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Nell’ambito della fraseologia la coincidenza tra forme popolari, espressive e di

origine dialettale è molto forte. Tuttavia mentre il repertorio dei proverbi veri e propri

sembra essere piuttosto limitato, quello delle locuzioni idiomatiche si presenta ricco e

trae linfa vitale, anche in questo caso, principalmente da due distinte fonti: il filone

letterario comico-toscano e la contemporanea lingua d’uso. In primo luogo infatti la

fraseologia presente nei romanzi sceneggiati deriva da un’interrotta tradizione letteraria,

che muove dalle novelle di Boccaccio, passa attraverso la poesia di Burchiello e la

commedia toscana del Cinquecento, attraversa le commedie di Goldoni e arriva fino a

Giusti134.

Appartengono al filone letterario la locuzione verbale:

- fare d’uopo

«anche oggi se lo vuoi/ solo fa d’uopo che io parli ancora una volta con Piero» (LO, 119). In TB; GDLI: Ariosto, Parini e Foscolo.

le locuzioni avverbiali:

- guari

134

«né stette guari che aperti gli usci della stanza vidi entrare diverse genti» AF, 136)

L’uso si è mantenuto fino al nostro secolo conservando un carattere pedantesco. GDLI:

in Latini, Dante, Pulci, Bembo, Ariosto.

-di subito

«egli era stato colto di subito / strappato alla realtà/ avvolto in una nube di sogno» (FF,

6);

- a guisa di

« ed egli a guisa di un piccolo amore» (FF, 11); «poiché a guisa di Olla e di Oliba» (AF,

3);

- a mano mano

«Il corteo, ingrossatosi a mano a mano lungo i viali e a Porta Palazzo, traendo seco nuovi seguaci e curiosi per la singolarità della gente che lo componeva, giunse al Cimitero» (GA, 75), «E ho scritto... A mano a mano mi pareva di liberarmi da me stesso, dalla mia vita, dalla mia miseria, per entrare nudo e puro nella grande vita» GA, 135.

GDLI: Manzoni, Soderini e Maffei

- a rompicollo

« gli affiliati di quella paranza erano stati invitati per lo ‘sciacquitto’/ alla taverna dei pulcinelli// sogliono le ‘paranze’ pigliarsi di tempo in tempo questi spassi/ in tal caso si spende a rompicollo/ paga il cassiere della ‘paranza’» (MN, 411)

GDLI: Lomazzi, Adriani, Rota, Manzoni;

- di sottecchi:

«Lo guardava di sottecchi, mostrando il broncio, e aspettando d'essere più forte per tornare da Nicla » (FF, 66)

TB; GDLI: in Scambrilla, Parini, Manzoni, Verga e D’Annunzio;

- davvantaggio

«Quanti anni hai tu? Vent’anni o poco davvantaggio» (MN, 91).

TB; GDLI: in Berni, Galileo, Marino, Goldoni, Manzoni, Leopardi.

Tra le locuzioni verbali se segnalano:

-saperla lunga

«Voi siete dotto e da tale nascete che la sapeva lunga» AF, 122

-andare a braccetto

« Picaday a braccetto con Quibio (GA, 60) GDLI: in Nievo, Verga e D'Annunzio.

- guardare fiso:

«la domenica/ e tutti i giorni festivi/ Onesimo andava a sentire messa a Giugliano// una domenica vide nella chiesa una giovinetta che lo guardava ‘fiso fiso’ // Onesimo fu distratto per tutto il tempo che durò la messa/ uscirono insieme» (MN, 90).

In TB; GDLI: Dante, Petrarca, Ariosto, Alfieri, Chiabrera, Carducci e D’Annunzio.

-essere d’uno stesso stampo

«chi fosse entrato in quell’androne delle carceri della Vicarìa/ alla prima squallida luce che vi si affacciava/ avrebbe visto uno spettacolo strano e bizzarro/ che solo un abile pennello potrebbe ritrarre// erano rinchiusi in quel camerone/ una ventina di carcerati all’incirca/ roba d’ogni risma/ micidiali/ falsari/ ladri/ grassatori/ conduttori di giochi vietati/ stupratori/ accoltellatori/ ‘scrocchi’/ impropri mendicanti/ vecchi osceni/ ed altri fiori di galanteria

d’uno stesso stampo» (MN, 10).

