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L’impatto sulle singole banche

Capitolo 4 Le principali implicazioni operative e strategiche di Basilea IV

4.1 L’impatto sulle singole banche

Dopo gli accordi di Basilea I, Basilea II e Basilea III, che dal 2007 hanno riformato il sistema finanziario globale reduce dalla crisi finanziaria, si parla ora di Basilea IV, che in realtà nasce in origine come “ricalibrazione” di Basilea III, ma, visto il consistente numero di modifiche previste, in molti lo hanno già identificato come un nuovo framework, il quale potrebbe trovare possibile attuazione già a partire dall’anno prossimo.

«Fin dal 2012, con l’entrata in vigore delle disposizioni legate a Basilea III, si è aperto un duro confronto tra le rappresentanze delle banche dei Paesi più avanzati e le Autorità internazionali di regolamentazione in merito ad una nuova possibile stretta regolamentare volta a rafforzare ulteriormente il sistema dei presidi a fronte dei rischi bancari: Basilea IV»120.

Basilea IV, come approfondito nei capitoli precedenti, si concentra su diversi temi: la revisione dei modelli interni (con cui le banche valutano la rischiosità degli affidatari, principalmente aziende, piccole o grandi che siano, e accantonano capitale di conseguenza); l’aumento degli obblighi di informativa al pubblico; la previsione di requisiti di capacità di assorbimento delle perdite totali (TLAC) per le banche a rilevanza sistemica; le novità circa gli stress test; le disposizioni sul rischio sovrano; la disciplina sulle grandi esposizioni e sul rischio di

120 De Lucia Lumeno G, «Le banche si oppongono a Basilea 4: ecco perché», Firstonline, Settembre

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concentrazione; le nuove regole che riguardano la cartolarizzazione, ed infine il capital add-on del secondo pilastro.

Basilea IV rappresenta l’ennesimo shock normativo e, considerando che ogni nuovo quadro regolamentare genera impatti significativi sull’organizzazione interna degli intermediari, richiedendo un impegno consistente sia in termini di costi che impiego di risorse, è facile presumere quali saranno le conseguenze sui conti economici e sulla redditività del settore finanziario, a fronte della futura implementazione del nuovo framework di vigilanza bancaria. Le principali banche internazionali, come si vedrà nel paragrafo successivo, unitamente alle loro rispettive associazioni bancarie, hanno chiesto formalmente, nell’Agosto 2016, alle Banche Centrali un ripensamento ed un rallentamento delle riforme previste da Basilea IV.

La preoccupazione maggiore è data dal fatto che il Comitato di Basilea, procedendo alla riformulazione delle regole prudenziali, le renda fin troppo rigide, causando, di conseguenza, oltre che un aumento dei requisiti patrimoniali, una maggiore onerosità del credito.

«Su questi presupposti è stato chiesto di fermare il piano di riforme previste da “Basilea IV”. […] L’opposizione delle banche alla paventata ed ulteriore stretta regolamentare delle regole prudenziali e connessi stress test si giustifica prevalentemente nella difesa del mantenimento e del potenziale incremento dell’operatività bancaria e dell’accesso al credito più agevole per le PMI»121.

È chiaro che tutte le banche saranno colpite dalle nuove regole di Basilea IV, sia le grandi banche internazionali che quelle più piccole, ma la domanda più pertinente da chiedere è quale sarà l'impatto di questi nuovi cambiamenti per le singole banche. Nell'insieme, le banche si stanno opponendo fortemente all’applicazione di questo eventuale nuovo framework. Le motivazioni sono diverse:

› in primis, la volontà di porre fine alla condizione di permanente incertezza regolamentare che ostacola, tra l’altro, i programmi aziendali di investimento e di rafforzamento patrimoniale degli istituti di credito. Basti pensare al fatto che nonostante alcune disposizioni previste dall’attuale framework Basilea III debbano ancora trovare attuazione (ad esempio, la leva finanziaria entrerà a pieno regime solo a partire dal 2018), si parla già di future applicazioni regolamentari che andranno inevitabilmente a modificare l’attuale pacchetto; è chiaro che questa continua evoluzione normativa implica per le banche un forte grado di incertezza e di instabilità;

› la preoccupazione più importante, tuttavia, è quella di scongiurare gli effetti di un’eventuale richiesta di requisiti patrimoniali ancor più stringenti di quelli attuali, che

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renderebbero problematiche le condizioni di redditività del settore, già piuttosto fragili, con effetti rovinosi sulle prospettive di ripresa dell’economia globale.

