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Una presenza fondamentale seppur discreta

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 126-137)

che avviene nel mondo interno. In pratica rappresentano lo scambio che pren-de vita sotto forma di “comunicazione” a molti livelli.

Fattori affettivi, che si strutturano attraverso le sensazioni “gradevole” e

“sgradevole” che l’individuo prova nei confronti delle persone o delle cose e dell’ambiente con cui entra in contatto e con cui dà vita a relazioni. In questa intima interazione il bimbo scopre il desiderio, il senso di piacere personale e il senso di valore; qualità che forniscono la base per la futura autostima, il senso di benessere e per le scelte che farà.

La disponibilità all’azione, ossia la capacità di affermazione di sé, ma anche

il grado di motivazione che si riesce a raggiungere e che sarà determinante nei confronti della possibilità di difendere le proprie idee e i propri valori nel mon-do. In pratica si tratta della volontà personale che farà da motore interno alla conquista della padronanza di sé e di ciò che si desidera ottenere dal mondo esterno; in ultimo, servirà alla difesa del proprio senso di integrità fisico e psi-chico.

In pratica, Mercurio, Venere e Marte sono i vassalli di Sole e Luna nel delicato processo di riconoscimento di sé e di adattamento al mondo esterno; essi lavorano incessantemente per darci un’ identità elastica e per affermarla nei confronti degli altri e del mondo.

Fatta questa premessa, vorrei precisare che i tre pianeti agiscono in successio-ne successio-nella formaziosuccessio-ne della personalità e sono in stretta interdipendenza oltre che in collaborazione, nel senso che Venere non potrà svolgere la funzione di “scelta” se prima non si è potuta avvalere di Mercurio per condensare tutte le informazioni ne-cessarie alla valutazione e al riconoscimento di ciò che piace e di quali sono i valori prioritari per l’individuo, così come Marte non potrà affermare sé stesso né muo-versi per conquistare ciò che vuole se prima Venere non ha individuato e scelto quello per cui vale la pena di lottare. Senza la capacità discriminatoria di Mercurio, Venere non riuscirà a formarsi una propria scala di valori e, senza valori personali, la vita perde di forza e di direzione e Marte sembrerà non essere ispirato nella sua possibilità di conquista e di affermazione.

Ecco allora che diventa importante riuscire a leggere con precisione il signifi-cato di questi tre archetipi, perché rappresentano qualcosa di profondamente au-tentico per la persona che, se non è in contatto con questi principi interni, non sarà neppure in contatto con la propria vera personalità e si sentirà vuota, non vera e senza reali motivazioni. Poter lasciar intravedere ad un consultante che cosa po-trebbero attirare e riattivare la sua attenzione, i suoi desideri ed intenti, significa ri-dare stimolo alla sua voglia di conoscersi, così come essere in grado di spiegare che cosa può gratificare il senso di piacere e di “benessere” personale ad una persona che continua a fare scelte insoddisfacenti significa in qualche modo aiutarla a

co-gliere la sua “ghianda” e aiutarla nel difficile percorso di ritrovare quelle parti di sé che sembravano perdute.

Ritrovare queste parti significa ridare vigore alla personalità e significa anche poter liberare energie prima intrappolate, senza le quali Marte non potrà mai avere un’azione efficace finalizzata ad una conquista gratificante. Marte è il guerriero dell’Io-Sole, ma senza un reale supporto degli altri due pianeti personali sembrerà non trovare il “RE” per cui lottare e diventerà dispersivo, senza una vera meta che porti ad una vera autorealizzazione. Marte è un’energia indifferenziata che deve trovare direzione e scopo, altrimenti disperderà la sua forza senza mai riuscire a concentrarla.

Per questo, in un tema natale è fondamentale riuscire a leggere questo piccolo nucleo di pianeti che sono quanto c’è di più vero e di più in contatto con il Sé. Riu-scire a ricucire tale contatto – qualora sia stato perduto – significa ritornare nella propria direzione di crescita e sfruttare i transiti per ritrovare ciò che si è perduto, allargando al tempo stesso le frontiere della personalità, integrando via via nella coscienza ciò che prima sembrava essere escluso.

