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Le Dolomiti e la Fondazione Unesco

Capitolo 3. Le Dolomiti

3.3 Le Dolomiti e la Fondazione Unesco

Le Dolomiti sono state nominate Patrimonio naturale dell’umanità, nel 2009, secondo due criteri62 quello estetico paesaggistico (VII) e quello

geologico geomorfologico (VIII).

Il criterio VII si riferisce a fenomeni naturali o aree di una bellezza naturale e di un’importanza estetica eccezionale.

62 «Nella prima candidatura si presentano le Dolomiti per tutti e 4 i criteri naturalistici. Questa candidatura è

fortemente messa in discussione dalla IUCN che pone in evidenza diverse criticità, sottolineando in particolare che: non è rispettata la precondizione di integrità e di unicità mondiale per i criteri ix e x; per essere un Bene seriale ci sono troppi doppioni: ogni tassello deve essere unico, insostituibile per dimostrare l’unicità del Bene nel suo complesso. […] i sistemi passano da 22 a 13. L’elisione delle aree periferiche è stata una delle scelte prese al fine di ridurre la

dispersione del Bene per motivi gestionali specifici e/o perché aree dotate di uno scarso livello di integrità (il mantenimento della Cresta di Confine, ad esempio, richiedeva la firma di una convenzione ad hoc con l’Austria che avrebbe complicato l’intero iter, facendo diventare il Bene Dolomiti da nazionale a transfrontaliero. Il M. Bivera, invece, è stato escluso in quanto ospita ancora un poligono militare). […] A Febbraio 2008 viene presentato il nuovo Dossier in cui si è passati da 13 a 9 sistemi grazie a efficaci accorpamenti. […] La vera arma vincente della seconda candidatura è stata l’applicazione della Serialità come metodo di analisi: aver cioè dimostrato alla IUCN che ognuno dei 9 sistemi è una parte costitutiva insostituibile dell’insieme e ciò ha permesso di mantenere entro il Bene candidato anche aree non esattamente integre, come la Marmolada» (http://www.nuovocadore.it/wp-

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“Le Dolomiti sono largamente considerate tra i più bei paesaggi montani del mondo. La loro intrinseca bellezza deriva da una varietà di spettacolari conformazioni verticali – come pinnacoli, guglie e torri – che contrastano con superfici orizzontali – come cenge, balze e altipiani – e che s’innalzano bruscamente da estesi depositi di falda detritica e rilievi dolci ed ondulati. La grande diversità di colorazioni è provocata dai contrasti di roccia nuda ed i pascoli e le foreste. Queste montagne s’innalzano in picchi interposti a gole, rimanendo isolati in alcuni luoghi o formando sconfinati panorami in altri. Alcune scogliere rocciose si ergono per più di 1.600 m e sono fra le più alte pareti calcaree al mondo. Lo scenario caratteristico delle Dolomiti è divenuto l’archetipo del ‘paesaggio dolomitico’. I pionieri della geologia sono stati i primi ad essere catturati dalla bellezza di queste montagne: i loro scritti, e le successive opere pittoriche e fotografiche, evidenziano ulteriormente lo straordinario fascino estetico di tutto il bene”63.

Il criterio VIII riguarda il costituire degli esempi particolarmente significativi delle grandi ere della storia della terra, inclusa la testimonianza della vita, dei processi geologici in corso nello sviluppo delle forme terrestri o degli elementi geomorfologici o fisiografici di particolare rilievo.

“Dal punto di vista geomorfologico le Dolomiti sono di rilievo internazionale, come il sito classico dello sviluppo delle montagne in rocce dolomitiche. L’area mostra un’ampia gamma di morfologie connesse all’erosione, al diastrofismo e alla glaciazione. La quantità e la concentrazione di formazioni carbonatiche estremamente varie è straordinaria in contesto globale ed include cime, torri, pinnacoli e alcune delle pareti verticali più alte del mondo. Di importanza internazionale sono inoltre i valori geologici, specie l’evidenza delle piattaforme carbonatiche del Mesozoico, o “atolli fossili”, in modo particolare per la testimonianza che essi forniscono dell’evoluzione dei bio-costruttori sul confine fra Permiano e Triassico, e della conservazione delle relazioni fra le scogliere che hanno costruito ed i loro bacini circostanti. Le Dolomiti

comprendono svariate sezioni tipo di importanza

internazionale per la stratigrafia del periodo triassico. I valori scientifici del bene sono inoltre supportati dalle prove di una lunga storia di studi e ricognizioni a livello internazionale. Considerato nel suo insieme, il complesso di valori

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geomorfologici e geologici, costituisce un bene di importanza globale”64.

