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Vassallo del capitolo veronese e del monastero di S Maria in Organo

Pur se le presenze di Garzapano nella documentazione vero- nese non sono frequenti – alcune possono esserci sfuggite, non avendo compiuto a tale fine uno spoglio del tutto esaustivo –, esse sono sufficienti per attestare i rapporti di vassallaggio verso il capitolo veronese e il monastero di S. Maria in Organo.

Dal capitolo il padre Odelrico e poi Garzapano detenevano terre nell’alta Valpantena, quasi sicuramente in feudo, come pos-

(651) Sui conti di Appiano si veda Cusin, I primi due secolicit., p. 39. (652) Sui conti di Tirolo ibidem, pp. 108-109.

(653) Tralasciamo, ovviamente, i nomi di coloro che furono ‘miracolati’, sui quali l’autore si sofferma alla fine della narrazione (Rogger, Vita, mortecit., app., pp. 380-384).

(654) Cfr. sopra, t. c. note 463-465. (655) Cfr. sopra, par. 3.4.2.

siamo dedurre da due investiture concesse ai Turrisendi negli anni 1125 (656) e 1137 (657), i cui contenuti corrispondono sostanzial- mente: nel primo documento viene specificato che sono eccettuate dall’investitura le terre che in Cologne deteneva Olderico da Bussolengo; nel secondo le terre eccettuate sono detenute da Garzapano, una precisazione che mostra l’aggiornamento della situazione e nel contempo suggerisce di intendere la datazione del documento come termine

ante quem

della scomparsa di Olderico.

Garzapano, con i fratelli Rodolfo e Olderico, assiste nel 1156 all’investitura in feudo di Porcile, ora Belfiore, che l’arciprete con- cede a Folcoino (658), un membro di un ramo cadetto della fami- glia comitale di San Bonifacio. Con Garzapano, per le nozze con sua figlia Ema, stipula un contratto di ‘dote e donazione’ (659) Tebaldino figlio del defunto Ottone di Tedaldo – di Capodiponte (660) –, donando beni del valore di trecento lire e ricevendo in dote la somma equivalente. Assistono all’atto Rodolfo e Olderico da Bussolengo, fratelli di Garzapano.

Altra documentazione intorno agli anni Sessanta mostra Garzapano fideiussore per un affittuario che riceve dal veronese Alberto di Boccassio terreni vari, uno dei quali in Rivoli (661), o

(656) Doc. dell’anno 1125, citato sopra, nota 326.

(657) Castagnetti, Fra i vassallicit., app., n. 19, 1137 maggio 27, Verona. (658)Veronensis Capitularis Thesaurus,Verona, 1990, p. 146, doc. 1156 ottobre 21, Verona.

(659)FV, perg. 7142, 1169 aprile 21, Verona, nella casa di Tebaldino in Castello: Ema è definita figlia di Garzapano da Bussolengo, forse la sola volta che il nome del nostro è seguito dalla cognominazione signorile, cognominazione attribuita invece con frequenza agli altri membri del gruppo parentale; le motiva- zioni potrebbero risiedere nella poca diffusione del nome Garzapano o Garzapane e, per converso, nella notorietà del personaggio, come abbiamo supposto.

(660) Su Ottone di Tebaldo/Tedaldo di Capodiponte, console nell’anno 1147, e sulla sua famiglia si veda Castagnetti, Ceti e famigliecit., pp. 52-54.

teste a una vendita fra privati di terreni suburbani presso porta S. Stefano, non lungi dal Castello (662).

Costanti sono i rapporti di Garzapano con il monastero di S. Maria in Organo, prossimo alla zona dell’Isolo (663). Egli appare nel 1157 tra i

fideles

del monastero che assistono l’abate nell’atto di locare ad Atelmo

de Castello

e ai figli un appezzamento nel broilo del monastero, nella zona meridionale del Castello, con la facoltà di costruirvi eventualmente un edificio per

batalla

(664). Un Garzapano ritorna nella documentazione monastica intorno agli anni Novanta (665). Nel 1191, in particolare, figura in un elenco di sessantaquattro vassalli, confermati nelle loro investitu- re feudali dall’abate Guido, da poco eletto (666).

Mentre raramente Garzapano viene designato con la cognomi-

(662) ASV, S. Stefano, perg. 59, 1168 gennaio 19, Verona. (663) Varanini, Dal ‘castrum’cit., pp. 37-38.

(664) Castagnetti, Ceti e famigliecit., app., n. 2, 1157 marzo 30, Verona; cfr.

ibidem, p. 44. Un Garzapano, probabilmente il nostro, compare in un atto dell’an- no 1156: ASV, S. Maria in Organo, perg. 93, 1155 novembre 12 e 1156 maggio 25, Verona, copia. Tralasciamo di fornire i dati relativi a pochissimi altri perso- naggi omonimi, se non li riteniamo accostabili al nostro. Segnaliamo solo un Garzapano, attivo negli ultimi decenni del secolo XII, che appare fin dal primo atto, tuttavia, definito quale membro della famiglia Spiciani: Garzapano de Spano ovverode Spiciano, teste ad uno degli atti concernenti la regolazione del mercato e dei dazi (Cipolla, Veronacit., p. 358, in nota, doc. 1184 febbraio 2, Verona, in

contione:brevedel mercato e delle porte); ancora: ASV, Ospitale civico,perg. 126a, 1184 agosto 13, Monte Dracone, copia: Bernardino de Spicianis agisce a nome suo e degli zii paterni Griffo e Garzapano; ASV, S. Silvestro,perg. 72, 1202 maggio 10, Verona: Spiciano nipote del fu Garzapano de Spiciano. Sulla famiglia degli Spiciani fra XII e XIII secolo, si sofferma G. M. Varanini, Primi contributi

alla storia della classe dirigente veronese del Duecento. Un documento del giu- gno 1230, in Viridarium Floridum, Padova, 1984, pp. 210-211.