Usare l’energia dei tre pianeti personali significa aiutare l’Io a scoprire quale è il progetto del Sé e a realizzarlo giorno dopo giorno.

Ecco perché quando andiamo a fare la lettura di un tema natale non possiamo prescindere da una attenta analisi di questi tre signori che sono la base portante del senso “personale”, di ciò in cui noi ci riconosciamo e che definiamo “Io”. Quando noi diciamo “io sono così”, stiamo definendo una serie di capacità e qualità che sono state integrate nella nostra personalità cosciente e che rappresentano ciò che per noi è “dentro le frontiere” dell’Io; è però importante comprendere che sono proprio i pianeti personali a mettere a fuoco ed individuare pian piano ciò che poi la co-scienza integra e fa proprio.

Questa è anche la ragione per cui, se Mercurio e Venere hanno blocchi nel te-ma natale, sarà ben difficile che Marte possa operare in modo costruttivo per un al-largamento della personalità, e questo indipendentemente dagli aspetti che rice-verà, perché non sarà ispirato dalla conoscenza e dalla selettività analitica di Mer-curio, né dalla capacità di valutazione e di scelta di Venere, suoi insostituibili com-pagni di viaggio. Sarà quindi molto importante fare un’analisi accurata di questi tre pianeti quando ci accingiamo a interpretare un tema natale perché questi ci posso-no fornire, tra le altre cose, un’accurata lettura delle difficoltà che un soggetto può aver incontrato nella formazione della personalità e questo potrà esserci utile per meglio comprendere e superare gli ostacoli che si sono frapposti tra le reali poten-zialità e ciò che invece si riesce ad esprimere.

Farò di seguito una sintesi delle funzioni di questi tre pianeti e di quali posso-no essere i motivi celati dietro all’inibizione e al blocco della loro naturale modalità di espressione e delle eventuali compensazioni che possono essere nate come ini-ziale difesa, ma che poi hanno rafforzato il blocco. In questa prima parte tratterò Mercurio e nel secondo articolo tratterò Venere e Marte.

MERCURIO

Primo pianeta personale, vicinissimo al nostro Sole, non se ne può allontanare più di 28° e questo già ci dà la misura della sua portata in termini di necessità per il no-stro Io.

Mercurio è il simbolo più ricco in assoluto, esattamente come nel Mito Hermes era il Dio che aveva più funzioni e più appellativi; si presentava come il più ecletti-co.

Nella costruzione del nostro Io la funzione mercuriale si incarica di mettere confini visibili tra il mondo esterno e quello interno: infatti, la divisione tra sogget-to e oggetsogget-to è di estrema importanza nel riuscire a formare quel “senso di realtà” che, oltre a permetterci di orientarci nel mondo esterno, ci fornisce anche una serie di regole e di convenzioni che ci danno la possibilità di scambiare informazioni con gli altri partendo da premesse comuni, permettendoci di discriminare e separare ciò che arriva dall’interno e quindi dal nostro mondo soggettivo da ciò che invece arri-va dal mondo esterno.

Questa capacità di differenziare e discriminare è anche la base per la formazio-ne della personalità che, dal momento in cui si raggiunge, comincia anche a vedere il mondo in modo polarizzato: un sopra e un sotto – un bianco e un nero – un den-tro e un fuori – un buono e un cattivo. La polarizzazione è un’espressione tipica dell’apparire della coscienza; l’inconscio si caratterizza infatti per l’unità, mentre i processi di divisione nascono dalla differenziazione dell’Io dall’unità iniziale.

Usando le capacità di questo pianeta si possono differenziare e catalogare tan-tissime informazioni che dovranno poi essere coordinate, elaborate, organizzate e messe in memoria; tuttavia, il massimo dell’ecletticità Mercurio la esprime nel suo simbolo di “percezione intellettiva”. Mercurio coglie, afferra il mondo esterno attra-verso gli organi di senso e lo porta all’interno sotto forma di vari input che verran-no decodificati ed interpretati, e questa organizzazione passa attraverso la fitta rete del sistema nervoso che rende possibile la grande comunicazione e il mettere in re-lazione. Il simbolo di comunicazione va dunque inteso come la grande possibilità che Mercurio ci offre di prendere informazioni dall’esterno, portarle all’interno, convogliandole fino al centro elaboratore che le confronterà e vaglierà e produrrà risposte sempre più appropriate e sofisticate da riportare all’esterno. Faccio un esempio banale: se i nostri sensi percepiscono “freddo”, allora questa sensazione verrà condotta dalla funzione in questione fino al nostro elaboratore centrale che la decifrerà e darà una risposta adatta a rispondere al problema (nel caso specifico potrebbe essere “mettere un golf” oppure “ripararsi”, ecc.).

