FENOMENO OCCORRENZE con il
4.3 Livello morfosintattico
4.3.1 Fenomeni di ridondanza pronominale: a me mi, a te t
Tratto estremamente interessante dell‟italiano dell‟uso medio, tipico tanto dello scritto quanto del parlato323, è il fenomeno di ridondanza pronominale324, nella sequenza a me mi e a te ti, «che nella lingua colloquiale è diventata pressoché normale»325, in cui il primo elemento, a me, a te, equivale a «per quanto riguarda questo fatto»326.
Nel romanzo i fenomeni di ridondanza pronominale sono abbastanza frequenti, facendo registrare nel complesso 52 occorrenze. Ricorderemo alcuni tra gli esempi più significativi:
(1a) O forse erano tutte e due, ma a me
non me ne importava niente [p. 9]
(1b) Ou peut-être s‟y étaient-elles mises
toutes les deux, mais ça m‟était complètement égal [p.21]
(2a) Ma a me piace quando mi fai delle
domande! [p. 74]
(2b) Mais j‟aime quand tu me poses des
questions! [p.119]
(3a) Non ti offendere, Beatrice, ma a me
Argentovivo mi infastidisce un poco [p. 192]
(3b) Ne sois pas blessée, Beatrice, mais moi, Vif-argent m‟agace un peu [p.305]
(4a) A me sul principio non mi garbava
l‟idea, e per tanti anni dissi a tutti, fuori casa, che il tre ero nato [p. 198]
(4b) A moi, au début, l‟idée ne me plaisait
pas, et pendant des années j‟ai dit à tout le monde, en dehors de la maison, que j‟étais né le trois [p. 315]
(5a) Fammi anche a me riposare [p. 205] (5b) Laisse-moi me reposer moi aussi
[p.327]
323 Cfr. Sabatini, L‟italiano… cit., p. 162. 324 Cfr. Berretta, op. cit., p. 261.
325 Sabatini, L‟italiano… cit., p. 162. 326 Ibidem.
(6a) Allora a me mi ami? [p. 214] (6b) Alors tu m‟aimes? [p.341] (7a) Vecchio lupo! Vile Carmine! Te
aveva, e non contento d‟avere rovinato Vincenzo, anche a me un‟altra scimunita
mi voleva dare [p. 221]
(7b) Vieux loup! Sale Carmine! Il t‟avait,
et non content d‟avoir démoli Vincenzo, il voulait me donner une autre crétine, à moi aussi [p. 351]
(8a) Carmine sempre in cuore vi portava, a te, Mattia, e a te, Vincenzo [p. 218]
(8b) Carmine vous avait toujours dans le
cœur, toi, Mattia, et toi, Vincenzo [p. 347]
(9a) Voci sconsiderate, Tudia. Carmine
uomo d'onore era, e grandi servizi a noi Brandiforti ci ha reso [p. 218]
(9b) Des bruits sans fondement, en effet,
Tudia. Carmine était un homme d‟honneur, et il nous a rendu de grands services à nous autres Brandiforti [p. 347]
(10a) Già, e morì ammazzato. Ma a me
non mi ammazzano, Mody! a noi non ci ammazzano, grazie a te, a Jacopo [p. 486]
(10b) Oui, et il est mort assassiné. Mais moi on ne me tuera pas, Mody! Nous, on
ne nous tuera pas, grâce à toi, grâce à Jacopo [p. 769]
Come si vede, la ridondanza pronominale è un fenomeno presente nei contesti comunicativi più informali e meno sorvegliati; in francese Nathalie Castagné approccia il problema in modi differenti: in (1b) la ridondanza nominale viene sostituita dalla locuzione verbale m‟être égal, mediante la quale la traduttrice cerca di mantenere il contesto colloquiale presente nel testo di partenza; in (2b), (5b) e in (6b) il fenomeno viene neutralizzato a vantaggio di forme standard. Infine, negli altri casi la traduttrice si serve dei fenomeni di dislocazione della frase con distaccamento del pronome personale tonico che viene ripreso da un pronome personale clitico.
