Lo sguardo associativo europeo
2. Esperienze internazionali di territori liberi dai pesticid
Quando si parla di ‘territori liberi dai pesticidi’ si intende un approccio onnicomprensivo di questo concetto, che non si rivolge solo agli aspetti agricoli ma anche a quelli urbani e dato che il tema del contributo è ‘Montalbano in Transizione’ ho ritenuto importante analizzare un aspetto diverso, ma altrettanto importante, legato ai pesticidi, ossia la loro applicazione negli spazi urbani.
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Tra i vari progetti seguiti da PAN Europe, vi è una campagna che si chiama Città Libere dai Pesticidi (Pesticide Free Town), il cui scopo è sensibilizzare le persone sull’importanza di un maggiore controllo dell’utilizzo dei pesticidi nelle zone urbane quali scuole, ospedali, strade, parchi e cimiteri. È importante liberare le zone urbane dai pesticidi per tante ragioni diverse e a trarne beneficio sono:
Ambiente. Gli erbicidi utilizzati nelle zone urbane, e più specificatamente nelle superfici impermeabili, sono la principale causa di inquinamento dell’acqua e procurano notevoli spese alle autorità locali. Riduzione dell’inquinamento (nell’aria, nel suolo e nell’acqua); Biodiversità. Gli insetti impollinatori ed altri insetti benefici per
l’ambiente, microorganismi del suolo, uccelli, anfibi, animali e tanti altri;
Cittadini. Protezione per i gruppi di cittadini più vulnerabili, una qualità della vita migliore per i residenti e per coloro che visitano la città e le sue zone verdi;
Lavoratori in parchi e nelle zone pubbliche. Il contatto con i pesticidi ha conseguenze sulla salute a breve e lungo termine dovute dall’esposizione ai pesticidi durante il lavoro.
Abolendo l’uso di pesticidi in città vi sarà una proliferazione delle piante spontanee. Ad oggi, la loro presenza negli spazi urbani viene spesso vista come un segno di abbandono e di decadenza. Tuttavia, la reintroduzione armoniosa e diversificata della flora può dare una percezione diversa e smussare questi pregiudizi ma è necessario un buon atto comunicativo durante il periodo di transizione così da informare i cittadini dei benefici che vi sono dietro la fioritura spontanea. Questa idea di lasciar lentamente crescere poche piante spontanee e di lasciare che la natura torni a vivere e crescere rigogliosa anche nelle città sta avendo sempre più popolarità. Questa iniziativa si sta ampiamente diffondendo in molte città europee, soprattutto al nord Europa. Il discorso del sindaco di Haaren, in Olanda, a mio parere dovrebbe essere preso come manifesto di questa campagna:
Noi, piccole, medie e grandi città in tutta Europa abbiamo la responsabilità di proteggere la salute nostri figli e nipoti. Uno dei nostri compiti è quello di rendere le città libere dai pesticidi. Suona come una dichiarazione ma in realtà si tratta di una di quelle cose che possiamo promuovere come un impegno politico economicamente realizzabile. I nostri cittadini vivono da sempre a contatto con la ‘terra’ ma, per molti anni, non è stato fatto nessun programma per la salvaguardia della sostenibilità e all’ambiente.
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Ci siamo quindi posti uno scopo. Un semplice scopo. Abbiamo semplicemente comunicato a tutti l’importanza di mantenere gli spazi urbani liberi dai pesticidi. Abbiamo semplicemente trasformato il nostro scopo in una sfida per le industrie e i negozi della città, una sfida per coloro che gestiscono i campi sportivi e coloro che li utilizzano e una sfida per la salute dei nostri stessi cittadini.
Abbiamo dichiarato che il 1° gennaio 2015 sarebbe stata la data limite e non sarebbe stata cambiata per nessuna ragione. Non perché noi lo volessimo in quanto politici e amministratori, ma perché noi lo volevamo in quanto parte di quei 14.000 cittadini che vivono nella nostra città.
Questo non è l’unico esempio di città che si sono mosse in questa direzione ma ce ne sono tante altre, io ne riporto solo alcuni esempi affinché si possa avere un’idea della situazione attuale a livello europeo.
