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3.2. Metodologia utilizzata

3.2.2. Elementi di Grounded Theory

Come anticipato, il lavoro descritto in questa tesi non si è caratterizzato per un processo di ricerca-azione pura, ma si sono considerati anche altri approcci in modo da costruire un impianto metodologico il più possibile coerente con il contesto studiato.

65 Sulla questione del campionamento si vedano anche le riflessioni del paragrafo successivo in

121 Avendo partecipato, nel corso degli anni, alla progettazione di numerose attività formative analoghe a quelle presentate in questo lavoro, parte delle idee che hanno mosso la ricerca qui presentata erano state da me maturate già prima dell’avvio della ricerca stessa; essendo infatti coinvolta in numerose attività formative fortemente eterogenee per obiettivi e proposte didattiche, ho avuto a disposizione un gran numero di materiali su cui riflettere e ragionare per costruire una prima guida per la mia ricerca, il frutto di queste mie prime riflessioni mi è servito per avviare la mia ricerca alla stregua di quelli che Herbert Blumer definisce concetti sensibilizzanti.

Secondo il sociologo statunitense tali concetti

[…]devono orientare lo sguardo senza determinarlo, suggerire dove guardare senza indicare esattamente ciò che si dovrà vedere. Essi sostituiscono in qualche modo le tradizionali ipostesi di lavoro. Non si tratta di ipotizzare relazioni fra una variabile indipendente ed altre variabili dipendenti, ma più semplicemente di individuare un congruo numero di concetti sufficientemente sintetici e rappresentativi della problematica affrontata attraverso l’analisi qualitativa. A partire poi dai concetti-chiave che “sensibilizzano”, cioè orientano in qualche modo il percorso di ricerca, è possibile individuare i nodi attraverso i quali sviluppare l’approccio conoscitivo[…] [Cipriani 2008, p.188].

I concetti sensibilizzanti offrono quindi al ricercatore una direzione verso cui guardare per orientarsi nello studio di un caso empirico, senza fornire prescrizioni chiare in merito a cosa dovrà essere osservato.

La definizione di questo tipo di concetti si inserisce nell’ambito della corrente di studi definita interazionismo simbolico che pone al centro della ricerca l’interazione sociale agita all’interno del contesto studiato e i significati che le vengono attribuiti da coloro che vi partecipano.

In tale elaborazione di pensiero oltre all’opera di simbolizzazione messa in atto dagli individui che interagiscono, viene dato rilievo anche alle capacità interpretative delle esperienze.

122 L’interazionismo simbolico e il pensiero di Blumer sono uno dei molti elementi che hanno contribuito allo sviluppo della Grounded Theory, che può essere sinteticamente definita come un metodo generale di analisi comparativa […] e un insieme di procedure capaci di generare (sistematicamente) una teoria fondata sui dati [Tarozzi 2008, p.10].

Anche se in questa sede non verrà approfondita nel dettaglio l’evoluzione di tale teoria e delle sue varie correnti66

, nelle pagine che seguono cercherò di darne un quadro complessivo che consideri sia la sua formulazione classica che la sua evoluzione costruttivista e di illustrarne alcuni degli elementi fondamentali che sono stati considerati nell’ambito di questa ricerca.

Una teoria grounded è una teoria fondata sui dati: viene infatti a costituirsi partendo da questi e trova sempre un riscontro empirico nella realtà esaminata.

[…] L’assunto di partenza è che non vi sia bisogno di una teoria iniziale per avviare una ricerca empirica. E neppure è necessaria un’ipotesi di lavoro. Il tentativo condotto è di provare a far scaturire la teoria stessa dal riscontro empirico e non viceversa. Il procedimento prevede una codifica delle informazioni raccolte mediante apposite etichette, da sottoporre successivamente a tentativi di costruzione teorica fondata dunque sugli stessi dati […]. L’andamento dell’indagine è quasi a imbuto: in un primo momento si raccolgono tutte le informazioni possibili […] fino a mantenere solo gli aspetti considerati maggiormente rilevanti […]. [Cipriani 2008, pp. 193 – 194].

In questa accezione classica della teoria elaborata da Glaser si assume che i dati esistano nella realtà e vadano “semplicemente” raccolti, codificati e analizzati.

E’ possibile secondo questa teoria individuare quattro tipologie di dati:

66Per un approfondimento sull’intero impianto metodologico e teorico relativo alla Gorunded

123  dati di base: costituiti dal miglior tipo di descrizione che il soggetto del

campione rende disponibile al ricercatore;

 dati opportuni: indicano quel tipo di informazioni che il soggetto del campione decide di poter condividere con il ricercatore;

 dati interpretati: variano a seconda del ruolo e del punto di vista ricoperto dal testimone che li fornisce, la stessa esperienza potrebbe essere raccontata e commentata in maniera differente a seconda del ruolo vissuto dal soggetto in quella situazione (ad esempio studente/docente, chirurgo/paziente, commesso/cliente);

 dati imprecisi: forniti in maniera vaga quando i soggetti del campione ritengono di non voler condividere informazioni con il ricercatore, generalmente perché non pensano di trarne vantaggio.

