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Ritornerò ancora sull’argomento per spiegarvi quali forze si mettono in movi- movi-mento quando applicate queste tecniche, ma per non ripetermi ne parlerò più

Capitolo 11: Migliorare la salute

Finora abbiamo parlato solamente di cose da imparare, adesso cominciamo seriamente a par-lare di perché dovete fare tutto questo. A che pro?

Primo, enorme, beneficio: migliora la salute, e ti aiuta a guarire se sei ammalato.

Migliorare la salute: se sei sano, non hai bisogno di nulla.

Josè Silva è vissuto 84 anni senza mai avere avuto il minimo acciacco.

(conoscendolo, sono certo che la sua dipartita sia dipesa da una sua inconscia o forse addirit-tura consapevole decisione: aveva ottenuto dalla vita tutto quello che è possibile immagi-nare: una famiglia splendida, soldi a bizzeffe, onori pubblici e fama, ormai lo stare in questo mondo era solo più una perdita di tempo, e soprattutto nell’aldilà lo stava aspettando la sua adorata moglie Paula che era mancata un anno prima)

Uno dei motivi che l’hanno spinto a fare determinate ricerche nel campo del mentale è stato il constatare che i suoi figli non erano come lui, avevano tutte le malattie tipiche dell’infanzia.

Invece egli non era stato un solo giorno ammalato.

Josè lo spiega con il fatto di fare parte di quel 10% dell’umanità che utilizza in pieno le sue fa-coltà.

In effetti, il nostro organismo dispone di tutte le risorse necessarie per auto- curarsi.

La programmazione biologica prevede che viviamo un certo numero di anni, e poi sopravviene il naturale logoramento dell’ organismo.

Questo funziona molto bene per gli animali: sappiamo che un cane lupo vivrà circa una dozzina di anni, il fox terrier parecchi anni di più, l’elefante campa un’ottantina di anni, la tartaruga di-venta centenaria, e così via.

Mi faccio un taglietto, non ho di che preoccuparmi: disinfetto, applico un cerotto, e ogni tanto lo sollevo per controllare se la ferita si è già rimarginata.

Mi spezzo un osso, occorrerà l’ingessatura per tenere fermi i punti di frattura affinché l’osso possa saldarsi.

Si mi assale dall’esterno qualche essere vivente che vuole sopravvivere a mie spese, tipo virus e batteri, e il mio organismo non ce la fa a sconfiggerli da solo, li frego nel modo più ingegnoso:

gli scaglio contro un antibiotico, che non è altro che un fungo vivo, ghiotto di batteri.

Se alla nascita mi mancasse anche solo una minima difesa, sarebbero guai seri, dovrei usare per tutta la vita enormi precauzioni (ragazzi che vivono in una bolla perché non hanno difese contro i germi, persone che non possono ingerire determinate sostanze, ecc.)

Il nostro organismo dispone di un formidabile sistema di difese, che chiamiamo Sistema Immu-nitario.

Se le cose stanno così, perché preoccuparci? Basta una vita sana, una buona dieta, e campe-remo cent’anni.

Invece c’è un piccolo grosso guaio: siamo in grado di interferire mentalmente con il funziona-mento del sistema immunitario.

Esistono svariati modi per interferire con il sistema immunitario, per adesso prendiamo in esame il più diffuso, che ha un nome ben preciso:

Lo

stress.

Il termine è stato coniato dal medico austriaco Hans Selye (1907 – 1982), che distingue due tipi di stress: quello buono (eustress), e quello cattivo (distress).

Lo stress è un meccanismo che la natura ha predisposto in noi (e in moltissimi altri animali), come una delle tante risorse per la sopravvivenza.

Avete presente i moderni aerei da guerra, i caccia – intercettori? Dovete sapere che i modelli più recenti dispongono di un sistema di estrema difesa da utilizzare quando l’aereo è preso di mira da un missile: accende anch’esso dei razzi infernali (i booster) che lo proiettano a velo-cità folle per il tempo sufficiente a sfuggire al missile.

Anche il nostro organismo dispone dei suoi bravi booster.

Torniamo indietro nel tempo, al nostro antenato cavernicolo: quando al mattino usciva dalla sua grotta, non sapeva se alla sera avrebbe banchettato con una preda, o sarebbe finito nella pancia di qualche animale predatore (o delle vicine tribù dedite al cannibalismo).

