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Voci letterarie: aulicismi

3.6 Analisi lessicale

3.6.2 Voci letterarie: aulicismi

-Abbracciamenti

«Tu sei stata infedele ai capi italiani / tu hai volato di capo in capo come femmina rotta alla libidine insanisce negli abbracciamenti vituperosi» (AF, 60).

In TB; GDLI: Boccaccio e Manzoni.

-abbrividire: «uno dei pochi ai quali il nome sacro di patria abbrividisse le carni» (AF, 31).

Attestato da TB; GDLI: in Ariosto, Tasso e D’Annuzio (voce poetica).

-Adusta

«Gli anni non eran riusciti a curvar la sua adusta, alta figura; ma aveva perduto fin l'ultimo capello, e in compenso s'era lasciato crescere la barba, una barba lunga e sottile, di cui prendeva in bocca e masticava la punta allorchè meditava sopra un'edizione aldina o sopra qualche gran caso della vita.» (FF, 110 ).

- ascose

«Egli è fuor di dubbio che un libro il quale verrà dalla maggior parte de’ lettori considerato come un romanzo, e che porta in fronte il il titolo presuntuosetto di Misteri di Napoli, debba far nascere il sospetto che ci sia entro roba da scandalo, storie di delitti, scene da raccapricciare, ascose turpitudini strombazzate a’ quattro venti, e qui e colà qualche dramma di vituperevoli amori» (MN, VI).

In TB; GDLI: Dante

- bilioso

«era bella! questa figlia dei campi…quantunque/ di temperamento tristo e bilioso» (MN, 142).

In TB; GDLI: Garzoni, Parini e Nievo.

- brandire:

«egli torna a brandire l'asta e le vibra veloce come il serpente la lingua» (AF, 334).

In TB; GDLI: in Foscolo e Nievo.

-Cagionare

«figlio mio… fa d’uopo che tu vi rinunci/ quella famiglia cagionò

troppo dolore/ a mio fratello Berto e poi::/ vi sono altre giovinette da amare» (LO, 236).

In TB; GDLI: Dante, Manzoni e Nievo.

-Cale

«poi che m’importa [cale]! un tuo bacio/ un sol tuo bacio Onesimo/ e poscia uccidimi! io ti amo! ti amo come una matta!» (MN, 133).

In TB; GDLI: Dante, Boccaccio, Mnti, Foscolo, Manzoni, Tommaseo e Carducci. Nella sceneggiatura Gregoretti sostituisce cale con il più colloquiale m’importa più funzionale al contesto informale.

- caliginoso:

- «Il sole in sembianza di fuggiasco trascorre per quell' aere caliginoso e raccoglie a sè tutti i suoi raggi, quasi per timore di contaminarveli dentro» (AF, 14).

- In TB; GDLI: Dante, Verga.

- Contessere

«Il bosco saliva aprendosi lungo il monte; era qua e là fitto d'ombra, qua e là libero al sole, con larghi spiazzi, con bruschi gomiti per dove s'ingolfava il vento, con vôlte ben conteste di fogliame e ben riparate.» (FF, 21).

In TB; GDLI: Poliziano, Ariosto, Marino, Frugoni e Pindemonte.

- convegno

«L'esistenza di Nicla s'era tanto accomunata con l'esistenza di Bruno, che la fanciulla non desiderava più d'avere ospiti per distrarsi; e quando giungevano amici e amiche e ad essi doveva sacrificare i convegni con Bruno, le passeggiate dal pomeriggio fino al crepuscolo, durava fatica a dissimulare il suo malcontento.» (FF, 21).

In TB il termine è lemmatizzato letterario nel significato di incontro amoroso; GDLI: In Giusti e D’Annunzio.

- costumanza:

«si conserva ancora in molti dei nostri villaggi/ questa antica costumanza» (MN, 146); «siffatta costumanza dai Galli passò ai Romani/ e da questi a parecchi popoli di Italia/ nelle grandi città si perdè/ fu conservata nelle campagne» (MN, 146).

