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I finanziamenti all’Istituto Santo Spirito: l’Ispettoria e i finanziamenti dello Stato.

AREA FINANZIARIA

4.7. I finanziamenti all’Istituto Santo Spirito: l’Ispettoria e i finanziamenti dello Stato.

L’Istituto Santo Spirito ottiene le risorse finanziarie necessarie allo svolgimento della propria attività essenzialmente mediante tre canali:

- Le rette degli studenti;

- I finanziamenti pubblici (contributi provenienti dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca);

- I contributi a fondo perduto dell’Ispettoria

Le rette degli studenti rappresentano, anche alla luce dei prospetti contabili esposti, la principale fonte di finanziamento per l’Istituto. L’organizzazione, non avendo scopo di lucro, fa in modo di chiedere ai propri studenti delle somme di denaro necessarie esclusivamente alla copertura dei costi di gestione. L’ulteriore liquidità proviene da contributi statali, i quali vengono erogati dal Ministero dell’Istruzione in seguito ad una richiesta scritta da parte dell’ente.

Più precisamente, ogni anno il Ministero dell’Istruzione promuove un bando per il sostegno delle iniziative e dei progetti volti a promuovere, diffondere e a tutelare il patrimonio culturale italiano. I contributi del Ministero (conosciuti come contributi MIUR) possono essere richiesti da università, enti, accademie, fondazioni, consorzi, associazioni ed altre istituzioni pubbliche e private che

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abbiano tra i fini la diffusione della cultura tecnico-scientifica, la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico, storico-scientifico, tecnologico ed industriale conservato nel nostro paese 163

. Questi contributi vengono corrisposti all’Istituto Santo Spirito con varie cadenze, ad esempio, alcuni vengono elargiti semestralmente, altri ogni sei mesi.

La terza forma di finanziamento di cui beneficia l’Istituto sono le erogazioni di denaro a fondo perduto elargite dall’Ispettoria. Ogniqualvolta l’Istituto Santo Spirito si trovi in una situazione di carenza di liquidità, l’Ispettoria contribuisce con dei versamenti che non prevedono l’obbligo di restituzione.

A questo punto è opportuno chiarire come faccia l’Ispettoria a reperire i fondi necessari a finanziare gli ammanchi di liquidità delle varie case ad essa sottoposte.

Come già specificato all’inizio del capitolo, l’organizzazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice è composta da numerose Ispettorie, ognuna delle quali è collegata al Consiglio generale. All’interno dell’organizzazione le somme di denaro circolano tramite autorizzazioni provenienti dal Consiglio Ispettoriale e vanno a finanziare gli enti che in un dato momento hanno maggiori esigenze di liquidità, i mezzi finanziari sono reperiti presso le ispettorie che in quel determinato momento hanno un’eccedenza di liquidità. Supponiamo, a titolo di esempio, che il l’Ispettoria della Toscana abbia la necessità di ottenere un finanziamento e che l’Ispettoria dell’Emilia Romagna abbia delle somme di denaro in surplus; tramite il sistema di autorizzazioni esistente all’interno dell’organizzazione, le somme di denaro vengono trasferite da un’Ispettoria ad un’altra e anche, eventualmente, da una Casa ad un’altra, in modo da sopperire alle mancanze di liquidità.

In generale, quindi, le eventuali eccedenze di cassa ottenute da una casa vengono utilizzate per compensare gli ammanchi di un’altra, in modo da non dover ricorrere ad altre fonti di finanziamento più onerose.

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4.8. Conclusioni.

In base all’analisi svolta nei precedenti paragrafi si evidenzia come l’ente ecclesiastico oggetto del presente capitolo operi sempre nell’ottica del mantenimento di un equilibrio finanziario di lungo periodo.

Dalla lettura del conto economico si evince che l’istituto opera senza perseguire lo scopo di lucro; infatti le perdite di esercizio, pressappoco corrispondenti ai costi non monetari e che quindi non sono state generate da effettive uscite di denaro, sono costanti nel periodo di riferimento.

Molto significativa è la tabella 4.6 che evidenzia come gli amministratori dell’istituto pianificano le operazioni in modo da non aver necessità di ottenere finanziamenti da soggetti esterni quali banche o altri istituti di credito. Il mantenimento dell’equilibrio finanziario è garantito anche dall’intervento dell’Ispettoria, che, tramite erogazioni liberali, contribuisce al pagamento delle obbligazioni che sorgono durante l’esercizio dell’attività istituzionale.

Oltre ai prospetti contabili sopra esposti le Figlie di Maria Ausiliatrice predispongono ogni sei anni una relazione sull’andamento della loro gestione; si tratta di un documento alla stregua del bilancio sociale descritto nel capitolo 3 del presente lavoro, e riporta delle informazioni utili per valutare l’andamento dell’organizzazione nel tempo. Si tratta comunque di un documento interno all’organizzazione, utilizzato dalle religiose per pianificare l’operato negli anni futuri.