Le Dolomiti sono conosciute anche come Monti Pallidi, ciò per la loro componente rocciosa, la dolomia: «Roccia carbonata sedimentaria costituita essenzialmente da dolomite65» (Grande enciclopedia

universale illustrata 1978: 2059). Il nome Dolomiti è stato assegnato a questo gruppo montuoso come omaggio al geologo e mineralogista francese Déodat Grantet de Dolomieu66, il quale dedicò le sue ricerche

proprio alla composizione di dette rocce. Giunse nel territorio nel 1788 e nel 1791 inviò un campione di dolomite ad un suo collega svizzero Nicolas Thèodore de Saussure il quale lo analizzò; si scoprì un nuovo minerale che prese il nome dolomieu (in italiano appunto dolomia) (Fini 1981). La catena alpina delle Dolomiti si estende in tre regioni e cinque provincie, in un’area di circa 142.000 ettari nella quale si parlano quattro lingue differenti e ufficialmente riconosciute (italiano, tedesco, ladino e friulano): Friuli-Venezia Giulia con Pordenone e Udine (10%), Trentino Alto-Adige con Trento e Bolzano (30%) e Veneto con Belluno (60%).

“I nove siti67 che compongono il bene Dolomiti, includono tutte

le aree che sono essenziali per il mantenimento della bellezza del bene e tutti, o la maggior parte, degli elementi chiave inerenti le scienze della Terra, interrelati e interdipendenti nelle loro relazioni naturali. Il bene include parti di un parco nazionale, diversi parchi naturali regionali e provinciali, siti Natura 2000 ed un monumento naturale. Le aree tampone sono state definite per ciascun sito al fine di proteggerlo dalle minacce esterne ai suoi confini. I paesaggi naturali ed i processi essenziali al mantenimento dei valori del bene e della sua integrità si trovano in buono stato di conservazione e sono

64-http://www.dolomitiunesco.info/i-valori-universali/il-valore-della-geologia/

65 «Minerale. Carbonato di calcio e magnesio cristallizzato nel sistema trigonale. (Si presenta in forma di cristalli

romboedrici spesso selliformi, con facce ricurve.)» (Grande enciclopedia universale illustrata 1978: 2059).

66 «Dieudonné Sylvain Guy Tancrede Grater de Dolomieu (1750-1801), scienziato della Savoia francese e distinto

docente alla École des Mines di Parigi […]» (www.dolomitiunesco.info)

67I nove sistemi sono: Pelmo-Croda da Lago, Marmolada, Pale di San Martino – Pale di San Lucano – Dolomiti Bellunesi – Vette Feltrine, Dolomiti Friulane/Dolomitis Furlanis e d’Oltre Piave, Dolomiti Settentrionali/Nördliche Dolomiten, Puez – Odle/Puez – Geisler/Poez – Odles, Sciliar –

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ampiamente integri”. (UNESCO, Dichiarazione di eccezionale valore universale, Integrità)68.

Le Dolomiti sono composte da una Core Zone69, cioè il nucleo bene

dichiarato patrimonio, e una Buffet Zone70, cioè l’area circostante il

bene, anch’essa tutelata. La proprietà del bene è per lo più pubblica e tutelata dalle autorità locali. L’area tutelata si suddivide in due categorie:

 Il primo tipo sono quelle zone non utilizzabili, si parla della nuda roccia, dei ghiacciai e dei laghi. Essendo demanio pubblico (appartengono alle Regioni, Province e Comuni) non sono alienabili.

 Il secondo tipo appartiene a quelle comunità montane (Regole, Magnifica Comunità) che gestiscono foreste e pascoli per usi collettivi, sono indivisibili e inalienabili71.

