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La storia editoriale de L’arte della gioia

Nel documento L'acte de traduire L'arte della gioia (pagine 101-111)

3. L’arte della gioia

3.2 La storia editoriale de L’arte della gioia

Come racconta con minuzia di particolari Domenica Scarpa nella Postfazione all‟edizione Einaudi dell‟Arte della gioa, la vicenda della pubblicazione del romanzo percorre un lasso di tempo pari al doppio della sua gestazione: venti anni. Ma non basta. Se oggi infatti il romanzo è pubblicato nelle prestigiose edizioni Einaudi e conosce un buon successo sulla scena nazionale, lo si deve senz‟altro più al folgorante riscontro di pubblico e di critica che ha avuto in Francia, che alla lungimirante perspicacia dell‟editoria nostrana.

Goliarda Sapienza finisce di scrivere il romanzo nel 1977, e da allora tenta tutte le vie per darlo alle stampe, senza però mai riuscirci, o meglio arrivando a vederne pubblicata solo la prima parte grazie a Stampa Alternativa257 nel 1994. Edizione peraltro che passa quasi del tutto inosservata. Anche quella integrale del 1998, sempre per Stampa Alternativa, non ha certo un riscontro tale da far gridare al caso letterario.

Sembra un libro maledetto, a causa del quale d‟altronde la scrittrice si è ridotta sul lastrico: per scriverlo, prima, per tentare di farlo pubblicare, poi.

Sin dal suo compimento, il romanzo viene proposto a vari editori e agenti letterari, subendo una serie di rifiuti: il primo è di Sergio Pautasso per Rizzoli, nel maggio1979; segue quello di Einaudi, tramite Paolo Terni nell‟ottobre dello stesso anno, e ancora quello di uno dei maggiori agenti letterari dell‟epoca, Erich Linder, che, nel dicembre 1979, lo rimanda al mittente senza averlo letto a causa di problemi personali. Presa dallo sconforto, alla fine di quell‟anno infausto, la scrittrice si rivolge a Sandro Pertini, alla cui liberazione nel gennaio 1944 aveva collaborato il padre, e in qualche modo anche lei, che aveva avuto un piccolo ruolo tra i partigiani dell‟epoca.

257 Tra Stampa Alternativa e Angelo Pelligrino, a proposito della pubblicazione del romanzo, si è accesa una dura polemica. In un articolo (Guerra e pace in Sicilia) a firma Daria Galateria apparso su Repubblica del 25 giugno 2008, la giornalista riporta che «Goliarda non c'era più da due anni, quando Angelo Pellegrino, a sue spese, pubblicò L‟Arte della gioia per i tipi di Stampa Alternativa». Notizia tirata chiaramente dalla prefazione all‟edizione di Einaudi, dove Pellegrino scrive: “Pubblicai allora a mie spese L‟arte della gioia in un migliaio di esemplari per i tipi di Stampa Alternativa. Era il 1998”. Cfr. Sapienz, L‟arte… cit., p. V. La casa Editrice si affretta a precisare che «la prima pubblicazione del primo capitolo, che inaugurò la nostra nuova collana “MillelirePiù” è del 1994 quando Goliarda era ancora in vita, come attesta il contratto da lei stessa firmato e totalmente a nostre spese. Poi alla successiva e prima edizione integrale del libro Pellegrino offrì un contributo di 5 milioni 300 mila lire, pari al 50% delle spese tipografiche, su un impegno (a parte il lavoro redazionale e le spese di impresa) di 12 milioni 712 mila lire.
 
 Contributo importante ma del quale Pellegrino chiese e ottenne, da noi di Stampa Alternativa, il totale rimborso man mano che maturarono le royalties sulle copie vendute. Infine, Pellegrino dimentica di citare tutte le successive e numerose edizioni sempre e totalmente a nostre spese e dalle quali ha anche incassato regolarmente i diritti di competenza». Cfr. http://www.stampalternativa.it/wordpress/2008/07/07/le-mezze-verita-sulla-nostra-arte-della-gioia/.