Era una vita dura, inseguire la preda , fuggire dai predatori, oppure combattere.

Allora erano benedetti i booster, che rendevano vertiginosa la corsa, o davano forza enorme alla clava.

Sono trascorse migliaia di anni da quei tempi infelici, ma il meccanismo booster è ancora pre-sente in noi, perfettamente funzionante.

Al giorno d’oggi, per fortuna, sono rari i momenti in cui i booster ci salvano la vita, ma talvolta succede:

Attraversi la strada con la testa nelle nuvole, un improvviso scampanellio ti avverte che stai per finire sotto un tram: e ti ritrovi sul marciapiede, tutto sconvolto, la gente accorsa ride, dice che hai fatto un salto come un canguro, roba da primato olimpico.

Tu manco te ne sei accorto, ti tremano le gambe, qualcuno gentilmente porta una sedia pre-levata da un bar, perché vede che non ti reggi quasi più in piedi.

Che cosa è successo nel tuo organismo? Il tuo orecchio ha registrato il suono, l’ha trasmesso al cervello, e qui è scattato lo stress buono (eustress): senza passare dai circuiti normali del cer-vello (se avessi dovuto udire il suono, chiederti che significato aveva quel suono, cosa ti conve-niva fare, ecc, come normalmente facciamo quando udiamo qualcosa, saresti bello spiccicato sotto il tram).

Invece il messaggio sonoro ha imboccato una via preferenziale, nel cervello è intervenuto l’ipotalamo, che fa parte del cervello antico, (quello delegato alla sopravvivenza), ed è scattata una catena di ordini (chiedo venia ai lettori medici o biologi, se faccio terribili semplificazioni):

L’ipotalamo avverte l’ipofisi, la quale comanda alle ghiandole surrenali, le quali producono adrenalina. Questa richiama zuccheri nel sangue, le occorre il combustibile per i booster che ti fanno fare il salto del canguro, gli zuccheri deve fornirli qualche organo, nessuno lo fa volen-tieri, ma si presta il fegato, il quale poi lo rivuole indietro, e se lo fa dare in prima istanza dai depositi che dovrebbero esser intoccabili, tipo i midolli.

La conclusione del tutto è che hai salvato la pelle, ma a prezzo di una tremenda tempesta inte-riore:

Ti tremano le gambe perché il sangue si sta riempiendo di lattati, che sono acidi derivanti dal processo di metabolizzazione dell’adrenalina; se avevi pranzato da poco, la digestione si ferma perché le energie occorrenti per digerire sono state richiamate altrove, ecc.

Poi, a poco a poco, la tempesta si calma, alla sera sarai di nuovo a posto, al massimo ti tornerà il batticuore quando ripensi al pericolo che hai corso.

Pensa ai poveri antenati per i quali spaventi del genere erano all’ordine del giorno!

Ai giorni nostri, l’eustress ha ancora un ruolo benefico nelle competizioni agonistiche, dove chi più lo scatena, migliori risultati ottiene.

Per tutti noi incombe però un pericolo ben più subdolo e dannoso: lo stress cattivo, il famige-rato distress.

Anche qui, come vi ho già spiegato in precedenza, interviene il solito fattore: che il cervello non sa distinguere un evento reale da uno solamente immaginato (ricordate il succo di limone in bocca, il ragazzino malefico che manda di traverso l’appetito?)

Nel nostro caso sono le preoccupazioni, gli spaventi immaginari, i super- impegni:

Il manager che deve pensare e fare tutto lui se no l’azienda va a rotoli, cento impegni, dieci telefoni che suonano, tante persone da controllare….alla fine si accascia colpito da infarto, se sopravvive giura che si darà una calmata…

Oppure le persone apprensive:

I figli sono in giro di sera, con tutti i pericoli, potrebbero avere un incidente, se senti una si-rena di ambulanza il cuore ti va in gola…

E poi ci sono gli stress da esame scolastico, gli stress delle visite mediche, i licenziamenti, le liti familiari, i divorzi….

Per il nostro corpo sono tutti pericoli fisici, o combattimenti, l’adrenalina scorre a fiumi, a poco a poco si viene portati allo stress cronico.

