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Alle persone negative, le cose vanno più storte che alle persone positive

Capitolo 5 : Dormire bene

Nella nostra civiltà ormai zeppa di ogni genere di macchinari, non ci è difficile prendere in esame il nostro corpo come se fosse anch’esso una macchina.

Esaminiamo i rifornimenti di energia di cui necessita:

• L’ossigeno, preso dall’aria mediante la respirazione, e di cui non possiamo interrompere il rifornimento continuo se non per pochissimi istanti.

• L’acqua, dobbiamo berne almeno due litri al giorno per compensare il consumo; e le scorte sono limitate a pochi giorni.

• Il cibo, che deve essere il più possibile vario per garantire ogni genere di rifornimento, dalle proteine alle vitamine ai grassi ecc.; del cibo possiamo fare a meno per tempi più lunghi, poiché il corpo è in grado di farne abbondante scorta.

Tutto questo non basta; la macchina umana deve fermarsi di tanto in tanto per consentire che le energie vadano a rigenerare anche i più reconditi meccanismi.

Questa fermata la chiamiamo dormire; nella giornata circa un terzo del tempo deve essere de-dicato al sonno. E non possiamo fare a meno di tale manutenzione se non per poche ore.

A vederlo così il nostro corpaccio non sembra dunque un macchinario tanto sofisticato; in realtà il consumo di energia è altissimo, se addirittura un decimo del tutto viene consumato sola-mente dal cervello.

Se vogliamo mantenere la nostra adorata macchina in buona efficienza, dobbiamo avere cura che i rifornimenti energetici siano appropriati, e che il periodo di sosta sia regolare.

Di tutti i rifornimenti di energia, l’unico che non dà problemi è quello dell’acqua; bere in ab-bondanza lontano dai pasti non è difficile, (eppure c’è gente che non esegue bene neanche quel compito).

Riguardo al rifornimento di ossigeno, non parlo dei fumatori perché mi sembrerebbe, come ora si suole dire, di sparare sulla Croce Rossa.

Però se leggeste libri di yoga, sapreste che sono previsti complicati rituali di pulizia delle narici, respirazioni diaframmatiche, e altro, per garantire la corretta circolazione delle energie sottili.

Ma non mi dilungo su quest’argomento, e neppure sulla questione cibo; lascio il cibo ai nutri-zionisti e lo yoga a chi ne è attratto.

Voglio però portare la vostra attenzione sul dormire.

Il sonno è ancora per tanti aspetti un mistero che gli scienziati non sanno risolvere.

Non si sa che cosa succede esattamente mentre si dorme; l’unica cosa che invece si conosce bene è l’effetto provocato dal non dormire: semplicemente si fa una lunga agonia e poi si muore.

Lo avevano scoperto i Cinesi già millenni fa: infatti la civiltà cinese dell’età imperiale praticava la tortura come normale aggravante della pena capitale. Il giudice sceglieva quale tortura in-fliggere secondo la gravità delle colpe commesse dal condannato, e quella della morte per privazione del sonno veniva riservata ai delitti più infami, tanto era dolorosa e lunga.

L’ipotesi più accreditata è che durante il sonno avvenga una sorta di rigenerazione a livello cellulare, e l’operazione è talmente delicata da richiedere di spegnere tutti gli altri consumi energetici non indispensabili, primi di tutti i movimenti muscolari, che bruciano moltissima energia.

Giorni fa un eminente immunologo fu invitato a una trasmissione radiofonica notturna con-dotta dal noto presentatore televisivo Maurizio Costanzo.

In tale occasione lo studioso anticipò l’annunzio di un’interessante scoperta riguardo al

Sembra che durante il sonno il cervello mandi un particolare messaggio alle cellule staminali presenti nei midolli ossei, rendendole mobili. Le cellule allora si immettono nel flusso sangui-gno e vanno per tutto il corpo a rigenerare le parti danneggiate.

Questo vi può dare un’idea di quanto complessi siano i meccanismi biologici.

Del dormire di solito non ci preoccupiamo, diamo per scontato che ci pensi la programmazione biologica che funziona anche senza la nostra collaborazione.

Il che è vero, però trascuriamo un fatto: che siamo in grado di interferire sulle programmazioni biologiche tanto da non consentirne il naturale funzionamento.

Riguardo al dormire, l’interferenza più clamorosa è l’insonnia.

Il primo studio sistematico dei meccanismi messi in moto durante il sonno è storicamente at-tribuito al Maimonides Hospital di New York, che fin dagli anni quaranta attrezzò un reparto dedicato unicamente allo studio del sonno. Durante la notte, mentre il resto dell’ospedale dormiva più o meno in silenzio, il reparto sonno era in piena attività: alcuni pazienti vi dormi-vano, e attorno ad essi frotte di medici e infermieri trafficavano con gli strumenti.

Ora si conosce abbastanza del sonno, ed è risultato che non è per nulla un meccanismo elemen-tare come siamo portati a credere: sbadiglio, mi si chiudono gli occhi, m’infilo nel letto e mi sveglio fresco e riposato il mattino dopo.

