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In dottrina si rinvia a BALDIN S., Le minoranze rom in Europa: proposte classificatorie e

CAPITOLO V LE POLITICHE EUROPEE PER L’INTEGRAZIONE DEI ROM NELL’AMBITO CULTURALE

7 In dottrina si rinvia a BALDIN S., Le minoranze rom in Europa: proposte classificatorie e

accomodamento delle istanze identitarie, in BONETTI P., SIMONI A., VITALE T., La condizione giuridica di Rom e Sinti in Italia, Giuffre, tomo I, 2011, p. 175 ss.

8 L'espressione è stata coniata dallo studioso del mondo rom, Leonardo Piasere (PIASERE L., Un

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Come più volte accennato nei precedenti capitoli si tratta di comunità fluttuante, formate da “un mosaico“ di gruppi e sottogruppi9portatori di proprie

peculiarità linguistiche10, di tradizioni diverse, divisi dal vissuto storico, dalla data

di arrivo in Europa, dalle pratiche insediative, dalla religione, dai mestieri praticati. Si afferma in dottrina: “it is a mistake to think that Gypsies constitute a homogeneous population. As the migrating population spread out into Europe, the different groups became associated with different countries, over time acquired local characteristics, and intermarried with local populations”11.

Sebbene da queste brevissime considerazioni appaia difficile individuare elementi identitari condivisi all'interno del mondo rom, è fuor di dubbio che nelle differenze tra i diversi gruppi emergano, cosi come dimostrato da una serie di studi antropologici e giuridici, diversi elementi che li accomunano12. Con un certo grado

di approssimazione, i tratti culturali che contraddistinguono l'essere rom (indipendentemente dalle differenze dialettali, dalle tradizioni13, dai costumi, dalla

religione14) possono essere così riassunti: l’esistenza, almeno in parte, di un

sostrato comune, costituito da origini indiane, da alcune vicende storiche,

9 Nella dottrina si parla di: “caleidoscopio rom” (in tal senso LIGEOIS J.P., Roma in Europe, cit., 2007),

“mosaico rom” (si veda SPINELLI S., Rom, genti libere: storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto, cit.) “galassia rom” (così Dell'AGNESE E., VITALE T., Rom e Sinti: una galassia di minoranze, in AMIOTTI G., ROSINA A., Tra identità ed integrazione: passato e presente delle minoranze nell'Europa mediterranea, Milano, Franco Angeli, 2007).

10 Per un’opinione contraria si rinvia a HALWACHS D., Possiamo dire che Roma, Sinti, Calè, ecc, sono

un’unica minoranza linguistica?, in BONETTI P., SIMONI A., VITALE T., La condizione giuridica di Rom e Sinti in Italia, Giuffre, tomo I, 2011, p. 127 ss.

11 HANCOCK I., American Roma: the Hidden Gypsies World, Interface, 1997, p. 19.

12 ”Una forma di solidarietà dovuta all’emarginazione pregiudizi, discriminazioni, esperienza storica

di persecuzione, rispetto della tradizioni o costumi“ (CARRARA SUTOUR M., Multicultura, antiziganismo e rappresentativita dei mondi rom, Quaderno di storia contemporanea, 44, 2008, p. 9 ss.).

13 Sulle differenze, all’interno del mondo rom, degli elementi culturali e sociali si rinvia a: BAUMAN Z.,

Intervista sull'identità rom, Roma-Bari, Laterza 2003; DE CONDAT D., Rom, una cultura negata, cit.;

DJURIC R., La cultura dei roma e sinti, in KARPATI M., Zingari ieri e oggi, Roma, Centro studi zingari;

Bolzano: Associazione per i popoli minacciati; Centro di cultura dell’Università Cattolica, 1993, p. 137 ss.; LEDDA L., Gente del mondo. Voci e silenzi delle culture zingare, cit.; LIGEOIS J.P., Roma, Gypsies, Travellers, cit.; LIGEOIS J.P., Rom, Sinti, Kalè...Zingari e Viaggianti in Europa, cit.; PIASERE L., Popoli delle discariche, saggi di antropologia zingara, CISU, Roma, 1991; SPINELLI S., Rom, genti libere, cit.