L‟allora Presidente della Repubblica si muove con discrezione, facendo interpellare nuovamente Pautasso, che però oppone l‟eccessiva lunghezza del romanzo e un taglio troppo sperimentale. Nel frattempo l‟opera arriva anche sulle scrivanie della Feltrinelli, che lo rimanda indietro nell‟aprile 1980 adducendo, a motivazione del rifiuto, uno stile narrativo non in linea con le pubblicazioni della Casa Editrice. Nel 1981 viene sollecitata la Mondadori, ma anche in questo caso il romanzo viene rifiutato, con ragioni alquanto vaghe. Nello stesso anno, un barlume di speranza si accende con la rivista “Noi Donne” (Editori Riuniti), che pare interessata a una pubblicazione a puntate, ma il costo dell‟impresa si rivela proibitivo e il progetto cade nell‟oblio. Nel frattempo la Sapienza, che nell‟ottobre 1980 ha vissuto l‟esperienza della prigione, scrive L‟università di Rebibbia, la cui pubblicazione, nel 1983 a cura di Rizzoli, e il buon successo di vendite non servono però alla causa del L‟Arte della gioia.

Risulta ovvio chiedersi il perché di tanto accanimento. Secondo Domenico Scarpa «forse il problema, oltre che nella mole del manoscritto, stava proprio nei libri pubblicati dieci anni prima da G. S. L‟autore che vuole riemergere, il romanziere che parecchi anni or sono ha già pubblicato un paio di opere di medio successo costituisce di fatti uno spauracchio per ogni redazione editoriale»258.

Sulla questione interviene forse più a proposito anche Adele Cambria259, amica intima di Goliarda Sapienza, che in un articolo comparso sull‟Unità del 26 settembre 2006, ricordando la prima lettura del romanzo, scrive: «di pagina in pagina, percepivo la compattezza ideologica dell'Autrice. Goliarda, non era affatto «ideologica»: anzi accusava l'ideologia di averle rovinato la vita. Ma aveva idee “straniere” su tutto. E deve essere stata questa, suppongo, la ragione per cui i responsabili delle più grandi case editrici si ritraevano con terrore dalle pagine de L'arte della gioia».

Per giungere a una svolta bisogna attendere il 2005, quando il romanzo viene pubblicato in Francia a cura delle Editions Viviane Hamy, una piccola casa editrice parigina, che si racconta sul proprio sito internet con le seguenti, telegrafiche, parole: «nous nous attachons à découvrir de nouvelles voix, ou à redécouvrir des écrivains européens».

258 Domenico Scarpa, Senza alterare niente, in Sapienza, L‟arte… cit., p. 528.

259 Già nel 1979, la giornalista aveva cercato, invano, di aiutare la scrittrice nell‟impresa di far pubblicare il romanzo, scrivendo tra le altre cose un articolo sul quotidiano Il Giorno, intitolato Dopo

La storia merita di essere rivissuta minuziosamente, a testimonianza del fatto che spesso i grandi eventi nascono dalle piccole cose. Nathalie Castagné, la vera artefice della pubblicazione del romanzo, durante un incontro-intervista260 ha raccontato con esattezza come si è svolta l‟intera vicenda:

«En décembre 2003, un collaborateur de Viviane Hamy, Frédéric Martin261 m'a appelée pour me dire qu'une agente littéraire allemande, Waltraud Schwarze, avait envoyé chez Viviane un livre atypique dont elle pensait qu'il pourrait l'intéresser, et pour me demander, personne ne lisant l'italien dans la maison d'édition - pour laquelle j'avais déjà travaillé -, de lire ce gros livre et de donner mon avis sur l'opportunité de le traduire ou pas.

J'avais un travail à finir et j'ai lu L'arte della gioia vers le début janvier 2004: j‟ai été stupéfaite de découvrir un texte à ce point hors du commun – car c‟est rarissime d‟avoir entre les mains un livre si extraordinaire, totalement inconnu – et si enthousiasmée par sa première partie que je priais le ciel (des anarchistes) de n'être pas déçue par la suite...

Une fois la lecture terminée, j‟étais dans un état d‟effervescence, j‟en ai parlé à tous mes amis, et j'ai rédigé, en prenant mon temps pour être sûre de faire du bon travail, un rapport de lecture262 à la hauteur de mon enthousiasme, auquel j'ai joint la traduction du très beau texte d'Angelo Pellegrino, que je trouvais très convaincant, et la présentation biographique de Goliarda, pour me donner, ou plutôt donner au livre, encore plus de chances "d'emporter le morceau" (pour la petite histoire, j'avais même lu ma note de lecture à deux amis pour en tester la puissance de persuasion). La

260 Dopo un breve ma intenso scambio epistolare, ho incontrato Nathalie Castagné, per intervistarla, a Montpellier il 17, 18 e 19 giugno 2011.

