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Nella prima parte del presente lavoro si utilizza il termine di “tigani” (traduzione rumena del

CAPITOLO VI L’INTEGRAZIONE DELLE COMUNITÀ ROM IN ITALIA E ROMANIA

PARTE SECONDA: L’INTEGRAZIONE DEI ROM: IL CASO RUMENO 1.I rom e la Romania: un inquadramento

62 Nella prima parte del presente lavoro si utilizza il termine di “tigani” (traduzione rumena del

termine zingaro) per fare riferimento ai rom, perché evocativo e rispettoso dei documenti storici e perché fino agli anni novanta, era usato anche dal legislatore rumeno.

63Gypsy slaves were divided into several categories: slaves of the crown, of the monasteries and of

the boyars, as well as the above mentioned distinction into Vatrashi or domestic slaves (mostly of boyars or monasteries) and Layashi (mostly slaves of the crown)”, MARUSHIAKOVA E., POPOV V., Historical and ethnographic background: Gypsies, Roma, Sinti, in GUY W., Between past and future, the Roma of Central and Eastern Europ”, Hatfield: University of Hertfordshire Press, 2001, p. 43.

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In seguito a questo momento storico, in un paese prevalentemente agricolo come la Romania, i “tigani” hanno abbandonato le terre in cui lavoravano come schiavi, dedicandosi a vari mestieri artigiani e girovaghi (calderai, fabbri, fabbricanti di utensileria in legno, addestratori di orsi ed altri animali). Si possono identificare cinque tappe fondamentali della loro storia64 in Romania: la schiavitù di una parte

consistente della popolazione rom nei principati danubiani, la deportazione forzata65 a cavallo fra le due guerre mondiali quando” circa 25.000 tigani saranno

deportati in Transnistria”, di cui, secondo le stime degli storici, circa “11.000 morirono di freddo e di fame”66, l’assimilazione forzata durante il regime di

Ceausescu, il disincanto post socialismo a causa del peggioramento della condizione socio-economica del paese, le ondate migratorie verso Occidente, che si concretizzano, quasi sempre, a livello famigliare, in cerca di un tenore di vita migliore, dati la povertà e il regime di discriminazione nel paese di origine67. Queste

ultime sono culminate, più recentemente, con la migrazione, innanzitutto, verso Spagna, Francia e Italia e hanno contribuito a incrementare gli stereotipi negativi da parte degli rumeni, preoccupati dall’immagine che i rom, considerati come “antisociali”, rimandano del paese all’estero e, in ultima analisi, considerati come capro espiatorio del non ingresso nello spazio Schengen.

64 Per quanto riguarda la presenza storica dei “tigani” nell’attuale Romania, si rinvia ai lavori di:

ACHIM V., The Roma in Romanian History, Central European University Press, Budapest, 2004; CHELCEA, Tiganii din Romania, Institutul Central de Statistica, Bucuresti, 1994; CROWE D. History of

Gypsies of Eastern Europe and Russia, St. Martin’s Griffin, New York, 1999; IONESCU V., Robia țiganilor în țările Române: Moldova: Rromii din România: studii și documente istorice, Editura Centrului rromilor pentru politici publice "Aven amentza", 2002; FRASER A., The Gypsies, Oxford, Blackwell, 1995; LIGEOIS J.P., GHEORGHE N., Rromii: o minoritate a României, Oradea, 1996; PISARE

L., I Rom d'Europa, Laterza, Bari, 2004; PANAITESCU P., The Gypsies in Walachia and Moldavia, in

JGLS, 1941; POTRA G., Contribuțiuni la istoricul țiganilor din România, Editura Curtea Veche, 2001;

SPINELLI S., “Rom, genti libere”, cit. p. 55 ss.; SCURTU I., Minoritatile nationale din Romania, 1918-

1938, Arhivele nationale ale Romaniei, Bucuresti, 1999.

65 Sull’argomento segnaliamo: ACHIM V., Istoria tiganilor din Romania, Ed. Enciclopedica, Bucuresti,

1998; IDEM, Documente privind deportarea țiganilor în Transnistria, Editura Enciclopedică, București, vol. 1 e 2, 2004; IONESCU V., Deportarea rromilor în Transnistria: de la Auschwitz la Bug, Editura Centrului rromilor pentru politici publice "Aven amentza", 2000; PISTECCHIA A., I Rom di Romania. Dall’associazionismo interbellico alle deportazioni in Transnistria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2010, p. 11 ss.

66 Si veda: ACHIM V., Istoria tiganilor din Romania, op. cit., p.139.

67 Sulle cause della migrazione dei rom verso l’Occidente si rinvia a: BUTLER E., CASHMAN L., Romani

mobilities in the context of the new EU, what could or should the EU be doing? Paper presented at the International Conference, Romani Mobilities in Europe: Multidisciplinary Perspectives, 14-15 January 2010, at the Refugee Studies Centre, University of Oxford; Eurostat (2011) http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home); GHEORGHE N., Non si tratta di un “problema rom”, né “europeo”, si tratta di un problema “rumeno”, in BONETTI P., VITALE T.,

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La politica socialista sembra risollevare un po’ le sorti dei rom giacché sono obbligati a frequentare la scuola (anche se, spesso, inseriti nelle classi costituite solo per i bambini rom oppure per i disabili mentali), sono obbligati ad avere una residenza fissa, con ripercussioni sintomatiche sul nomadismo dei “tigani”, viene loro garantito un alloggio (meno confortevole ed isolato dal resto della popolazione) e un posto di lavoro nelle fabbriche o nell’agricoltura.

Per quanto riguarda lo stile di vita nomade nell’Helsinki Watch Report, “The Persecution of Gypsies in Romania”, pubblicato il primo settembre 1991, si legge: “With each assimilation attempt, efforts were made to settle nomadic Gypsies. According to Romanian law during the Ceausescu, every citizen was required to have a permanent, registered address. Nevertheless, there were Gypsy families that did not completely give up their travels. Typically, they had a fixed location where they spent the winter months, travelling only during the spring and summer. Gypsies who were semi-nomadic got around restrictions against travelling by paying fines and bribes to the police”68.

Nello stesso Rapporto, invece, sulla politica comunista in materia di alloggi, con riflessi fino ad oggi, si scrive:

”Gypsies were usually located on the fringe of larger towns or cities, and inevitably received the worst housing. Furthermore, in villages where many Gypsies or only Gypsies lived, things were often left to deteriorate. Government services were turned off without explanation, or they were never provided in the first place. Some Gypsies reported that Romanian neighbors received such services as garbage collection and electricity, while they were left without. Gypsy ghettos were targets of Ceausescu's "systematization" program, which called for the destruction of whole districts populated by Gypsies. As part of Gypsies were concentrated in blocks of flats, in urban ghettos. So many people are concentrated in such a small amount of space. The blocks of flats were built in bad condition. Water is not running. Some Romanians live in these conditions as well, but mostly Gypsies”69.

Sebbene la politica del regime comunista riservi ai rom una posizione

relativamente privilegiata pur rifiutandosi di riconoscere i “tigani” in quanto minoranza etnica della Romania, in seguito agli sconvolgimenti dei primi anni novanta, con il fallimento industriale e i pesanti tagli occupazionali dovuti alla ristrutturazione o chiusura delle fabbriche statali considerate non produttive e ai cambiamenti nell’agricoltura, è proprio il loro inserimento massiccio nel mercato 68 Destroying Ethnic Identity. The Persecution of Gypsies in Romania. A Helsinki Watch Report, New

York, August, 1991, p. 22.