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Esperienza di una realtà locale: il caso di Rusfique Est.

Madame Ngoné Ndoye è il sindaco di Rusfique Est, una delle poche donne sindaco senegalesi. Molto impegnata a promuovere l’accesso delle donne alle sfere decisionali, è coordinatrice della commissione “Donne Elette Locali” dell’Unione delle Associazioni degli Eletti Locali in Senegal.

Sostiene di essere entrata in politica, accompagnando i suoi genitori già attivisti. E come molte donne, inizialmente il suo ruolo politico non scaturiva dal proprio impegno cittadino, ma era limitato ad accompagnare un leader, zio, padre o fratello. Questo perché in Senegal, le donne sono spesso manipolate nelle battaglie politiche. Tuttavia esse sviluppano un alto senso di lealtà e di fedeltà. I problemi cominciano, a detta della stessa Ngoné Ndoye, quando le donne assumono un proprio status politico e si distaccano dal leader.

La donna eletta è superiore all’uomo in qualsiasi settore. Ella ha una sensibilità che la porta a prendere in considerazione ogni preoccupazione che riguardi lo sviluppo locale: l'istruzione in tutte le sue forme (scuola, daarhas, sport), la salute, l'accesso alle risorse per la generazione di reddito. Rusfique Est è stato il primo comune a permettere a tutti i bambini di accedere alle scuole primarie. L’accesso all'istruzione primaria è una realtà da quattro anni. La tutela della salute è tenuta in seria considerazione. Sono stati creati dei reparti di maternità e numerose sovvenzioni sono state fornite alle associazioni di diabetici. È stato creato un sistema di credito per le donne, fino a 20 milioni di franchi. Il comune ha anche dotato i pescatori (attività principale) di strumenti utili al loro lavoro. L’anagrafe è stata completamente computerizzata. Tutto ciò con un budget di soli 150 milioni. Al di là di tutto questo, la Ndoye ritiene che essenziale sia la comunicazione con la gente, il fatto di ascoltarli. Ne è riprova il fatto che quotidianamente ci siano persone ed organizzazioni che spontaneamente si recano da lei per proporre nuove azioni per il bene del paese.

Ngoné Ndoye raccomanda una valutazione della decentralizzazione. Si tratta di “vedere ciò che è positivo per mantenerlo e rafforzarlo. Ma anche, vedere ciò che è stato negativo per correggerlo”. La Ndoye ritiene che la decentralizzazione sia il percorso necessario allo sviluppo. Tuttavia, il sindaco ha precisato che si tratta di una lotta di potere. “Il governo centrale si batte per mantenere il potere, anche se

fa finta di volerlo cedere”, afferma, sottolineando la necessità “di funzionari eletti locali che si impegnino molto, e che desiderino promuovere la prossimità. Per lei, non è possibile che il governo centrale possa affrontare i problemi della sanità pubblica nelle zone più periferiche del Senegal e ritiene che il decentramento sia necessario per raggiungere un livello di benessere.

Per meglio comprendere come vive il proprio status di sindaco, nonché di donna tra le donne, e come vorrebbe ampliare la partecipazione delle donne in politica, di seguito si riportano le parole di Ngoné Ndoye:

“Innanzitutto, insisto sull’utilità di una maggiore presenza delle donne in politica, al fine di avere un’equa rappresentanza. Inoltre, le donne elette fanno un buon lavoro a livello locale, soprattutto circa la trasparenza fiscale e le dinamiche innovative. Esse danno risposte precise ai problemi della società, proprio perché rappresentano il polso del popolo e la spina dorsale della famiglia. È necessario offrire loro la giusta opportunità e, in ogni caso, il potere locale guadagnerebbe ad essere affidato alle donne. Vi è la necessità di un accompagnamento reale, non solo per l'accesso al potere attraverso la sensibilizzazione e l’istruzione, ma anche per le poche donne già elette. Esse dovrebbero servire da esempio e diffondere le loro esperienze, dovrebbero rendere visibile la loro realizzazione e pubblicizzare i loro sforzi di fronte all'opinione pubblica. In breve, esse dovrebbero vendere meglio la loro immagine. Le donne non hanno alcun potere finanziario per assumere un impegno politico. A volte si pongono problemi di accesso agli strumenti ed ai mezzi di scambio. La Commissione "Donne Elette Locali” ha prodotto un piano d'azione per rafforzare la partecipazione delle donne in politica locale da un anno. Ma noi non abbiamo alcun sostegno. Altro esempio: sono l'unica africana membro della Commissione per le Pari Opportunità al livello dell’associazione delle Città e dei Governi Locali Uniti; teniamo una riunione su un documento che ho fortemente influenzato, e rischio di non andarci più per mancanza di risorse. Come possono affermarsi le donne in queste condizioni? Il soffitto di vetro è una realtà sociale, culturale e politica, ma non vi sono le forze necessarie a romperlo”.

Rappresentativa di una realtà radicata nella tradizione ma che comincia a subire gli sconvolgimenti della tenacia delle donne, è la motivazione che la Ndoye dà a

proposito della poca rappresentanza femminile. Questa volta il problema non è materiale, ma psicologico:

“Stiamo incoraggiando le donne ad entrare in politica. Non è un’impresa semplice, perché esse hanno un paura. Temono la giungla, hanno paura di diventare oggetti, di essere aggredite. Questo perché in Senegal esistono due armi: il potere vero e il potere creato. Ci sono politici che sono forti, con molti soldi e sostenitori e con poca generosità, ma ci sono dei politici che hanno solo il denaro e dei modi poco ortodossi per ridurre le donne al nulla. Questo è il motivo per cui le donne hanno spesso paura, soprattutto se si aggiungono i vincoli culturali. Le donne devono essere solidali. È necessario che vi sia sinergia tra le donne nella società civile, le donne in politica e le donne delle Organizzazioni comunitarie di base. Se si riesce in ciò, il 52% sarà rappresentativo. Abbiamo anche bisogno di imporci agli uomini senza tuttavia dare l’impressione di batterci contro di loro. Dobbiamo far capire loro, che hanno bisogno delle donne per lavorare bene. Come un uomo sposato ha bisogno della moglie in casa sua, allo stesso modo i politici hanno bisogno delle donne per portare il peso della società. Dobbiamo dimostrare che il posto che abbiamo, lo rivendichiamo con fermezza, ma nel modo più conciliante. Ecco perché non mi piace il sistema delle quote. Vorrei che le cose accadessero da sole. Che, per consenso, le persone accettassero il fatto che la donna ha qualcosa da dire.

Alcuni freni provengono dalla nostra cultura. Andremo a Gawane, perché vi è una guida religiosa della città che ha sostenuto una donna affinché fosse nominata senatore. Bisogna rendergli omaggio e allo stesso tempo mostrare alle altre guide religiose che esse possono sostenerci e sponsorizzarci. Questo perché abbiamo necessariamente bisogno di supporto. Abbiamo bisogno politici come Wade che hanno fiducia nelle donne. Alle prossime elezioni, vogliamo avere il maggior numero di donne. Le donne devono lottare per diventare sindaci. Non è normale che Ouagadougou abbia 20 donne sindaci, e che sia avanti al Senegal in materia di decentramento, mentre noi siamo stati i pionieri. È pertanto necessario che si lavori perché la donna stia meglio”.