• Non ci sono risultati.

Gli effetti per il rischio operativo

Capitolo 2 Verso Basilea IV: tra adattamenti e proposte

2.4 Gli effetti per il rischio operativo

Il rischio operativo fa riferimento alle perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Possono essere provocate da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, calamità naturali. Il rischio operativo diviene tanto più determinante quanto maggiori sono le dimensioni e la complessità organizzativa della banca; è legato inoltre all’accresciuta innovazione finanziaria e al ricorso a schemi giuridici complessi nell’attività operativa. In questo senso, un puntuale rispetto delle disposizioni in tema di conformità alle norme (compliance) assume rilievo anche per la prevenzione e il contenimento dei rischi operativi.

Per il calcolo dei requisiti patrimoniali minimi la normativa prevede tre metodi, caratterizzati da livelli crescenti di complessità:

- metodo Base (BIA – Basic Indicator Approach);

- metodo Standardizzato (TSA – Traditional Standardised Approach); - metodi Avanzati (AMA – Advanced Measurement Approaches).

È previsto che ciascun intermediario applichi la metodologia più attinente alla propria complessità operativa e alle proprie dimensioni e capacità gestionali. Il Comitato di Basilea nell’Ottobre 2014 ha pubblicato un documento di consultazione70

riguardante le proposte di

70 Basel Committee on Banking Supervision, «Operational risk - Revisions to the simpler approaches»,

60

modifica alla disciplina dei requisiti di capitale a fronte dei rischi operativi e ha cercato di affrontare le debolezze degli attuali approcci standardizzati. In concomitanza con tale proposta, il Comitato ha avviato una revisione dei costi e dei vantaggi della "Advanced Measurement" (AMA) per il rischio operativo.

Le revisioni al rischio operativo rientrano nel più ampio obiettivo del Comitato di bilanciare semplicità, trasparenza e sensibilità al rischio nel calcolo dei requisiti patrimoniali. La nuova disciplina verte sul cosiddetto Standardised Measurement Approach (SMA), che mira a superare i limiti dell’attuale sistema e, in particolare, a risolvere i problemi legati all’Advanced

Measurement Approach (AMA). L’approccio proposto, infatti, preclude l’utilizzo di modelli

interni al fine di aumentare la semplicità di calcolo e limitare la variabilità dei risultati. Lo SMA combina una misura del rischio operativo di tipo contabile, il Business Indicator (BI), con le informazioni riguardanti le perdite operative già sofferte dalla singola istituzione.

La creazione di una coerenza globale nell'attuazione delle riforme post-crisi è un elemento importante del Comitato di Basilea, in quanto migliorerà la resilienza del sistema bancario complessivo, promuoverà la fiducia dei cittadini nei rapporti patrimoniali regolamentari e incoraggerà un equo gioco per le banche attive a livello internazionale.

Un risultato fondamentale dell'analisi del Comitato consiste nel fatto che la combinazione di una semplice misura standardizzata del rischio operativo e dei dati di perdita specifici per le banche fornisce una misura sensibilmente rischiosa del rischio operativo.

Il Comitato ritiene che tale combinazione soddisfi anche gli obiettivi di promuovere la comparabilità delle misure e la capitalizzazione riducendo la complessità del modello. L'obiettivo di queste proposte è quello di non aumentare significativamente i requisiti patrimoniali complessivi, anche se l'impatto del nuovo quadro del rischio operativo varia da banca a banca e può portare ad un aumento dei requisiti patrimoniali minimi per alcune banche.

2.4.1 La previsione di un nuovo modello: lo Standardised Measurement

Approach

Con il documento di consultazione71 dell’Ottobre 2014 il Comitato ha elaborato e proposto un nuovo metodo di calcolo, lo “Standardised Measurement Approach (SMA)”, nel rispetto dei principi di semplicità e comparabilità tra le banche e con l’obiettivo di affermarsi come unica metodologia standardizzata per il rischio operativo.

71 Basel Committee on Banking Supervision, «Operational risk - Revisions to the simpler approaches»,

61

Lo Standardised Measurement Approach determina il requisito di capitale attraverso la combinazione di due componenti: quella “di business” (basata su voci di conto economico volte a misurare il volume d’affari della banca) e quella “di perdita” (basata sulle perdite operative registrate della banca).

Le principali novità sono sicuramente l’utilizzo del Business Indicator (BI), in sostituzione del margine di intermediazione, e il “layered approach” (approccio a strati).

Lo Standardised Measurement Approach si basa sulla semplicità e sulla comparabilità offerte da un approccio standardizzato, incorporando anche la sensibilità al rischio di un approccio avanzato, combinando in questo modo l'utilizzo delle informazioni derivanti dalla dichiarazione finanziaria della banca e dalla sua esperienza in termini di perdita interna.

Il quadro proposto dovrebbe essere applicato alle banche attive a livello internazionale su base consolidata, ma le Autorità di Vigilanza hanno la facoltà di applicare il quadro SMA anche a istituzioni non attive a livello internazionale. La complessità intrinseca dell'AMA e la mancanza di comparabilità derivanti da una vasta gamma di pratiche di modellazione interna hanno esacerbato la variabilità dei calcoli delle attività ponderati per il rischio e hanno eroso la fiducia nei rapporti patrimoniali ponderati per il rischio.