(665)Ibidem, perg. 179, anno 1189; perg. 186”, 1192 febbraio 11, febbraio 12, Verona.

nazione da Bussolengo (667) ed i suoi discendenti si connotano in relazione a lui, i fratelli di Garzapano la mantengono, come il padre: ricordiamo, ad esempio, Olderico da Bussolengo (668) e i suoi discendenti, alcuni dei quali appresso nominiamo.

La scarsa diffusione del nome Garzapano, il collegamento con il monastero di S. Maria in Organo, gli interessi per il ter- ritorio rurale di Rivoli e per le zone urbane entro e presso la zona del Castello e presso il monastero, nelle cui vicinanze si trovava anche l’

Insula

o Isolo, da cui i suoi discendenti con certezza si denomineranno, inducono ad identificare il Garzapano della documentazione del monastero di S. Maria in Organo con il nostro. In tale eventualità, egli sarebbe rimasto attivo, dalla fine del quarto decennio all’inizio del decimo, per oltre sessanta anni, un periodo, per quanto lungo, non improba- bile, essendo testimoniati casi di persone rimaste attive per sette (669) od otto decenni (670).

Alcuni documenti del 1221 (671) mostrano un gruppo di cit- tadini, fra i quali sono numerosi i da Bussolengo, acquistare una porzione di edifici posti nell’Isolo: la porzione, chiamata

colonel-

lus Insuli

(672), indicava una quota di diritti sull’

Insula episcopa-

tus Verone

, diritti e beni dei quali quattro decenni prima era stato investito dal vescovo un gruppo di quarantacinque cittadini vero-

(667) Cfr. doc. dell’anno 1169, citato sopra nota 659.

(668) Rossi Saccomani, Le cartecit., n. 15, 1161 febbraio 10, Verona; FV, perg. 7169, 1169 dicembre 31: alcune persone refutano al loro dominus, Olderico, figlio del fu Olderico da Bussolengo, un appezzamento con viti in Marsemigo, da loro detenuto in feudo.

(669) Castagnetti, Società e politicacit., p. 105. (670) Bertolini, Alberto Azzo (II)cit.

(671) Castagnetti, Ceti e famigliecit., app. n. 11, 1221 marzo 22, Verona; n. 12, 1221 marzo 24, Verona; n. 13, 1221 marzo 30, Verona. Cfr. ibidem, pp. 72-73. (672) Sul significato di ‘colonnello’ come porzione di un tutto si veda Castagnetti,Regno, signoria vescovilecit., pp. 235-237.

nesi (673). Fra gli acquirenti appartenevano ai da Bussolengo Bonacursio di Alberto di Garzapano, i fratelli Isolano e Cavalcasella (674), Costantino detto Macario, Gumberto figlio del fu Rodolfino Grilio, con i figli Garzeto e Michele.

I due fratelli Isolano e Cavalcasella già si connotavano ‘da Isolo’, occasionalmente, almeno dalla fine del secolo prece- dente, quando i membri della famiglia iniziano a partecipare ai consigli del comune (675). Il tutto spiega la cognominazione

de Insulo

che viene attribuita, evidentemente più tardi, negli

Annales antiqui

a Garzapano in relazione alla vicenda del castello di Rivoli (676).

Con la presenza nel consiglio cittadino inizia la partecipazione diretta dei membri della famiglia alla vita pubblica e politica del comune, costituendo l’appartenenza al consiglio la premessa, non il diritto, per poter iniziare una ‘carriera politica’, rivestendo suc- cessivamente gli uffici comunali, poiché i magistrati cittadini erano appunto scelti in genere fra coloro che erano già stati consi-

(673) Doc. dell’anno 1171, citato sopra, nota 342.

(674) Riportiamo, occasionalmente, la vendita che i fratelli Isolano e Cavalcasella, figli del fu Olderico da Bussolengo, effettuano di sette appezzamen- ti situati nel territorio di StanfiovveroInsula Stanfi (per la sua ubicazione cfr. Castagnetti,La pieve ruralecit., p. 60) per cento lire di denari veronesi: ASV, Ss.

Giuseppe e Fidenzio,perg. 37, 1210 febbraio 3, Verona.

(675) Per Isolano si vedano Cipolla, Trattati commerciali cit., n. 8, 1198 ottobre 24 e 26, Verona: Isolano di Olderico da Bussolengo de Insulo(in questo consiglio appare anche lo zio Corradino di Garzapane); Simeoni, Il comune vero-

nesecit., app. II, n. 5, 1201 novembre 7, Verona; Isolano de Isoloconsole nel 1212:ibidem,p. 113; ecc. Per Cavalcasella di Isolo, V. Leoni, I patti tra Cremona

e le città della regione padana (1183-1214),“Bollettino storico cremonese”, n. ser., V (1998), n. 6.2, 1211 agosto 17, Verona; ibidem, n. 7.5, 1212 agosto 28, Verona: Cavacasella de Intusinsulo; ecc.

(676) Cfr. sopra, t. c. nota 624. L’osservazione è già in Varanini, Torricit., p. 215, nota 210.

glieri. Non seguiamo i da Bussolengo nei decenni seguenti e nella loro partecipazione alle vicende e ai conflitti politici interni, ade- renti alla

pars Comitis

fino all’esilio inflitto ad alcuni di loro con il bando imperiale del 1239 (677).

6.1. Conti, visconti e giudici imperiali nel comitato di Garda

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