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3.5 Morfosintassi

3.5.7. Analisi dei tratti sintattici

3.5.7.2. Uso dei tempi

Per quanto riguarda i tempi verbali occorre sottolineare come Gregoretti sia

fedele al testo letterario persino nell’alternanza tra i tempi verbali voluta

dall’autore. E’ infatti comune in tutta la serie paleotelevisiva l’oscillazione tra

Se nelle parti narrate predomina largamente l’imperfetto,

«chi fosse entrato in quell’androne delle carceri della Vecarìa, alla prima squallida luce che vi si affacciava, avrebbe visto uno spettacolo strano e bizzarro, che solo un abile pennello potrebbe ritrarre,, erano rinchiusi in quel camerone, una ventina di carcerati all’incirca, roba d’ogni risma, micidiali, falsari, ladri, grassatori, conduttori di giochi vietati, stupratori, accoltellatori, ‘scrocchi’, impropri mendicanti, vecchi osceni, ed altri fiori di galanteria di questo stampo (MN, 15)

nei dialoghi prevale il presente che si alterna al passato prossimo:

- PILATO: parla compare!

- SERAFINO: hai visto? hai visto lo sfregio che mi ha fatto quello svergognato di tizzone?

PILATO: lo vedo!

SERAFINO: e non mi ha detto neppure una parola di scusa, e si diverte sbeffeggiarmi con questi altri cangri fetenti che sono dentro a questo casino (MN, 15)

In particolare si nota in MN l’uso del passato remoto diatopicamente marcato in

contesti fortemente connotati dal punto di vista emotivo, come nei due esempi che

qui propongo. Nel primo si noti lo stupore di Marta dinanzi alla notizia della

cospicua eredità ricevuta da Onesimo.

ONESIMO: Marta ! noi siamo ricchi! straricchi!

MARTA: oh mio Dio! egli è impazzato, che fu? che avvenne?

ONESIMO: no! no! Marta mia dilettissima, siamo ricchi ti ripeto, e non avremo più bisogno della dote che tuo padre ha messo in serbo per te, io ti trarrò da cotesta umile condizione di vita, smetteremo di essere povera gente! Comprerò un casinetto, un carrozzino (p.173)

Nel secondo si osservi l’incredulità e lo sgomento di Gesualdo di fronte alla notizia

Parroco: sono il curato di Giugliano, il Signore visita la tua casa fratello, che la sua volontà sia fatta, vengo ad annunciarti una grande sventura

GESUALDO: è morta mia figlia? Parroco: peggio che morta fratello GESUALDO: è un ricco?

Parroco: un potente GESUALDO: fu sedotta? Parroco: no! fu rapita (p.165)

Anche FF presenta quest’alternanza, soprattutto nella descrizione di eventi che si

svolgono in modo repentino, aumentando il coinvolgimento emotivo del

lettore/spettatore, come si dimostra dal seguente passo in cui Nicla prende la decisione

di dare libero sfogo ai suoi sentimenti, concedendosi a Bruno:

«impensatamente / dissennatamente ella gli offerse subito la bocca/ e si

baciavano a lungo/ gli occhi chiusi con l’avidità di due anime che si

confondono/ ah! con la bramosia con cui l’assetato beve/ e bevono fino all’ebbrezza mortale / fino alla follia/ fino all’annientamento/ si baciano con il cuore che pulsa vertiginoso con la gioia di sentirsi/ di svuotar le vene/ di tutto il sangue/ quando si sciolsero da quella stretta invincibile ...» (FF,122).

In LO, invece, il passato remoto alternato all’imperfetto e talvolta anche al presente o al

futuro viene usato per dare risalto al tipo di legame e di rapporto cronologico tra

l’azione riferita e il momento in cui la si riferisce, come si evince dal seguente contesto

che simula la modalità interrogatoria:

Lorenza:«no! io non avevo mai amato, ignoravo tutte quelle sensazioni che danno le vertigini, producono l’ebbrezza, o la morte, per un mese fu un sogno delizioso, la cui rimembranza durerà quanto la mia vita, a poco a poco però, le sue visite si

schiava, avrei chiuso gli occhi sorridendo calpestata dai suoi piedi… si era innamorato di un’altra::, fui colta da una vertigine, la più furente gelosia si

impadronì di me, e in quel momento, lo confesso altamente, il desiderio della

vendetta parlò’ all’anima mia più forte dell’amore,, GIUDICE: e la compiste! (p. 21)

Nella versione sceneggiata de Gli Ammonitori, invece, l’alternanza tra i tempi verbali è

abilmente costruita da Gregoretti che modula e incornicia in un unico microtesto

segmenti di porzioni testuali diverse. Nel passo che segue, infatti, la narrazione degli

eventi è espressa dal passato remoto, la parte descrittiva dall’imperfetto, mentre il

presente è usato per rendere l’istantaneità straniante delle considerazioni amare di

Martino Stanga su coloro che vivono ai margini della società, nel quartiere di Aeropoli:

«respirai / per un attimo ebbi la visione di un mucchietto di cenci sparsi sul lastricato ad un tratto vidi aprirsi la porta della soffitta di fronte e uscir l’ubriaco/egli andava senza dubbio a continuar la scenata/ma giunto lì / afferrò il ragazzo al petto piangendo forte/ noi lo guardavamo sdegnati e inteneriti / respirai ancora / povera ragazza/ma in fondo non è meglio così? Per lei no forse/ ma quel povero bimbo senza padre e quell’altro povero bimbo li / chissà dove ha la mamma / dicono che ci sono mamme che li vendono/ li danno a nolo per tre o quattro anni! che orrore! e la giustizia lascia fare tutto questo? (GA, 44)

Rari gli usi epistemici dei tempi verbali: si osservino un caso del futuro in una battuta di

Duccio Massenti, fidanzato di Nicla e geloso delle attenzioni che la giovane riversa sul

piccolo Brunello, e un esempio di presente in una battuta di Martino Stanga a proposito

«perché lo interroga tanto? Finirà con lo stancarlo (FF, 39); «la donna può avere quarant’anni/ il marito alcolizzato in prigione (GA, 128)

3.5.7.3. Tratti di matrice scritta