261 Ha lavorato fino al 2009 come uomo tuttofare per le Éditions Viviane Hamy per poi fondare nello stesso anno, in collaborazione con Benoît Virot, le Éditions Attila.

262 La traduttrice ha gentilmente concesso la nota di lettura inviata alla casa editrice, i cui punti salienti recitano: «Liberté romanesque, intelligence et esprit libertaire d‟un livre hors-norme, hors normes actuelles surtout, dans sa dimension et sa manière, histoire d‟une multitude de personnages, mais on a presque envie de dire d‟une multitude d‟êtres, sur plusieurs générations, autour d‟une protagoniste que nous allons suivre de l‟enfance au seuil de la vieillesse  mais c‟est pour elle l‟âge d‟une maturité épanouie , L‟Arte della Gioia (L‟Art de la Joie) emporte à la fois par sa force d‟imagination et par sa puissance de créer la vie. On n‟oublie pas les figures qui s‟y présentent à nous,  paysans siciliens, religieuses, vieille princesse extravagante, anarchiste romaine, pour n‟en citer que quelques-unes : ce monde existe, à un point assez extraordinaire ; mais rien dans ce livre n‟est ordinaire. On sent qu‟il a été écrit sans concession, sans abdication devant quelque censure que ce soit, par nécessité intérieure et avec la joie, en effet,  l‟effervescence , qui accompagne une telle réalisation. […] Outre les qualités intrinsèques du livre, la véritable aventure fantasmatique mais aussi humaine dans laquelle il entraîne,  en un temps de repliement souvent étriqué sur soi, de conformisme par obéissance aux dogmes de toutes sortes, de sentimentalisme, et de menaçante réapparition des dévots –, il me semble plus que jamais bienvenu que se fasse entendre une voix comme celle de Goliarda Sapienza».

réponse a été immédiate: je crois que le lendemain de mon envoi par mail, on m'appelait des éditions Viviane Hamy pour me dire que la décision était prise, qu‟ils étaient tous très excités, que c‟était formidable e qu‟ ils engageaient les discussions pour l'achat des droits. Ils m‟ont fait donc complètement confiance. Ils ont fait confiance bien évidement aussi à Waltraud Schwarze, parce que j‟imagine que Viviane si elle la connaît bien, elle sait qu‟elle ne dit pas les choses par hasard, mais en tout cas je suis sûre que malgré tout si j‟avais dit non ou si j‟avais eu des hésitations, le livre n‟aurait pas été publié.

Il a fallu attendre le printemps pour que ce soit réglé. J'ai commencé la traduction vers la mi juillet, il me semble, là encore j'avais un travail à finir. J‟ai démarré très vite et j‟ai envoyé les premières 50-100 pages très rapidement. Il y avait une grande excitation. parce que dans la maison d‟éditions Fréderic au moins, mais peut-être même d‟autres personnes, les avait lu et avait trouvé ça extraordinaire. J'avais demandé six mois pour la traduction, que j‟ai rendue partie après partie, parce qu'être absolument seule à porter tout cela m'angoissait, donc je voulais le partager avec quelqu‟un – Viviane ayant voulu lire le livre seulement quand il a été traduit en entier. Il ne faut pas oublier que pendant un an, j'ai été la seule personne en France à connaître L'art de la joie, en étant responsable non seulement de sa traduction, mais même très largement de sa publication, et de sa publication intégrale - je crois qu'en Allemagne le livre a été publié en deux morceaux263 -: si j'avais dit non, ou avais été tiède, après lecture, il n'aurait tout simplement pas paru. La totalité du roman, Viviane a dû l'avoir en février 2005 et elle en a été enthousiaste.

Je n'avais même pas relu l'ensemble qu'elle envoyait à divers critiques, libraires, etc. l'annonce de la publication du livre avec le texte de ses premiers paragraphes. Et c'est ainsi que le feu s'est propagé.

La maison d'édition l'a d'ailleurs alimenté jusqu'au bout, sans négligence: ça été un travail remarquable, qui n'assurait pas le succès, mais a été, je pense, l'un de ses éléments. Mais il y a eu surtout cette conjoncture de passion. En bref: ce fut une magnifique aventure».

