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KENDŌ E SCULTURA DI SÉ

II. 5.1 “D EVI SCOLPIRE IL TUO CORPO !”

II.5.2 L EIB E K ÖRPER

Rimanendo in linea col filone dell’antropologia filosofica, è indispensabile dunque soffermarci a riflettere sul corpo, sul conferirgli la giusta importanza, perché anche la mente e lo “spirito” sono corpo. Il corpo ci permette di entrare in contatto col mondo, con le persone, con gli oggetti: senza il corpo, noi non potremmo esserci-nel-mondo. Senza il corpo, non potremmo instaurare col mondo un rapporto di senso, non potremmo trasferire un significato umano sugli spazi tramutandoli in luoghi, spazi antropici per eccellenza.283 C’è un sapere, una conoscenza del corpo; ecco perché è fondamentale riflettere sulla nostra esperienza sensibile adottando il punto di vista del corpo, considerandoci né come persone, né come cose, ma come corpi animati. Da qui l’importanza di indagare un campo di studi come quello della somaestetica, che considera il corpo come “corpo vivo”, le cui potenzialità sono sia percettive, sia creative.284 Non si può pensare al concetto di identità separandolo da quello di corpo: conoscere il proprio corpo, avere coscienza di esso è parte integrante dell’imperativo “conosci te stesso”. Non possiamo pensare a noi stessi senza

282 Ibidem, p. 87.

283 Cfr. TURRI, Il paesaggio come teatro…, cit.

284 Richard SHUSTERMAN, Body Consciousness. A Philosophy of Mindfulness and Somaesthetics,

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pensarci come corpi, anche se una lunga tradizione di discorsi e pratiche hanno detto tutto il contrario.

The body constitutes an essential, fundamental dimension of our identity. It forms our primal perspective or mode of engagement with the world, determining (often unconsciously) our choice of ends and means by structuring the very needs, habits, interests, pleasures, and capacities on which those ends and means rely for their significance […] “The Body is… the

medium of all perception”.285

Per capire il ruolo del corpo all’interno del processo della nostra costruzione identitaria è necessario introdurre i concetti fondamentali di Leib e Körper. Le nozioni di

Leib e Körper, introdotte da Husserl,286 si sono delineate come categorie cognitive del corpo nell’ambito della filosofia del Novecento e consistono in due punti di vista differenti di considerare il corpo: da un lato adottando un approccio oggettivo e scientifico, in cui il corpo Körper viene analizzato nelle sue funzioni fisiologiche e caratteristiche anatomiche; dall’altro con un approccio che considera il corpo Leib come corpo vissuto e vivente, come soggetto immerso in un contesto e in una storia, condizione di possibilità per entrare in contatto col mondo e con gli altri. Se il Körper è dunque un’entità senza tempo (se non quello della nascita e della morte biologica), il Leib invece è determinato dalla storia individuale, dalle personali esperienze di ciascuno, del tempo vissuto. Ma i due concetti non sono compartimenti stagni: il corpo-soggetto può anche apparire in tutta la sua “cosalità” nel momento, ad esempio, in cui provo dolore a una mano; da corpo-soggetto diventerà quindi corpo-oggetto. Ma anche quello che sembra essere un fatto unicamente biologico, completamente di dominio della natura e su cui dunque ogni nostra inferenza è vana, e nei confronti del quale ci riteniamo impotenti, come ad esempio il contrarre una malattia senza esserne responsabili, un fenomeno del Körper, non può in realtà essere distinto del tutto dal

Leib: i fenomeni psichici e quelli somatici sono interdipendenti. Ciò che accade al corpo

anatomico interesserà anche il corpo vissuto, perché una malattia sarà dotata di senso dal corpo soggetto, le cui diverse esperienze biografiche determineranno una particolare percezione della stessa, un diverso approccio per affrontarla, e questo sempre in base al

285 SHUSTERMAN, Body Consciousness, cit., p. 3.

286 I concetti di Leib e Körper sono teorizzati da Husserl nelle sue Meditazioni cartesiane. Cfr. Edmund

HUSSERL e Filippo COSTA (a cura di), Meditazioni cartesiane con l’aggiunta dei discorsi parigini, Milano, Bompiani, 2009 (rist.).

