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STUDI E TESTIMONIANZE SUI DATI NATALI DI MARIA CALLAS

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 74-91)

sta nella Luna, con posizioni ed Aspetti differentissimi in ciascuno dei tre Quadri; e per ambedue i sessi, ma per una donna in particolare, si sa che la Luna è uno dei punti focali del Tema Astrale.

Tra il 2 ed il 4 dicembre 1923, alle ore 06.00 per New York, la Luna si trova: a 22°.12’ Vergine per il 2 dicembre;

a 6°.13’ Bilancia per il 3; a 20°.39’ Bilancia il 4.

In questi tre giorni avviene anche un altro cambiamento significativo nel cielo astrale. Il giorno 4 Marte passa da 28.57° Bilancia a 00.14° Scorpione.

Esaminiamo ora, anche se a grandi linee, il vissuto delle Divina per rapportarlo, in particolar modo, alla Luna ed a Marte per cercar di capire in quale dei tre giorni i due Astri risultano più “parlanti” rispetto ad esso. Vediamo innanzitutto la Luna-Madre.

I coniugi Karogelopulos avevano una figlia ed un figlio; il bimbo muore picco-lissimo ed è anche per i grande dolore di questa perdita che la famigliola lascia la Grecia, trasferendosi a New York. Alla partenza Evanghelia è di nuovo incinta e si aspetta un altro maschio; la delusione per la nascita di Maria è tale che la madre ri-fiuta di vederla per tre giorni. Poi deve per forza accettarla, ma il rapporto con lei sarà sempre di sotterraneo, profondo conflitto.

Piccola ma interessante notazione; il cognome Callas non è nome d’arte, come molti scrivono. Fu il padre di Maria, (farmacista), ad adottarlo una volta arrivati in America; Kalogeropulos era infatti impronunciabile per gli americani.

Tornando ai rapporti di Maria con la madre, il rifiuto di quest’ultima verso la figlia minore si accentua quando Maria, crescendo e sentendosi poco o niente ama-ta, riversa le sue frustrazioni affettive sul cibo; mangia moltissimo, diventa grassa, e massiccia proprio come spesso sono i Sagittari gioviali; e nel Tema di Maria, Giove impera, essendo in Casa 1 molto vicino ad Ascendente. A tutto questo si aggiunge una miopia molto forte che costringe Maria a portare pesanti lenti che ancor più la rendono brutta e goffa, nonostante dei lineamenti assai graziosi, come mostrano le foto del tempo. La madre le preferisce vistosamente la figlia maggiore, Jackie, sotti-le e raffinata come spesso si presentano i Gemelli.

Nella famiglia materna vi sono parecchie belle voci e molta passione per musi-ca e musi-canto; quando Maria rivela una voce niente male la madre, ambiziosissima e frustratissima da un marito considerato inetto, inizia a guardare la figlia con occhi diversi; riversa su di lei tutte le proprie aspirazioni soffocate; aspirazioni non tanto di riconoscimenti artistici ma di successi mondani.

Piena di aspettative, indirizza quindi Maria allo studio della musica e del canto perché per lei il Teatro d’Opera, con i suoi riti, è il massimo della mondanità, cui aspira con tutta sé stessa.; da madre fredda e distante Maria comincia così a vivere Evanghelia come madre tiranna che vieta alla figlia qualsiasi cosa non sia musica e canto, che la sprona in continuazione, sin da giovanissima, a partecipare a concorsi, “Ore del Dilettante” e via di seguito

Maria adolescente, Evanghelia decide che la carriera canora della figlia ha più possibilità di sviluppo in Grecia che a New York; spera soprattutto sull’aiuto dei fa-miliari. Lascia quindi l’ormai detestato marito e si imbarca con la figlia sullo Stokolm; direzione Atene. Maria ha tredici anni e durante la lunga traversata diven-ta una piccola sdiven-tar candiven-tando spesso per i passeggeri e l’equipaggio.

Tanto si è parlato, nelle biografie della cantante, di questa madre, divorante a livello del patologico; certo è che Maria proprio nello studio della musica trova il suo rifugio, la possibilità di stare tutto il giorno fuori casa, lontana da lei… Evan-ghelia, una volta in Grecia, le ha infatti procurato due insegnanti di musica e canto; prima l’italiana Maria Trivella e poi la spagnola Elvira De Idalgo, ambedue in quel periodo residenti ad Atene. Alla de Hidalgo (che contribuirà in modo decisivo alla grandezza della cantante curandone magistralmente la voce), la ragazzina si lega moltissimo, eleggendola a madre putativa e passando con lei, praticamente tutta la giornata. Alla casa materna torna soltanto per dormire.