A noi sembra facilissimo tutto ciò, ma imparare a coordinare il tutto, per un bambino, richiede tempo, associazione di idee, costruzione di collegamenti, inter-pretazione di messaggi in codice e traduzione di risposta attraverso l’azione. E’ pro-prio il simbolo mercuriale a permetterci questa impeccabile sequenza che ci con-sente di trovare sempre nuovi adattamenti atti a garantire un maggior inserimento

nel mondo circostante; creare nuove connessioni è esattamente quello che accade anche a livello fisiologico nel nostro cervello che crea nuove tracce, ampliando e perfezionando le possibilità di contatto e di scambio di informazioni e di stimoli.

Se Mercurio non funziona, perché è bloccato nel tema da aspetti particolar-mente difficili, possiamo sospettare che durante la delicatissima fase evolutiva pre-posta a strutturare queste potenzialità il bambino si è trovato a vivere qualcosa di pericoloso o di difficile ed è, per così dire, corso ai ripari trovando un adattamento che finirà per essere invece un “adeguamento” che, nel tempo, comprometterà in modo più o meno evidente alcune delle funzioni che potenzialmente avrebbero po-tuto svilupparsi in modo più semplice ed efficace. Nell’infanzia, la mente mercuriale – che è la parte sinistra ed è quella che si occupa del pensiero logico causale, che analizza, confronta, filtra, seleziona e poi memorizza le informazioni – ha bisogno per formarsi di una grande collaborazione da parte del mondo esterno: infatti, quando un bambino inizia a ingoiare informazioni (il periodo per intenderci è quello che va da un anno ai due anni e mezzo), se queste gli vengono date errate, oppure gli vengono confutate le capacità sensoriali di vedere, sentire e percepire, o se ci so-no sollecitazioni troppo difficili da decodificare in maniera chiara per la sua età e la sua maturità, o se, per converso, non ci sono sollecitazioni di sorta perché l’ambien-te è privo di stimoli inl’ambien-tellettivi, l’Io nascenl’ambien-te inizierà a sentirsi minacciato dalle sue stesse sensazioni e percezioni, oppure sarà deluso e frustrato dalle non risposte e metterà in atto meccanismi di difesa sofisticatissimi, che opereranno per protegge-re il bambino in quel particolaprotegge-re periodo della vita, ma che inevitabilmente andran-no ad influire sulla futura capacità di analisi, di selezione, sulla percezione e sull’a-dattamento, fino a contaminare la capacità di procedere ad un “esame di realtà” ve-ro, il che interferirà sulle capacità di socializzazione, apprendimento e sulla futura industriosità.

Procederò con alcuni esempi chiarificatori.

La percezione lavora braccio a braccio con la funzione attenzione: entrambe sono mercuriali ed operano insieme in perfetta sintonia. Se osservate un bambino dai 12 ai 24 mesi avete la chiara rappresentazione di come queste due funzioni sia-no attive. Il bimbo è sollecitato da tutto ciò che accade attorsia-no a lui: è curioso, vi-vace, pronto e rapido nel cogliere i collegamenti tra le varie cose, però si appoggia al mondo degli adulti per capire, chiede spiegazioni, vuole sapere il perché delle co-se, vuole capire in che modo una cosa può entrare in relazione con un’altra, trovare un nesso logico, vuole comunicare le sue scoperte e le sue conclusioni. In questa fase il bambino scopre anche il suo impatto con l’esterno: capisce che lui è un pro-tagonista sul palcoscenico del mondo e che ogni suo comportamento può avere ef-fetti su quello degli altri e modificare la scena. E’ in questa fase che scopre il “pen-siero causale” ovvero comprende che ad ogni sua azione corrisponde una reazione da parte del mondo.

