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Il Mind Control è fatto anche di Filosofia, ti insegna a diventare saggio

Capitolo 18: Lo Specchio della Mente

Siamo finalmente arrivati ad annodare i fili di quanto abbiamo tessuto finora, eccoci alla tecnica che useremo per lo scopo principale a cui mira il Metodo Silva: lo strumento con cui risolvere i nostri problemi.

Che cosa sono i nostri problemi?

Con il termine “problema” intendiamo tutte le difficoltà che la vita pone sul nostro cammino, ostacolando quello che la vita deve essere: una magnifica esperienza, da gustare giorno per giorno.

Forse non ve lo ricordate, eravate troppo piccoli, ma avete già vinto la più fantastica corsa che possiate immaginare, al cui confronto la celebre Maratona di New York è una bazzecola:

Se alla Maratona di New York i partecipanti sono decine di migliaia, alla vostra maratona erano decine di milioni! Come dicevo, eravate veramente molto, molto piccoli, alti alcuni millesimi di millimetro, sembravate un girino, per forza non vi ricordate.

Tutti noi siamo un club di supervincitori.

Adesso, dopo aver giustamente vinto il diritto alla vita, qualcuno si chiede: “Tutto qui? – se sa-pevo che il premio era questo, magari me la prendevo con più calma, invece di correre come un matto, e sgomitare per arrivare primo”.

Invece la natura ha fatto le cose giuste, se le cose poi vanno storte non è colpa sua.

Ognuno di noi ha diritto a una vita serena.

Se non siete soddisfatti, invece di lamentarvi e subire, dovete fermarvi, e fare il punto della si-tuazione.

Passate in rassegna ogni aspetto della vostra vita, e per ciascuno di essi cercate di rendervi conto se avete di che essere soddisfatti, oppure no.

Facciamo il punto su: -salute – aspetto fisico – carattere – situazione economica – lavoro - fami-glia – amici – tempo libero - …… aggiungete voi altri aspetti della vita.

Se trovate di che essere insoddisfatti, applicate la tecnica dello Specchio della Mente.

Ecco come farete:

Andate a livello, e quando siete bene a livello visualizzate davanti a voi una cornice blu scuro, a delimitare una porzione dello spazio davanti a voi, davanti ai vostri occhi chiusi, in cui create le vostre immagini mentali.

In questa cornice blu scuro, fate comparire la scena che rappresenta il vostro scontento:

Se il vostro scontento viene dal vostro lavoro, vi vedrete dove e quando lo scontento nasce:

quando siete con colleghi antipatici, oppure quando arriva il capo odioso, oppure quando con-tate i soldi dello stipendio, oppure quando ….. vedete un po’ voi.

Dovete anche qui proiettarvi nella scena, renderla reale, come dovete rendere vive anche le sensazioni sgradevoli.

Fatto questo, con l’immaginazione fate scivolare la cornice con dentro quella scena verso la vo-stra devo-stra, fino a che scompare.

Subito dopo, alla vostra sinistra fate comparire un’altra cornice, questa volta con una cornice ben diversa: questa volta è luminosa, splendente…. Avete presente i quadri “per Grazia rice-vuta” ? Dove c’è un santo su una nuvoletta azzurra? Bene, la vostra cornice sarà anch’essa di un analogo colore bianco azzurro luminoso.

E in questa nuova cornice la scena sarà ben diversa: rappresenta il futuro che vorremmo:

Riprendendo l’esempio di prima, il vostro ufficio sarà un luogo piacevole, pieno di gente con cui andate d’accordo….oppure con un capo accettabile…. Quando contate i soldi dello stipendio siete gongolanti, quante cose potrete fare…

Abbiamo preso per esempio il lavoro, ma vale per ogni tipo di problema:

- avete litigato con una persona cara, e siete dispiaciuti, vorreste fare pace: prima vivete il vo-stro dispiacere nella cornice blu, poi, nella cornice luminosa, vivete il sentimento di sollievo quando siete nuovamente rappacificati…

Potrei fare mille esempi: ogni aspetto della vostra vita che non vi soddisfa, lo mettete a fuoco con le due cornici.