1. La città di Copenhagen non utilizza erbicidi chimici nelle zone urbane fin dalla fine degli anni ‘90. Le ottime esperienze avute con i metodi alternativi per la prevenzione di piante infestanti hanno portato ad escludere la necessità dei pesticidi. Nei parchi pubblici vengono utilizzati dei metodi alternativi all’utilizzo di queste sostanze. L’importanza dei prodotti chimici per il controllo dell’erba infestante sta passando in secondo piano grazie allo sviluppo di nuove conoscenze e dei noti metodi alternativi. C’è una nuova consapevolezza sull’importanza della biodiversità e sulla necessità di tutelarla.
2. A Strasburgo, da quando nel 2008 si è deciso di non utilizzare più i pesticidi, i lavoratori addetti agli spazi verdi hanno appreso nuove tecniche di giardinaggio più naturali e rapide. Con il tempo, vivendo a contatto con le erbe spontanee e introducendo la natura nelle città e provando delle tecniche alternative ai pesticidi, la visione dei cittadini è cambiata. Gli effetti di questa transizione sono così evidente che tutti, pian piano, si sono alleati a questa causa. Invece di utilizzare la stessa forma ordinaria di mantenimento dei parchi, ciascuno è gestito in maniera diversa in base alle sue caratteristiche e al tipo di utilizzo. Ciascuna nuova tecnica ha i suoi pro e i suoi contro, i quali però possono essere scoperti solo una volta utilizzati.
3. Dal 2009 la città di Ghent non utilizza più pesticidi e recentemente anche a Lione, in Francia, si sta cercando in ogni modo di proibire parzialmente o anche completamente l’utilizzo dei pesticidi nei parchi e nelle zone verdi.
Rendere le città libere dai pesticidi - nel vero senso della parola - significa che tutti i membri della società, inclusi cittadini, associazioni sportive e Regioni, si impegnino in questo intento. È fondamentale che i politici e i responsabili
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delle decisioni politiche facciano il primo passo. È solo mostrando la strada che anche altri seguiranno, tutti nella stessa direzione. È però necessario pianificare bene la transizione. L’amministrazione pubblica deve innanzitutto impostare le linee guida e i documenti di esempio per le amministrazioni locali e deve coinvolgere i partners, soprattutto gli operatori dei parchi, e fornire consigli tecnici per la transizione. Dopo aver pianificato e raggruppato una buona
audience per una discussione, è necessario che i cittadini siano ben informati fin
dall’inizio sulla transizione verso una politica urbana libera dai pesticidi e sugli effetti di tale transizione. Se questo passaggio viene trascurato, c’è il rischio che la proposta venga rifiutata dai cittadini, compromettendo definitivamente il progetto delle autorità locali. Inoltre, i cittadini non devono essere solo informati ma anche coinvolti perché ognuno ha un ruolo e sono responsabili della gestione delle zone pubbliche, come i marciapiedi.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, quando si parla dei costi di utilizzare alternative all’utilizzo dei pesticidi bisogna sempre ricordarsi che anche l’utilizzo dei pesticidi ha un suo costo. Ad esempio, degli studi svolti in Inghilterra e Germania hanno stimato un costo esterno annuo di rispettivamente 257 milioni di dollari e 166 milioni mentre uno studio in Francia ha stimato un costo totale dell’inquinamento dell’acqua di 1.5 miliardi di euro causato dalla presenza di nitrati e pesticidi. L’aspetto che riguarda quando e come iniziare ad organizzarsi è importante in quanto la chiave per riuscire a bilanciare i costi dipende da quando si comincia. Le città che hanno già intrapreso questa strada stanno lavorando per cercare nuove tecnologie. Solo diffondendo il loro esempio e raggruppando un numero sempre maggiore di città si potrà riuscire a ridurre il prezzo delle tecnologie alternative.
Ognuno di noi ha il diritto di beneficiare di un ambiente sano, libero dai pesticidi. Allo stesso tempo, ognuno di noi è responsabile della salute e della bellezza della nostra terra. Ogni giorno, per esempio, scegliamo cosa mangiare, insieme decidiamo come il nostro cibo viene prodotto e se viene trattato con i pesticidi. In quanto cittadini possiamo agire individualmente o collettivamente per assicurare che l’ambiente in cui viviamo sia sano e vivibile. È fondamentale che i Comuni aprano un dialogo con i cittadini così da trovare una soluzione comune ai pesticidi nelle città, dove la biodiversità e la convivialità sono perseguite per il bene comune. Solo in quel momento avremo delle città dinamiche e fiorenti.
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