La de Hidalgo confesserà in seguito di esser rimasta molto perplessa davanti a quella ragazzona goffa, grassa, foruncolosa ed occhialuta che sognava di fare la can-tante lirica. Ma quando Maria aveva preso a cantare ogni perplessità si era dileguata.. La stima per Maria, aumenta di giorno in giorno non solo per la sua voce stra-na, capace di virtuosismi strabilianti ma anche per la sua sensibilità alla musica, che

ha fatto di lei , per tutta la vita, una musicista raffinatissima e di estrema compe-tenza, prima ancora che una eccezionale cantante. E la ammira anche per la sua autodisciplina, per la serietà e la devozione quasi monacale con la quale si vota allo studio. Finita la sua lezione, Maria rimane infatti ad ascoltare quelle di tutti gli altri allievi per “rubare” consigli, annotazioni…Ed ha solo quattordici, quindici anni…

Il debutto avviene a quindici anni, al Teatro dell’Opera di Atene, in Cavalleria Rusticana, con notevolissimo successo.

Dopo tutte queste premesse, riprendiamo il discorso astrologico e passiamo ad una prima osservazione della Luna (simbolo primo della femminilità, nel Tema di una donna), delle cui posizioni, nei giorni interessati, si è già detto più sopra; il gior-no 2 essa è in quadratura a Mercurio ed il 3 praticamente isolata.; per tutti e due i giorni quindi, Luna quasi muta per una donna eccezionale chiamata Maria Callas.

Il giorno 4 le cose cambiano completamente perché la stessa Luna, per le ore 06.00 di New York si trova, ripetiamo, a 20°.39’ Bilancia, in sestile esatto a Mercu-rio-Sagittario, ed a Nettuno-Leone: Si crea insomma un triangolo perfetto Luna-Mercurio-Nettuno. Sensibilità, intuito ed intelligenza che si alimentano a vicenda.

Tante cose possono a questo punto collimare con il carattere e la vita di Maria; la sua musicalità che si esprime nel teatro in primo luogo (Nettuno-Leone).. I suoi lunghi viaggi per mare, prima da poverissima emigrante e poi… Poi l’amore nato sul panfilo da favola “Christina” (Nettuno-Leone come Casa 5), con un marinaio di gran lusso quale era Onassis…Ed il Christina che diventa un po’ la sua casa galleggiante per tutti gli anni che dura il legame con l’armatore.

In primis però, Luna- Madre; il rapporto angoscioso con la sua vera madre ha due indicazioni sul Tema.. La quadratura del Sole ad Urano-Casa IV ed il quincon-ce dello stesso Sole a Plutone-Cancro; ma il Quadro rivela anche l’approccio alla musica ed al canto (Luna-Nettuno), che questa madre le permette, facendo la sua fortuna; e il legame forte, quasi filiale, con l’insegnate di musica e canto Elvira de Hidalgo, (ancora Luna-Nettuno) vissuta da Maria, si è detto, come madre alterna-tiva..

Ed osserviamo anche, come s’ è già accennato, un altro cambiamento profon-do che avviene nel Cielo del giorno 4; Marte rimane sempre congiunto ad orbita strettissima con Saturno ma esce dal Segno Bilancia ed entra in Scorpione. E che la Maria, sia donna che artista, avesse forti componenti scorpioniche è fuor di dubbio. C’è Ascendente, è vero, ma a mio parere non basta… Un’occhiata a molte foto e fil-mati, sia nel quotidiano che sulle scene, e si nota subito nel suo portamento e nel suo sguardo un che estremamente aggressivo, battagliero, indomabile. Esistono inoltre innumerevoli testimonianze di quanto la Divina fosse poco tenera, in certi momenti ed in determinate situazioni.. Non per niente fu soprannominata dai gior-nali “La Tigre”.

E poi la sua Arte..

