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Sul ruolo dell’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali, in dottrina, si veda: MELICA L., La

CAPITOLO VI L’INTEGRAZIONE DELLE COMUNITÀ ROM IN ITALIA E ROMANIA

II. L’INTEGRAZIONE DEI ROM: IL CASO RUMENO

I.I NTEGRAZIONE DEI ROM, SINTI, CAMMINANTI: IL CASO ITALIANO 1.Lo status giuridico delle comunità rom in Italia

47 Sul ruolo dell’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali, in dottrina, si veda: MELICA L., La

problematica delle discriminazioni e l'istituzione dell'UNAR, in Diritto, immigrazione e cittadinanza, 2006, fasc. 1 p. 35 ss.; TEGA D., L’impatto della Direttiva 2000/43/CE e il ruolo dell’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali, in Discriminazioni razziali ed etniche: profili giuridici di tutela, Roma: Armando, 2011.

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funzioni come principali “compiti”: l’attuazione dell’effettività del principio di parità di trattamento fra le persone, la vigilanza sull’operatività degli strumenti di tutela vigenti contro le disparità e di contribuire a rimuovere le discriminazioni sulla razza e l’origine etnica in tutti i settori pubblici e privati della vita sociale, attraverso delle campagne di sensibilizzazione e comunicazione sui mass media. Ad esempio, si ricorda la partecipazione alla campagna Dosta!, del Consiglio d’Europa, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla cultura Rom, o la partecipazione ad una serie di campagne di educazione nelle scuole, attraverso punti di informazione nei luoghi di lavoro, la realizzazione della prima ricerca nazionale sulle discriminazioni per etnia, orientamento sessuale e genere, il monitoraggio sul grado di effettività della tutela prevista dalla normativa vigente per le potenziali vittime di discriminazioni razziali, tramite “un’attività crescente di contrasto delle discriminazioni, a partire da quelle poste in essere da altre amministrazioni pubbliche, siano esse centrali o afferenti al sistema delle autonomie locali”.

L’aspetto dolente è che l’UNAR non è (ancora) “conforme al principio d’indipendenza degli organismi per le parità”, dal momento che continua a dipendere “formalmente e praticamente” dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e non dispone di un diritto di agire in giudizio nei casi di discriminazione, “nella piena autonomia di giudizio e in condizioni di imparzialità”, limitandosi spesso a “interventi di amicus curiae”, come ribadisce la Commissione Europea contro il razzismo e l’intolleranza, del Consiglio d'Europa, nei sui rapporti sull’Italia. Infatti, l’Ufficio può offrire supporto e assistenza alle vittime di discriminazione, prima o durante i procedimenti giurisdizionali e amministrativi, senza avere però il diritto di intentare una causa per conto delle vittime.

L’UNAR ricopre anche il ruolo di Punto di contatto nazionale per il coordinamento del “sistema degli attori istituzionali ed associativi più rilevanti nel sostegno di politiche e servizi di inclusione socio-economica” a favore delle comunità rom. A tale scopo, il 18 novembre 2011, l’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali è stato investito dal CIAE (Comitato Tecnico Permanente) per l’elaborazione di una strategia nazionale di inclusione della comunità rom. 4. La Strategia italiana per l’integrazione dei rom, dei sinti e dei camminanti Come già segnalato in precedenza, una importante novità a livello europeo con impatto sugli sviluppi pratici per l’integrazione della comunità rom, responsabilità comune degli Stati membri e dell’Unione europea, è la Comunicazione n. 173 del 2011, “Un quadro europeo per strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020” (COM(2011) 173 definitivo).