A me piace l’esempio del sassolino nella scarpa: cammini e cammini lamentandoti, quando do-vresti fermarti e guardare bene cosa c’è nella scarpa che ti rende sgradevole il camminare.

Così nella nostra vita, tante volte continuiamo a camminare lamentandoci, e non ci prendiamo lo scrupolo di affrontare il problema, e vedere se lo si può risolvere.

Così continuiamo con un lavoro che non ci soddisfa, un rapporto di coppia esaurito, una salute che sentiamo che se ne va…

Andiamo a livello e accendiamo il visore mentale, mettiamo a fuoco un problema nella cornice blu – scuro, poi facciamo scorrere la cornice fino a farla scomparire alla nostra destra; facciamo comparire alla nostra sinistra una nuova cornice, questa volta bianco luminoso splendente , ci vediamo dentro rappresentato un futuro radioso….e voilà, il gioco è fatto.

Vi piacerebbe, confessate!

In realtà non è proprio così semplice.

Perché a questo punto, dopo avere sempre parlato di immagini mentali, facciamo entrare in scena un altro protagonista, ben più importante:

i sentimenti.

Quanti sentimenti esistono? Una miriade, molto più dei colori dell’arcobaleno.

C’è la simpatia, l’amore, il disprezzo, l’odio, il perdono, l’astio, il dispiacere, il dolore, la dispera-zione, la rassegnadispera-zione, l’ indifferenza… anche qui, divertitevi ad aggiungerne altri: sono una gamma infinita.

Com’è la vostra capacità di provare sentimenti?

Qualcuno prova forti sentimenti, qualcun altro ne è incapace:

Non ama nessuno, al massimo prova simpatie; non odia, troppo faticoso, però tantissimi gli sono antipatici. Generalmente tipi così finiscono per essere apatici: non provano niente, per nessuno, neppure per sé stessi.

Eppure il sentimento è il sale della vita: ti alzi al mattino e nel tuo cuore sei Pavarotti che canta la Mattinata di Leoncavallo: “L’aurora di bianco vestita, già l’uscio dischiude al gran sol….”

Alla sera, “giunge l’ora che volge al desio, e ai naviganti intenerisce il core….”

Quanto più ravvivi l’emisfero destro, tanto più riesci a provare sentimenti forti…. E allora co-minci a capire qual è il sale della vita.

Tornando al nostro argomento, non bastano le immagini. Occorre condirle con dei sentimenti.

Abbiamo detto che i sentimenti sono innumerevoli, una gamma di sfumature infinita come le sfumature dei colori dello arcobaleno.

A noi servono solo 3 stati d’animo.

Anzi, due, perché il terzo non ha vita a sé stante, nasce quando sono presenti gli altri due.

Riguardo all’immagine dentro la cornice blu scuro, non occorre sforzarsi: se guardi il collega an-tipatico, il sentimento di ripulsa ti viene spontaneo, non devi fare nulla per rinforzarlo.

Ben diverso è il caso dell’immagine nella cornice bianco - azzurra: è il futuro che vorresti, ma ancora non esiste.

Il primo passo della creazione è

l’idea

, i passi successivi sono le energie occorrenti affinché na-sca, non rimanga un aborto di vita breve.

La prima energia è che

lo vuoi:

Immagino la vostra immediata reazione: “E che son scemo, forse non voglio liberarmi dei miei colleghi, far fuori il capoccia, avere più soldi in busta paga? Certamente lo voglio!”

Benissimo, prendiamo per buona la vostra volontà.

Passiamo al secondo stato d’animo:

lo credi possibile?

Mi sembra di vedere la vostra titubanza.