Ma perché Maria Callas è stata considerata così Grande, Inimitabile, nel Teatro d’Opera? Non aveva una voce bella, almeno nel senso canonico della parola.. Con

quelle note altissime (fino al Mi sovracuto), e le altre cupe, basse, viscerali, a tratti la voce le si “sgranava”… Ma proprio questi “sgranamenti” le permettevano sfumature, coloriture e drammaticità che il pubblico mai aveva sentito in teatro; le famosissi-me “voci nere” da brivido che non potevano provenire se non da abissali profondità scorpioniche.

Per la sua ampiezza e la sua gamma vastissima di espressività, dalla dolcezza più struggente alla perfidia ed all’odio più devastanti, la voce della Callas era quindi in grado di interpretare in modo sublime un repertorio vastissimo; dal soprano leg-gero al lirico, al drammatico; dal contralto, al mezzosoprano. E questo, come si dirà più ampiamente poi, non soltanto come tonalità liriche ma anche come interpreta-zioni recitative…

Il lato “nazista” del suo carattere (Congiunzione Marte-Saturno+Venere in Ca-pricorno), aveva permesso una formidabile preparazione artistica che faceva di lei anche una interprete attenta, fino alla mania, alle indicazioni dei vari musicisti.. Tutto doveva essere eseguito alla lettera, secondo spartito, e molte delle liti, delle incomprensioni in teatro, scoppiavano per il pressappochismo, la scarsa preparazio-ne, di colleghi e collaboratori. Con Toscanini, Maria Callas è stata la grande Vestale del ritorno all’ortodossia in musica del Novecento.

Piccolissimo ma assai esplicativo esempio della sua attenzione quasi maniacale al dettaglio; non ricordo quale grande Direttore di Orchestra nota, un giorno, una particolare sfumatura nella voce di Maria che interpreta Gilda, nel Rigoletto… Gliene chiede la ragioGliene e lei spiega: “ Gilda dice no, ma voleva dire sì”

-Nel mondo lirico sonnacchioso e sbracato di fine anni 40, con direttori d’or-chestra e cantanti che si ritagliavano spazi su misura per le loro esigenze e le loro possibilità, ignorando le indicazioni dei musicisti che dicevano di interpretare, Maria arriva quindi come un tornado: con la sua voce strana, con il suo rispetto quasi ma-niacale per le partiture, con la sua stravolgente drammaticità. O con la sua tenerez-za struggente… Ogni cosa che lei fa o dice sulla scena non culla con suoni melodio-si, non eccita con acuti strappa applausi; tutto arriva fino alle viscere, sconvolge l’a-nima…

Alle platee attonite Maria fa scoprire che Lucia di Lammermoor o Amina de “La Sonnambula” non sono uccellini meccanici che gorgheggiano e trillano, (così come si era ormai abituati ad ascoltare dai vari sopranini leggeri), ma creature ricche di una infinita poesia, di una dolente drammaticità. E la mitica Casta Diva, da “Nor-ma”, non è una cascata di note dorate ma il pianto accorato e struggente di un’ani-ma ferita. Accanto a questa poesia, a questo “straniamento straziato”, (Luna-Nettu-no), la cupezza, la violenza, l’odio, la cupidigia scorpioniche di una Medea e di una Lady Macbeth, Opere ormai scomparse dalle scene proprio per mancanza di voci al-l’altezza di tanta drammaticità e che, grazie a lei, riprendono vita.

Voce celestiale e voce demoniaca. Non era una cantante che interpretava un ruolo. Ogni sera il pubblico aveva la percezione di assistere ad un “dramma in diret-ta”. Dal fondo della segreta dove il rapporto doloroso con la madre e quello

inesi-stente con il padre, la sua infanzia senza calore e senza giuochi e tante altre vicen-de vicen-della vita la avevano trascinata, ogni sera Maria si serviva di Norma, o Violetta, o Lady Macbeth, per raccontare il suo personale dramma a chi aveva orecchie per ASCOLTARLA. E, chi ascoltava, viveva attraverso di lei i propri dolori, le proprie scon-fitte, le proprie aspirazioni di Riscatto…

Molta gente piangeva, a teatro.. Ed accade la stessa cosa anche ASCOLTANDO i dischi…. Ho sempre avuto l’impressione, ascoltandola, (e credo di non sbagliarmi), che mentre cantava Maria andasse con metà di sé in trance, mentre l’altra metà ri-maneva sveglissima per seguire tutto quanto avveniva in scena… E le commozioni che sapeva suscitare erano talmente violente che persone che la hanno frequentata ed amata, rievocandola hanno ancora un fremito di commozione nella voce… Più di una volta ho visto persone proprio piangere, parlando di lei; (Zeffirelli, Giulietta Si-mionato ed altri meno noti al grande pubblico)..