Figura 2 - I nove sistemi montuosi delle Dolomiti 72

68-http://www.dolomitiunesco.info/i-valori-universali/il-bene-seriale/#sthash.JT5cx1Hi.dpuf

69 L’area corrisponde a 141.902,875 ha di core zone, 89.266,762 ha di buffer zone e 231.169,64 ha totali.

70 «Qualora fosse necessario ai fini di conservazione del bene, viene identificata inoltre una “zona-cuscinetto” (buffet

zone), che è un’area attigua al bene sottoposta a restrizioni legali sul suo uso, al fine di aumentare il livello di protezione del bene in essa racchiuso» (Zagato 2011: 72).

71-http://www.nuovocadore.it/wp-content/uploads/2014/02/Tesina-Dolomiti-Unesco.pdf 72 ibidem

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Le Dolomiti cadorine comprendono tutte le valli del Cadore, Val Boite e Oltremonti, Val Comelico e Sappada, Val Centro Cadore e Oltrepiave, e sono: l’Ajarnola, l’Antelao (la cima più alta ed imponente del comprensorio con i suoi 3263 mt.), i Cadini di Misurina, il Cavallino, una parte del Civetta, il Cridola, il Cristallo, la Croda de Toni, le Marmarole, Monte Piana, il Pelmo, il Peralba, il Popena, il Popera il Sorapiss, gli Spalti di Toro, le Tre cime di Lavaredo, il Tudaio.

Figura 3 - Dolomiti settentrionali - Dolomiti Pelmo e Croda da lago - Dolomiti Friulane e d'Oltrepiave73

Le Corbusier, noto architetto del ‘900, definì le Dolomiti “la più bella

opera architettonica al mondo”74.

73-http://www.dolomitiunesco.info/i-nove-gruppi-dolomitici/ 74-www.nationalgeographic.it

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La Fondazione Dolomiti – Dolomiten – Dolomites – Dolomitis UNESCO, nata il 13 maggio 2010 e istituita su indicazione precisa dall’Unesco, «[…] rappresenta il referente univoco nei confronti del Ministero italiano dell’Ambiente e del Comitato per il Patrimonio mondiale UNESCO»75. Conforme al dossier per la candidatura, la Fondazione ha

il compito di definire una governance76 (Strategia complessiva di

gestione del bene) concentrata su tre fondamenti: conservazione, comunicazione e valorizzazione, dei valori universali delle Dolomiti Patrimonio UNESCO - che dovrà essere conclusa entro il 2016 - e si delinea sul concetto di “sviluppo conservativo”77. Il suo compito è

quello di «[…] promuovere la comunicazione e la collaborazione tra gli Enti territoriali che di fatto gestiscono e amministrano – ciascuno secondo il proprio ordinamento – il territorio definito dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità»78, perché la gestione e i poteri

amministrativi restano compito delle Regioni e delle rispettive Province; la Fondazione ha il compito di creare strategie condivise nella responsabilità del bene. Ha inoltre il compito del monitoraggio dello stato di conservazione del bene - in collaborazione con gli esperti

75-http://www.dolomitiunesco.info/la-fondazione-dolomiti-unesco/

76«La Strategia Complessiva si basa sul principio della “gestione a rete” e si attua per mezzo di Reti funzionali interregionali/interprovinciali, che sviluppano tematiche specifiche del Bene (patrimonio geologico, patrimonio paesaggistico, aree protette, promozione del turismo sostenibile, sviluppo socio-economico, mobilità, formazione e ricerca scientifica). Queste reti rappresentano altrettante intese di partenariato, finalizzate a uniformare i livelli di conoscenza, utilizzare le varie esperienze, proporre linee guida di gestione omogenee e coerenti con i livelli di competenza e con le prassi amministrative di ciascun territorio» (http://www.dolomitiunesco.info/la-fondazione- dolomiti-unesco/).

77 Per ulteriori informazioni si veda lo Statuto: http://www.dolomitiunesco.info/wp-

content/uploads/2014/07/statuto_Fondazione.pdf

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della IUCN (International Union for Conservation of Nature) – dal quale ricava le informazioni utili per stendere i rapporti annuali e le relazioni scientifiche, obbligatori da Convenzione.