Quando si dice che una persona è stressata, di solito pensiamo che sia nervoso, irritabile, facile all’esplosione, iperattivo.

Se vediamo una persona abulica, gonfia, torpida, pensiamo che sia tutto meno che stressata.

Invece è anche lei sotto stress, solo che l’iperattiva ha in corpo eccessi di adrenalina, l’abulica ha nel sangue eccessi di cortisolo, prodotto dai midolli quando vengono impoveriti di zucchero.

Purtroppo gli agenti stressanti, ai giorni nostri, sono pari agli altri agenti inquinanti.

Tutti noi siamo costretti a respirare aria inquinata, vivere sotto una cappa continua di rumori, mangiare cibi con veleni…..qualcuno è forte, il suo organismo sopporta, qualcuno invece si ammala…

Lo stesso vale per lo stress: le fatiche psicologiche legate al lavoro, l’irritabilità ormai diffusa dappertutto, la competizione politica che cerca di farti vedere tutto nero, creano nel nostro in-conscio uno stato permanente d’insoddisfazione, irritabilità, tanti fattori cosiddetti stressanti.

Il meccanismo è semplice: lo stress buono, quello che gli fornisce l’energia per i momenti di pe-ricolo fisico, genera un surplus di energia, che si deve scaricare: è la cosiddetta reazione “com-battere o fuggire”: le due valvole in cui si può sfogare l’energia in eccesso che l’organismo ha messo a sua disposizione.

Ma se il pericolo è costituito dal vigile che ti dà la multa, l’automobilista che suona insistente-mente il clacson, quello che con semaforo verde non si decide a partire, il capufficio che ti rim-brotta, la persona che evita di fare la fila nell’ufficio postale, il lavavetri insistente, i vicini rumo-rosi…quante volte in una giornata ti devi costringere a non reagire? Eppure il tuo fisico s’infiamma, se lasciassi libero l’istinto diventeresti un violento.

Invece dobbiamo reprimere quella reazione, non possiamo scaricarla, e si crea l’effetto nega-tivo di accumulo nell’organismo: la situazione che si crea viene detta “stress cronico”

Vi do qui un elenco di sintomi dello stress cronico, affinché vi rendiate conto di quanti danni può provocare nel nostro organismo:

Stanchezza generale – accelerazione del cuore – difficoltà di concentrazione – attacchi di panico – crisi di pianto – depressione – frustrazione – attacchi di ansia – disturbi del sonno – dolori mu-scolari – ulcere – diarrea – stipsi – colite – malfunzionamento della tiroide – facilità di amma-larsi – noia e disinteresse – bisogno di urinare frequente – cambio della voce – iperattività –

confusione mentale – irritabilità –cattivo umore - abbassamento delle difese immunitarie – dia-bete – ipertensione – cefalea – ulcera.

Vi basta? E questi sono tutti malanni provocati dalla mente, e sappiamo che è inutile andare in farmacia a chiedere medicine per la mente. Il medico è in grado di curare i danni, ma non di prevenirli.

Se invece esistesse un farmaco in grado di prevenire la malattia, non sareste disposti a procu-rarvelo?

Ebbene, uno dei più importanti effetti del livello Alpha è quello di combattere e sconfiggere lo stress.

Deve essere una battaglia continua, ma tutti noi siamo pronti ad assumere ogni giorno qualche pillola, se serve a prevenire tanti guai, da cui nessuno può proclamare di essere immune.

La “pillola di Silva” ha anch’essa bisogno di essere assunta giornalmente, e richiede più tempo di quello occorrente per inghiottire una pasticca. Ma in compenso non dovete andare regolar-mente in farmacia a comprarla. Dura per sempre, ogni giorno aumenta la sua efficacia.

Consiste in quei famosi 15 – 20 minuti di sosta che impiegate per andare a livello.

Gli effetti benefici dell’andare regolarmente a livello sono riscontrabili innanzitutto a livello soggettivo: ci si sente più dinamici, più di buon umore, maggiore autocontrollo, un lungo elenco di stati di benessere sia fisico sia psicologico.

A riprova oggettiva, analisi del sangue fatte prima, durante e dopo il livello meditativo hanno mostrato come si verifichi un significativo abbassamento del tasso di lattato ema-tico: un segnale che lo stress cronico viene ridotto.