- Cupidigia:

«Non udendo le voci traverso quei vetri, mi pareva ch'egli fosse un ragno schifoso che guardasse con cupidigia una mosca dibattersi nella sua tela (GA, 21).

In TB; GDLI: Dante, Tasso, Manzoni e D’Annunzio

- Discorsa :

«Nicoletta vestita di bianco, un gran cappello di paglia ornato di papaveri sulla chioma nera a riflessi azzurrini, ascoltò la discorsa di suo padre freddamente.» (FF, 8).

In TB; GDLI: Spaventa e Carducci.

- disserrare

«e gli spaccarono la testa; e rimase, cadavere, coi denti infitti nel legno, in una presa tremenda che nessuno riusciva a disserrare» (FF, 118).

In TB; GDLI: in Dante, Tasso.

- esimere

«Sofia e Berto Zanna confessano ad Attilio il loro fallo/ l’obbligo di evitare lo scandalo/ salvare la reputazione/ impedire che il nome venga infangato/ non esime dall’obbligo della “PUNIZIONE”» (LO, 143).

In TB; GDLI: Monti, Botta e Manzoni.

«VOI E VOI E VOI come vi chiamerete / il mio favellare ha un nome per voi ma le mie labbra non osano profferire l’insulto che avete mille volte meritato» (AF, 60).

In TB; GDLI: Dante, Calandra e Palazzeschi.

- fiatamento

«conosco papà Gesualdo/ è un brav’uomo// come sei bella Rita! avevo una sorella bella come te/ il respiro [fiatamento]continuo della malaria delle tinaie ce la rapì/ povera sorella mia!» (MN, 90).

In TB; GDLI: in Magalotti. Come si vede nella sceneggiatura la scelta del più colloquiale respiro in luogo di fiatamento appare senz’altro più adeguata per la fruibilità del testo.

- fenice

« ah::/sentiamo chi sia questa… fenice/ la conosco io forse? chi è?» (LO, 210).

Si tratta di una voce comune, attestata sia da TB che da GDLI, col significato di «persona unica al mondo per bellezza o per doti e virtù eccezionali», in GDLI anche in senso ironico, come nel caso qui riportato (Petrarca, Bembo, Carducci).

- Fronzuto

«I grossi alberi, i rami, le foglie, i fantastici archi e le cortine che parevan chiudere in fondo, in fondo, le immaginarie gallerie fronzute, il terreno cinereo, la radura coperta di sterpi e di tronchi, andavano confondendo linee e profili.» (FF, 46).

In TB, GDLI: De Maiano, Boccaccio, Ariosto, Manzoni e Pascoli.

- furente

«mi abbandonava mentre io l’amavo tanto/ ero la sua schiava/ avrei chiuso gli occhi sorridendo calpestata dai suoi piedi… si era innamorato

di un’altra/ fui colta da una vertigine/ la più furente gelosia si impadronì di me» (LO, 231).

In TB; GDLI : Verri e Foscolo

- genitrice

«ogni qualvolta la madre lo chiamava presso al suo letto di dolori/ quel perfido fanciullo la scherniva/ e si divertiva a fare diavolerie nella stanza…/ dov’era la inferma genitrice» (MN, 172).

In TB; GDLI: in Dante, Boccaccio, Monti, D’Annunzio.

- inferma

«ogni qualvolta la madre lo chiamava presso al suo letto di dolori/ quel perfido fanciullo la scherniva/ e si divertiva a fare diavolerie nella stanza…/ dov’era la inferma genitrice» (MN, 172).

In TB; GDLI: in Dante, Petrarca, Boccaccio, Tasso, Carducci.

- Giammai:

- «Margherita è morta a tempo/ certo la sua memoria non sarà disprezzata né da Bruno/ né da sua figlia/ questa non conoscerà giammai il segreto della sua nascita/ ed avrà un padre buono ed onesto che l’amerà/ inchiniamoci quindi dinnanzi alla volontà di Dio/ che così ha voluto/ né io morire/ né vivere con un continuo rimorso nel cuore» (LO, 248); «nessuna donna vi passava giammai» (MN, 133).

