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Il territorio fabbrica di energia / verso rifiuti Zero

Monica Bolognesi*, Jessica Innocenti**2

Il tavolo sul tema delle fonti rinnovabili di energia e della riduzione dei rifiuti è stato molto partecipato, con una discussione piuttosto animata tra gli intervenuti, a tratti anche un po’ sopra le righe come spesso accade quando gli argomenti al centro del dibattito sono temi di grande attualità che accendono gli animi e gli interlocutori sono fortemente motivati. La discussione, stimolata dalle relazioni introduttive, si è spinta in vari momenti anche al di là di quelli che erano i temi da trattare, andando a toccare argomenti non strettamente pertinenti ma comunque legati all’ambiente, ed i partecipanti al tavolo hanno approfittato della presenza dei relatori Rossano Ercolini ed Annalisa Corrado per sottoporre loro quesiti ai quali hanno fornito risposte esaustive con grande esperienza e competenza. È emersa una visione comune fra gli attori presenti, l’assoluta necessità di orientare le strategie di sviluppo per il territorio del Montalbano verso un orizzonte di progressiva emancipazione dalle fonti fossili di energia e di riduzione della produzione di rifiuti, ed a questi obiettivi tendono le linee strategiche che il gruppo ha condiviso. La maggior parte del tempo della discussione è stata dedicata agli obiettivi e alle idee per il futuro anziché all’analisi delle criticità, sulle quali comunque il gruppo si è espresso in maniera condivisa e che possono essere così sintetizzate:

1. eccessiva quantità di rifiuti prodotti. Si tratta di un problema di carattere globale del nostro tempo, una criticità che mostra già effetti nefasti sul pianeta e rispetto alla quale è assolutamente necessario invertire la rotta;

2. difficoltà per gli Enti Locali nel reperimento di fondi strategici per l’efficientamento energetico e la produzione di energia da fonti

1 Partecipanti: Marco Buffini, Paola Cappellini, Stefano Feri, Giglio Gozzi, Laura Lo Presti, Romina Manzi, Laura Nesti, Gianni Nocera, Cristina Ponzo, Luca Roggi, Tommaso Scarnato, Daniele Vanni, Luigi Angelo Verny, Sandro Scollato, Rossano Ercolini, De Lucia Sabatino, Cinzia Campese, Marco Corazza, Annalisa Corrado.

Foto di Alessio Tanganelli e Giulio Galletti.

2 *Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura, Università di Firenze; **Dott.ssa in Pianificazione della città, del territorio e del paesaggio, tirocinante presso il Laboratorio di Piani e Progetti per la Città e il Territorio del DIDA, Università di Firenze.

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rinnovabili, unita alla mancanza di personale con competenze specifiche su queste tematiche nei piccoli Comuni;

3. criticità legate alle attività florovivaistiche (localizzate prevalentemente nella piana pistoiese che però è strettamente connessa con il territorio del biodistretto): impermeabilizzazione dei suoli, impiego del glifosato come erbicida, utilizzo di vasi in plastica vergine e non riciclata.

È da registrare che la discussione fra i partecipanti al tavolo ha evidenziato una divergenza di opinioni a proposito di uno specifico punto, ossia quali fonti rinnovabili dovrebbero caratterizzare la produzione energetica per il territorio del biodistretto. Nonostante tutti fossero concordi sulla necessità di un’emancipazione dall’utilizzo delle fonti fossili, riguardo alla presenza o meno delle biomasse all’interno del mix energetico locale sono emerse posizioni diverse fra chi pensa che debbano esserne escluse nel modo più assoluto (per problematiche legate prevalentemente alle emissioni) e chi sostiene che comunque non si debba escluderle a priori (perché dire di no a tutto non consente di liberarsi dal ricorso alle fonti fossili).

Fig. 39 - Momenti di animata discussione sul tema delle biomasse.

L’argomento della strategia energetica per il biodistretto dovrà necessariamente essere affrontato in ulteriori iniziative di approfondimento e di confronto.

Dal dibattito sono emerse varie idee sul futuro che gli attori immaginano per il Montalbano.

Innanzitutto il biodistretto può e deve assumere una funzione strategica per unire le forze e raggiungere così più facilmente obiettivi comuni, per cui le singole amministrazioni, agendo in solitaria, fanno più fatica: unendosi diventa possibile dotarsi di competenze specifiche, reperire risorse partecipando a bandi (come i PIT, PIF ecc.), fare un’adeguata pianificazione e programmazione.

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Il biodistretto dovrà dotarsi di un piano energetico in cui, a partire dal calcolo del fabbisogno di energia del territorio, si possano elaborare strategie e nel quale si faccia una valutazione cumulativa degli impatti dei singoli interventi.