Qualcuno si sveglia che è più stanco della sera precedente, qualcuno addirittura non è riuscito a prendere sonno.

Se andate a lamentarvi dal medico che non dormite bene, questi non si scompone più di tanto, giacché dispone nella farmacopea di una ricca gamma di tranquillanti e sonniferi.

Se è scrupoloso, prima di prescrivere i farmaci si accerta che abbiate provato tutti i rimedi natu-rali più sani, tipo una buona passeggiata serale, un bagno caldo, una lettura noiosa, ecc.

Questo perché sa che non è buona cosa diventare farmaco- dipendenti, e il consumo abituale di sonniferi e tranquillanti lo provoca.

Non solo, ma con il tempo occorrerà aumentare le dosi, perché il farmaco a poco a poco perde di efficacia.

Questo perché l’insonnia non è un problema fisico, ma viene dalla psiche.

L’unico caso al mondo d’insonnia dovuta a cause fisiche è stato accertato in un paesino dalle parti del lago di Garda, dove i membri di una famiglia, arrivati sui quarant’anni, venivano col-piti da insonnia e non campavano a lungo. Esaminando gli archivi parrocchiali si trovò che era un problema ereditato da padre in figlio, e accorsero studiosi da tutto il mondo a prelevare campioni di sangue e di DNA per studiare quale fosse la componente biologica che provocava l’insonnia.

Tutti gli altri casi d’insonnia sono di origine psichica.

Altre persone non soffrono di vera e propria insonnia, semplicemente non dormono bene, ci sono i risvegli notturni, casi di sonnambulismo, per fortuna poco frequenti, e altro.

Questo perché il meccanismo che si mette in moto durante la notte è alquanto complicato.

Il primo sonno, appena ci si addormenta, è il più prezioso, giacché il cervello si mette a produrre onde cerebrali di bassissima frequenza, tipo Delta: è il cosiddetto sonno profondo.

Si suppone che nel sonno profondo avvengano le funzioni più delicate di rigenerazione a livello cellulare.

Dopo circa un’ora e mezza, il cervello accelera le sue funzioni e produce onde che oscillano tra Alpha e Beta; tale fase del sonno è caratterizzata da un aumento del calore del corpo, movi-menti, talvolta sospiri e respiro più affannoso; è il sonno paradossale, che dura una decina di minuti (detto paradossale perché il dormiente sembra sul punto di svegliarsi, ma se gli parlate o

lo scuotete non reagisce e non si sveglia). Un’altra interessante caratteristica del sonno para-dossale è un rapidissimo movimento dei globi oculari, che non riusciremmo mai a imitare da svegli: viene chiamato sonno REM, dalle iniziali delle parole inglesi Rapid Eye Mouvement (=

Rapido Movimento degli Occhi), di cui parleremo ancora quando affronteremo l’argomento so-gni.

Dopo la fase paradossale, il cervello si calma nuovamente e le onde cerebrali rallentano il ritmo, ma non così profondamente come nel sonno profondo.

Si succedono così svariati tuffi e risalite passando dal livello Beta del sonno REM ai livelli Alpha – Theta del sonno più profondo, ma le immersioni sono sempre meno profonde a mano a mano che ci si avvicina al mattino.

Controllando numeri significativi di soggetti, è risultato che ben pochi godono del sonno con i suoi ritmi naturali, molti trascorrono la notte con sequenze completamente alterate.

E, cosa importante, le frequenze notturne di chi dorme sotto l’effetto di un sonnifero sono completamente scombinate.

Di qui l’urgenza di regolarizzare il sonno, e di evitare di assumere tranquillanti e sonniferi.

Come fare? Semplice, ora vi spiego.

Quando andate a letto, e avete esaurito altre attività tipo leggere, guardare la TV, o altro, di so-lito ci s’immerge nel cuscino e si attende che arrivi il sonno.

Nel nostro caso invece facciamo ancora qualcosa: ci disponiamo in una posizione che non faci-lita l’inesorabile arrivo del sonno: basta rialzare un po’ il cuscino, come se volessimo leggere, o guardare la televisione per chi ha l’abitudine di avere il televisore vicino al letto.

In quella posizione andiamo a livello: vi ho già spiegato come si fa, è inutile ripeterlo.

Quando siamo a livello, ce ne stiamo un po’ nel nostro luogo di rilassamento, e vedrete che ben presto arriva il sonno.

In questo modo, quando il sonno arriva, ci trova in uno stato di benefico rilassamento, con la nostra attitudine psicologica orientata al positivo.

E succede che, come il sonno ci trova, si aprono le porte per i livelli più profondi dell’inconscio;

se la nostra attitudine mentale è positiva, quella polarità continuerà per gran parte della notte.

E il mattino ci troverà freschi e riposati, di buon umore.

Se invece andate a dormire arrabbiati, o preoccupati, o sconsolati, passerete una notte nega-tiva, magari con brutti sogni, e al mattino sarete di cattivo umore.