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Come previsto dal “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020”,

CAPITOLO IV: LE POLITICHE EUROPEE PER L’INCLUSIONE SOCIALE DEI ROM 1.Premessa

8 Come previsto dal “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020”,

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solo competenze di sostegno e coordinamento. Comunque, l'Unione europea9

continua a rivestire un ruolo importante nel coordinamento delle azioni degli Stati membri sostenendo numerose iniziative, programmi, vari progetti o appoggia l’inclusione dei rom tramite contributi finanziari, tra cui i più importanti sono il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di sviluppo regionale.

Ci proponiamo dunque di esaminare il ruolo del “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom”, il più recente atto emanato dalla Commissione che formula obiettivi comuni per colmare il divario tra i rom e il resto della popolazione. Esso prevede anche lo sviluppo di politiche europee in materie di istruzione, occupazione, alloggio, sanità, destinate a potenziare l’inclusione sociale dei rom negli Stati membri.

2.Il “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom”: una nuova opportunità?

Quale punto di partenza e filo conduttore abbiamo individuato il “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020”10, istituito il

5 aprile 2011 da una comunicazione della Commissione. L’atto invita gli Stati membri a elaborare le loro strategie nazionali per migliorare l’inclusione sociale dei rom in quattro settori chiavi, instaurando per la prima volta un “solido processo” di coordinamento dell’azione europea a favore dell’integrazione dei rom.

In merito alla Strategia d’integrazione dei rom, Viviane Reding, ex Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia, afferma:

“Oggi, grazie a un’azione concertata, assistiamo a un cambiamento. Il ‘Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom’ è un traguardo epocale che comprova l’impegno al più alto livello dei governi nazionali nell’opera di miglioramento dell’integrazione dei rom. Naturalmente, non possiamo cancellare secoli di esclusione e di discriminazione in un giorno, ma rendere l’integrazione 9 Sul ruolo dell’Unione europea in materia di inclusione sociale dei rom, in dottrina, si veda: DE

SCHUTTER O., VERSTICHEL A., Integrating the Roma into European Society: Time for a New Initiative,

in European Yearbook of Minority Issues, 2004/2005, p. 411 ss.; IDEM, The Role of the Union in Integrating the Roma: Present and Possible Future, European Diversity and Autonomy papers, 2010, reperibile all’indirizzo:http: //www.eurac.edu/edap.

10 Comunicazione della Commissione “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei

Rom fino al 2020”,5 aprile 2011, COM(2011) 173 definitivo. Secondo la Comunicazione “si tratta di un mezzo per completare e potenziare la legislazione e le politiche dell’UE in materia di uguaglianza, affrontando a livello nazionale, regionale e locale, ma anche tramite il dialogo con i rom e il coinvolgimento di questi ultimi, le loro esigenze specifiche” (pagina 3). Un forte sostegno a tal Quadro è espresso nel parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema “Rafforzamento dell’autonomia sociale e integrazione dei cittadini Rom in Europa”, CESE 998/2011 del 16 giugno 2011 e nel parere del Comitato delle regioni “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020”, CdR 247/2011 del 14 dicembre 2011.

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dei rom un punto fermo dell’agenda politica europea porta i suoi frutti”. Con la presente comunicazione, la Commissione avvia un processo “irreversibile” di coordinamento dell’azione europea e nazionale a favore dell’inclusione sociale dei rom, sollecitando gli Stati membri a presentare una Strategia nazionale di inclusione delle comunità rom, tenendo conto della consistenza della popolazione rom che risiede sul loro territorio e li esorta a intervenire con delle “misure concrete” al fine di ridurre le diseguaglianze sociali entro il 2020. Più nello specifico e per quel che riguarda i quattro settori di cui sopra per l’istruzione l’obiettivo fissato dell’Unione europea è fare in modo che tutti i bambini rom completino almeno il ciclo della scuola primaria, per l’occupazione lo scopo è invece colmare il divario occupazionale tra i rom e il resto della popolazione, garantendo un accesso pieno e non discriminatorio al mercato del lavoro, alla formazione professionale e alle professioni autonome. In materia di assistenza sanitaria, l’Unione si sforza di garantire ai rom, specialmente ai bambini e alle donne, parità di accesso all’assistenza sanitaria di qualità, alle cure preventive e ai servizi sociali, con l’obiettivo primario di ridurre la mortalità infantile all’interno di queste comunità. Infine, l’ultimo obiettivo da raggiungere concerne gli alloggi ed i servizi pubblici essenziali, in particolare, l’eliminazione delle disparità di accesso alle abitazioni sociali e a servizi come l'acqua, l'elettricità e il gas. Entro la fine del 2012 gli Stati membri devono presentare le loro Strategie nazionali11 che saranno in seguito

valutate dalla stessa Commissione per poi essere riferite da quest’ultima al Consiglio e Parlamento europeo.

In effetti, ogni anno la Commissione sulla base delle informazioni fornite dagli Stati membri, dalle organizzazioni internazionali e della società civile, pubblica un rapporto sull'attuazione delle Strategie nazionali, sui progressi compiuti, sui mezzi di finanziamenti usati e formula raccomandazioni agli Stati membri, per assicurare un’integrazione effettiva e durabile dei rom. Inoltre il documento prevede la nomina di ’Punti di contatto nazionale per l’integrazione dei rom’ con il compito di coordinare e monitorare in modo efficace lo sviluppo e l'attuazione delle strategie nazionali.

Per raggiungere gli obiettivi previsti dal “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020”, la Commissione invita gli Stati membri a stanziare finanziamenti sufficienti. Essi rimangono i soli responsabili della loro gestione sebbene sia comunque possibile integrarli con altri fondi internazionali e dell’Unione europea. Per il periodo di programmazione 2014-2020, gli Stati membri sono tenuti a destinare il 20% della dotazione del Fondo sociale europeo all’inclusione sociale, ma anche di stanziare per il perseguimento del medesimo obiettivo fondi nazionali e del terzo settore, un