Quindi Viviane Hamy riceve la traduzione nel febbraio 2005 e si prepara a fare uscire L‟art de la joie per la rentrée in settembre. Nathalie Castagné svela che da

263 Effettivamente in Germania il romanzo è stato pubblicato per le edizioni Aufbau-Verlag in due tomi: il primo, In den Himmel stürzen (tradotto da Constanze Neumann) nel 2005, il secondo, Die Signora, (tradotto da Esther Hansen) nel 2006.

subito la casa editrice mette in moto un‟operazione di marketing molto attenta, inviando copie e recensioni a chiunque potesse svolgere un ruolo positivo per le sorti del romanzo.

E i risultati si vedono. Il 6 settembre Libération dedica ben tre articoli – due interviste, rispettivamente a Citto Maselli e Angelo Pellegrino, compagni di Goliarda Sapienza; e un articolo interamente dedicato al romanzo dal titolo Himne à l‟amour – redatti da Jean-Baptiste Marongiu, il quale decanta le virtù dell‟opera: «C'est un voyage dans le Novecento italien (en fait la première moitié), le vécu d'un siècle saisi par le corps, par l'intelligence du corps d'une femme, comme une traversée de la mer à la nage. Etres et choses ; hommes, femmes, enfants ; croûte craquelante d'une terre sismique ; vagues méditerranéennes de Sicile: c'est un monde tactile et onirique, aux abîmes scandaleux, qui effleure la peau jusqu'au cri de celle qui (se) raconte, et, coulant entre les cuisses, lui apporte toutes les délices. Il se laisse lire aussi comme un manuel de libération sexuelle, sociale, intellectuelle: l'Art de la joie justement - en écho à l'art de la fugue de Bach. Une géométrie des affects qui destitue les passions tristes pour crier encore et encore son oui à la vie. Publié posthume en 1998, vingt ans après la fin de sa rédaction, l'Art de la joie est surtout un roman qu'on a refusé d'éditer du vivant de son auteur, parce qu'il n'était ni en avance ni en retard sur son temps mais simplement ailleurs». L‟8 settembre sul Nouvel Observateur, Catherine David scrive non senza entusiasmo: «Tout est extraordinaire dans ce livre, le titre d‟abord, L‟Art de la joie, qui semblerait convenir à un essai philosophique. Mais il s‟agit bien d‟un roman, un vrai, qui vous emporte et vous tourneboule, un roman plein de fièvre et d‟intelligence, très concret, très visuel, érotique et familial, psychologique et politique, enraciné dans une île peuplée d‟amandiers sauvages et de vendettas. Un roman qui nous apporte le regard d‟une femme exceptionnelle sur notre vie, nos préjugés, notre actualité. […] ce livre - univers plus qu‟un événement littéraire, (est) un événement existentiel».

Ma a segnare il momento decisivo è stato l‟articolo comparso il 16 settembre su Le Monde des Livres a firma René De Ceccatty, Sapienza, princesse heretique, nel quale il giornalista afferma che il romanzo «c‟est une incontestable découverte, un survol phénoménal de l‟histoire politique, morale et sociale de l‟Italie, sous le regard d‟une narratrice sicilienne merveilleuse dans ses élans parfois rationnels, parfois passionnels, et c‟est la révélation d‟un tempérament d‟écrivain hors pair».

«Voilà un pur joyau qui a bien failli être un roman maudit. […] Difficile de se rassasier de ce jaillissement d‟intelligence et de subversion: L‟Art de la joie, c‟est la joie de l‟art. Un gai savoir, sous la baguette d‟une muse oubliée des lettres transalpines».

Sotto Natale, il 9 dicembre, Le Soir dà ai suoi lettori dei consigli per i regali, così Pascale Haubruge scrive: «Vous voulez lire un roman, un seul, paru en cette rentrée, un roman qui en vaut dix, vingt, cent autres, qui est tout à la fois récit d‟initiation, parcours d‟une femme de trempe, traversée du vingtième siècle italien, histoire d‟amour, cheminement intellectuel, politique, émotionnel? Vous voulez faire la connaissance d‟une héroïne que vous n‟oublierez pas de sitôt, qui va vous émouvoir, vous réveiller, vous parler à l‟oreille bien après la dernière des 640 pages où elle s‟incarne? Ouvrez donc L‟Art de la joie de Goliarda Sapienza».

Gli articoli che celebrano il caso letterario dell‟anno si susseguono e L‟art de la joie scala rapidamente le classifiche dei libri più venduti. L‟eco di un successo così eclatante non può non rimbalzare oltre le Alpi, rientrando amplificata nel paese da cui era uscita con debole impulso.

