1.3. L’evoluzione dell’umanitarismo nella prima metà del XIX secolo
1.3.2. Dunant, Nightingale e la Convenzione di Ginevra Florence Nightingale La guerra di Crimea venne combattuta tra il 1854 e il
1856 dalla Russia contro una coalizione di Stati Europei alleati dell’Impero Ottomano e interessati alla crisi che questo stava vivendo con crescente drammaticità. Il 25 ottobre 1854 aveva luogo la famosa “Carica dei Seicento”, durante la quale molti uomini della cavalleria leggera britannica persero la vita o vennero feriti121. Il ministro della Guerra inglese, resosi
conto delle precarie condizioni sul terreno, decise di inviare una squadra di quaranta infermiere. Alla guida della squadra si trovava Florence Nightingale, giovane donna di trentacinque anni appartenente ad una famiglia di ceto elevato, che aveva deciso di dedicarsi alla cura dei malati e al miglioramento delle condizioni sanitarie. La squadra di infermiere venne inviata nell’ospedale di Scutari, dove regnava il caos. La mancanza di medicine, di cibo e di igiene creava condizioni sanitarie gravi per cui i soldati che morivano a causa di infezioni erano dieci volte di più di quelli che morivano per le ferite riportate. Oltre ad occuparsi per la salute dei pazienti, Florence era responsabile anche dell’organizzazione sanitaria più in generale. L’infermiera raccolse informazioni e dati che vennero annotati e con i quali venne creato un diagramma statistico che venne presentato in patria al rientro della missione. Florence dimostrava, grazie a questa raccolta di informazioni, che il miglioramento delle misure d’igiene poteva risparmiare molte vite umane122.
Nell’agosto 1857, rientrata dalla Crimea, Florence decise di dedicarsi alla formazione professionale delle infermiere e a esaltare il ruolo degli ospedali, nelle istituzioni pubbliche e nella vita civile.
Henri Dunant e l’ICRC. La nascita della Croce Rossa va collocata all’interno di un contesto dove prevaleva la volontà di abbandonare il concetto di guerra come illimitata violenza. Rousseau per la prima volta nel Contratto Sociale si occupò della questione dei prigionieri di guerra e dei feriti, e considerò la possibilità dell’istituzione di una organizzazione di cura che si
121 M. Flores, op.cit., p. 114. 122 Ivi, p. 115.
Fig. 9 Florence Nightingale
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occupasse di questi individui. La neutralità, per queste organizzazioni era vista come elemento fondamentale per impedire all’eventuale agenzia di essere considerata parte del conflitto. Da questo punto di vista Rousseau può essere considerato il padre della Croce Rossa123. Per quanto riguarda
l’aspetto morale, invece, la nascita di un’organizzazione di cura era individuabile nella volontà di trasferire un senso di umanità all’interno dei conflitti. I limiti delle associazioni religiose dovevano esser superati attraverso l’istituzionalizzazione del soccorso124. Il primo individuo a capire
la necessità di una vera organizzazione sanitaria, tecnicamente efficiente e giuridicamente riconosciuta, fu Ferdinando Palasciano, un chirurgo militare e professore di medicina all’Università di Napoli125. Palasciano credeva che
la vita di un ferito in guerra dovesse essere considerata sacra e che gli operatori di soccorso dovessero essere considerati neutrali rispetto ai belligeranti. Dimostrò le sue convinzioni quando, nel 1848, mise a rischio la sua stessa vita, a Messina, per assistere i feriti di entrambe le parti in causa126. Il dottore sviluppò le sue idee in due articoli che lo resero famoso in
Francia e in Svizzera. Nell’ultima di queste letture propose di convocare un congresso internazionale127. Simili considerazioni furono avanzate anche da
Henri Arrault, un celebre uomo francese, che evidenziò la necessità di considerare inviolabili, all’interno di un conflitto, i medici, le infermiere e i mezzi del soccorso128. Anche in Svizzera vennero avanzate delle proposte,
tra le quali la più conosciuta fu quella portata avanti da Louis Appia, medico anch’esso, che considerò la possibilità di creare un corpo medico neutrale, specializzato e adeguatamente
preparato, che potesse
intervenire nei conflitti129. Varie
ipotesi erano quindi state sviluppate in questa direzione.
123 G. Del Vecchio, “On the History of the Red Cross” in Journal of the History of Ideas, Vol.
24, N. 4, 1963, p. 577. 124 Ivi, p. 578 125 Ibidem. 126 Ivi, p. 579. 127 Ibidem. 128 Ibidem. 129 Ivi, p.580.