4.3.2 Ci attualizzante
La particella ci, oltre ad avere in italiano la funzione di pronome, spesso «ha un effetto più propriamente attualizzante»327, ed anzi è obbligatorio «quando si descrive un evento specifico del quale implicitamente sono richiamati aspetti materiali e localizzabili»328, come nell‟esempio riportato da Francesco Sabatini «C(i) ho fame»329.
Tale funzione è molto più evidente col verbo avere e il suo uso è obbligatorio quando si voglia evitare ambiguità330. Nell‟italiano dell‟uso medio, l‟uso del verbo avere in unione con la particella ci si è notevolmente estesa, come in alcune espressioni sovente ritrovate nel romanzo (per un totale di 39 occorrenze), che conferiscono al testo una coloritura piuttosto colloquiale e, in ogni caso, vengono sempre usate in situazioni più informali e rilassate.
Di seguito vengono riportati alcuni tra i casi più rappresentativi:
(1a) Che sei cascata dal letto stamattina
che ci hai „sti pensieri poetici? [p. 8]
(1b) Serais-tu tombée du lit ce matin pour
avoir ces pensées poétiques? [p. 14]
(dileguo) (2a) E facciamo questa frittata. Io non ci
ho paura! Sei tu che ci hai paura. Altro che uomo sei! Tremi tutto [p. 9]
(2b) Eh bien, faisons-le ce gâchis. Je n‟ai
pas peur! C‟est toi qui as peur. Un homme, tu parles. Tu trembles des pieds à la tête. [p. 16] (dileguo)
(3a) Oggi dopo il solfeggio e gli esercizi
al pianoforte impariamo anche a scriverle le note. Ma che ci hai, picciridda, stamattina? [p. 22]
(3b) Aujourd‟hui après le solfège et les
exercices au piano nous apprendrons aussi à écrire les notes… mais qu‟est-ce que tu as, ce matin, pitchounette? [p.36]
(dileguo) (4a) Sacrificio! Ci avevo dormito per anni
io con Tina [p. 106]
(4b) Sacrifice! J‟avais dormi des années
avec Tina, moi [p. 172] (dileguo)
327 Sabatini, L‟italiano… cit., p. 161. 328 Ibidem.
329 Ivi, p. 160. 330 Ibidem.
(5a) No, no. È che c‟ho paura Carmine,
paura! [p. 196]
(5b) Non, non. C‟est que j‟ai peur,
Carmine, peur! [p. 313] (dileguo)
(6a) E che vuol dire „sto discorso? Donna
sei e che c‟hai a che fare con pipa e tabacco tu? [p. 200]
(6b) Et que signifie ce discours? Tu es une
femme, qu‟est-ce que tu as à faire d‟une pipe et de tabac? [p. 319] (dileguo)
(7a) No, tu non ci hai colpa, sei novellina
tu, ma io. Cristo! E che m‟hai commossa, ecco cos‟è, se lo vuoi sapere [p. 430]
(7b) Non, ce n‟est pas de ta faute, tu es
novice, toi, mais moi… Bon Dieu! C‟est que tu m‟as émue, voilà ce qu‟il y a, si tu veux le savoir [p. 678] (dileguo)
(8a) Eh, voi ricchi! O non sapete quello
che ci avete o sfottete: la campagna, la bicocca, questa è una reggia, cavolo! [p. 443]
(8a) Eh, vous les riches! Ou vous ne savez
pas ce que vous avez ou vous vous payez la tête du monde: la maison de campagne, la bicoque, mais c‟est un palais, ça, mazette! [p. 699] (dileguo)
Come si può notare, la traduttrice ha ignorato il fenomeno in italiano, e ha scelto di volta in volta la soluzione del dileguo, senza alcun tipo di compensazione, deprivando chiaramente il testo di quella connotazione colloquiale di cui sono invece permeate le pagine della Sapienza.