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Per una migliore considerazione del genere nel decentramento.

3.6.1. Risposta giuridica

Il diritto internazionale svolge un ruolo importante. Tuttavia, queste disposizioni non sono efficaci se non trovano un appiglio a livello nazionale.

Il diritto internazionale

La tutela dei diritti fondamentali della persona ha la sua fonte principale negli strumenti internazionali. Molte disposizioni di diritto internazionale sono di fatti, dedicate ai diritti umani. Tali disposizioni risultano soprattutto strumenti attuati dalle Nazioni Unite. Ne sono esempi: la “Carta delle Nazioni Unite” che crea l'Organizzazione mondiale; i due Patti internazionali sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali. Ma vi sono anche strumenti adottati nel quadro africano, come la Carta africana sui diritti umani e dei popoli, con il suo protocollo addizionale relativo ai diritti delle donne.

La normativa nazionale

La legge prevede il modo di tener meglio conto delle questioni di genere negli organi decisionali. La situazione è alquanto eterogenea, in quanto il contenuto dei testi non riflette realmente gli obblighi internazionali relativi ai diritti della donna. Pertanto sono necessari dei miglioramenti, sia della Costituzione, sia degli altri testi.

La Costituzione del 22 gennaio 2001, attribuisce al genere una parte importante del suo preambolo, così come del suo dispositivo di attuazione. Il preambolo proclama la volontà “di tutti i cittadini, uomini e donne, di assumere un destino comune attraverso la solidarietà, il lavoro e l'impegno patriottico”. L’adesione del Senegal agli impegni internazionali è sostenuta, in primo luogo dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 10 dicembre 1948, dalla Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne del 18 dicembre 1979, dalla Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli del 27 giugno 1981. Il preambolo proclama anche “il rifiuto e l'eliminazione di tutte le forme di ingiustizia, disuguaglianza e di discriminazione”. L'articolo 4 vieta l'identificazione del partito politico ad uno dei due sessi, ciò costituisce una causa

di scioglimento, in conformità con la legge nr. 81-17 del 6 maggio 1981, relativa ai partiti politici115. Il comma 4 dell'articolo 7 dispone: “Tutti gli esseri umani sono uguali davanti alla legge. Gli uomini e le donne hanno pari diritti”. L'articolo 15 precisa che “L'uomo e la donna hanno lo stesso diritto di accedere alla proprietà terriera nelle condizioni determinate dalla legge”. Per quanto riguarda il matrimonio e la famiglia, lo Stato “garantisce alle donne in generale e a coloro che vivono nelle zone rurali, in particolare, il diritto di alleggerire le loro condizioni di vita” (articolo 17, comma 3). Inoltre, “Una donna ha il diritto di avere il suo patrimonio, come il marito. Ella ha il diritto di gestire i suoi beni personali” (articolo 19).

Il diritto costituzionale comparato fornisce anche soluzioni per una migliore considerazione del genere attraverso il divieto di discriminazione. Ad esempio, il Ruanda integra perfettamente il genere nella sua legge fondamentale. L'articolo 54 della Costituzione del Ruanda, adottata con un referendum il 26 maggio 2003, afferma:

“È vietato ai partiti politici identificarsi con una determinata razza, etnia, tribù, clan, regione, sesso, religione o qualsiasi altro elemento che potrebbe servire come discriminazione.

I partiti politici devono costantemente riflettere, nell’assumere i loro membri, la composizione dei loro organi direttivi e, nel loro funzionamento e nelle loro attività, devono riflettere l'unità nazionale e la promozione della dimensione di genere”.

3.6.2. Risposta pragmatica

Nessuna delle disposizioni giuridiche si oppone formalmente all’accesso delle donne agli organi decisionali. Ma l’analisi del regolamento, rivela che esse non proteggono sufficientemente i diritti delle donne, in particolare garantendo loro una partecipazione effettiva e paritaria agli organi decisionali.

D’altronde, la marginalizzazione delle donne è legata a rapporti impari di genere. Per superare tale situazione, potrebbero essere adottate le seguenti misure:

 Sensibilizzazione e formazione degli operatori di base: il Senegal ha ratificato varie convenzioni internazionali che promuovono la partecipazione delle donne al processo decisionale, in particolare a livello locale. La formazione potrebbe contribuire a ridurre la mancanza delle conoscenze delle regole formali del gioco politico nelle sue varie componenti. Pertanto, come proposto dall’Asse strategico nr. 4 del Piano d’azione strategica ed operativa del rafforzamento della partecipazione delle donne alla vita politica locale approvato nel febbraio 2006, è necessario: formare le donne con testi sul decentramento e sul processo elettorale, tradurre tali testi nelle lingue nazionali, fornire manuali didattici, strumenti audio e video, elaborare un piano mediatico.

 Rafforzare il dispositivo giuridico. I testi relativi al decentramento devono non solo essere l’oggetto di un’ampia diffusione, ma devono essere attuati in tutte le loro dimensioni. A titolo esemplificativo, il Consiglio rurale è normalmente incaricato di preparare il piano generale di occupazione del suolo; è necessario che questo potere sia applicato in modo da permettere alle donne, sulla base della pianificazione, di richiedere la Cessione di terreni per svolgere attività agricole. Un Centro per le donne, la cui idea risale al 1998, potrebbe, a tal proposito, svolgere un ruolo importante nella presa in considerazione della dimensione di genere nelle politiche di sviluppo in generale ed in quelle relative alla parità ed al genere in particolare.

 Sviluppare le dinamiche locali rafforzando i GPF (Gruppi per l’avanzamento delle donne) e formandoli sull’importanza della partecipazione delle donne ai centri decisionali. Per lo stesso fine, potrebbero unirsi le varie ONG.

 Coinvolgere gli enti locali che si occupano di costume e religione, nella ricerca di soluzioni che consentano alle donne di accedere a posizioni di responsabilità. È anche necessario sviluppare un piano d'azione ed una strategia volta a rafforzare la partecipazione delle donne alla vita politica. Questi strumenti devono coinvolgere anche gli uomini e far intervenire la società civile.