• Non ci sono risultati.

3.6 Analisi lessicale

3.6.3 Toscanismi

Dal punto di vista lessicale il toscanismo si caratterizza soprattutto nel

parlato di molti personaggi e più raramente anche nella voce narrante, ma

compaiono. Spesso, infatti, si ha la sensazione che nei discorsi diretti la volontà di

sottolineare la variabile diastratica si risolva in un indebito sfruttamento della

variabile diatopica, per cui esponenti della borgata napoletana si esprimono in un

toscano mescidato a tratti locali, indipendentemente dall’appartenenza geografica:

-aggiugnere:

«Allora il cardinale di Tortosa, non senza aggiugnere altre efficacissime preghiere, gli unse le coste e tutto il braccio coll'olio sacrosanto dei catecumeni (AF, 65); aggiugni che l’omiciattolo, oltre che dello impaccio che gli davano i lunghi calzoni, aveva nella sinistra mano un pesante fagotto e nella dritta una mazza (MN,10).

In TB; GDLI: in Boccaccio, Monti, Manzoni, Leopardi e Settembrini.

- appiccare:

a nessuna delle mie opere, alle quali pur si sarebbe potuto appiccare un tal titolo [...]» (MN, 1).

In TB; GDLI: Dante, Bartoli e Manzoni

-attaccaticcio:

«ho inteso tutto/ vogliono ‘scacciarci’ da qui per colpa mia/ perché il mio male è

attaccaticcio».

In TB, RF, GDLI: in Targioni Tozzetti.

- beccaio

«Ora via, monna Ghita, lasciaste voi per avventura la lingua al beccaio?» (AF, 123)

TB (beccajo), GDLI: (ant. e dial. beccaro) in Dante, Manzoni (1827). Registrato da Mengaldo (1987: 142-43) tra i dialettalismi attenuati, è presente anche nella tradizione letteraria e viva di Firenze nell’Ottocento (RF). Manzoni corregge la forma in macellaio nell’edizione 1840-1842 dei

Promessi Sposi (Vitale 1992:18).

- bricciolo

Che questa libertà non ci giova un bricciolo (p.188). In RF

- bruno

«non era passato ancora il tempo del bruno e messer Cosimo si ammogliò nuovamente» (MN, 411).

In TB; GDLI: Guicciardini.

- bucinare:

O messere, sapete un poco che cosa si va bucinando in paese di costui? (AF, 188) ‘parlare sommessamente, mormorare, vociferare”, presente in RF; GDLI: Boccaccio, Manzoni, Redi, Parini.

- buscherata:

- «io son certo che dev’essere qualche solenne ‘buscherata» (MN, 71).

In RF; GDLI: Giusti.

- celia:

«A mo’ di celia / egli l’aveva persuasa a farsi tutta avvolgere e ristringere tra le fasce come si fa co’ bimbi di fresco nati» (MN, 185-186).

Presente in RF. È tra i fiorentinismi introdotti da Manzoni nell’edizione

1840-1842 dei Promessi Sposi (Vitale1992: 30). GDLI: Lippi, Verri, Monti,

lambruschini, Tommaseo.

- cencio

« Nessuno vuole la mia vera forza. Tanto non varrebbe buttarla come un cencio ai piedi di chi può? (GA, 132).

TB; RF; GDLI: in Manzoni, Leopardi, Nievo, Verga e D’annunzio. Mengaldo (1987:259) lo colloca tra i toscanismi meno accentuati perché già molto diffuso nell’uso letterario extra-toscano secondo-ottocentesco.

- frullare

«ma che ce ne frulla a noi de’ morti» (MN, 411).

Voce non attestata in TB; presente in GDLI con il significato di avere in mente: Guerrazzi e De Sanctis.

- gaglioffo

Io non conobbi mai leggi più gaglioffe di quelle che promulgò Fiorenza nei tempi di reggimento popolare [...] (AF,188).

In TB e RF; GDLI: Cavalca, Pulci, Gozzi, Monti, Carducci.

- ganza

« ma che ce ne frulla a noi de’ morti /ognuno di voi c’ha la sua ganza».

In TB; GDLI: Pananti, Foscolo, Tommaseo, Imbriani, Verga, De Roberto.

- garbare

« Badate che a me non garba di sentirmi le ramanzine del commissario e del prefetto (MN,p.11).

Toscanismo molto diffuso nell’Ottocento, presente in RF.

- gravezze

Che questa libertà non ci giova un bricciolo: se per pagare meno di gravezze, parmi ne abbiamo pagate più in un mese di repubblica che in un anno sotto i Medici. [...] (AF, 188)

TB; RF; GDLI: Rustico, Dante e Manzoni

- omiciattolo

«aggiugni che l’omiciattolo, oltre che dello impaccio che gli davano i lunghi calzoni, aveva nella sinistra mano un pesante fagotto e nella dritta una mazza» (MN,10).

In TB; GDLI: Borsieri, De Sanctis e Carducci.

- pigionale

«domandiamo… se possa darsi articolo più bestiale dell’articolo 1581/ del nostro codice napoletano/ che accorda al padron di casa/ di espellere il

pigionale/ della casa abitata» (MN, 171).

- pocolino

«Fatto ciò il marito come se avesse voluto farla ridere un poco cominciò a dileticarla sotto i piedi» (MN, 186).

La voce non attestata in TB; risulta invece in RF e GDLI: (preceduto da articolo indeterminativo o aggettivo indefinito uso sostantivato) in Landino, Puoti, Nievo e Carducci.

-rastiatura

«Fu soppressione consigliata o comandata dalle sfere governative? Fu

sgomento dell’autore per le infinite rastiature a cui la revisione poliziesca o sì bene della Pubblica Istruzione il costringeva?» (p.1).

TB; RF; GDLI: in Burchiello e Barezzi.

- satolla

«Come volete; - innanzi di lasciare certo mio buon trebbiano arrubinato, e sarà bene tòrcene una satolla.» (p.190)

TB dice «Vive in qualche luogo di Tosc.»; RF; GDLI

-sbalestrare

«di volto ignobile/ di colore giallastro/ intorno agli occhi un cerchio tra il verde ed il violetto increspato di infinite rughe in segno di lascivia / il soprannome accennava a un difetto di lui / quando la pupilla destra fissava un punto ben determinato deviava la manca in molto sconcia maniera/ quando la manca andava a segno sbalestrava la destra» (AF, 124).

In TB; GDLI: in Varchi, Saccenti e Cesari.

-sbonzolatura

«Una certa sbonzolatura che ei si era guadagnata in una delle arrischiate sue imprese» (MN, 10).

In TB, RF e GDLI il lemma non è registrato. Invece si documenta

sbonzolare in Berni e Tommaseo. - sucidezza

«La goffaggine disposavasi alla sucidezza (MN, 10). GDLI: Siri

- uscio: «picchiò all’uscio» (GA, 51).

Presente in RF. TB definisce uscio meno nobile di porta.

- usciolo

«Venite: entriamo senza avvisare nessuno della famiglia in casa mia nell’usciolo del piano terreno e interroghiamo l'oracolo.» (AF, 190).

In TB e RF; GDLI:

- uzzolo

«Davvero! Voi mi mettete un grand'uzzolo addosso di provare...» (AF, 190).

In TB; RF; GDLI: