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Il fandom ha avuto anche una evoluzione storica che a nostro parere è sintetizzabile come segue:

- Anni '20: insieme al divismo sorgono i primi fenomeni di culto.

- 1966: nasce Star Trek, l'"ur-cult"143. Nel 1968 lo scrittore Harlan Ellison incoraggia i fan di Star Trek (“trekkies”) ad inviare lettere all'emittente per il rinnovo del proprio contratto. L'iniziativa ebbe esiti positivi ed Ellison rinnovò il contratto per una terza stagione.

- 1970: inaugura il Comic-Con International a San Diego, una vera e propria fan convention multigenere. Attualmente un must per la presentazione di anteprime ed opere di fan (126.000 presenze nell'edizione 2008).

- Anni '70: un altro gruppo di fan piuttosto celebre è quello legato alla serie inglese Dr. Who (BBC). Si tratta dei cosiddetti “Whovians”, che già alla fine del decennio si aggregano in organizzazioni formalmente riconosciute.

- 1977: con l'uscita in sala di Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza diretto da George Lucas, nasce un fenomeno di fandom tra i più rilevanti e longevi.

- 1983: i fan di Cagney & Lacey inondano la CBS di lettere per protestare contro la cancellazione dello show. L'iniziativa ebbe successo.

- Anni '90: veri e propri fenomeni di culto nascono intorno a serie televisive come Twin

141

Ivi, p. 33. 142

Si veda “Stralci da Matt Hills intervista Henry Jenkins” in Henry Jenkins, Fans, Blogger e

Videogamers, cit., pp. 110-137.

143

Come definito da Roberta E. Pearson e Sara Gwenllian-Jonesnel volume da loro curato Cult

Peaks (1990), X-Files (1993) e, soprattutto, Babylon 5 (1993), il cui creatore - J. Michael Straczynski - fu tra i primi a capire l'importanza dei fan e ad instaurare con essi un rapporto diretto (omaggiandoli anche all'interno di episodi della serie).

Come accennato, il fandom è definito anche da un insieme di pratiche produttive. L'azione creativa dei fan, tende a due obiettivi principali:

- ampliare l'universo narrativo legato al film o alla serie TV, creando produzioni ex novo

- garantire la continuazione di una saga o di una serie mediante proteste ed altre iniziative

In entrambi i casi lo scopo ultimo è non perdere il piacere della fruizione. Vi sono varie attività che possono coinvolgere il fan:

- fan convention (le prime erano legate all'universo sci-fi): si tratta di meeting tra fan, solitamente in concomitanza di eventi dedicati a fumetti, serie TV, film.

- fan art: possono essere dipinti, poster, elaborazioni digitali.

- fan fiction: si tratta di veri e propri racconti che ampliano o modificano l‟universo della serie. Questi possono sviluppare aspetti secondari della trama principale, essere focalizzati su specifici personaggi o, come nel caso delle slash fiction, possono creare delle storie in cui i personaggi principali144 intessono rapporti amorosi inediti nella trama originaria e spesso di natura omosessuale145.

- fansubbing: uno dei migliori esempi di problem solving collaborativo e di funzionamento dell‟intelligenza collettiva. Si tratta della pratica di sottotitolatura dei prodotti audiovisivi eseguita dagli stessi appassionati, spesso a distanza di pochissimo tempo dalla messa in onda originale146.

144

I cui nomi sono appunto separati da uno slash (/). 145

La letteratura sul fandom è ormai ricca di esempi legati alle slash fiction su una presunta relazione tra il capitano Kirk e Spock.

146

In Italia la “leggenda” vuole che il gruppo di sottotitolari di ITASA – Italian Subs Addicted (http://www.italiansubs.net/) sia riuscito a diffondere online i sottotitoli di Lost dopo circa 3 ore dalla messa in onda originale.

- songfic e filk music: si tratta di canzoni composte ex novo dai fan o di brani esistenti di cui viene mantenuta solo la musica originale e mutati i testi.

- cosplaying: è la pratica del vestirsi come i personaggi amati.

- fan series: produzioni audiovisive seriali, spesso distribuite sul Web (Web series). - fan film: film prodotti e realizzati direttamente dai fan.

Naturalmente si sommano a tali produzioni i contenuti user generated prodotti nei "luoghi" dedicati alle discussioni online: forum, blog, fan sites e wiki, spesso gestiti dalle stesse emittenti (True Blood, Fringe, Californication).

Il processo di sottotitolatura è ripartito da più soggetti e si divide sostanzialmente in tre fasi: a partire da un transcript iniziale o direttamente solo dall‟audio originale, la puntata viene divisa in parti assegnate a veri traduttori, successivamente passa al vaglio di chi si occupa della revisione e della chiusura del file definitivo, che viene dunque immesso nella Rete. Riguardo agli aspetti legali, va operata una necessaria distinzione tra hard e soft subs: nel primo caso vengono diffusi online sia i sottotioli che il video in un unico file; questa opzione è sempre considerata illegale. Diverso, invece, il caso dei soft subs, cioè della condivisione in Rete del file di testo contenente i sottotitoli. In questo caso siamo nella legalità: negli USA queste pratiche rientrano, infatti, all‟interno del cosiddetto fair use ed anche in Italia sono tutelati in quanto facenti parte delle cosiddette libere utilizzazioni, rientranti nell‟articolo 70 della legge sul diritto d‟autore. In realtà la questione è più complessa dal momento che, dal punto di vista formale, i fansubs sarebbero delle “opere derivate”, ciò significa che in base alla convenzione di Berna (e dunque con validità in tutti i Paesi che ad essa aderiscono), tali opere sarebbero protette. Ciò che realmente accade è che si ha una forte tolleranza di questo genere di pratiche: raramente vi sono azioni legali, anzi, in molti paesi differenti da quelli di origine degli audiovisivi, le licenze relative alle messe in onda non sono ancora state vendute. E‟ vero anche il contrario. Talora, anzi, si innescano processi interessanti: nel 2010, ad esempio, Fox Italia ha cominciato a mandare in onda, in lingua originale con sottotitoli, gli episodi tra gli altri di Lost, FlashForward e No Ordinary Family 24 ore dopo la messa in onda americana. La correlazione tra il successo ottenuto dai fansubs online e la modifica del palinsesto e delle abitudini di consumo è più che evidente e costituisce un esempio di come i fan influenzino le decisioni produttive.

I primi fansubbers risultano attivi già dalla seconda metà degli anni Ottanta, periodo in cui si registra un vero e proprio boom nella produzione di anime in Giappone. Solo una minima parte di queste serie animate (ma lo stesso dicasi dei manga), raggiunge i paesi occidentali principalmente di lingua inglese. E‟ dunque all‟interno degli anime club – fenomeno aggregativo in crescita in quegli anni sia in USA che in Europa – che i fan con competenze nella lingua giapponese cominciano a produrre copie sottotitolate di nuovi titoli da condividere con la comunità. Va notato che, a quel tempo, i costi per il reperimento e l‟invio dei materiali (principalmente VHS) da e verso varie località giapponesi, americane ed europee rappresentava una voce di spesa non indifferente per questi primi fansubbers, motivati comunque dall‟amore verso il prodotto. Inoltre, già da allora, si è consolidata la pratica di inserire – oltre ai sottotitoli - delle sorte di “spiegazioni” relative ad aspetti legati alla vita e alla cultura giapponesi (ad esempio, riferimento a leggende, demoni, tradizioni).

2.4

L

A

CULT

-

TESTUALITÀ TELEVISIVA

E LA MAINSTREAMIZZAZIONE DEL