-

- In TB; GDLI: in Dante, Ariosto, Leopardi e Verga.

- gramo

«era un fantasma…il viso gramo/ scarno/ pallidissimo» (MN, 72).

In TB; GDLI: in Bandello, Spolverini, Quaglino.

la guardatura era quella di Giuda» (MN, 90).

In TB; GDLI: Boccaccio, Boiardo, Machiavelli, Gozzi e Manzoni.

- guiderdone

«prendete/ prendete/ egli è ben giusto che a me si debba premio più scarso di denaro perché ricevo maggior guiderdone di gloria» (AF, 249).

TB attesta «aver guiderdone», GDLI: ‘ricompensa’ in Giacomo da Lentini, Dante, Boccaccio, Marino e Leopardi.

- imbarrato

Ciò forse era dipeso che quel portoncino non era stato mai imbarrato né di giorno né di notte (MN, IX).

In TB è preceduto da †; GDLI: Villani.

- imo

«Gigi volse il capo/ prese l'una mano e l'altra della giovane/ le tenne strette nelle sue/ poi fissandola negli occhi/ quasi avesse voluto giungere fino all'imo della sua anima/ rispose» (FF, 117).

In TB; GDLI: in Pulci, Metastasio, Leopardi, Guerrazzi, Carducci e D’Annunzio.

- ispido

«Una donna frugava nella selva ispida d'una testa riluttante» (GA, 18).

In TB; GDLI: Pulci, Tasso, Frugoni, Magalotti e D’annunzio.

« vuol prendersi ancora gioco di me? non le basta avermi disonorata/ di aver

lordato la mia vita/ mi ha fatto strappare anche dal seno la mia creatura»

(LO, 232).

In TB il termine viene attestato solo col significato di «far lordo, sporcare,

imbrattare». In GDLI la voce è documentata col senso di «coprire d’infamia

e d’ignominia, disonorare», in Donato degli Albanzami, Colletta e Borgese.

-macchinalmente

«Il luogo era pieno di strepito e d'un vapore nauseabondo. Io mangiai, secondo l'abitudine, in gran fretta e macchinalmente» (GA, 33).

In TB; GDLI: In Manzoni (Fermo e Lucia).

- manutengolo

«L'hanno preso per un manutengolo: era sull'angolo di via Bonzanigo mentre i ladri scassinavano il negozio del gioielliere» (GA, 121).

In TB; GDLI: in Cletto Arrighi e in Periodici Popolari. Tra le parole attestate per la prima volta nel trentennio che precede il romanzo di Cena si segnala

manutengolo, per cui il GRADIT dà come data di ingresso il 1870.

- nequizia

«Brunello, scorgendo le sedie e la poltrona ancora sovraccariche di

roba, vesti, libri e gingilli, prese posto sul coperchio d'un baule, come quando piccino teneva tra le braccia il Re moro e meditava intorno alle

nequizie del mondo.» (FF, 158).

In TB; GDLI: Boccaccio, Alfieri e Tommaseo.

- orlo

« un orlo di fuoco manifestò il contorno delle bastite di Firenze/ le palle degli archibugi fioccarono spesse quanto la pioggia» (AF, 200).

In TB; GDLI: Spallanzani e Manzoni.

- perire

da perire lat. «adesso vi perirei e meco perirebbero le speranze/ per un passo mosso invano davanti/ conviene darne cento all’indietro» (AF, 71).

In TB; GDLI: Cavalcanti, Dante, Botta, Foscolo, Leopardi e Carducci

-procelloso

da procellusum lat.«il cielo che prima si mostrava procelloso diventò limpido e sereno quasi si rallegrasse di aver fatto pace con quelle traviate creature» (AF, 254).

In TB; GDLI: Dante, Leopardi e Manzoni.

- proterva:

«aveva la parte inferiore del volto/ più grossa della superiore/ il che/ ho sempre sentito dire/ essere indizio di cervellaccio e di proterva brutalità / il traditore di Cristo» (MN, 142).