Una richiesta di requisiti patrimoniali più stringenti potrebbe scaturire proprio dalla previsione di modelli standardizzati risk-sensitive che Basilea IV desidera disporre; › c’è un aspetto ulteriore, peraltro, che desta preoccupazioni specifiche. Il Comitato di

Basilea, infatti, ha, come si è detto, in programma di imporre alle banche l’uso di modelli standardizzati risk-sensitive per qualificare l’affidabilità della controparte richiedente il credito, negando il ricorso ai modelli di valutazione interni attualmente in uso, calibrati in base agli specifici target di clientela dei singoli intermediari.

Tale cambiamento potrebbe risultare molto penalizzante, in particolar modo, per le banche piccole e medie che non dispongono di rating interni, ma fanno esclusivo affidamento alle agenzie di rating.

Il nuovo standard, infatti, costringerebbe una banca che intendesse concedere credito ad un’impresa ad accantonare una quantità di patrimonio ben superiore rispetto al passato e conseguentemente risulterebbero peggiorate le condizioni di convenienza dello stesso affidamento.

«Si prospetta quindi una situazione per certi aspetti paradossale che vede la promozione di provvedimenti regolamentari restrittivi in un contesto macroeconomico tuttora debole, in cui sarebbe, invece, necessaria la massima tenuta del credito in favore dell’economia. Nella fase attuale, infatti, è indispensabile spostare l’attenzione dalle misure prudenziali di protezione del sistema creditizio alle misure in grado di stimolare la crescita; ciò almeno finché l’economia non si sarà messa stabilmente in movimento»122.

Schematicamente, i principali effetti di Basilea IV sulle singole banche saranno: innanzitutto, gli istituti di credito dipenderanno in misura minore dai modelli interni, ciò potrebbe portare ad un aumento del capitale da accantonare a fronte di un aumento del rischio complessivo dei portafogli della banca, influenzando l'attività di credito della banca stessa. «L'attuazione di modelli standardizzati risk-sensitive comporterà un parziale abbandono delle agenzie di rating del credito, in quanto non saranno più necessarie per calcolare i rischi. Al contrario, le valutazioni esterne saranno utilizzate principalmente per la selezione dei clienti e per decidere il prezzo dell’operazione. Inoltre, le banche dovranno garantire più trasparenza e maggiori dettagli nell’informativa al pubblico, conformemente al nuovo quadro regolamentare. Ultimo, ma certamente non meno importante, non possono essere trascurati il tempo e gli sforzi necessari per attuare questi nuovi possibili cambiamenti e per aumentare il capitale al fine di raggiungere i

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requisiti normativi richiesti, così come la necessità di nuovi programmi informatici e di raccolta dei dati»123.

Le singole banche dovranno quindi sostenere, laddove Basilea IV trovasse attuazione, un incremento dei costi, e questo finirà per ricadere sui loro clienti in termini di aumento delle commissioni e degli spread sui prestiti bancari; i clienti dovranno aspettarsi di essere esaminati con più attenzione quando richiederanno prestiti ad un istituto di credito; le valutazioni del rating delle imprese saranno sempre più attente e determinanti rispetto ad almeno due decisioni: se e quanto denaro prestare, e a quali costi/condizioni farlo.

Basilea IV, prevede un graduale incremento dei requisiti patrimoniali che comporterà, per numerose banche, difficoltà di adeguamento a livello sistematico, secondo alcuni studiosi questa situazione di apparente instabilità potrebbe frenare l’economia nella sua crescita di breve termine, mentre nel medio e lungo termine potrebbe comportare auspicabilmente uno sviluppo stabile, benché più moderato, che consentirebbe alle banche di convergere verso i principali obiettivi della Vigilanza: crescita economica, adeguamento alle norme e confrontabilità.

4.2 L’impatto sull’economia globale: un confronto tra banche europee e