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Il problema dell’affidabilità e il divieto di distribuire gli utili.

ENTE ISTITUTO “GAMMA” Fornitore “beta”

3.5. I bilanci negli enti ecclesiastici 1 Il bilancio di esercizio

3.5.2. Il bilancio di missione.

3.5.2.2. Il problema dell’affidabilità e il divieto di distribuire gli utili.

Nel precedente paragrafo abbiamo posto come assunto che un ente mission

oriented non procede in alcun caso alla distribuzione degli utili.

Esistono però situazioni, senz’altro patologiche, nelle quali il fatto di essere orientati al raggiungimento di scopi di pubblica utilità o comunque più

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G. ECCHIA, G. MARANGONI, L. ZARRI, Il bilancio sociale... op. cit. p. 42.

Utente

Non acquista il servizio

(0,0) Fornitore (1,2) (-2,1) Acquista il servizio Fornisce un servizio di cattiva qualità Fornisce un servizio di buona qualità

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schiettamente sociali potrebbe soltanto rappresentare una copertura di quello che è l’obiettivo reale dell’organizzazione, ossia l’ottenimento di un profitto.

In particolare si possono individuare due diversi ordini di motivi per i quali, nel pur apparente rispetto del divieto di distribuzione degli utili, non può comunque essere garantita l’affidabilità dell’organizzazione in termini di raggiungimento degli obiettivi “comunicati” all’ambiente circostante. In primo luogo tale vincolo non garantisce l’affidabilità dell’ente in quanto, nonostante i fini ufficiali formalizzati nello statuto, può succedere che venga adottato uno stile gestionale inadeguato in termini di efficacia ed efficienza, ad esempio perchè la gestione dell’ente potrebbe essere affidata ad un soggetto poco competente il quale effettua investimenti inadeguati alle esigenze dell’istituto, oppure a causa di carenza di risorse finanziarie l’ente è obbligato ad acquistare attrezzature di bassa qualità che non riescono a fornire l’apporto produttivo necessario per raggiungere gli obiettivi istituzionali nei termini prefissati. Inoltre, nel corso del tempo possono verificarsi tendenze involutive di vario genere che spingono il personale dipendente e/o volontario a perseguire obiettivi diversi da quelli previsti nello statuto.

In merito alla prima critica mossa, pur ammettendo che un ente rispetti il vincolo della non distribuzione degli utili, non si può esser comunque certi che questo riesca a raggiungere i propri obiettivi in condizioni di efficienza ed efficacia operativa132. Chiaramente si tratta di uno scenario altamente

indesiderabile, è dunque per monitorare situazioni di questo genere che il bilancio di missione può essere uno strumento di fondamentale importanza al fine di fare un riscontro obiettivi – risultati ed evitare, quindi, che un soggetto continui ad operare sul mercato in condizioni che creerebbero problemi alla collettività.

Un secondo ordine di motivi, che rende insufficiente il mero vincolo alla distribuzione degli utili quale elemento a garanzia dell’affidabilità dell’ente ecclesiastico, è il fatto che, se al tempo t l’ente è in grado di garantire il non

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B. GUI, Il terzo settore tra economicità e valori, Fondazione Lanza, Gregoriana Libreria Editrice, Padova, 1997.

perseguimento del profitto e l’efficacia e l’efficienza della gestione, non è detto che la stessa garanzia possa essere fornita al tempo t+1. Potrebbe accadere che si inneschi un processo involutivo a causa di un affievolimento della spinta ideale di soggetti-chiave (quali i donatori e i lavoratori dipendenti e volontari) il cui apporto è stato decisivo all’inizio dell’attività. In linea con quanto è stato appena esposto, c’è chi rileva correttamente: «non è solo la forma di un’organizzazione a favorire il coinvolgimento e la partecipazione degli stakeholders, ma anche i processi attraverso i quali essa funziona e persegue i propri obiettivi»133.

Vediamo nel dettaglio quali possono essere gli effetti di un affievolimento delle motivazioni degli stakeholders interni ed esterni.

Gli stakeholders esterni sono i donatori. Questa categoria di soggetti è molto importante per gli enti ecclesiastici in quanto consente a questi ultimi di ottenere le fondamentali risorse finanziarie. Numerose prove empiriche mostrano che chi dona è spesso guidato da un profilo motivazionale di natura consequenzialista134:

ciò significa che la propensione a donare è direttamente proporzionale all’aspettativa che le risorse donate vengano utilizzate secondo canoni di efficienza e coerentemente con quanto dichiarato in fase di raccolta fondi. Questo atteggiamento implica che, se un ente ecclesiastico supportato anche da donatori consequenzialisti non si dimostra in grado di rispondere nel corso del tempo, alle aspettative di questi ultimi, il peso relativo a questa fonte di finanziamento è destinato a ridursi. Per questo motivo il bilancio di missione è un valido supporto all’ottenimento di fondi, in quanto consente agli stakeholders esterni di valutare se effettivamente le donazioni sono servite ad ottenere i risultati sperati.

Per quanto riguarda i portatori di interessi, si ritiene che anche grazie alle cosiddette motivazioni intrinseche dei vari stakeholders, gli enti ecclesiastici abbiano la capacità di mobilitare varie tipologie di risorse lavorative provenienti

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L. FAZZI, Il bilancio sociale per le Onp: cosa imparare dalla pratica? Guerrini e associati, Milano, 2005, p. 47.

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Richiamando la nota distinzione weberiana, i potenziali donatori appaiono guidati da una forma di “razionalità rispetto allo scopo” (etica della responsabilità), anziché da forme di “razionalità rispetto al valore” (etica della convinzione). Cfr. M. WEBER, Economia e società, Edizioni di comunità, Milano, 1986.

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da lavoratori e da volontari. Anche in relazione a queste categorie di soggetti, però, può presentarsi il problema di un affievolimento motivazionale, in mancanza di opportuni interventi di “rinforzo” e di incentivo da parte dell’ente, il quale, come ogni altro organismo produttivo basato sull’attività dell’uomo, deve prestare una particolare attenzione alla formazione e alla valorizzazione del capitale umano secondo linee coerenti con la mission dell’organizzazione. Per poter mantenere nel tempo un livello di partecipazione adeguato da parte dei soggetti interni è opportuno che l’ente mantenga una stretta interrelazione tra valori, mission e organizzazione.

3.5.2.3. Il bilancio di missione come strumento per il rafforzamento