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DONNA- PAZIENTE

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 115-120)

L’ASTROLOGIA COME SUPPORTO PER L’OMEOPATIA

DONNA- PAZIENTE

cerchio interno:

Tema di nascita

4.5.1962, ore 5.40 GMT ad Enschede (Paesi Bassi)

6°E53’; 52°N13’ (MC a 11° Acquario; AC a 18°Gemelli) cerchio esterno: Rivoluzione Solare 1991 4.5.1991, ore 5.57 GMT a Monaco di Baviera 11°E34’; 48°N08’ (MC a 20° Acquario; AC a 22° Gemelli)

Se paragoniamo il tema natale alla rivoluzione solare del 1991 (l’anno della morte della madre) vediamo che gli assi dei due oroscopi sono quasi paralleli e ciò è sempre l’annuncio di un anno “chiave”. Vediamo poi che la congiunzione Luna/Ura-no/Nettuno della rivoluzione solare (in opposizione a Marte!) cade, sia nel tema di nascita sia in quello di rivoluzione, nell’ottava Casa: la morte (8.a Casa) improvvisa (Urano) della madre (Luna).

Il tema di nascita ci mostra una congiunzione Sole/Luna (in Toro/12.a Casa) in opposizione a Nettuno; quest’opposizione, a sua volta, è quadrata a Saturno che è dominante al MC in Acquario. Questa configurazione planetaria, non proprio legge-ra, veniva toccata da Saturno in transito nel 1992 e coincideva con il primo ritorno saturnino nel febbraio. Nel 1993 (nascita del primo figlio e morte improvvisa del padre), Saturno era in opposizione ad Urano nel tema natale e nel 1994 (nascita del secondo figlio), era in quadrato a Venere di nascita.

Il 22 marzo 1996, giorno del primo consulto, la Luna progressa stava per en-trare nella 4. Casa del tema natale, a 11°08’ Leone, in stretta congiunzione con il FC! La Luna progressa si rivela sempre molto forte, specialmente quando si trova su un asse dell’oroscopo o entra in una nuova Casa. Nella 4. Casa, la Luna progressa pro-voca il desiderio di ritornare alle radici della propria personalità. Spesso l’individuo va in terapia, si occupa di questioni di famiglia, ritorna nella sua patria e così via.

Il consulto omeopatico

Quando la signora venne da me, io, conoscendo la sua storia precedente, avevo già in mente alcuni rimedi possibili. Quando l’avevo incontrata precedentemente la si-gnora non volle parlare della sua tristezza e quest’atteggiamento è tipico verso certi rimedi omeopatici, ma dopo un anno e mezzo si era decisa a venire perché vera-mente non ne poteva più.

Naturalmente un omeopata serio non dà un rimedio prima di aver sottoposto il paziente ad un’anamnesi omeopatica. L’omeopatia è una medicina individuale. Se, per esempio, cinque bambini hanno la tonsillite, potrebbe darsi che ogni bambino ha bisogno di un rimedio diverso. Per “un muto dolore”, come in questo caso, po-trebbero essere possibili 26 rimedi. Nell’anamnesi si fanno domande speciali per ri-conoscere il rimedio necessario.

Come si fa un’anamnesi omeopatica?

Prima l’omeopata scrive tutti i sintomi che racconta il paziente spontanea-mente e l’ascolta, possibilspontanea-mente senza interromperlo. L’omeopatia non tratta sol-tanto i disturbi fisici, ma anche i problemi a livello emozionale e mentale.

Vithoulkas, l’omeopata più famoso attualmente, classifica i problemi a livello emozionale in questo modo: insoddisfazione, irritabilità, ansia, fobie, angoscia, tri-stezza, indifferenza, depressione suicida.** I sintomi emotivi elencati potrebbero ventare sempre più gravi, come, ad esempio, quelli a livello mentale, che sono: di-sattenzione, smemoratezza, mancanza di concentrazione, ottusità, apatia, allucina-zione ecc.**È importante conoscere la gerarchia dei sintomi su tutti e tre i livelli per poter giudicare l’andamento di un caso omeopatico.