“La sua voce commuove perché contiene un dramma”.. scrisse di lei Teodoro Celli, famosissimo critico musicale, quando ancora si cercava di inquadrare in qual-che modo il fenomeno Callas qual-che aveva stravolto tutti gli equilibri teatrali del tempo. E lo stesso Teodoro Celli, alla fine, riuscì anche a chiarire l’enigma di una voce tanto fuori dei canoni del momento…”Soprano drammatico di agilità”, sentenziò in un al-tro suo famoso articolo… Riscoperta di un canto perduto da almeno un secolo… Era stato il modo di cantare di Maria Malibran e di Giuditta Pasta, grandissime interpreti del teatro romantico di primo ottocento.. Allora non c’erano divisioni di voci, specializzazioni; un interprete era in grado di cantare tutto; ma a prezzo di studi durissimi. Con Verdi prima, poi con Puccini e con il verismo, tale modo di can-tare era stato pian piano accantonato.. C’era meno tempo e, soprattutto, meno vo-glia di studiare…Le voci si erano quindi specializzate ed ogni cantante poteva inter-pretare soltanto una parte del repertorio lirico.. Per tal motivo, come già detto, mol-te opere del primo Romanticismo erano scomparse dalle scene.

Altro sconvolgimento che Maria portò nel teatro lirico, come si è già accenna-to, fu la capacità di “recitar cantando”.. Dopo tante belle statuine, immobili sul pal-co, attente soltanto ai gorgheggi ed ai do di petto, una donna che sapeva muoversi con disinvoltura, che recitava anche con il corpo, era cosa da strabiliare! “La Grand Tragedienne”, la soprannominarono i francesi.

Tutto questo ha saputo fare la Sagittario-Scorpione Maria Callas nel mondo li-rico.. Scoperta di nuovi orizzonti, ricerche, studi profondi ed appassionati, speri-mentazioni coraggiose e spericolate sfidando proteste e dileggi della parte più con-servatrice del pubblico… Dopo il suo arrivo, niente è più stato come prima. “Prima della Callas e Dopo la Callas”, si dice ancor oggi parlando del mondo lirico. Purtrop-po, nella decadenza di tutti i valori e tutte le aspirazioni del periodo che stiamo vi-vendo, anche nel mondo lirico si torna al tran tran di comodo.. Anche il grande ci-clone Callas è stato in gran parte metabolizzato.

Ma torniamo un attimo al vissuto di Maria al difuori delle tavole del palcosce-nico… Molte sue biografie descrivono una esistenza piena di stenti durante la

guer-ra, che lei passò in Grecia con sua madre e sua sorella; si adombra addirittura il so-spetto che Evanghelia spinga le figlie a quasi prostituirsi con italiani e tedeschi per poter mangiare. La realtà è assai meno pesante; ciò grazie ad un piccolo sussidio che lei percepisce per i suoi studi, all’aiuto di soldati ed ufficiali di occupazione strabiliati dalla sua voce e, soprattutto, al sostegno costante dell’uomo della sorella Jackie, fi-glio di un ricco armatore. Gli armatori erano nel destino delle sorelle Callas..

Maria può quindi continuare studiare ed a cantare con relativa tranquillità, per quanto possono permetterlo gli orrori della guerra. Debutta giovanissima, come già detto, e si fa un discreto nome non solo in Grecia ma anche tra le truppe di occu-pazione tedesche ed italiane. Grazie a loro il suo nome comincia pian piano a circo-lare per l’Europa.

Iniziano anche rivalità ed invidie e, finito il conflitto, non si sa con quanta ve-rità, Maria viene accusata di collaborazionismo… Probabilmente la giovanissima Maria non si poneva affatto problemi di collaborazionismo e cantava per tutti… Al-la fine,, stanca di tanti attacchi e consapevole che nelAl-la piccoAl-la Grecia vi sono po-che speranze di diventare la Star po-che ha ormai deciso di essere, torna in America, sorda ai consigli di Elvira de Hidalgo di prendere invece in considerazione l’Italia… Forse New York è scelta da Maria anche per via del padre che lì continua a vivere..