Non molto tempo addietro, dopo la prima pubblicazione di Stampa Alternativa in un migliaio di esemplari, sporadicamente si levava qualche voce celebrativa, come quella di Manuela Vigorita che in un articolo intitolato Se l‟arte della gioia diventa libertà apparso su Buddismo e Società (n. 93, luglio-agosto 2002) scriveva: «Chi l‟ha letto ne rimane segnato, chi l‟ha letto dice che questo libro insegna a desiderare. […]Chi l‟ha letto, quel libro, ringrazia Goliarda di essere esistita, di averlo scritto, di aver donato a Modesta e a noi la sua vita». Anche il Corriere della Sera, per mano di Luca Orsenigo aveva, il 19 novembre 2003, recensito positivamente il romanzo quando alla voce Perché leggerlo rispondeva «perché è un inno alla gioia. Alla gioia più semplice che ci sia, quella data dalla coscienza e dalla serena accettazione della propria esistenza e con questa quella di tutti, cose e persone, che, comunque sia, collaborano a rendere ragione di una felicità che non può a nessun titolo esserci strappata. Il Novecento, secolo di tragedie orribili e ingegno altissimo, si svela così da un'altra angolazione e le vicende che lo interessano, guerre e rivoluzioni, scienza e tecnica, arte e filosofia hanno le stimmate di una donna, Modesta, che ne riassume le speranze e la volontà di tutte».

Ma è il 2005, come accennato, a segnare la svolta. All‟indomani della sua pubblicazione, l‟articolo di De Ceccatty viene indicato da La Repubblica che nella

sezione cultura titola Il trionfo di goliarda, riportando gli entusiastici commenti della stampa d‟oltralpe: «Magnifico. Magico. Commovente. Sono questi gli aggettivi con cui la stampa francese ha accolto la pubblicazione di un romanzo italiano d'oltre seicento pagine, opera di una scrittrice mai tradotta in precedenza e scomparsa ormai da quasi dieci anni. Si tratta dell'Arte della Gioia, il romanzo a cui Goliarda Sapienza dedicò moltissimi anni della sua vita e che in Italia, dopo molti rifiuti, fu pubblicato postumo da Stampa Alternativa. In Francia, lo pubblica una piccola casa editrice Viviane Hamy, che ne ha sentito parlare per la prima volta un paio d'anni fa da un editore tedesco. In previsione della pubblicazione, l'editore ha fatto circolare con molto anticipo le bozze tra i critici, i quali, senza farsi intimorire dalla mole, hanno letto d' un fiato le incredibili avventure di Modesta, una donna libera e anticonformista nella Sicilia della prima metà del Novecento. Così, quando il libro è arrivato in libreria, hanno pubblicato articoli ditirambici. […]Il risultato è che in una sola settimana il libro è stato ristampato due volte, ha raggiunto le ventimila copie ed entrato nella classifica dei libri più venduti. Insomma, un successo sorprendente per un‟opera che in Italia faticò parecchio a trovare un editore. Oggi però il trionfo francese potrebbe favorire un ritorno d'interesse anche tra i lettori italiani».

Persino Il sole 24 ore, sorpreso che l‟inserto culturale di Le Monde avesse dedicato a L‟arte della gioia la copertina con un titolo a tutta pagina, segnala l‟evento il 18 settembre nella rassegna stampa della pagina Attualità ed esteri; un mese dopo, il 15 ottobre, è Adele Cambria a segnalarlo al pubblico italiano, annunciando dalle pagine dell‟Unità che: «Goliarda Sapienza, si rivela ora, in Francia, come “una narratrice siciliana meravigliosa, nei suoi slanci, a volte razionali, a volte passionali, che mostrano un temperamento di scrittore senza pari.”(René de Ceccatty su 'Le Monde'). […]Ora, sull'onda del successo francese, 'Stampa Alternativa', che pubblicò il libro di Goliarda nel 1998, due anni dopo la sua morte, lancia la quinta edizione de 'L'arte della gioia'. Delle prime quattro, sempre attraverso “un bouche-en-oreille lent mais sur”, se ne sono vendute cinquemila copie. In Francia, in un mese, ottomila. E continua».

Il 31 ottobre dello stesso anno Costanzo Costantini dalle pagine del

Nel documento L'acte de traduire L'arte della gioia (pagine 101-111)