Infine, come strumento contabile di ausilio, potrebbe essere utile, per l’Istituto Santo Spirito, predisporre un rendiconto finanziario che consentirebbe di tenere maggiormente sotto controllo le liquidità durante la gestione. Tramite la corretta redazione di tale documento, infatti, il personale addetto all’amministrazione dell’Istituto potrebbe avere maggiori informazioni riguardo alle movimentazioni di liquidità e quindi negli esercizi successivi modificare la propria gestione per migliorare i suoi livelli ed, eventualmente, ridurre gli interventi dell’Ispettoria, a beneficio dell’intera organizzazione che potrebbe avere, in questo modo, maggiori risorse finanziarie a disposizione per altre ispettorie, nell’ottica di un miglior funzionamento finanziario dell’intera organizzazione.

CONCLUSIONI

Il lavoro svolto ha avuto lo scopo di descrivere un’altra faccia della vita economica dello Stato italiano: il mondo del no profit gestito da religiosi.

La Realizzazione del presente lavoro è stata interessante in quanto ha consentito allo scrivente di approfondire le proprie conoscenze sugli enti non commerciali e scorgere le principali differenze che caratterizzano una società commerciale rispetto ad un ente non commerciale. Differenze, queste, che scaturiscono sia dal punto di vista operativo, sia dal punto di vista contabile ed economico aziendale. In particolare il legislatore, a differenza di quanto fa per le società commerciali, non detta per tale tipologia di enti obblighi civilistici in ordine alla tenuta della contabilità e alle forme di rendicontazione economico – finanziarie. Gli aspetti contabili degli enti non commerciali sono indirettamente “regolati” dal legislatore fiscale che invece prevede particolari norme in materia. Chiaramente la suddetta “mancanza di vincoli legislativi” questa ultima possibilità rappresenta per l’ente stesso un’arma a doppio taglio: è vero infatti che, se da un lato comporta un alleggerimento dei sistemi contabili, dall’altro concedere la possibilità di approntare un sistema contabile senza dover rispondere a delle regole standard di riferimento comporta innanzitutto il prosperare di sistemi contabili spesso di carattere esclusivamente fiscale, che non saranno in grado di fornire strumenti di rendicontazione in grado di mostrare il reale andamento della gestione, e qualora l’ente fosse in grado di produrre sintesi contabili inerenti gli aspetti economico-finanziari, queste a causa dell’inesistenza di regole atte a garantire la comparabilità delle stesse, non sarebbero confrontabili da un punto di vista spaziale e potrebbero comportare per i vari enti un minore incentivo al confronto con i complessi produttivi operanti nello stesso settore con tutte le conseguenze negative del caso.

Attualmente anche il mondo del “no profit” sta rivisitando le proprie impostazioni gestionali, infatti nella prassi operativa si possono trovare sempre più organizzazioni senza scopo di lucro che si focalizzano su una corretta gestione economico-finanziaria e che quindi approntano strumenti di rendicontazione sulla falsa riga degli enti for profit. Molte grandi organizzazioni

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no profit, inoltre, stanno adottando strumenti quali il bilancio sociale ed il

bilancio di missione, in modo da render noto a terzi interessati l’andamento della gestione e gli impatti sociali dell’ente stesso.

La scelta dell’ente ecclesiastico, come oggetto di analisi, è dovuta al fatto che durante la pratica professionale lo scrivente si è imbattuto in tale tipologia di ente e la fattispecie ha suscitato un notevole interesse, proprio perché la gestione contabile è molto particolare e fuori dagli schemi abituali della contabilità ordinaria. Il sottoscritto ha voluto approfondire le proprie conoscenze in questo settore particolare perché anch’esso ha un forte impatto sull’economia e sarebbe sbagliato pensare che solo gli enti commerciali fanno progredire il sistema economico di uno Stato.

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio innanzitutto il Prof. Francesco Poddighe che, con i suoi preziosi consigli e con la sua vasta esperienza, ha permesso la stesura di questo lavoro di tesi.

Vorrei inoltre esprimere la mia più sincera e sentita gratitudine alla Dott.ssa Pamela Bellofatto che mi ha seguito con assiduità, professionalità e competenza in questi mesi.

Un encomiabile appoggio mi è stato inoltre fornito dalla Dott.ssa Stefania Agrelli e dalle sue collaboratrici che mi hanno permesso di acquisire esperienza in ambito economico-aziendale e contabile: a loro vanno i miei più speciali ringraziamenti.

Determinanti per lo sviluppo di questo lavoro sono state anche Suor Maria Bianchi e Suor Graziella Pezzotta, che mi hanno supportato nella fase iniziale di raccolta delle informazioni riguardanti l’Istituto Santo Spirito del quale rappresentano importanti figure di riferimento.

Un grazie affettuoso e caloroso ai miei genitori che mi hanno aiutato materialmente e moralmente in tutti questi anni di vita universitaria, permettendomi di raggiungere questo traguardo.

Un ringraziamento a Sara che mi ha sempre sostenuto e incoraggiato in questi anni di studi, il suo appoggio è stato importantissimo per la conclusione della mia carriera universitaria e le sarò per sempre riconoscente.

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