Voce non presente in TB col significato figurato di “appartenere alla stessa categoria” in senso dispregiativo. Registrato da GDLI in De Roberto («La gioventù oggi è tutta d’uno stesso stampo: scioperata, vanitosa irriverente»)

- avere stanza per dimorare

«mio padre aveva stanza in Val di Greve presso San Giusto» (AF,142 )

Locuzione attestata da RF e da TB nella lingua parlata;

- dar di capo, registrata in TB e in RF col significato di impazzare

«Messere, badate di non dar di capo nei gerundi» (AF,189);

- prendere lucciole per lanterne:

«va via minchionaccio! va a vomitare quello che hai insaccato nello stomaco che ti fa prendere lucciole per lanterne!» MN, 123

- grattarsi le mele al sole

«Si sa che il mestiere di accenditore è duro per la notte, ed è perciò che durante il giorno vi grattate le mele al sole (MN, p.10).

Qui si noti in particolare l’espressivismo della locuzione idiomatica grattarsi le

mele al sole dove mele indica anche le natiche, secondo un uso eufemistico

toscano per nobilitare la locuzione ‘alzare, sollevare le mele’, documentata in Fagiuoli e Petrocchi, o in altri idiomatismi quali mettere, piantare le mele in

seggio. Si osservi altresì che in Mastriani l’eufemismo è ulteriormente marcato

dall’espressione allitterante al sole.

La presenza di un folto gruppo di locuzioni verbali usate anche da Manzoni è da

ascrivere al serbatoio linguistico del toscano vivo e della tradizione comico-realistica.

Appartengono a questo filone espressivo costrutti come:

- far venire l’acquolina in bocca

«Questo sì che che è proprio qualche cosa da far venire l’acquolina in bocca a tutte le nobili dame di corte» (AF, p.233);

- dare in smanie

«La ragazza diede in smanie a vederlo: poi s'acquetò stanca com'era» GA, 72 GDLI:

Bartoli e Manzoni;

«Così è - noi infelici reliquie delle Bande Nere, tanto famose nelle guerre passate, ne

abbiamo or dianzi bruttata la gloria» AF, 92

RF ‘far cose che disonorano’, GDLI: in Settembrini;

In stridente contrasto con la letterarietà della lingua guerrazziana appare infatti la

colloquialità di alcuni idiomatismi panitaliani di recente diffusione come:

- ribollire il sangue

«il sangue mi ribolle quando penso un soldato possa riuscire stromento di servitù nelle mani del tiranno o del traditore» MN, p. 122

- mettere a balia

È all'ospizio, ma poi lo manderò a balia (GA, 96)

GDLI: in Giusti e Carducci;

Nell’ambito dei toscanismi si registrano inoltre locuzioni come:

-bell’e spacciata

« se Angelantonio mi vedesse a parlare con te…sarei bell’e spacciata» MN, 171(GDLI: in Bresciani);

-netti di specchio:

Fu pei suoi conforti composto il Consiglio prima di ottocento trenta, poi di mille settecento cinquantacinque cittadini, oltre i trent'anni, amorevoli della repubblica, netti di specchio. (AF, 145)

attestato in TB e in RF col significato di “persona senza macchia e senza alcun difetto”

- di specchiata onestà, come diremmo oggi;

Infine sul fronte dei proverbi popolari si segnalano:

- Dio non paga il sabato, presente in TB e riscontrato nel parlato di un popolano

(«non per anche abbiamo fatto i conti; Dio non paga il sabato e per ogni tuo

bisogno fa capo a casa» AF, p.189);

- a nemico che fugge ponte d’oro, attestato dal RF, e dal TB col significato che al

nemico conviene dare la via larga e libera, agevolandone in tutti i modi

l’allontanamento («Lasciateli stare, - a nemico che fugge ponte d'oro.» AF,

p.267);

- ogni fil di strame fa pagliaio ed ogni pruno siepe («davvero ella è una miseria

ma ogni fil di strame fa pagliaio ed ogni pruno siepe» AF, p.144), presente in

RF col significato di occorre tener conto di ogni piccola cosa;

-baci di molti e quattrini punti (AF, 144), registrato nel TB col significato di