In TB; GDLI: in Aristo, Tassoni, Campanella, Monti, Leopardi.

-sbarbicare

«Mi studiavo di sbarbicare dannosi e funesti pregiudizii dalle caliginose menti del nostro volgo» (MN, 10).

In TB; GDLI: Bresciani.

- scellerato

«no/ guai/ guai al lui se fosse vero/ non posso ancora crederci/ sarebbe troppo mostruoso/ disumano per quanto/ Attilio avesse ragione di vendicarsi della mia colpa/ non poteva/ essere scellerato/ a tal punto...» (LO, 237).

IN TB; GDLI: In Dante, Machiavelli, Guicciardini e Foscolo.

- serbare

«per voi ho serbato questo signor Piero».

In TB; GDLI: Boccaccio, Foscolo e Pascoli.

- slombato

«Lo sciocco, il fatuo, l'immorale era egli solo, quel Duccio Massenti, già così

slombato a ventisei anni da non sentire l'indelicatezza e la vergogna della sua

condotta; melenso e maligno, trattava Clara Dolores come una facile avventura e Nicoletta come una più facile preda». (FF, 42).

In TB; GDLI: In Frugoni e Carducci.

- sorvegnente

«Seguita terzo il valoroso principe Filippo dei duchi palatini di Reno e di Baviera doviziosamente ornato della corona e della porpora ducali il quale sostiene il mondo dorato separato dalle altre turbe sorvegnenti da una mano di cavaliere armati di corazze d’oro e di mazze d’armi dal manico d’argento / seguono gli oratori di Francia di Scozia d’Inghilterra» (AF, 76).

In TB; GDLI: Foscarini e Nievo.

- sovente

«ebbene/ da quel giorno chiedo sovente a me stessa/ se Margherita sia

davvero mia figlia» (LO, 124).

In TB; GDLI Dante, Boccaccio, Tarchetti, D’Annunzio

- sprezzare

«ebbene si! ‘sprezzami’ se lo vuoi/ ma ti confesso che nessun altro uomo ha mai esercitato tanto e mi parve così bello/ nobile/ fiero» (LO, 187).

- talentare:

piacerebbemi ma adesso nulla più mi talenterebbe che giungere a tempo per consolare il frate» (AF, 443).

Il lemma non è attestato da TB; GDLI: Iacopone, Ariosto, Monti, Guerrazzi («A me talentò sempre piuttosto virtù senza danaro che dovizia con superbia»)

- trafitture «quali trafitture dovesse provare quel cuore di madre» (MN, 91). In TB; GDLI: Muratori e De Roberto

-turpitudine

«Egli è fuor di dubbio che un libro il quale verrà dalla maggior parte de’ lettori considerato come un romanzo, e che porta in fronte il titolo presuntuosetto di Misteri di Napoli, debba far nascere il sospetto che ci sia entro roba da scandalo, storie di delitti, scene da raccapricciare, ascose turpitudini strombazzate a’ quattro venti, e qui e colà qualche dramma di vituperevoli amori» (MN, VI).

In TB; GDLI: Boccaccio, Guarini, Rosmini, D’Annunzio.

- vile

«lo vedrete/ lasciatemi andare/ saprete/ lo udirete voi stessa che Bruno non è un vile assassino» (LO, 248).

In TB; GDLI : in Ariosto e Foscolo.

- vituperoso

«tu hai volato di capo in capo come femmina rotta alla libidine insanisce negli abbracciamenti vituperosi» (AF, 60).

In TB; GDLI: Cesari, Castelnuovo, Manzoni.

- vituperevole:

- «Egli è fuor di dubbio che un libro il quale verrà dalla maggior parte de’ lettori considerato come un romanzo, e che porta in fronte il titolo presuntuosetto di Misteri di Napoli, debba far nascere il sospetto che ci sia

entro roba da scandalo, storie di delitti, scene da raccapricciare, ascose turpitudini strombazzate a’ quattro venti, e qui e colà qualche dramma di

vituperevoli amori» (MN, VI).

- In TB, RF, GDLI: in Cesari, Castelnuovo.