Successivamente, l’omeopata chiede più particolari sui sintomi indicati dal pa-ziente. Per esempio, se il paziente soffre di mal di stomaco, le domande potrebbero essere:

– Quando è cominciato quel dolore?

– In quel periodo c’erano problemi o è successo qualcosa di grave? – Che tipo di dolore è: pungente, bruciante, opprimente?

– Può sopportare vestiti stretti sullo stomaco? – I dolori si manifestano prima o dopo il pasto?

– Che cosa fa diminuire il dolore? Cibi caldi o freddi o bevande fresche o bollenti ? – Quale cibo non sopporta?

– Quale cibo non dà problemi?

Dopo questo primo approccio, per avere un’immagine totale del paziente, l‘omeopata fa delle domande sul carattere, sul modo di vivere, sulla dieta, sulle pau-re, sull’influsso del tempo, sulle malattie in famiglia, sulle sue preferenze nel man-giare, se gli piace la compagnia ecc.

I sintomi più importanti sono quelli rari, strani, insoliti e contraddittori.

oppure il mal di stomaco diminuisce quando si beve acqua gelata o, ancora, il mal di gola migliora quando s’inghiottisce.

L’altra cosa importantissima (specialmente nei casi di malattie croniche) è ca-pire l’essenza del caso. L’essenza è l’insieme delle caratteristiche emozionali e men-tali.

Questo primo colloquio con il paziente dura circa un’ora e mezzo e anche di più. Dopo aver acquisito tutti i dati, l’omeopata cerca il simillimum. Che cos’è il si-millimum? È una sostanza che produce certi sintomi in individui sani e guarisce gli stessi sintomi in individui malati. Nella pratica, vuol dire che cerchiamo il rimedio che corrisponde maggiormente all’essenza del paziente ed ai sintomi su tutti i livel-li: fisici, emozionali e mentali. Probabilmente questo rimedio può aiutare il paziente. Nel nostro caso ho scelto NATRIUM MURIATICUM (una sola dose di CH 200 per una volta), perché è uno dei rimedi principali per il “muto dolore” e perché la signo-ra mostsigno-rava anche altre casigno-ratteristiche emozionali e fisiche di questo rimedio, co-me, per esempio, la gran vulnerabilità, l’inconsolabilità, il rancore, anche per moltis-simi anni, contro le persone che l’hanno scatenato, il desiderio di cibi salati, il non poter stare al sole ecc.

Il secondo colloquio dopo dieci settimane:

La tristezza è molto diminuita. Ha la sensazione che può accettare meglio la morte dei genitori. Può godere di nuovo delle cose belle della vita. Ma adesso è più irritabile per le piccole cose. Ha più bisogno di parlare ed anche alcuni problemi fisi-ci, come l’emicrania e un’allergia alla pelle sono spariti.

Valutazione dell’azione del rimedio

Lo stato depressivo è già molto migliorato, ma adesso è diventata più irritabile. Questa è una reazione buona, perché nella gerarchia dei sintomi emotivi, l’irritabi-lità è meno grave della depressione e ci sono anche dei miglioramenti a livello fisi-co.

Che cosa fa l’omeopata quando c’è uno sviluppo così buono? Non fa niente! Informa il paziente che il rimedio sta facendo il suo effetto verso la guarigione e farlo ripetere o cambiarlo sarebbe uno sbaglio.

Il terzo colloquio dopo due mesi:

Emotivamente si sente benissimo. La tristezza è completamente sparita e an-che l’irritabilità non esiste più. L’emicrania non è ritornata ed anan-che altri problemi fisici non appaiono più. Poco tempo fa ha deciso, insieme al marito, di ritornare al loro paese d’origine e di cominciare una nuova vita.