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, sarebbe auspicabile avere un unico gestore specifico per il biodistretto, che investa in sistemi di pesatura e tariffazione puntuale (usufruendo degli sgravi previsti nella finanziaria 2017) con meccanismi di premialità per incentivare il corretto smaltimento dei rifiuti.

L’obiettivo strategico principale condiviso da tutti è la necessità di puntare sull’economia circolare (dove non ci sono prodotti di scarto e le materie vengono costantemente riutilizzate), con un biodistretto dotato di un piano di prevenzione della produzione dei rifiuti (secondo il principio che è preferibile non produrre rifiuti piuttosto che riciclare).

Sono state poi elencate alcune proposte per concorrere alla realizzazione di questo grande obiettivo strategico: una maggiore integrazione della filiera agricola con quella della ristorazione e della ricettività turistica, per esempio, permetterebbe di ridurre la produzione dei rifiuti, così come un maggiore impegno nella riduzione dello spreco alimentare fin dalle prime fasi della produzione agricola (perché troppi sono i prodotti scartati all’origine, che rimangono sul campo), o la promozione di eco-sagre a rifiuti zero (tutte le feste che periodicamente si svolgono nel territorio del Montalbano potrebbero ad esempio condividere a turno l’utilizzo di lavastoviglie per evitare l’uso di piatti e bicchieri in plastica).

Per la riorganizzazione del ciclo dei rifiuti sono stati proposti investimenti per favorire il compostaggio aerobico come l’autocompostaggio, il compostaggio di comunità (buona pratica che ben potrebbe adattarsi al sistema insediativo del Montalbano), la lombricoltura o per sostenere l’immissione nel mercato di prodotti da riciclo. È stata inoltre ribadita più volte la necessità di tutelare la funzione primaria dell’agricoltura di produzione di cibo, che comporta la contrarietà all’introduzione su questo territorio di colture energetiche dedicate. La raccolta delle potature di colture arboree deve essere opportunamente pianificata ed organizzata, ed è possibile prevedere la loro triturazione direttamente presso le utenze per immetterle nel ciclo del compostaggio.

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Fig. 40 - La risorsa forestale del Montalbano.

Sintesi del tavolo

Criticità emerse

 Eccessiva quantità di rifiuti prodotti;

 Difficoltà per gli enti locali nel reperimento di fondi strategici per l’efficientamento energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili e mancanza di competenze;

 Criticità connesse con il florovivaismo: impermeabilizzazione dei suoli, utilizzo di glifosato, utilizzo di vasi in plastica vergine e non riciclata;

 Conflitto di interessi tra gestore dei rifiuti e Comuni.

Punti di difficile accordo

 Utilizzo di biomasse e biogas come componenti del mix energetico locale.

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Strategie condivise

 Funzione strategica del biodistretto per unire competenze, reperire risorse, fare un’adeguata pianificazione energetica e valutazione cumulativa degli impatti inquinanti;

 Partecipazione a bandi pubblici (PIT, PIF) per reperire risorse;

 Necessità per il biodistretto di dotarsi di un piano energetico in cui, a partire dal calcolo del fabbisogno del territorio, si possano elaborare strategie energetiche;

 Necessità di un unico gestore dei rifiuti specifico per il biodistretto, che investa in sistemi di pesatura dei rifiuti e tariffazione puntuale (usufruendo degli sgravi previsti nella finanziaria 2017);

 Economia circolare come strategia del biodistretto (dove non ci sono prodotti di scarto e le materie vengono costantemente riutilizzate) ed elaborazione di un piano di prevenzione della produzione dei rifiuti (meglio non produrre rifiuti che riciclare);

 Riduzione dello spreco alimentare fin dalle prime fasi dalla produzione agricola;

 Promozione di ecosagre a rifiuti zero;

 Promozione di un marchio di qualità per le aziende agricole del Montalbano e integrazione della filiera agricola con quella della ristorazione e della ricettività turistica;

 Valorizzazione della funzione primaria dell’agricoltura di produzione di cibo (no colture energetiche dedicate);

 Investire in interventi per il compostaggio aerobico: incentivare l’autocompostaggio, il compostaggio di comunità, la lombricoltura;  Necessità di pianificare ed organizzare la raccolta delle potature di

colture arboree e la loro triturazione direttamente presso le utenze;  Incentivi per l’immissione nel mercato di prodotti da riciclo;

 Utilizzo di prodotti naturali per la concimazione anche nel settore vivaistico: i fondi del caffè, per esempio, che costituiscono l’1% del totale dei rifiuti.

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Quali strumenti, quale normativa per il territorio aperto che

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