«Quella della Fondazione è una sfida culturale rispetto alla complessità del Bene dolomitico – linguistica e culturale, oltre che amministrativa – che non trova eguali negli altri siti del Patrimonio UNESCO. La Fondazione è un organismo inedito, appositamente creato per favorire lo sviluppo sostenibile di un territorio che è anche storicamente molto diversificato»79.

Il 21 maggio 2015, al Teatro Comunale di Belluno, l’associazione V.I.V.A.I.O. Dolomiti80 ha organizzato un convegno teatrale dal titolo La bellezza usurpata81 – ospite d’onore Philippe Daverio – in cui si sono

affrontati diversi temi; tra questi è stata fatta una dura critica alla Fondazione Dolomiti UNESCO. Mario Maffucci82 ha sostenuto che la

Fondazione: «[…] in sei anni di lavoro ha fallito: non ha raggiunto l'obiettivo dell'armonizzazione del bene, non ha saputo comunicare il valore del marchio ottenuto con il riconoscimento»83, continua

affermando che – la Fondazione – non abbia degli obiettivi chiari (come impone la legge n.15084) e che sia un grande bluff gestito con i

soldi pubblici.

79-http://www.dolomitiunesco.info/la-fondazione-dolomiti-unesco/

80 V.I.V.A.I.O Dolomiti è un’associazione che punta ad approfondire varie tematiche legate allo sviluppo del territorio bellunese. Per ulteriori informazioni su come è nata l’associazione si veda:

http://www.bellunopress.it/2015/02/06/un-altro-sviluppo-e-possibile-nasce-v-v-o-dolomiti-leuregio-non-e-lunica- soluzione-per-il-futuro-del-bellunese/

81 La presentazione citava: «Potenzialità, sviluppo e futuro di una provincia dimenticata. Bellezza declinata sul

territorio, quello dolomitico, una terra ricca di meraviglie che pur essendo universalmente riconosciute non vengono adeguatamente promosse né tutelate. Di potenzialità del Bellunese, ma anche di sviluppo, si parlerà giovedì 21 maggio al teatro comunale di Belluno, nel convegno-spettacolo organizzato dall'associazione V.I.V.A.I.O. Dolomiti, che in questa occasione si presenterà al pubblico […]».

82 Autore e giornalista RAI.

83-http://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2015/05/22/news/daverio-costruite-un-futuro-diverso-per-la-vostra-

terra-1.11472489

84 La legge n.150 del 2009, all’art.11 recita: « La trasparenza è intesa come accessibilità totale, anche attraverso lo

strumento della pubblicazione sui siti istituzionali delle amministrazioni pubbliche, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell'organizzazione, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all'utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei risultati dell'attività di misurazione e valutazione svolta dagli organi

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La Fondazione ha organizzato diversi convegni, mostre e progetti in questi anni ma, come afferma l’architetto Cesare Micheletti: «Dalla nomina fino ad ora la Fondazione si è formata ma sembra che non abbia fatto nulla, in realtà ciò che è stato fatto non è stato comunicato e condiviso nella maniera più adeguata» (registrazione del convegno sotto riportato)85. Oggi sembra esserci una maggiore attenzione verso

gli abitanti delle Dolomiti perché sono i primi da sensibilizzare sull’importanza delle loro preziose montagne e i primi che devono conservarle e possono valorizzarle.

«La Fondazione Dolomiti UNESCO ha avviato un processo di partecipazione territoriale in vista dell’elaborazione della Strategia Complessiva di Gestione del Bene, documento che dovrà essere presentato all’UNESCO nel 2016»86. Tra maggio e giugno 2015, la

Fondazione ha organizzato 11 incontri svoltisi in tutta l’area dolomitica, che consistevano in tavoli tematici dove si è discusso: di turismo, di sviluppo socio-economico, di aree protette e soprattutto di connessioni tra i territori, ai quali hanno partecipato 300 persone circa. Il tema dato è stato #Dolomiti 204087, con il fine strategico di

individuare delle proposte per il futuro indirizzate a tutti gli abitanti delle Dolomiti che condividono e vivono in questi territori.