La funzione Mercuriale sul piano psicologico è analoga a quella delle sinapsi che creano in continuazione ponti e collegamenti che lasciano scorrere

l’informa-zione lungo tutti i canali del sistema nervoso, portandola da una parte all’altra del nostro corpo: se però le spiegazioni che arrivano sono insufficienti, oppure sono poco chiare o addirittura contrastanti, l’Io del bambino si troverà in stallo perché non saprà come decifrare e tradurre ciò che gli arriva dall’esterno e di conseguenza non saprà dare risposte appropriate.

In situazioni di estrema gravità, ad esempio nelle famiglie molto caotiche, il bambino riceve spesso informazioni molto contrastanti; gli vengono dette cose che poi vengono negate o disattese, oppure con frequenza le sue stesse percezioni ven-gono rifiutate e considerate sbagliate con la conseguenza di non essere più sicuro di ciò che vede o sente, altre volte gli si danno due informazioni opposte contem-poraneamente (comunicazione a doppio messaggio). Praticamente il suo sistema di percezione-comunicazione diventa un dedalo in cui egli non sa trovare una via di uscita soddisfacente.

Vale la pena di evidenziare quanto possano essere intriganti i rapporti fra Mer-curio ed alcuni pianeti:

Rapporti “falsificanti” con Plutone

Astrologicamente parlando, se abbiamo nel nostro tema natale un quadrato tra

Mercurio e Plutone, siamo potenzialmente dotati di una percezione psichica

fan-tastica, intensa, capace di cogliere anche sfumature molto più sottili (ad esempio ciò che non viene detto e non viene palesato ma che aleggia nell’aria e la contami-na), ma è altrettanto probabile che quando eravamo piccoli ed abbiamo provato a riferire ciò che “sentivamo e capivamo”, qualcuno ci abbia fatto capire chiaramente che ciò non era vero, oppure che era molto meglio non rivelarlo all’esterno. In que-ste condizioni – che sono tra le più difficili per la nascente percezione di un bambi-no – la funzione stessa, più che una potenzialità sembra quasi diventare un proble-ma; ciò nonostante, nel caso di Mercurio-Plutone, il bambino è come se percepisse che questa funzione può essere fondamentale per la sua sopravvivenza psichica, perché fornisce in ogni caso una capacità di anticipare ciò che si muove nell’am-biente, ma al tempo stesso imparerà che ciò che si vede e si sente dovrà sempre es-sere custodito gelosamente dentro di sé, e che soprattutto non è mai opportuno la-sciar trapelare all’esterno ciò che si pensa veramente.

Tutti noi che ci interessiamo di astrologia conosciamo perfettamente la capa-cità di Mercurio-Plutone di trattenere all’interno pensieri, sensazioni ed intenzioni e sappiamo anche che chi ha questo aspetto può giungere a falsare letteralmente la comunicazione, cercando di sfruttare a proprio vantaggio la capacità di cogliere i risvolti sotterranei, le contraddizioni e le incongruenze altrui, ma sappiamo anche che questo aspetto può dare una vera e propria falsazione della realtà interna con problemi che possono andare dalla difficoltà a cogliere i propri reali pensieri, biso-gni ed intenzioni, fino alla negazione di una parte di verità e di percezione che l’Io considera dannosa e quindi nasconde, trasforma e devia, fino al punto di portare

all’esterno qualcosa di completamente diverso da ciò che si è all’interno, e tutto questo spesso in modo totalmente inconscio.