Se pensate a un obiettivo, ma dubitate di riuscire a realizzarlo, state perdendo il vostro tempo.

Bisogna fare bene attenzione, non confondere il progettare un futuro con il sognare a occhi aperti.

Quest’ultimo è uno sport molto praticato.

Sei in pieno marasma economico, fuggi lo sconforto sognando cosa faresti se vincessi al Lotto.

Barca da 40 metri, donne, champagne…. Poi riapri gli occhi e manco giochi al Lotto, tanto sono soldi sprecati. Questo non è creare il futuro, è semplicemente fuggire il presente.

Sei un impiegato senza grandi prospettive per il futuro, sei stufo dei sei mesi invernali di brutto tempo, sogni di vivere in un luogo tropicale….

Prova a metterlo a cuocere negli specchi blu e bianco- azzurro.

Comincia con la cornice blu, dove vedi il presente: è veramente tanto brutto? Non ci sono cose che rimpiangeresti?

Se la risposta è: sì, non lo sopporto più – no, non lo rimpiangerò mai, allora puoi proseguire con la cornice bianco – azzurra.

Questa volta sei ai tropici, un bel calduccio.

Esamina molto bene anche questa nuova realtà, attento a non trascurare nulla, per non avere poi amare sorprese.

Sei ai tropici, non c’è più l’inverno; però il vino non ha più il sapore che ha a casa tua; la dome-nica non c’è più il campionato di calcio, gli amici sono lontani.

La famiglia condivide i tuoi progetti?….guarda bene, immedesimati nel futuro che stai creando.

Prendi in considerazione tutto, proprio tutto: stando sempre ai tropici, se per caso ti ammali, com’è il servizio sanitario?....vedi quanto bene ci devi pensare.

Se rimani convinto, vuol dire che la volontà c’è. Benissimo.

Passiamo allora al secondo sentimento: lo credi possibile?

Anche qui devi fare profonde riflessioni: come potresti guadagnare da vivere? Di quali risorse disponi?

Se pensi che sia possibile, vuol dire che i due stati d’animo, VOLONTÀ e FEDE, si uniscono, e creano una miscela esplosiva da cui si genera il terzo stato d’animo:

ti aspetti che succeda!

Se possiedi questo stato d’animo dentro di te, prima o poi il tuo progetto si realizza, sei in grado di forgiare il futuro che già vive dentro di te.

Il tuo inconscio è allertato, tutto quello che pensi, i sogni che fai, la gente che incontri, tutti i ri-cordi che hai immagazzinato dentro di te, dal momento della nascita (e forse anche prima), mi-nuto per mimi-nuto fino a oggi, tutto è registrato; ogni informazione, anche la più insignificante, viene vagliata per verificare se contiene qualche elemento utile per la realizzazione del tuo pro-getto.

E cominceranno ad accadere delle cose molto, molto strane: delle

coincidenze

che ti guidano verso la realizzazione del tuo progetto.

Succedono cose tipo: “Se non passavo per quella strada, dove ho incontrato un conoscente che non vedevo da anni, se non parlavamo di un comune amico, se non veniva fuori che sta proprio ai tropici e ha bisogno di gente fidata che lo aiuti, sarei ancora fare il mio vecchio lavoro: invece eccomi qui, sotto le palme, ho realizzato il mio sogno!”

Un giorno ricevo una lettera da un mio allievo, in cui mi confida che, grazie a questa lezione, ha cambiato totalmente la sua vita: lavorava in banca, si sentiva non realizzato, allora ha ap-plicato la tecnica dello Specchio della Mente. Quando è stato assolutamente certo che voleva cambiare vita, e che poteva farcela, si è iscritto a una scuola di arti bianche, ha trovato i fi-nanziamenti, e alla fine di tutto mi scriveva dalle Isole Canarie, dove aveva aperto una pizze-ria.

Un paio d’anni dopo venne a salutarmi, e mi confidò che le sue pizzerie erano già tre.