Garzapano venne coinvolto nelle vicende politiche generali durante la prima discesa nel Regno Italico di Federico Barbarossa, fornendo un consiglio prezioso per uscire da una situazione perico- losa.
Nel settembre 1155 la presenza e l’azione politica di Federico I, che, entrato nel regno nell’autunno precedente, aveva ricevuto la corona imperiale a Roma nel giugno 1155 (614), avevano innesca- to il conflitto con alcune città comunali; mentre l’imperatore si accingeva al ritorno verso la Germania, attraverso la via consueta dell’Adige, dopo avere emanato da Isola della Scala il bando con- tro Milano (615), avvenne un grave episodio, che interessò i croni- sti del tempo (616) e che vide fra i protagonisti il nostro Garzapano. Ricordiamo che Garzapano e l’altro veronese Isacco indicarono la via per sorprendere coloro che impedivano il passag- gio dell’esercito imperiale lungo l’Adige, arroccati probabilmente sulla rocca di Rivoli (617).
Garzapano non seguì l’imperatore in Germania, ma fu utiliz-
(614) Per le vicende generali e per i rapporti con Verona cfr. sopra, par. t.c. note 274 ss. e bibliografia segnalata.
(615) Doc. del settembre 1155, citato sopra, nota 275.
(616) Per l’elenco e l’esposizione delle fonti narrative si veda sopra, nota 276.
zato dai Veronesi, i quali, per placare l’ira di Federico, lo inviarono con il vescovo Tebaldo ed Isacco nella seconda ambasceria all’im- peratore (618).
Trascorso un periodo di residenza in Verona (619), Garzapano tornò al seguito dell’imperatore: durante la seconda discesa del Barbarossa, in occasione dell’emanazione di un privilegio a un cit- tadino bresciano (620), Garzapano è registrato fra i presenti nel- l’
arx
di Rivoli, subito dopo Federico “conte di Rivoli” (621), al quale evidentemente il castello era stato assegnato, dopo che era stato occupato dai legati imperiali (622). Due anni dopo, appare in Monselice al seguito del messo imperiale Pagano (623).I servizi resi da Garzapano gli valsero poi l’affidamento del castello di Rivoli, che egli tenne fino a che i Veronesi nell’autunno del 1164 vi posero l’assedio, ottenendo la resa nel marzo dell’anno successivo (624), così da chiudere il tratto finale della via ‘mae-
(618) Sulle ambascerie inviate dal comune veronese a Federico I si veda sopra, t. c. nota 277.
(619) Si vedano i documenti degli anni 1156 e 1157, citati sotto, note 658 e 664.
(620)DD Friderici I,n. 227, 1158 ottobre 21.
(621) Senza giungere a proporre identificazioni, per le quali la documenta- zione non è sufficiente, segnaliamo che il nome Federico del “conte di Rivoli” ricorda un altro Federico, inclitus comes Gardensis, che nell’anno 1150 aveva presieduto un placitum generalein Torri del Benaco (doc. citato sopra, nota 236), e un terzo, che due decenni dopo è visconte in Garda (doc. dell’anno 1186, citato sotto, nota 681).
(622) Cfr. sopra, t. c. nota 360.
(623)CDP, III, n. 746, 1160 settembre 12, Monselice. Cfr. Castagnetti, Le
cittàcit., p. 155.
(624) Il riferimento a Garzapano de Insulo, che deteneva il castello di Rivoli, si trova in alcune redazioni del Chronicon Veronense(codici di Aix, Oxford e Sigoniano), riportate in Cipolla, ‘Annales Veronenses’cit., p. 18, sotto l’anno 1165. Per la connotazione de Insuloper Garzapano, segnaliamo che nei
stra’ del Brennero. Nella quarta discesa dell’autunno del 1166 l’imperatore, come abbiamo notato (625), piegò verso la Valcamonica.
In questo periodo, durante il conflitto, guerreggiato o latente, con la Lega Veronese e con la Lega Lombarda, Garzapano non appare nella nostra documentazione. Probabilmente entrò stabil- mente nel seguito imperiale, soggiornando per lunghi periodi in Germania. Qui nel 1170 lo troviamo assistere in Francoforte all’e- manazione di un privilegio (626).
Rivelatore della sua influenza presso la corte è il ruolo di intercedente o patrocinatore che egli svolse l’anno seguente in occasione della richiesta e della concessione di un ‘feudo di signo- ria’ a una famiglia capitaneale veronese. Ne siamo informati da una attenta testimonianza resa in Verona un decennio più tardi. Alla fine del 1180, vertendo la controversia tra la famiglia capita- neale dei da Lendinara e la comunità di Zevio per l’esercizio dei diritti signorili (627), apprendiamo che i primi, dopo avere acquisi- to la signoria dagli eredi di Olderico Sacheto, avevano inviato alla corte imperiale, che sostava a Donauwört (628), un loro
nuntius
, Riccardo, abitante in Schlanders in Val Venosta, per chiedere ed ottenere l’investitura del feudo. Riccardo, nella sua ampia testimo- nianza (629), dopo avere motivato il proprio incarico per essereprimi decenni del secolo XIII i membri della famiglia dei da Bussolengo sono con frequenza designati in tale modo: cfr. sotto, t. c. note 675-676.
(625) Cfr. sopra, t. c. nota 419.
(626)DD Friderici I, n. 558, 1170 gennaio 5, Francoforte: Garzapano di Verona.