14 Di solito gli appartenenti ai diversi gruppi rom hanno adottato la religione dello Stato di residenza

(possono essere cattolici, ortodossi, protestanti o musulmani). Si veda: ILIEV I., Some Approaches at Measuring Social Capital among Roma Communities in Bulgaria: Preliminary Notes, Draft, 1999;

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dell’esistenza di una ricchissima tradizione orale15, dalle politiche di assimilazione

forzata, le condizioni di emarginazione (frutto di discriminazione e intolleranza), la consapevolezza di un forte senso di appartenenza identitaria a causa del fatto di essere stati e di essere tuttora vittime di discriminazione ed esclusione culminate con lo sterminio16, il desiderio di essere dissociati dai gagé (termine con cui i rom

definisce i non rom), il senso di indipendenza, osservanza delle varie tradizioni e costumi (ad esempio, l’utilizzo delle gonne lunghe per nascondere la parte inferiore del corpo in quanto ritenuta impura dalla tradizione rom, i casi di matrimoni combinati dai genitori rom tra i bambini17), la presenza di particolari forme di

amministrazione della giustizia e di regolamentazione del conflitto (la Kris, il tribunale rom)18. A questi tratti definitori delle comunità rom19 possiamo

aggiungere l’organizzazione sociale20 fondata sulla famiglia, il perno del sistema

sociale e culturale rom, e sulle relazioni nell’ambito della parentela.

Si ritiene che: "la cultura romaní è transnazionale, multiforme e paradigmatica con infinite sfaccettature e sfumature. Essa è distribuita in ogni continente e in

15 In argomento: COZANNET F., Gli zingari, Mondadori, Milano, 1990; SPINELLI S., Rom, genti libere:

storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto, cit.; VAUX de FOLETIER, Mille anni di storia degli zingari, cit.

16 Sullo sterminio dei rom si veda i contributi di: HANCOK I., The Pariah Syndrome. An Account of

Gypsy Slavery and Persecution, Ann Arbor, Karoma, 1987; FINGS, Dalla ricerca razziale ai campi nazisti. Gli zingari nella seconda guerra mondiale, Centro Studi Zingari Anicia, Roma, 1998 e la nota 34 del capitolo primo.

17 Si veda: TIMMERMAN J., When her Feet Touch the Ground: Conflict between the Roma Familistic

Custom of Arranged Marriage and Enforcement of International Human Rights Treaties, in Journal of Trasnational Law and Policy, 13, 2004, p. 490 ss., WILLIAMS P., Mariage tsigane, cit.

18 Sulle regole giuridiche del diritto rom e sulla Kris si rinvia ai contributi di: ACTON T., CAFFREY S.,

MUNDY G., Theorizing Gypsy Law, in Am.J.Comp.law, 1997, p. 237 ss.; MANCINI L., Il diritto zingaro.

Note di antropologia giuridica, in SIMONI A.,Stato di diritto e identità rom, Torino, 2005, p.178 ss.;

SIMONI A., Il giurista e gli zingari: lezioni dalla common law, in Pol. Dir. 1999, p. 629 ss.

19 Infatti, si deve tenere conto che “Gypsies and Travellers as a whole must not be considered a static

society, rigidly seti since time immemorial and reproducing itself in an identical mould. Gypsy culture, like all cultures, is in constant evolution, and more so than others, because change is one of its traditions and adaptation a constant necessity” (LIEGEOIS J.P., Gypsies and Travellers: socio- cultural data, socio-political data, cit.).

20 Sulla struttura sociale dei rom, il sociologo francese ed esperto di studi rom, Jean-Pierre Liégeois,

afferma che "l'organizzazione sociale passa attraverso l'articolazione reciproca delle diverse frazioni che compongono la società, malgrado il loro sparpagliamento sociale e geografico, e passa attraverso l'adesione a valori comuni, malgrado l'apparente diversità" (LIGEOIS J.P., Zingari e Viaggianti, cit., p. 26), in più "l'organizzazione sociale è organizzazione politica: la vita politica è diffusa, presente in tutti gli atti sociali, in tutte le relazioni oppositive e associative" (OKELY J., The Traveller-Gypsies, cit.).