Fig. 10 Henri Dunant, padre fondatore del Comitato Internazionale della Croce Rossa
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Solo il 24 giugno 1859, però, quando ebbe luogo a Solferino lo scontro tra gli eserciti francese e piemontese da una parte e austriaco dall’altra, qualcosa cambiò. Questa battaglia coinvolse oltre trecentomila uomini e lasciò sul terreno quarantamila soldati. Henri Dunant, un distinto uomo ginevrino, era alla ricerca di Napoleone III per necessità imprenditoriali ad Algeri quando si ritrovò in mezzo a migliaia di feriti. A Castiglione delle Stiviere erano stati portati, dal campo di battaglia, i soldati feriti, ed erano stati ammucchiati senza assistenza ed in modo caotico nel centro del paese130.
Con l’aiuto delle donne del popolo, Dunant riuscì a trasformare la Chiesa Maggiore in un ospedale improvvisato: fornì le possibili cure ai feriti e raccolse le ultime volontà dei moribondi. Tre anni dopo la vicenda , Dunant ripercorse quei giorni in un testo intitolato “Un souvenir da Solferino”. Il testo suscitò attenzione e turbamento da parte dei politici, degli scrittori, dei religiosi e dei militari. Venne tradotto in molte lingue ed ebbe una grande diffusione. Dunant, dopo la vicenda di Solferino, aveva aderito alla Société genevoise d’utilité publique, di cui facevano parte anche Gustave Moynier, Louis Appia, e il generale Dufour. La Società, riflettendo e prendendo spunti dal testo di Dunant, venne trasformata nel “Comitato internazionale e permanente di soccorso ai militari feriti in tempo di guerra”, ch diventò, nel 1875, il “Comitato internazionale della Croce Rossa” (ICRC)131.
L’idea che un soldato ferito cessasse di essere considerato un nemico necessitava, ovviamente, del consenso degli stati e dei governi perché potesse dare vita a un cambiamento effettivo sui campi di battaglia. I membri del Comitato diventarono così abili diplomatici e riuscirono a convocare una conferenza a Ginevra per affrontare il tema della neutralità del personale medico militare e per i soccorritori volontari sul campo di battaglia. Il 26 ottobre 1863 venne inaugurata la conferenza. Ne presero parte delegati di quattordici Stati e vennero votate tre risoluzioni: la prima riguardante la protezione che ogni paese si sarebbe impegnato a dare al comitato, la seconda riguardante la neutralità dei soccorritori, la terza relativa al segno distintivo che il personale medico dovrà, da quel momento in poi, mostrare132.
Il 22 agosto 1864 venne firmata da dodici delegati statali la “Convenzione di Ginevra per il miglioramento delle sorti dei feriti in guerra” che segnò ufficialmente l’inizio dell’esperienza della Croce Rossa Internazionale e del
130https://www.icrc.org/eng/who-we-are/history/overview-section-history-icrc.htm consultato
il 25.04.2015.
131 M. Flores, op.cit., pp. 110-111. 132 Ivi, p. 112.
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diritto internazionale umanitario. Nei due anni successivi diciannove nazioni aderirono e firmarono la Convenzione. Il movimento transnazionale che si venne a creare pose le basi per un ampliamento del concetto di umanità, proprio come teorizzato da Rousseau precedentemente. La Convenzione nacque all’interno del quadro europeo ma nel 1865, quando anche il sultano ottomano chiese di potervi aderire, vide ampliare i suoi confini anche al di fuori del continente. Pochi anni dopo anche il Giappone ne prese parte133. Inizialmente la Convenzione aveva validità solo durante le
guerre di terra; tuttavia, pochi anni dopo, fu estesa anche alle guerre marittime. E’ interessante notare che i principi da essa diffusi diventano rapidamente parte delle regole comuni di condotta in guerra134. La grande
importanza acquisita dalla Croce Rossa favorì l’agenzia nell’ampliamento delle attività in altri settori. Venivano curati i feriti durante i conflitti ma diventarono parte del mandato dell’agenzia anche i prigionieri di guerra e la popolazione civile (con la Convenzione del 1929 e quella del 1949). In tempi recenti la Croce Rossa sviluppa il suo operato anche in altre attività, tanto da essere diventata fondamentale anche in contesti caratterizzati da assenza di scontri armati135.