(627) App., n. 7. Cfr. sopra, t. c. nota 193. Le tappe principali della contro- versia tra signori da Lendinara e comunità locale sono esposte da Castagnetti, ‘Ut
nullus’cit., pp. 25-33.
(628) Cfr. sopra, t. c. nota 571.
(629) App., n. 7. Sulla scelta quale nunzio di Riccardo di Schlanders si veda sopra, t. c. nota 570.
egli
proximus
di Adelardino da Lendinara e avendo per lui grande affetto, ricorda che, giunto alla corte, si recò presso Garzapano, al quale illustrò lo scopo del suo viaggio e chiese di essere presentato all’imperatore.Ammessi alla sua presenza, Garzapano e non il nunzio espose la richiesta, perorandone l’accoglimento, svolgendo, dunque, la funzione di patrocinatore. Federico rinviò il suo consenso, ritenen- do opportuno che dovesse partecipare all’investitura il duca Enrico il Leone, assente dalla corte, ma atteso entro breve tempo. La motivazione, non espressa, risiedeva nel fatto che era stato il padre del duca, Enrico il Superbo, ad investire originariamente Olderico Sacheto del feudo di Zevio, dopo essere stato a sua volta investito da Lotario III di Garda e del suo comitato, nel quale Zevio si tro- vava inclusa (630). All’arrivo di Enrico il Leone, il nunzio Riccardo e Garzapano nuovamente si presentarono alla corte e il nunzio fu investito del feudo con una
berreta
direttamente dall’im- peratore e dal duca; il secondo affidò poi a Martino Longo, vero- nese (631), il compito quale suo nunzio di investire Adelardino da Lendinara del feudo. Il testimone ricorda infine che all’atto assiste- vano, fra molti, Albertino, figlio di Garzapano, e un Enrico, che risiedeva in Este al servizio del marchese estense.Ritroviamo Garzapano al seguito di Federico I nella sua quin- ta discesa nel regno, quella che vede la sua sconfitta e la ‘tregua di Venezia’ (632). Nell’aprile 1175 è registrato fra i testi presenti ad uno degli atti delle trattative di Montebello (633); ampiamente
(630) Cfr. sopra, par. 4.1.
(631) Un Martino Longo era apparso fra i testi nell’atto di investitura effet- tuato nel 1160 dal duca Guelfo VI agli Estensi: doc. citato sopra, nota 272.
(632) Lamma,I comuni italianicit., pp. 375-381; Capitani, Storiacit., pp. 427-429.
(633)DD Friderici I,n. 638, 1175 aprile 16 e 17, p. 137. Nell’edizione si leggeGarzapannis Capitislupi de Tervisio, lettura confermata dall’Indice dei
attestata la sua presenza nel seguito imperiale nell’estate 1177 a Venezia (634) e nell’autunno a Cesena (635); poi in altre città: Lucca (636) e Torino (637). Assieme al padre, a volte, è registrata la presenza anche del figlio Alberto. A Venezia, nella curia giudi- ziaria imperiale (638), compare il figlio Olderico (639). Non
nomi, sub voce (ibidem, p. 406), così che Garzapane diventa un cittadino di Treviso, connotazione che invece va riferita a Capodilupo, effettivamente trevi- giano, del quale ci limitiamo a segnalare la sua magistratura di podestà del comune di Treviso fra gli anni 1178 e 1179: cfr. Castagnetti, Le cittàcit., pp. 217 e 219-220.
(634)DD Friderici I,n. 685, 1177 luglio 20, per la chiesa di Aquileia; n. 701, 1177 agosto 27, per la canonica di S. Maria delle Carceri di Este: l’elenco dei testi è ampio ed altamente qualificato, comparendo il patriarca di Aquileia, alcuni arcivescovi e vescovi tedeschi e italiani, dignitari di corte, i marchesi Corrado di Monferrato e Obizzo di Este, i conti Schinella di Treviso, Enrico di Appiano con il nipote Olderico, Ugezzone vicentino; quindi Garzapano de
Verona, Gabriele figlio di Guezolo o Guezili da Camino, Gerardino da Camposampiero, Guglielmino Tempesta, Enrico Teutonico, Cavalcasella de
Castello(probabilmente un da Bussolengo: cfr. sotto, t. c. nota 674); n. 703, 1177 agosto 29, per il monastero di S. Giorgio in Braida di Verona: Garzapano svolge il ruolo di intercedente; è presente anche il figlio Alberto.
(635)DD Friderici I,n. 715, 1177 ottobre 7, Cesena.
(636)DD Friderici I,n. 727, 1178 gennaio 25, Lucca: Garzapano di Verona con il figlio Alberto.
(637)DD Friderici I,n. 735, 1178 giugno 23, Torino: Garzapano con il figlio Alberto.
(638) C. Cipolla, Un giudizio in appello pronunciato dalla curia di
Federico I nell’agosto del 1177,I ed. 1895, poi in Cipolla, Scritticit., II, pp. 409-410, n. 2, 1177 agosto 21, Venezia, palazzo ducale; H. Kalbfuss, Urkunden
und Regesten zur Reichsgeschichte Oberitaliens,“Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken”, 15 (1912), n. 11, che non cita l’e- dizione del Cipolla.
(639) Olderico collaborerà ancora con l’Impero, essendo presente in Padova con un legato regio: F. S. Dondi Dall’Orologio, Dissertazione sesta sopra l’isto-
abbiamo rinvenuto menzione di Garzapano nella documentazione federiciana posteriore al 1178.
5.5. Con il vescovo di Trento al momento dell’assassinio del