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tantissimi Paesi. Le vicende storiche, economiche e sociali hanno condizionato la diaspora romaní tanto che le diverse comunità romanès che son venute via via delineandosi sono, oggi, portatrici di diverse tradizioni culturali, affini e diversificate allo stesso tempo. L'identità e la cultura romanì si sono preservate anche grazie all'apporto che hanno dato a tutti i campi dell'arte occidentale, dalla musica alla danza, alla pittura, alla letteratura. In molti Paesi è entrata a far parte del folklore locale, spesso il folklore di quei Paesi si identifica con la cultura o l'arte romanì”21.

A questo punto è opportuno sottolineare che al di là delle segnalata disomogeneità tra le comunità rom, la romanipè, cioè l’identità e la cultura romanì, è incentrata sui tratti culturali che possono venire, a volte, in contrasto con alcune regolamentazioni giuridiche, come può essere il caso dello stile di vita itinerante di alcune comunità rom o dei matrimoni rom in giovane età.

2.1.Lo stereotipo del nomadismo come “codice interpretativo” della cultura rom

Per quanto riguarda lo stile di vita itinerante, quasi mai conciliabile con la concezione di libera circolazione europea o con i diritti umani di matrice occidentale, a volte, è considerato come “codice interpretativo” della cultura rom. È legittimo domandarsi se veramente lo stile di vita itinerante, tradizionalmente considerato un aspetto distintivo della storia e della cultura rom, sia un tratto definitorio del loro mondo. A nostro parere, lo stile di vita itinerante di una parte della comunità rappresenta più uno stereotipo culturale, un falso pressupposto22

dal momento che dalle ricostruzioni antropologico–giuridiche23, si nota che la

maggior parte di essi sono stanziali24 e hanno cittadinanza dello Stato in cui vivono.

21 SPINELLI S., Rom, genti libere: storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto, cit., p. 199 ss.

22 Si veda il Terzo Rapporto sull’Italia, Commissione Europea contro il razzismo e l’intolleranza,

adottato il 16 dicembre 2005, reperibile all’indirizzo: www.coe.int/ecri.

23 Si rinvia a: AUSENDA G., Tzigani, vita di un nomade, Bompiano, Milano, 1975; LUCCASSEN J.,

Eternal vagrants? State formation, migration and travelling groups in LUCASSEN J., LUCCASSEN L., Migration, Migration History, History: Old Paradigms and New Perspectives, Peter Lang, Bern, 1997;

OKELY J., The Traveller-Gypsies, Cambridge University Press, Cambridge, 1988; OSELLA C., SOMMACAL G., Zingari: storia di un popolo sconosciuto, Aizo, Torino, 1987; McDOWELL B., Zingari

vagabondi nel mondo, Giunti Martello, Firenze, 1976; STEWART M., The Time of the Gypsies, Westview Press, Boulder, 1997; WIERNICKI K., Nomadi per forza. Storia degli zingari, Rusconi, Milano, 1997.

24 Nel volume “I Rom d’Europa” lo studioso rom Leonardo Piasere afferma: “stabilità e mobilità

costituiscono i poli di un continuum di situazioni di vita di cui è impossibile tracciare un confine netto”, aggiungendo che “più dell'80% di Rom e Sinti in Europa sono da tempo sedentari” (PIASERE

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Naturalmente, non si può negare che nella loro storia per diversi motivi economico-sociali, familiari o a causa dei crescenti conflitti con le popolazioni locali e le autorità pubbliche, a causa delle persecuzioni o della xenofobia25, una parte dei

rom sono (stati) costretti al viaggio o alla migrazione26.

A proposito di tali ragioni, nel report Roma/Gypsies: A European Minority, del Minority Rights Group International si scrive: “the reasons behind migration are diverse. Roma/Gypsies flee from various forms of persecution: expulsion, banishment, organized hunts, forced settlement, inter-state agreements dictating where they can reside, etc. Given this hostility, their only option is to move on and see if things are better elsewhere. There are also social and economic reasons for travelling.(…) Travel also plays a role in economic equilibrium, in the sense that when families exercising the same trade live side by side, they find themselves in direct competition; moving on avoids market saturation. In tandem with the diversity of reasons for travelling, there are a variety of practices connected with it, evident in the range of means of transport, frequency of moves, scope of travel, types of accommodation”27.

Infatti, in dottrina si parla di un cosiddetto “nomadismo strutturale o reattivo”, ossia dovuto a contingenze storiche, economiche e sociali, ben lontano dall'essere espressione di un tratto definitorio della cultura rom28.