In effetti, le persone che hanno questi aspetti hanno bisogno di “ripulire” i loro schemi psichici e i loro meccanismi di comunicazione poiché in caso contrario si trovano quasi sempre a fare i conti con situazioni contorte e ambigue in cui i travi-samenti e i meccanismi manipolatori sono all’ordine del giorno, sia subiti che inflitti. Questo perché Mercurio simboleggia tutti i livelli di comunicazione, quella ver-bale che passa attraverso la parola (verbalizzazione); quella tra interno ed interno che mette in comunicazione parti diverse di noi (esplicitata bene da Jung con la sua descrizione della funzione “psicopompo” in cui Mercurio-coscienza è il Dio che può oltrepassare i confini e spazia nell’inconscio e nel superconscio per trasportare alla luce i contenuti e farli diventare visibili); e, in ultimo, ciò che passa a livello di per-cezione e di scorrimento di informazioni tra l’esterno e l’interno e viceversa. Quan-do Mercurio è leso ed ha qualche aspetto di blocco Quan-dobbiamo pensare che qualcosa nella funzione percettiva e nella comunicazione-scorrimento di informazioni di quella persona non sarà perfetto e ci saranno delle problematiche; la natura, o me-glio la colorazione di queste problematiche sarà data dal pianeta con cui Mercurio è legato e dalla qualità dell’aspetto.

Rapporti di “elusione” con Nettuno

Nel caso di rapporti tra Mercurio e Nettuno, invece, la situazione sarà molto di-versa da quella precedente: qui infatti non si tratta di negare o di falsare la realtà, ma di eluderla, di evadere da essa, di cercare altri territori a livello di mente per non restare imprigionati da ciò che si considera inaccettabile, noioso, triste e limitante. Qui, l’intrepido e curioso Hermes si trova a contatto con il volatile, intangibile e fantastico Nettuno che non vuole stare dentro la realtà, o meglio neppure vede la realtà ordinaria poiché Nettuno è il pianeta che ci spinge a cercare altre vie, altre forme di percezione, più sensibili, extra-sensoriali. Nettuno è colui che vuole accen-dere dentro di noi forme di percezione stra-ordinarie e che non crede – come inve-ce fa la mente – che esistano solo le cose visibili e tangibili: quando va a toccare Mercurio, cerca di distoglierlo, di farlo andare al di là del mondo della mente e della normalità che trova piccolo, insignificante, ristretto e grigio. I bambini che hanno aspetti Nettuno-Mercurio faticano a conoscere il confine tra realtà e fantasia, tra ciò che sembra reale e ciò che invece è immaginato e sognato e questo fa sì che la loro mente venga spesso “rapita”, come se venisse condotta in un luogo in cui il so-gno, l’illusione e la fantasia possano agire indisturbate senza subire i limiti della materia.

Ecco dunque che un bambino che vive una realtà inaccettabile comincerà ad usare questa modalità di fuga; comincerà a sconfinare trovando l’altra parte del proprio mondo interno molto più interessante e stimolante e, spesso, perderà con-tatto con il limite, per cui a volte riferirà agli adulti situazioni o percezioni che

que-sti considereranno non vere, illusorie, prive di verità. Molto spesso queque-sti bambini vengono considerati “bugiardi” a totale sproposito, poiché non è di questo che si tratta bensì di incapacità di discriminare tra il reale e il virtuale. Se la situazione di difficoltà permane a lungo e si fa più pressante il bisogno di difendersi dalla realtà, il bimbo potrebbe anche arrivare a non voler più rientrare nei limiti e quindi a fare

con-fusione tra i due mondi, quello personale con le fantastiche sollecitazioni, in

cui tutto è possibile e tutto può essere trasformabile e adattabile, e quello esterno, in cui la realtà è invece rigida, noiosa e inaccettabile, finendo per confondere gli elementi del primo e del secondo, sovrapponendoli.

Anche sulla percezione, nel caso di rapporti tra Mercurio e Nettuno possono agire meccanismi di difesa che portano il soggetto a non cogliere ciò che non piace e che annoia, o ciò che fa paura o si considera inaccettabile. Qui Nettuno può prov-vedere andando a dirottare l’attenzione in entrata, per cui diventa anche molto dif-ficile – quando poi si è adulti – comprendere cosa non si percepisce, quali sono le zone d’ombra su cui la nostra attenzione scivola via, spesso prima ancora che noi ce ne rendiamo conto. Questo è il caso molto comune nei bambini ansiosi (Mercurio-Nettuno è sempre frutto di una mente ansiosa, inquieta, incapace di rimanere fer-ma sulle cose e incapace di muoversi nel mondo della praticità), che preferiscono

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