Conclusione

Alla luce dei risultati ottenuti, si può costatare come tre piccolissimi globuli, “che non contengono niente“, come dicono gli avversari dell’omeopatia, in quattro

mesi hanno guarito la mia paziente e le hanno ridato la gioia di vivere. Un antide-pressivo non avrebbe avuto un effetto così positivo e una guarigione così totale.

Questo caso è anche un bell’esempio di come l’astrologia e l’omeopatia possa-no completarsi, possa-non nel senso che il tema natale in sé ci potrebbe indicare il rime-dio, ma nel senso che le rivoluzioni solari, i transiti, le progressioni ecc. ci possono mostrare chiaramente lo stato attuale in cui si trova l’individuo, in modo da poter aiutare l’omeopata a formarsi un’immagine più completa del paziente.

Sonja van Slooten, omeopata e ‘Heilpraktiker’, con studio omeopatico a

Mona-co di Baviera, ha studiato l’omeopatia classica Mona-con il grande George Vithoulkas in Grecia, e ha già tenuto vari seminari nella Penisola (in lingua italiana), spesso abbi-nati ai seminari del marito Erich Van Slooten.

Info: Tel. 0049 - 89 - 601 501 8. Email: erikvanslooten@aol.com

NOTE

* Ringrazio mio marito Erik van Slooten per il suo aiuto astrologico.

L.A. 132-670 Un “uomo di scienza” dalla insolitaa apertura, cerca addirittura di “dare una mano” con il suo scibile alla quantificazione degli aspetti astrologici.

La domanda mi è nata spontanea dopo aver letto un articolo di Slawomir Stach-niewicz, astrofisico, dal titolo Attempt of a scientific approach to astrology, sulla pagina internet http://cura.free.fr/XXV/24stach1.html. La novità, o quanto meno l’eccezionalità di questo articolo, è innanzitutto l’approccio del tutto possibilista ed aperto alla validità scientifica dell’astrologia da parte di un membro di quella co-munità che, per bocca di altri suoi esponenti, invece ci vorrebbe chiudere la porta d’accesso al mondo delle scienze inesorabilmente e per l’eternità.

Ma l’articolo è interessante soprattutto perché l’autore non esclude che alcuni capisaldi della teoria astrologica possono essere riformulati anche in chiave mate-matica, esattamente come accade per le altre scienze della natura. Prendiamo ad esempio la teoria degli aspetti, divisi in armonici e disarmonici ed efficaci entro un determinato numero di gradi di tolleranza; l’autore, dopo aver spiegato (come già altri avevano fatto) che l’interazione di due pianeti in aspetto tra loro potrebbe es-sere un caso particolare del più generale fenomeno della risonanza, introduce an-che (fatto assolutamente nuovo, per quanto io sappia) alcune istruzioni per perve-nire correttamente ad un’equazione capace di esprimere, oltre all’armonia o alla di-sarmonia degli aspetti, anche la relativa forza, che decresce quanto più l’aspetto si discosta dal valore esatto.

Come sempre ogni nuova ipotesi pone problemi sulle certezze preesistenti; Stachniewicz, coerentemente con le sue premesse, pensa che gli aspetti debbano essere ricercati non tra le proiezioni dei pianeti sull’eclittica (quelle che abitualmen-te leggiamo sulle effemeridi, ma il pianeta maabitualmen-terialmenabitualmen-te è spesso altrove), ma tra le distanze angolari che essi formano sulla sfera celeste. Il problema sarebbe tanto più rilevante quanto più uno dei pianeti coinvolto nell’aspetto è solito allontanarsi dal piano dell’eclittica (valori elevati di latitudine, verificabili sulle migliori effemeri-di), ossia in particolar modo per Plutone e, per chi ne è appassionato, per alcuni asteroidi quali Cerere, Pallade, Eros, Icaro.

Angelo Vigorelli

L’ASTROLOGIA STA RIENTRANDO

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 115-120)