In riferimento al “nomadismo strutturale o reattivo” nel citato Report Roma/Gypsies: A European Minority, del Minority Rights Group International, si afferma: ”to convey this schematically, we note that for those who travel there exists, on the one hand, a “structural nomadism” due to certain forms of social and economic organization, and on the other, a “reactive nomadism” brought about by outside factors: eviction, regulations, family”.

25 ”Wherever they have lived, the Roma have often been the targets of xenophobia. Since this

xenophobia often translates into laws banning their presence in whichever country or local jurisdiction they happen to live, they are forced to constantly move in order to seek safe haven Therefore, their migratory nature may not be entirely cultural, and may instead be the result of the constraints that the historical reality of their situation has placed on them” (SONNEMAM T., Dark Mysterious Wanderers: The Migrating Metaphor of the Gypsy, Journal of Popular Culture, vol. 32, 1999, p. 119 ss.).

26 Segnaliamo la migrazione dei rom provenienti dallo spazio ex-Jugoslavo o dai paesi ex socialisti

(Romania, Ungheria, Bulgaria) che fino a tempi recenti erano del tutto sedentarizzati. In tal senso

POGANY I, Minority Rights and the Roma of Central and Eastern Europe, in Human Rights Law

Review, 2006.

27 LIGEOISE J.P., NICOLAE G., Roma/Gypsies: A European Minority, London: Minority Rights Group,

1995.

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2.1.1.Lo stile di vita itinerante dei rom e il giudice di Strasburgo

Per rispondere alla domanda iniziale è rilevante anche la giurisprudenza della Corte europea dei diritti Dell'uomo29, relativa alla specificità dei tratti culturali dei

rom e travellers, associati allo stile di vita itinerante, che negli ultimi anni, ha “dinamizzato” l'emergere della visibilità giuridica dei rom30.

In varie sentenze31, che hanno visto i rom come ricorrenti, la Corte europea dei

diritti dell'uomo, “impercettibilmente”, è diventata la protettrice dei gruppi rom e travellers32. Essa ha infatti riconosciuto che, nelle maglie dell'articolo 8 CEDU, trova

tutela anche il rispetto di un “traditional lifestyle”33, sempre ricondotto allo stile di

vita itinerante e collegato al diritto alla diversità culturale34. L’articolo 8 CEDU

protegge quattro diritti, il diritto al rispetto della vita privata, familiare, del domicilio e della corrispondenza, recita testualmente: “ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza”.

29 Con espresso riferimento alla giurisprudenza della Corte di Strasburgo su casi rom, in dottrina si

veda: CAHN C., Towards Realizing a Right to Positive Action for Roma in Europa: Connors v. UK, in Roma Rights Quarterly, 2005, p. 13 ss.; COZZI A., Il diritto al rispetto dello stile di vita tradizionale ai sensi dell’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in BALDIN S., ZAGO M., op. cit., p. 185 ss.; MARGUENAU J.P., La Cour Européenne des droits de l’homme et les droits revendiqués au profit des minorités, in ROULAND N., Le droit à la différence, Aix en Provence Cedex, 2002, p. 205 ss.; SANDLAND R., Developing a Jurisprudence of Difference: the Protection of the Human Rights of Travelling People by the European Court of Human Rights, in Human Rights Law Review, 8, 2008, p. 486 ss.; SUDRE F., La construction par le juge europèen du droit au respect de la vie privèe, in SUDRE F., Le droit au respect de la vie privèe au sens de la Convention europèenne des droits de l’homme, Bruylants, Bruxelles, 2005.

30 RINGELHEIM J., Diversitè culturelle et droits de l’homme. La protection des minoritès par la

Convention europeènne des droits de l’homme, Bruylant, Bruxelles, 2006.

31 Si veda: Buckley c. Regno Unito, 25 settembre 1996, Jane Smith c. Regno Unito, 18 gennaio 2001,

Coster c. Regno Unito, 18 gennaio 2001, Lee c. Regno Unito, 18 gennaio 2001, Beard c. Regno Unito, 18 gennaio 2001, Chapman c. Regno Unito, 18 gennaio 2001, Connors v. Regno Unito, 27 maggio 2004.

32 BENOIT-ROHMER F., La Cour de Strasbourg et la protection de l’interèt minoritaire: une avancèe

sur le plan des principes?, in Rev. Trim. dr. Homme, 47, p. 999 ss.