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vissuto di ciascun soggetto287. Lo psicologo Eugenio Borgna a tal proposito propone un approccio psicosomatico, che interessi al contempo la mente e il corpo, senza operare distinzioni.

Il corpo reagisce non a stimoli fisici; ma l’uomo in carne e ossa (leiblich) reagisce al

significato degli stimoli. Ad esempio, quando scrivo, non dispongo della mia mano come di

uno strumento: sono à travers la mia mano nel divenire dei miei pensieri che si tra-ducono in segni grafici. In una situazione di dolore, invece, sto di fronte alla mia mano: consegnato ad essa. La mia mano mi fa male; mi tormenta; mi ha in suo potere. Senza conoscere queste (possibili) realtà del corpo e queste (possibili) disfatte del corpo non è possibile cogliere il

senso della sofferenza e della malattia.288

Date queste premesse teoriche, vediamo ora come i concetti di Leib e Körper si inseriscano nel discorso dell’antropotecnica. Se il Leib è il luogo della sintesi soggettiva del mondo oggettivo, dove ciò che esterno diventa interno, sarà dunque a livello di Leib che le varie antropotecniche verranno concepite come valoriali o meno, come degne o no di essere praticate; perché è nel Leib che si sedimentano i discorsi che determinano i nostri gusti, i nostri ideali e la nostra personalità. È il Leib il punto di partenza per la soggettivazione del mondo, quella sorta di rivestimento che rende “umani” gli elementi del mondo, e per questo soggetti a giudizi di valore che altrimenti, al livello della neutralità assoluta del Körper, non avrebbero; ed è dunque solo e unicamente a livello di Leib che il

kendō diventa una pratica valoriale per i praticanti.

Se il Leib è dunque il corpo significato e umanizzato, dove dunque attecchiscono i discorsi, sarà su di esso che le antropotecniche interverranno per modificarlo e controllarlo. Se tale affermazione può sembrare paradossale rispetto a quanto abbiamo detto finora, perché suggerirebbe un’idea di possesso del corpo da parte dell’anima, in realtà non lo è. Anzi, proprio per il fatto che siamo corpi, controllare il corpo significa controllare la propria vita, e ciò si manifesta talvolta in derive patologiche. Le Breton analizza il caso dell’anoressia: attraverso un controllo maniacale del corpo, che viene sottoposto a privazioni alimentari e fatiche fisiche e mentali, l’anoressica si impone una disciplina dell’esistenza, conducendo “una lotta implacabile contro di sé e contro gli altri per fortificare la propria cittadella interiore”.289 Ma se nell’anoressia il dimagrimento drastico

287 Eugenio BORGNA, Le metamorfosi del corpo, in GALIMBERTI, Il corpo, cit., pp. 306-312. 288 Ibidem, p. 310.

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è la via per scomparire dal mondo, che ha perso qualsiasi ragione di interesse, nel kendō avviene il contrario: l’intervento del kendō sul corpo è funzionale a ribadire il proprio esserci-nel-mondo. Pur essendo due finalità opposte, entrambe si realizzano in esso. Il Leib è l’arena in cui vengono messe in campo le relazioni di senso col mondo, il loro spazio di negoziazione, sia per interromperle (nell’anoressia), sia per crearle e mantenerle vive (nel

kendō). Nel caso dell’anoressia, il corpo si è ridotto a mero corpo-oggetto. La depressione

subentra con lo svuotamento del corpo vissuto: pur essendo ancora attive le funzioni vitali, non si vive, ma si sopravvive; quando non si è più corpo, ma si ha un corpo, ci si sente morti. Il corpo perde la sua trasparenza e si chiude, soffoca nell’opacità, interrompendo la relazione di senso col mondo. Il kendō, al contrario, si propone come l’antidoto a questa situazione patologica: il lavoro sul proprio corpo è funzionale a non interrompere il nesso uomo-mondo, a tenerlo pulsante, vivo. Il corpo deve perciò acquistare una recettività e una sensibilità acuta e protratta nel tempo, per scongiurare l’opacità dell’invecchiamento. La trasparenza è la condizione ideale del corpo: consente la localizzazione del corpo, che permette all’individuo di inserirsi nel mondo non come cosa tra le cose, ma come soggetto il cui senso proviene proprio dalla conoscenza e dal contatto col mondo tramite il corpo.290