FENOMENO OCCORRENZE con il
4.3 Livello morfosintattico
4.3.5 I pronomi allocutivi di cortesia
Accanto ai pronomi personali, generalmente considerati come allocutivi naturali poiché espressamente riferiti a uno o più destinatari, l‟italiano, come molte altre lingue, dispone di allocutivi referenziali o di cortesia337, impiegati principalmente in una situazione comunicativa in cui i partecipanti non sono in rapporti di confidenza tra loro.
Per alcuni secoli, dal „500 al „900, l‟italiano possedeva tre allocutivi: tu, voi, lei, sebbene, fino al periodo fascista, fosse più in uso il voi. In questo sistema tripartito era possibile distinguere tra allocutivi reciproci, attraverso i quali gli interlocutori si danno del tu, del voi o del lei reciprocamente, e quelli non reciproci, in cui l‟interlocutore dà del tu ricevendo del voi o del lei, o viceversa. In esso l‟elemento referenziale appariva piuttosto evidente: nel caso del voi il singolo, in virtù dei suoi meriti e del suo prestigio, è come se valesse per due; nel secondo caso invece ci si indirizza astrattamente alla signoria, all‟eccellenza dell‟altro, come se fosse troppo ardito rivolgersi a lui direttamente.
Oggi l‟italiano contemporaneo ha semplificato tale sistema tripartito giungendo a due allocutivi, il tu, usato con persone che si conoscono bene, e il lei, adoperato in circostanze comunicative più formali.
Nel romanzo, coerentemente con la sua ambientazione regionale, accanto ai tradizionali tu e lei, comapre in 11 occasioni il voi. Mentre infatti il tu e il lei vengono regolarmente adoperati come reciproci, il voi è un elemento indicato da molti studiosi della lingua come tratto essenziale dell‟italiano regionale di area centro- meridionale338. Tra gli esempi più rappresentativi si ricorderanno:
(1a) Perché, principessa, mi costringete a
questo tavolo? Io ne soffro più di voi, mi dovete credere! Sotto questa divisa c'è un uomo che soffre a vedervi così stanca, ma purtroppo è il mio dovere. Vi prego ancora una volta: cercate di ricordare qualcosa di preciso. Che forse qualcuno s‟è voluto vendicare coinvolgendovi in cose da uomini? Un innamorato respinto? Col fascino vostro non ci sarebbe da
(1b) Pourquoi, princesse, me retenez-vous
à cette table? J‟en souffre plus que vous, croyez-moi! Sous cet uniforme il y a un homme qui souffre de vous voir aussi fatiguée, mais malheureusement c‟est mon devoir. Je vous en prie encore une fois: essayer de vous rappeler quelque chose de précis. Quelqu‟un aurait-il voulu se venger en vous impliquant dans des affaires d‟hommes? Un amoureux
337 Cfr. Serianni, Grammatica… cit., p. 169. 338 Ivi, p. 168-9; p. 171.
meravigliarsi! A volte gli uomini respinti possono divenire implacabili. Cercate di ricordare, ci bastano due nomi, tre. Li consegniamo alla giustizia e voi ve ne tornate a casa in quattro e quattr'otto! [p. 421]
éconduit? Avec le charme qui est le vôtre, il n‟y aurait pas à s‟en étonner! Parfois les hommes que l‟on repousse peuvent devenir implacables… Essayez de vous souvenir, il nous suffit de deux ou trois noms. Nous les livrons à la justice et vous retournez chez vous en moins de deux! [p. 664]
Come si vede dall‟esempio proposto, la scelta della traduttrice è quella di mantenere il voi che, in francese, è l‟allocutivo di cortesia per eccellenza.