Secondo lunghissimo viaggio per mare.. In America ritrova il padre ma non i ri-conoscimenti sognati.. Passa da una promessa mancata ad una delusione, ad offer-te assolutamenoffer-te al disotto del suo valore. Nel 1947 ha una proposta per cantare all’arena di Verona. Terza traversata dell’Oceano. Appena arrivata a Verona conosce il Commendator Giambattista Meneghini che ha circa trenta anni più di lei.

Anche se le foto la mostrano con un gran bel viso, è sempre goffa, grassa, con vestiti dozzinali ; ha sempre una brutta pelle e le caviglie grosse. Meneghini è un solido uomo d’affari con fama di donnaiolo impenitente… Inizia una storiazza tra loro, probabilmente con un sottofondo di sentimenti sinceri che sono però al di fuori della passione d’amore; Meneghini è intenerito da quella ragazzona smarrita, e Maria, con un solo vestito (le hanno rubato la valigia alla stazione), con quasi nul-la per sopravvivere ed un futuro incertissimo in un paese straniero, cerca quel padre che sempre le è mancato.

Dopo molte insistenze Maria riesce a farsi sposare, nonostante Meneghini ten-tenni, anche per la feroce opposizione alle nozze della sua provinciale e tradiziona-lissima famiglia che non vede di buon occhio una cantante, straniera, povera e, per-dipiù, di religione ortodossa! Ricordiamo che siamo nella Verona di fine anni 40! Le nozze avvengono quasi di nascosto, in una sacrestia polverosa, alla presenza dei soli testimoni…

E qui parla, astrologicamente, il Saturno-Bilancia, foriero, oltrechè di un mari-to molmari-to più vecchio, anche di ostacoli, negazioni, difficoltà ed amarezze nella sfera del matrimonio.… Con eguale pesantezza lo stesso Saturno si farà sentire ancora, più avanti, nella vita della Divina; sempre in campo matrimoniale, oltrechè in infini-te verinfini-tenze legali per i più svariati motivi. Vedremo poi, più in dettaglio.

Meneghini, con l’occhio lungo dell’imprenditore,. non è preso più di tanto dalla donna ma capisce il valore dell’artista; si fa liquidare dall’impresa di famiglia e si vota interamente alla promozione di Maria: la quale Maria, non più pressata da problemi economici, si rituffa a corpo morto nello studio e nel lavoro.

Per tutti gli anni di matrimonio (dieci), sarà una vestale della musica. Mene-ghini infatti dedica tutte le sue energie alla Artista ma si dimentica della donna, per correre dietro alle ballerinette della Scala, evidentemente più alla sua portata di sempliciotto signore di provincia. Il loro, per confessione di Maria agli intimi, sarà un matrimonio bianco per almeno nove anni su dieci. Marte-Scorpione+Saturno-Bilancia, come sesso negato nel matrimonio…

In compenso Meneghini ripaga Maria di una prima giovinezza piena di umilia-zioni e di terribili, sterili lotte; le procura i contatti giusti, le offerte di lavoro gratifi-canti.. Nel mondo lirico si comincia a parlare di lei con sempre più insistente inte-resse e curiosità. E mentre la parte più conservatrice è spaesata da questa figura to-talmente anomala di soprano, i giovani e la parte più progressista grida al miracolo.. Iniziano le famose recite come incontri di pugilato su un ring, lotta con le fiere nel-l’arena.. . Fischi ed applausi deliranti.. Discussioni infinite e veri e propri scontri fisici tra fans e denigratori, alla fine di ogni spettacolo… Ed i giornali pubblicano sempre più spesso articoli su Maria, non ancora Divina ma, di certo, in ascesa vertiginosa…

Il mondo della lirica si spacca in due.. Chi è attaccato alla tradizione, al canto soltanto celestiale, osanna Renata Tebaldi, altra giovane, bravissima soprano legata ai vecchi, rassicuranti schemi.. Chi è per il nuovo, il rivoluzionario, per la ricerca e la scoperta continua di strade alternative, osanna Maria.. Era da metà ottocento che non avvenivano risse così furibonde dettate dall’amore per la lirica!

Cresce la fama, ma Maria è ancora un donnone grasso e goffo, vestito con abi-ti improbabili, al limite del ridicolo; Meneghini la porta allora nel famosissimo ate-lier della Biki per dare una immagine più decente al suo look; la Biki la guarda con

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