiente del cinema indipendente è stato invaso da "banditi" (come li chiamo io) che hanno molto spesso creato danni e fatto perdere tanto tempo."

Battaglia: "Come dicevo alla domanda precedente credo che l’unica forma di finanziamento sia il product placement."

Dejoie: "Tutto dipende dal tipo di film che si vuole andare a realizzare. Virtualmente, per ogni tipo di film c’è un percorso finanziario da seguire (anche se alla fine non è mai veramente così). I film di genere (horror, sci-fi, thriller) rientrano in una classe più commerciale ed è quindi preferibile puntare su fondi privati (appassionati del genere, sales agents, distributori) mentre altri generi (documentari, drammatici, film ad impegno sociale) possono più

facilmente accedere a fondi pubblici (Mibact, Film Commissions, Fondazioni) (...). Dopo è importante avere un buon sales agent che possa piazzare il film nei giusti mercati e di conseguenza, avere un buon distributore."

Girardi: "Coproduzioni tra paesi, sponsor (con eventuali inserimenti di prodotti a fini commerciali), sovvenzioni statali ed europee."

Erica Morosinotto tocca l'argomento del crowdfunding, elemento discusso nel presente capitolo.

Morosinotto: "Un'ottima alternativa alle fonti di finanziamento tradizionali, secondo me, è il crowdfunding. Fondamentale però, nella logica del crowdfunding c'è la bontà dell'idea perchè se l'idea non è valida, se il progetto non è chiaro e trasparente non si ricavano i fondi per cui siamo punto e a capo. Vista la crisi economica altre modalità serie di finanziamento, sempre per le produzioni indie, sono difficili da trovare. Ripeto, secondo me il crowdfunding è un'ottima alternativa visti anche i successi che hanno avuto i finanziamenti culturali attraverso questa modalità di reperimento fondi."

Dejoie cita il crowdfunding rispondendo, però, alla domanda numero quattro affermando:

“Sempre più autori decidono di buttarsi sul crowdfunding, che per tanti è stata una scelta di grande successo che gli ha permesso di raccogliere i fondi necessari per far partire un progetto. Come spesso accade, nel giro di poco tempo anche il crowdfunding è diventata una pratica abusata e la rete è diventata satura di progetti più o meno interessanti in cerca di fondi e aiuto. La campagna di crowdfunding deve essere molto ben strutturata e mirata alle persone che possono essere interessate nel progetto in questione.”

Cassaro sottolinea il ruolo centrale di una strategia di fondo: secondo il producer, con una strategia adeguata, il regista riesce ad accedere a finanziamenti (da quelli europei a quelli privati) per la messa in scena del film.

"(...) In fin dei conti le risorse che il mondo del cinema ha a disposizione sono ben chiare agli addetti al settore: si parte dal finanziamento europeo (fondo MEDIA per lo sviluppo, fondo EURIMAGES per la produzione), passando per quelli nazionali (mibact), regionali (film commission, enti specifici, ..), privati (tax credit, sponsor, ..), broadcaster (pre-acquisti televisivi), fino ad arrivare al pubblico stesso (campagne crowdfunding e simili). La strategia consente, in tal senso, di intercettare il finanziamento purché consapevoli di eventuali limiti (da superare) e forti delle qualità (sulle quali investire).”

Le forme di finanziamento elencate dagli interrogate sono state analizzate tutte nella sezione della Discussione delle problematiche: il crowdfunding e le piattaforme più utilizzate, i finanziamenti statali in particolar modo quelli italiani, i finanziamenti regionali e locali con l'esempio della legge della Regione Campania, i finanziamenti europei approfondendo i progetti MEDIA e Euroimages, i finanziamenti privati ancora troppo poco sviluppati, altre forme di finanziamento come gli accordi negative pickup o l'accordo di rent-a-distributor, e le coproduzioni, modalità molto utilizzata al giorno d'oggi.

La sesta domanda tratta proprio del tema delle coproduzioni.

Secondo gli intervistati le coproduzioni hanno sia lati positivi, sia negativi: Battaglia, asserisce che instaurando una coproduzione nascono degli equilibri, che bisogna saper controllare. Cassaro, di tutt'altro avviso, è entusiasta di questa modalità di finanziamento e realizzazione, affermando che le coproduzioni sono proprio il cuore del cinema.

D'Emilio: “La coproduzione è il metodo che ad oggi permette (nella maggior parte dei casi) di realizzare il film. E' finita l'epoca dei magnati che investivano proprie risorse a fondo perduto.”

Battaglia: “Possono essere una buona soluzione, ma, come tutte le cose fatte in coppia, si regge su equilibri delicati, quindi bisogna avere una buona dose di buonsenso e pazienza.”

Morosinotto: “Purtroppo so ben poco di questo meccanismo di produzione e finanziamento dei film. Credo comunque che in linea di massima sia una possibilità da preferire in quanto permette il contatto, la conoscenza, lo scambio e lo sviluppo delle culture di riferimento delle nazioni coinvolte.”

Dejoie: “Le coproduzioni, meglio se internazionali, sono fondamentali per realizzare un film che abbia un potenziale commerciale internazionale. In Europa solo Francia, Germania e UK

(raramente l’Italia) hanno il potenziale per realizzare un film da soli e riuscire a venderlo anche all’estero. La coproduzione significa accedere a più fondi pubblici nazionali, ma anche poter accedere a fondi europei come MEDIA o Eurimages. Dal punto di vista artistico, avere una coproduzione internazionale permette di avere accesso a talenti di altri paesi, che molto spesso è cosa positiva.”

Cassaro: Le co-produzioni sono il cuore del cinema. Oltre che essere necessarie per rendere credibile un progetto, sono la chiave per la solidità e la riuscita di un viaggio produttivo. La pratica della coproduzione rappresenta una crescita sia per le società capofila (la società che guida il progetto) che per i partner, internazionali o meno che esse siano.

In questo senso la SINERGIA diventa la chiave di successo per la programmazione delle fasi di lavorazione (sviluppo, pre-produzione, lavorazione, post-produzione e

distribuzione/vendita). (…) Credo, in definitiva, che poter contare sulle coproduzioni di fronte ad un'attività così intensa sia sano, oltre che strategicamente efficace.”

Le coproduzioni, quindi, anche secondo gli interrogati, è un mezzo di finanziamento valido sia dal punto di vista economico che artistico poiché unisce registi/produttori di Paesi e culture diverse.

Concludendo: l'impiego delle interviste ha avuto la funzione di avvalorare maggiormente la decisione di analizzare e discutere le quattro problematiche scelte per la presente ricerca, problematiche selezionate dopo i primi risultati delle varie interviste e da un primo metodo di raccolta dati.

Questioni che interessano direttamente il mondo cinematografico indipendente, confermate da intervistati come D'Emilio, Cassaro e Dejoie, registi e produttori indie, mentre il

coinvolgimento di una non adetta ai lavori, Morosinotto, e di un appassionato del tema, Girardi, ha permesso di sondare la percezione che di queste tematiche si ha in ambiti non prettamente connessi alla produzione di pellicole indipendenti.