Al contrario, più interessanti appaiono i casi di allocutivi di cortesia mutuati dal dialetto339, ormai sempre meno usati, come vossia (1 sola occorrenza), vossignoria (3 occorrenze) e il più produttivo voscenza (41), di cui si riportano alcuni esempi:
(1a) Vossia mi scusasse, don Mattia, ma
ho l‟ordine di stare a due passi dalla principessa. Brutti tempi corrono per le nostre strade [p. 261]
(1b) Mille escuses, Don Mattia, mais j‟ai
ordre de rester à deux pas de la princesse. Il fait mauvais dans nos rues ces temps-ci [p. 414] (dileguo)
(2a) Non sta male, ringraziando Dio, non
sta male. Allora posso andare? Bacio le mani a vossignoria. [p. 44]
(2b) Il ne va pas mal, Dieu merci, il ne va
pas mal. Alors je peux m‟en aller? Je baise les mains de mademoiselle [p. 118]
(3a) Vossignoria mi perdoni, principessa,
se la disturbo e giuraddio che non l‟avrei fatto se non fosse per una faccenda della massima urgenza. [p. 175]
(3b) Veuillez bien me pardonner,
princesse, si je vous dérange, pardieu je vous assure que je ne l‟aurais pas fait si ce n‟était pas pour une affaire de la plus grande urgence [p. 279] (dileguo)
(4a) Io innamorato d'una signorina così
istruita e a posto? Vossignoria mi perdoni principessa, ma in errore é caduta pensando a questo. [p. 175]
(4b) Moi amoureux d‟une demoiselle aussi
instruite et comme il faut? Veuillez me pardonner, princesse, mais vous commettez une erreur en pensant à ça. [p. 279] (dileguo)
339 «Quando ci si rivolge a una persona per la quale si mostra rispetto, si usa vui oppure vossìa/vassìa,
vossignoria o voscenza (voscenza bbinidica! Saluto di grande rispetto). Si tratta di forme della
(5a) Che voscenza ha bisogno di qualche
servizio, principessina? [p. 73]
(5b) Auriez-vous peut-être besoin de
quelque service, principessina? [p. 118]
(dileguo) (6a) Col suo permesso, io in questi tre
giorni non ho fatto che il mio dovere. Purtroppo di queste ne accadono a fottìo. Oh! Voscenza scusi, volevo dire che io, beh, sì, ne ho viste tante e tante che non le conto più [p. 16]
(6b) Pardonnez-moi, ma Mère, mais la
politique n‟a rien à voir ici. Si vous permettez, durant ces trois jours je n‟ai fait que mon devoir. Malheureusement, des choses comme ça, il en arrive par tripotée… Oh! toutes mes excuses, je voulais dire que… eh bien, oui, quant à moi j‟en ai vu tant et tant que je ne les compte plus [p. 26] (dileguo)
(7a) Visto che voscenza ci tiene tanto, ma
visto pure che „na scazzidda di carusa è, posso almeno chiamarla padroncina? [p. 90]
(7b) Vu que Votre Honneur y tient
tellement, mais vu aussi que c‟est une gamine de rien du tout, puis-je au moins l‟appeler petite patronne? [p. 145]
(8a) Pazienza deve avere! Gli uomini,
tutti così! Anche mio padre buonanima, a incantarsi dietro a ogni sottana nuova! Ma mi deve credere, il mio principe voscenza ama. Imbarazzato sono a parlarle di queste cose. Ecco, io, a come stanno le cose, credo che a Catania, voscenza mi perdoni, bisognerà distrarlo con qualche picciotta, beh, sì, come si faceva ai tempi della principessa buonanima perché qui sta il punto, quella torinese vergine è. Ma che fa, piange? [p. 125]
(8b) Il faut être patiente! Les hommes,
tous les mêmes! Mon regretté père aussi, à rester en extase devant chaque nouveau jupon! Mais croyez-moi, c‟est vous qu‟aime mon prince… Je suis embarrassé de parler de ces choses. Voilà, moi, au point où on en est, je pense qu‟à Catane, que Madame me pardonne, il faudra le distraire avec quelques petites, ben, oui, comme on faisait du temps de feu la princesse parce que – voilà le hic – cette Turinoise est vierge… mais que faites- vous, vous pleurez? [p. 201] (dileguo)
(9a) – Chi è padrone in questa casa,
Pietro?
– Voscenza, principessa.
– E allora calmati. Qua si fa quello che dico io [p. 232]
(9b) – Qui est le maître dans cette maison,
Pietro?
– Vous, princesse.
– Et alors calme-toi. Ici on fait ce que je décide [p. 368]
La traduttrice, evidentemente a disagio con la presenza di allocutivi sconosciuti alla lingua francese, ha optato nella maggior parte dei casi per il dileguo (6/10); una volta, (9b), sceglie l‟allocutivo di cortesia tipico del francese vous; una
volta utilizza madame e una mademoiselle340; infine, facendo una scelta unica in tutto il romanzo, usa Votre Honneur341, enfatizzando la portata dell‟espressione mutando la minuscola in maiuscola, per delle ragioni che risultano incomprensibili342.