Nell’ultimo incontro, tenutosi ad Auronzo di Cadore il 29 agosto 2015, è stato riassunto il percorso fatto e i risultati ottenuti. Il Segretario Generale della Fondazione, la dottoressa Marcella Morandini, spiega: «A questi incontri hanno partecipato associazioni ambientali, associazioni di categoria, politici, amministrazioni locali, ma

competenti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità […]» (http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2009-10-27;150).

85 Parlando con una ragazza che fece una stage alla Fondazione Unesco nell’estate del 2014, mi spiegava proprio che la

difficoltà principale della Fondazione era quella di unire le cinque province nelle varie iniziative, un po’ per gelosia territoriale e un po’ per campanilismo.

86-http://www.dolomitiunesco.info/attivita/dolomiti2040-quali-proposte-per-il-futuro-la-fondazione-lo-chiede-alle-

comunita-locali/#sthash.d35GFSm2.dpuf

87 Il programma è visibile al sito: http://www.dolomitiunesco.info/wp-

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soprattutto i cittadini, tutti coloro che abitano in questo territorio e vogliono contribuire in prima persona». Come sostiene – il presidente del partito politicoSüdtiroler Volkspartei - Richard Theiner: «La cosa più importante è la popolazione locale che ci guida su come vivere». Il risultato finale di questi incontri è stato riassunto in un report88, che

raccoglie tutti i dati inerenti all’attività svolta e che servirà, in quanto contributo, alla stesura finale della Strategia di Gestione 2016.

Ciò che è emerso in questi incontri con le popolazioni delle Dolomiti riguardo al futuro del bene e alle manovre di conservazione, è stato riassunto in sette punti:

Figura 3 - #Dolomiti204089

88-http://www.dolomitiunesco.info/wp-content/uploads/2015/11/FD4U-D2040_PP_report-finale1.pdf 89-http://www.dolomitiunesco.info/dolomites-unesco-labfest-sconfini-dolomiti2040/

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Durante la spiegazione di queste 7 proposte per il futuro, la sociologa Giulia Gelmi dice:

[…] è importante garantire la continuità abitativa perché è fondamentale mantenere un presidio territoriale per poter conservare il patrimonio. Chi deve prendersi cura della terra, chi lo può fare? L’abitante in primis. Un ruolo chiave è stato attribuito all’agricoltore, perché è colui che crea paesaggio e lo mantiene. È necessaria inoltre un’adeguata formazione per garantire un’attività coerente rispetto al patrimonio esistente, in modo da responsabilizzare il cittadino sulla base di valori trasmessi. Dalle culture e identità differenti degli abitanti delle Dolomiti, sono emerse le differenze e la volontà di collaborare e di “sfruttare” il riconoscimento Unesco per comunicare e creare relazioni, per superare insieme le difficoltà; l’interscambio percepito è la chiave per risolvere certi problemi e risolverli unitamente. Ciò anche perché c’è un ritorno economico di questo riconoscimento del 2009, ma non può essere valorizzato come è stato fatto fino adesso, bisogna fare un salto in più perché siamo su una vetrina internazionale ed è giusto riuscire a ragionare insieme anche da un punto di vista turistico e iniziare a fare scelte per un turismo sostenibile. Il turismo sostenibile viene definito come il modello da perseguire come sviluppo territoriale delle Dolomiti, che significa tutela e corretta valorizzazione del patrimonio esistente; fornire al turista un’esperienza genuina e vera di quelli che sono i valori del patrimonio e delle identità delle comunità locali. I nove sistemi, ragionando con un’unica destinazione turistica – Dolomiti – possono incrementare la capacità, all’interno di questa strategia di marketing, di presentare ciascuna delle singole peculiarità territoriali. Questo lavoro sarà fatto dalle comunità locali con il sostegno della Fondazione; c’è la consapevolezza di una difficoltà, però c’è anche la volontà di collaborare fin da subito nel percepire le Dolomiti come una piattaforma su cui costruire e lavorare insieme il futuro.