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Quando conduco un corso, sono sempre curioso di sapere cosa combinano i miei allievi: alla fine di ogni esercizio chiedo loro com’è andata, se va tutto bene, cosa hanno visto o provato.

Sono particolarmente curioso riguardo i Consiglieri, me ne hanno riferiti di ogni tipo.

Ricordo un allievo alquanto seccato: gli era arrivato come consigliere un suo amico che egli considerava il più scemo tra tutti i suoi amici. Dopo qualche giorno, mi confidò: “Sai che quel mio amico, che consideravo un cretino, dopo tutto non è mica scemo come credevo?”

Se consideri stupido qualcuno, di solito è perché non la pensa come te, e non si comporta come ti comporteresti tu: ma sei sicuro di essere tu nel giusto, e che sia sempre lui a sba-gliare tutto?

Una mia allieva mi confidò che le era venuta una consigliera un po’ strana: un’indiana, di cui ricordava un particolare che l’aveva colpita: aveva tanti gioiellini d’oro sparsi nei capelli Le era del tutto sconosciuta, non le diceva nulla, e non aveva la minima idea che potesse si-gnificare qualcosa per lei.

Tempo dopo, mi telefonò sconvolta:

Viaggiava in autostrada, e si fermò a fare benzina presso una stazione di servizio.

Quando stava ripartendo, vide ferma tra la folla la sua Consigliera. Presa da panico, non si fermò subito, proseguì per un certo tratto, ma senza uscire dall’area di servizio, poi si fermò a riordinare le idee: non poteva fare finta di nulla, e andarsene senza parlarle, ma d’altra parte, l’idea di incontrarla la terrorizzava. Mi confidò che le tremavano talmente le gambe da non essere capace di uscire dall’auto.

Rimase un pochino a riflettere, si calmò, poi decise di tornare indietro e affrontarla.

La cercò dappertutto nella stazione di servizio, ma non la vide più. Pensò che, come tutte le persone che si fermano in autostrada, fosse ripartita quasi subito.

Rassegnata, riprese il viaggio, ma pochi chilometri dopo dovette fermarsi perché era successo pochi istanti prima un tremendo incidente con molte auto accatastate.

Se non si fosse attardata nella stazione di servizio, sarebbe sicuramente stata coinvolta nell’incidente.

Quale morale possiamo trarre dai tre casi che vi ho raccontato?

Nel primo caso, qualcuno può dire: non era il suo momento di andarsene, e, poiché le vie del Signore sono infinite, l’avvertimento ha fatto un lungo giro prima di arrivare a lei, addirittura in Costa Rica.

Se la donna fosse stata recettiva, avrebbe potuto fare un sogno rivelatore, oppure avere un se-gnale preciso mentre era a livello. Però lei probabilmente non ricordava i suoi sogni, e sicura-mente non praticava alcuna forma di meditazione.

Sono frequenti i casi di sogni premonitori che si riferiscono ad altre persone.

Nel secondo caso, il messaggio è arrivato dal profondissimo inconscio di Harry.

Rimando alle conclusioni finali ogni commento sul tunnel di luce.

Nel terzo caso, siamo di fronte a premonizione del futuro, e qui le spiegazioni richiederebbero inquietanti ipotesi riguardo al tempo.

Capitolo 27: Le diagnosi a distanza

Siamo così arrivati alla parte finale del corso, la più spettacolare, quella che ha sollevato tanto scalpore.

Per la prima volta nella storia, un fenomeno che apparteneva al folklore dei poteri misteriosi della mente, diventa oggetto di esercitazioni di classe.

Gli allievi sono pregati di preparare in anticipo il materiale occorrente per gli esperimenti.

L’esperimento consiste nel provare a lanciare la mente a distanza, e assumere informazioni su persone sconosciute, in qualsiasi parte del mondo si trovino.

Si è verificato che le informazioni recepite possono essere di qualsiasi tipo:

▪ L’aspetto fisico

▪ Il carattere

▪ La salute

▪ La situazione familiare.

▪ In un paio di casi, qualcuno addirittura ha saputo dire la professione.

Affinché si possa verificare se l’esperimento ha avuto successo, vale a dire se le informa-zioni percepite sono esatte, occorre che i dati siano oggettivi, indiscutibili.

Perciò l’esperimento viene strutturato per diagnosticare la salute: infatti, quando una persona si ammala, va dal medico, il quale individua la malattia e provvede alla cura.

Lo stato di salute, o per meglio dire di non salute, diventa così oggettivo.

Ciò non toglie che nel corso degli esperimenti vengano percepite le informazioni più svariate, addirittura avvenimenti successi in passato, o che avverranno in futuro.

Restiamo però all’esperimento:

Ogni allievo dovrebbe conoscere persone, tra amici, parenti e conoscenti, che in quel momento non godono di buona salute, hanno qualche problema fisico.

Deve fare mente locale, individuare persone che conosce e che sono ammalate, e per ciascuna di tali persone compilare una sintetica scheda: nome – cognome – età – indi-rizzo.

Aggiunge poi i dati sulla salute, da quale problema è afflitto.

Porterà poi con sé tali schede, ed è pregato di compilarne parecchie, minimo due, per poter fare in tutta tranquillità più di un esperimento.

La ferma raccomandazione è di non mostrare a nessuno tali schede, né parlarne con chicches-sia.

Giunto il tempo per gli esperimenti, gli allievi si dividono in gruppi di tre, e ciascun gruppo va a cercarsi un angolino tranquillo affinché i gruppi non si disturbino a vicenda.

Seguiamo il lavoro di un gruppo:

Sono in tre, e si suddividono i vari compiti:

1. Uno dei tre si assume il compito di essere quello che chiamiamo lo “psichico”, ovvero di an-dare a livello e provare a lanciare la mente.

2 Un altro si assume il compito di fare la guida, (negli Stati Uniti lo chiamano “orientologist”) ovvero presentare uno dei casi che ha portato, e non ha mostrato a nessuno.

Occorre anche essere certi che lo psichico non conosca la persona da diagnosticare, e questo è pressoché certo, dal momento che di solito gli allievi non si conoscevanoprima del corso, e se ci sono componenti familiari, ciascun membro della famiglia va a disporsi in gruppi diversi.

Per di più, per garantire la serietà dell’esperimento, se lo psichico conosce la persona che gli viene indicata, deve dirlo, cosicché la guida scarta quella scheda e ne prende un’altra.

3. La terza persona si assume il compito di segretario, ovvero prende appunti sull’andamento dell’esperimento, registra quello che viene detto, fa in modo che nessuno disturbi il gruppo mentre lavora.

Naturalmente, i vari ruoli verranno assunti a turno da ciascuno dei tre componenti del gruppo, di modo che ognuno provi a essere guida, poi psichico, poi segretario.

E si comincia: la persona che ha deciso di fare lo psichico, viene indirizzato dalla guida, che lo conduce ad andare prima a livello, e poi nel Laboratorio.

Per la prima volta da quando è iniziato il corso, ci si accorge che si può tranquillamente parlare senza uscire dal livello.

Quando lo psichico dichiara di essere pronto, la guida gli suggerisce di far comparire nel suo La-boratorio una persona, e gli dice nome, cognome, età, indirizzo di quella persona sconosciuta.

Vi ricordate quanto vi ho detto in precedenza, che nel nostro cervello disponiamo di tre catego-rie di informazioni?

Le tre categorie sono:

I ricordi