Tali dati vengono elaborati dal ricercatore, che li struttura sotto forma di categorie e proprietà: le categorie indicano dei concetti ad alto livello di astrazione, mentre le proprietà sono caratteristiche concettuali di una data categoria, pertanto rispondono a un livello di minore astrazione. Sia le categorie che le loro proprietà non sono semplici descrizioni dei dati, ma emergono dall’analisi dei dati attraverso concettualizzazioni analitiche del ricercatore.

La codifica dei dati avviene attraverso fasi successive che ne elevano progressivamente la concettualizzazione:

 la codifica sostantiva descrive il processo necessario alla concettualizzazione della realtà studiata e si pone l’obiettivo di identificare le categorie in grado di sintetizzare concettualmente l’area indagata. Questa fase prevede, a sua volta due differenti livelli di codifica:

o la codifica aperta: in questa fase il ricercatore inizia a codificare tutti i dati di cui dispone cercando di porsi in maniera ‘aperta’ nei loro confronti, in modo tale, cioè, da cogliere il maggior numero di concettualizzazioni che possono emergere;

124 o la codifica selettiva: avviene solo dopo che il ricercatore, nel corso della

codifica aperta, ha individuato una core category67

. In questa fase la codifica diviene appunto selettiva in quanto delimita i dati da esaminare solo a quelli che possono essere collegati alla categoria core individuata.  La codifica teorica: in questa fase, una volta che i concetti individuati nella fase

precedente hanno raggiunto la saturazione68

, il ricercatore può iniziare a costruire la propria Grounded Theory, ipotizzando modelli concettuali che colleghino teoricamente le categorie emerse durante la codifica sostantiva. A seconda del livello di astrazione che il ricercatore riesce a raggiungere nella sua concettualizzazione, una teoria fondata sui dati potrà essere definita “formale” o “sostantiva”. Mentre una teoria sostantiva è mirata a spiegare un problema relativo a una specifica realtà empirica, una teoria formale mira a dare un contributo teorico a una questione generale che può riguardare diverse teorie sostantive.

All’inizio di questo secolo relativamente al pensiero elaborato da Glaser e Strauss, si è avuta una svolta in direzione costruttivista ad opera di Kathy Charmaz; nell’accezione da lei proposta, si prende distanza dalla natura puramente oggettiva dei dati, per dare maggiore rilievo alla rilevanza del contesto studiato: i dati vengono considerati come elementi informativi derivanti, almeno in parte, anche da una serie di attività poste in essere dal ricercatore e da tutti gli attori coinvolti.

67 La categoria core (concetto – chiave) è la categoria centrale ed essenziale che organizza

l’insieme delle categorie: identifica e rappresenta il processo sociale di base che sintetizza un concetto sociale, comportamentale, psicologico e sociologico con cui gli attori agiscono in un contesto di riferimento. [Tarozzi 2008, p. 97].

68 Il concetto di saturazione nel campo della ricerca indica il momento in cui, procedendo con la

raccolta dei dati non si acquisiscono più nuove informazioni, ma si trovano solo conferme a quanto già acquisito. Nel caso della Goruded Theory tale situazione si verifica quando le proprietà di una categoria possono essere descritte con un livello di approssimazione progressivamente migliore.

125 Anche l’interpretazione dei dati, a maggior ragione, quindi viene considerata come un’operazione risultante dall’interazione tra ricercatori e attori che vivono nel contesto studiato, che condividono esperienze e relazioni tali da guidare la costruzione del significato attribuibile ai dati stessi.

Nel lavoro proposto si terranno in considerazione gli elementi legati alla ricerca-azione per quanto attiene alle modalità didattiche e relazionali messe in atto e ridefinite nel corso dei percorsi educativi in cui ho agito insieme ai miei colleghi come I-tutor.

I dati della ricerca hanno riguardato:

- Materiali presenti in piattaforma (Forum, Chat, Wiki, File prodotti)

- Risposte a questionari somministrati all’inizio e alla fine dei percorsi formativi studiati

- Focus group

L’esame di tali dati è avvenuto secondo una modalità che si rifà alla definizione delle categorie previste dalla GT ed è stata guidata e orientata da una serie di concetti che hanno “sensibilizzato” la ricerca stessa e sono andati definendosi con maggiore chiarezza e puntualità nel corso del lavoro descritto.

Gli esiti della ricerca effettuata saranno frutto di analisi quantitativa, analisi qualitativa e interpretazioni dei dati raccolti.

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CAPITOLO 4

Descrizione della ricerca svolta

In questo capitolo presento nel dettaglio la ricerca svolta: nella prima parte descrivo il contesto relativo ai casi di studio presentati, con una breve indicazione su ogni singolo caso. Successivamente illustro gli strumenti utilizzati per la raccolta e l’elaborazione dei dati.