Per dare seguito al “Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020" al fine di promuovere “la parità di trattamento e l’inclusione economica e sociale delle comunità rom, sinti e camminanti nella società, assicurare

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un miglioramento duraturo e sostenibile delle loro condizioni di vita, renderne effettiva e permanente la responsabilizzazione e la partecipazione alla vita politica e sociale del Paese nonché il godimento dei diritti garantiti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali ratificate”, l’Italia ha adottato la sua Strategia Nazionale d’Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti48il 28 Febbraio 2012.La Strategia

italiana per raggiungere tali obiettivi prevede l’istituzione di un Tavolo interministeriale costituito in conformità a quattro assi d’intervento: istruzione, lavoro, alloggio e sanità. A ciò si aggiunga l’istituzione di una Cabina di regia per le regioni e gli enti locali, un Forum delle comunità rom, Tavoli nazionali, regionali e locali, Gruppi di lavoro ad hoc istituiti per esaminare alcune tematiche prioritarie al fine di implementare la Strategia.Inoltre, l’UNAR è stato individuato come Punto di contatto nazionale.L’approccio della Strategia italiana è fondato sui diritti umani al fine di promuovere la piena integrazione delle comunità rom e contempla interventi integrati tra loro che si articolano nelle quattro aree indicate dalla Commissione. Più concretamente, ci si propone di abbandonare definitivamente l’approccio emergenziale, di superare la presenza dei campi nomadi che “ha alimentato negli anni il disagio abitativo fino a diventare da conseguenza, essa stesa presupposto e causa della marginalità spaziale e dell’esclusione sociale per chi subiva e subiscono una simile modalità abitativa”, di approvare una legge per il riconoscimento dei rom, sinti e camminanti in quanto minoranza storico linguistica. Infine, attenzione particolare sarà dedicata alla scolarizzazione dei minori rom e al contrasto delle discriminazioni.

Nell’ambito della Strategia italiana sono previste quattro fasi d’intervento, corrispondenti alle aree tematiche individuate dalla Commissione (istruzione, lavoro, salute, alloggio), articolate in 12 obiettivi, ciascuno dei quali ne prevede 3 specifici49. La Strategia elaborata dall’Italia per l’inclusione dei rom, dei sinti e dei

camminanti indica che l’accesso all’istruzione è il principale asse di intervento per promuovere la loro integrazione sociale nella società italiana.

Asse 1. Istruzione: “Aumentare la quantità e qualità delle opportunità educative e il numero di studenti RSC iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado, favorendone la frequenza e il successo scolastico e la piena istruzione. Obiettivo specifico 1.1:“Favorire processi di pre-scolarizzazione e di scolarizzazione dei bambini rom e sinti, promuovendo l’accesso (iscrizioni, frequenza, risultati) non discriminatorio alle scuole di ogni ordine e grado e contrastando l’abbandono scolastico dei minori RSC nelle scuole primarie e secondarie.1.2: “Accrescere la partecipazione dei giovani RSC all’istruzione universitaria, ai percorsi di alta formazione e di formazione/lavoro,

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anche mediante l’accesso agli strumenti del prestito d’onore, delle borse di studio e di altre opportunità e agevolazioni previste dalla normativa vigente”; Obiettivo specifico 1.3:“Favorire il confronto e la cooperazione tra Istituzioni scolastiche, territorio, famiglie e comunità RSC”.

Innanzitutto, la Strategia italiana punta sull’istruzione. Un focus particolare è dedicato alle iniziative previste per accrescere le opportunità educative, favorendo l’aumento del numero degli iscritti a scuola, nonché la frequenza, il successo scolastico e la piena istruzione degli alunni rom. In particolare, per quanto riguarda la situazione scolastica dei bambini rom in Italia, una ricerca condotta da associazioni quali “Opera Nomadi” e “Comunità di Sant’Egidio” rivela un’alta concentrazione del fenomeno della dispersione scolastica, un elevato assenteismo scolastico e un basso livello di istruzione a causa di una serie di fattori (ad esempio, le condizioni di vita nei campi, la mancanza delle necessarie attrezzature scolastiche, il senso di vergogna e la necessità di lavorare per contribuire economicamente al sostentamento della famiglia, matrimonio contratto in giovane età, i precari collegamenti di trasporto pubblico, gli sgomberi)50.