Alla luce delle conclusioni del Comitato, l’approccio presentato in questo documento consultivo combina i principali elementi dell'approccio standardizzato precedentemente utilizzato con l'esperienza interna delle perdite delle banche, che è stata una componente fondamentale dell'AMA.

Il Comitato ritiene che, oltre a migliorare notevolmente la semplicità del quadro, la SMA incorpora una maggiore sensibilità al rischio nell'approccio standardizzato per il rischio operativo e garantisce una maggiore comparabilità.

«La fase di consultazione sui metodi per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo è terminata agli inizi di Giugno 2016. La proposta del Comitato elimina i modelli interni (AMA) e propone una sola nuova metodologia standardizzata (il “metodo di misura standardizzato”, SMA). Questa metodologia, nella versione del documento di consultazione, presenta alcune carenze. In particolare, non riconosce - al contrario di quanto previsto dai modelli AMA - alcuna forma di mitigazione del rischio operativo, come le polizze assicurative, gli accantonamenti specifici, o le misure di diversificazione dei diversi eventi di perdita, inoltre, mancano nella metodologia incentivi alla gestione attiva del rischio. Secondo l’analisi d’impatto, effettuata sui dati del QIS di Dicembre 2014, lo SMA, nella versione presentata nel documento di consultazione, implica un forte aumento medio dei requisiti di capitale a fronte

62

del rischio operativo, soprattutto per le banche dei paesi europei presenti nel Comitato di Basilea e per quelle che adottano i modelli AMA»72.

Tali conclusioni sono in linea con lo studio di impatto recentemente pubblicato dall’Institute of International Finance (IIF), dal quale emerge che con il passaggio allo SMA il 75% delle banche intervistate registra un aumento del requisito di capitale sui rischi operativi. L’incremento medio e quello mediano del requisito sono pari al rispettivamente al 61% e al 33%. Le analisi indicano che tali incrementi non appaiono coerenti con le perdite registrate dal sistema bancario italiano nel corso degli ultimi anni, anche a causa del fatto che la calibrazione attribuisce un peso molto elevato alla “componente di business” rispetto alla “componente di perdita”. Ne risulta una penalizzazione delle banche di grande dimensione che proporzionalmente hanno registrato poche perdite.

Per quanto concerne il BI, esso si calcola come:

Business Indicator = Componente Interessi + Componente Servizi + Componente Finanziaria dove73:

o Componente Interessi = valore assoluto (margine di interesse – interessi passivi); o Componente Servizi = commissioni attive + commissioni passive + altri ricavi operativi

+ altre spese operative;

o Componente Finanziaria = valore assoluto (guadagni/perdite nette sul trading book) + valore assoluto (guadagni/perdite nette sul banking book).

Come affermato dal Comitato, questo indicatore va a sanare alcuni difetti mostrati dal margine di intermediazione nel corso degli anni: esso include elementi sensibili al rischio operativo che erano stati omessi in precedenza (per esempio i guadagni o le perdite nette sul banking book), evita risultati “controintuitivi” e conferisce un maggior peso alle componenti associate ad attività maggiormente legate ai rischi operativi, molte delle quali risultate critiche durante la crisi finanziaria, riducendo al tempo stesso l’importanza di quelle associate alle attività più marginali. In aggiunta, una rigorosa analisi statistica ha dimostrato che questo indicatore è il più efficace in termini di sensibilità al rischio, potenza esplicativa e stabilità nel corso del tempo. L’altro elemento di novità è “l’approccio a strati”, usato per determinare i coefficienti regolamentari da applicare al nuovo indicatore e basato sulle analisi quantitative74 condotte dal Comitato. Tali ricerche hanno dimostrato che la relazione tra esposizione al rischio operativo e

72 Associazione Bancaria Italiana, «Le modifiche del quadro regolamentare e le sfide per le banche

italiane», Convegno: “Unione Bancaria e Basilea 3 - Risk & Supervision 2016”, Roma, Giugno 2016.

73 Per una descrizione più approfondita, vedi Basel Committee on Banking Supervision, «Operational risk

-Revisions to the simpler approaches», allegato 1, October 2014.

74 Si fa riferimento principalmente al QIS di Dicembre 2010 (Basel Committee on Banking Supervision,

«Results of the comprehensive quantitative impact study», 2010) e ad altri dati raccolti da report dei supervisori nel 2012.

63

dimensione della banca non è lineare, per cui il Comitato ha deciso di introdurre un coefficiente che varia a seconda della grandezza dell’intermediario (espressa tramite il BI) e ha proposto cinque valori progressivi da applicare marginalmente, ossia solo alle perdite rientranti nella fascia di appartenenza, e che si riferiscono alle perdite registrate negli ultimi 10 anni.

La risposta75 dello IOR merita sicuramente una menzione in quanto non solo ribadisce quanto già affermato in precedenza, ma sottolinea anche il fatto che i regolatori e i supervisori si debbano esclusivamente concentrare sul miglioramento degli aspetti qualitativi del settore bancario piuttosto che modificare la parte matematica, attribuendo quindi un ruolo più importante al rischio operativo all’interno del processo ICAAP incluso nel secondo pilastro di Basilea.

2.5 Gli effetti per il rischio di mercato e il Fundamental Review of the