Dopo l’istruzione, la Strategia italiana prende in considerazione l’asse lavoro. In Italia e negli altri Stati membri la congiuntura economica particolarmente difficile, il pregiudizio e gli stereotipi negativi nei confronti dei rom, sono tra i principali ostacoli strutturali all’occupazione51. In più, in Italia “il numero di rom che

afferma di essere disoccupato è almeno quattro-cinque volte più alto rispetto al numero dei non rom”. Sul tema del lavoro, la Strategia ribadisce la centralità del pieno accesso a tutte le opportunità presenti nel mercato del lavoro, alla formazione professionale come strumento per superare situazioni di irregolarità o precarietà e si propone di promuovere l’inserimento lavorativo al di fuori dei circuiti delle attività tradizionali (quali giostraio, circense, commerciante di rame).

Asse 2 Lavoro: “Promuovere la formazione professionale e l’accesso al lavoro per donne e uomini di origine RSC”, sviluppando i seguenti obiettivi specifici: Obiettivo specifico 2.1:Asse 2 Lavoro: “Promuovere la formazione professionale e l’accesso al lavoro per donne e uomini di origine RSC”, sviluppando i seguenti obiettivi specifici:

49 Sulla Strategia italiana si rinvia a: ALIETTI A., RINIOLO V., La questione Rom: dall’Europa all’Italia,

in Ventunesimo Rapporto sulle migrazioni 2015, Fondazione Ismu, Milano, FrancoAngeli, 2016, p. 165 ss.; ANDERINI S., BUSALACCHI J., D’ALESSANDRO L., RACIOPPO A., Orientamenti e politiche per l’inclusione dei rom, “Osservatorio Isfol”, II, 2012, p. 119 ss.

50 Si veda: ROZZI E., Discriminazioni dei minori rom e sinti rispetto al diritto di istruzione: uno

sguardo socio-giuridico, in BONETTI P, SIMONI A., VITALE T., La condizione giuridica dei Rom e Sinti in Italia, Giuffrè, Milano, tomo II, 2011, p. 941 ss.; le raccomandazioni del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia in merito ai bambini rom, inviate al Governo italiano il 31 ottobre 2011, reperibile all’indirizzo: http://www.ohchr.org/EN/countries/ ENACARegion/Pages/ITIndex.aspx.

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Obiettivo specifico 2.1: “Favorire la promozione della formazione e l’accesso non discriminatorio ai corsi di formazione finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e alla creazione d’impresa”; Obiettivo specifico 2.2: “Promuovere strumenti, modalità e dispositivi per la regolarizzazione del lavoro irregolare o precario e lo sviluppo imprenditoriale e del lavoro autonomo”; Obiettivo specifico 2.3: “Sviluppare percorsi di accompagnamento individualizzato al mercato del lavoro per le donne rom e sostenere l’accesso dei RSC under 35 anni al sistema di opportunità e agevolazioni previste per l’imprenditoria giovanile e l’occupazione giovanile in genere”.

Il terzo Asse della Strategia italiana riguarda il miglioramento delle condizioni di salute dei membri della comunità rom. Un’attenzione specifica è rivolta all’accesso ai servizi sociali e sanitari sul territorio italiano, all’implementazione della prevenzione medico-sanitaria con particolare attenzione a donne, bambini, anziani e disabili, e inoltre si propone di “coinvolgere i rom e sinti istruiti nei servizi sociali e nei programmi per le cure mediche, come per esempio, i mediatori culturali”52.

Asse 3. Salute: “Migliorare l’accesso ai servizi sociali e sanitari disponibili sui territori e implementando la prevenzione medico-sanitaria, con particolare riferimento alle fasce più vulnerabili della popolazione di origine rom e sinti”: Obiettivo specifico 3.1: “Favorire l’analisi e le modalità di accesso ai servizi sociali di qualità per RSC, con particolare attenzione a donne, fanciulli, adolescenti, anziani e disabili”;-Obiettivo specifico 3.2: “Favorire l’accesso a servizi sociali e di medicina preventiva, con particolare riferimento alla salute riproduttiva e materno-infantile”; Obiettivo specifico 3.3: “Coinvolgere nei servizi sociali e nei programmi di cura medica RSC qualificati, anche mediante l’inserimento di mediatori culturali”.

L’ultimo asse della Strategia riguarda l’accesso all’alloggio, materia in cui le autorità italiane si propongono di: “aumentare l’accesso ad un ampio ventaglio di

soluzioni abitative per RSC, in un’ottica partecipata di superamento definitivo di