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1. I rigattieri

Van per le lunghe strade i rigattieri con i panciuti sacchi sulle spalle, che pendono sporchi, inerti e ciechi, come giganti rospi mutilati,

rotondi, bruni, silenziosi, morti.

Van con quei grandi sacchi dolorosi per i lunghi sentieri dove il vento posa sui rami il suo verde ululato di un albero solingo sotto il cielo.

E in un sacco trasportano le scarpe fredde e nere di un ragazzo morto, la bambola senz’occhi e senza braccia e un timido ventaglio settecentesco che mostra sulle aste solitarie il lieve tremore delle sue ossa, mangiate dai topi dove ripose il suo sussurro, un tempo, il vento. Un abito bluastro da operaia

si piega in un cantuccio, in cui il silenzio intimo e sporco dona tenerezza

tra la lana mansueta e il ricordo.

E i rigattieri ancora sui sentieri, i loro corpi chini sotto il peso. Cupi di vecchio fustagno e distanza, si cancellan silenti in lontananza, s’addentran nella notte con gli stracci, si perdon nella notte con i sogni…

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2. Suburbio

De repente, en la noche, tres tímidas farolas han puesto sus tres lunas temblando en las aceras, tres limones de oro sobre las piedras solas,

heladas y redondas, igual que calaveras.

Aquí los vidrios rotos de olvidadas botellas, que se agrupan en sucios, solitarios rincones, se convierten en tiernas, derribadas estrellas, en agrupadas, mansas, leves constelaciones.

Tristes membranas frías levanta el barro oscuro que luego se derrumban con un leve gemido. Tras su caída queda sólo un silencio puro, tendido en las aceras como un perro dormido.

Qué doloroso eres, viejo barrio nocturno, sonoro de zapatos que arrastran su pobreza. Desde tu frío asfalto manchado y taciturno sube negra una ola de callada tristeza.

3. Los barrenderos

Los barrenderos pasan con sus grandes escobas, con sus alas de polvo que les dora el ocaso. En la calle retumban sus dolorosas botas que a lo lejos se pierden tristemente sonando.

En sus carritos cargan tibios papeles viejos, que crujen mansamente con un temblor de pájaro, acongojadas flores y muertas mariposas,

billetes del tranvía brutalmente arrugados.

El dolor de lo mínimo, de lo leve y lo viejo insensibles escobas lo arrebatan al paso, y en las alas dolientes que el barrendero lleva un llanto silencioso se hace tierno y dorado.

Se fueron ya, se fueron calle abajo barriendo, tras ellos quedó limpio, silencioso el asfalto. Quizá pasó el olvido de las cosas pequeñas, quizá pasó la muerte, tristemente sonando.

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2. Sobborgo

D’improvviso, nella notte, tre timidi lampioni han messo tre lune tremanti sui marciapiedi, tre limoni d’oro sulle pietre solitarie,

rotonde e gelide, come lo sono i teschi.

Qui i vetri rotti di bottiglie dimenticate, che si raccolgono in sporchi cantucci solinghi, si trasformano in tenere stelle distrutte,

in lievi costellazioni addensate, leggere.

Tristi membrane fredde solleva il fango scuro che poi ricadono con un gemito leggero. E cadute, rimane solo un silenzio puro,

disteso sui marciapiedi come un cane che dorme.

Come sei pietoso, vecchio quartiere notturno, risonante di scarpe che trascinano povertà. Dal tuo freddo asfalto sporco e taciturno un’onda sale nera di silente tristezza.

3. Gli spazzini

Passano gli spazzini con quelle grandi scope, con ali di polvere che il tramonto indora. Nella via rimbombano i miseri stivali

che si perdono lontano ed echeggiando tristi.

E sui carri caricano tiepidi fogli vecchi, che frusciano dolci con un fremito d’uccello, fiori angosciati e farfalle morte,

biglietti del tranvia brutalmente sgualciti.

Il dolore del piccino, del lieve, del vecchio lo trascina il passaggio d’insensibili scope, e sulle ali dolenti che porta lo spazzino un pianto silente si fa tenero e dorato.

Se ne sono andati, spazzando in fondo alla strada, dietro di loro pulito, silenzioso l’asfalto.

Forse passò l’oblio delle piccole cose,

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4. Soneto triste para mi última chaqueta

Esta tibia chaqueta rumorosa que mi cuerpo recoge entre su lana, se quedará colgada una mañana, se quedará vacía y silenciosa.

Su delicada tela perezosa

cobijará una sombra fría y vana, cobijará una ausencia, una lejana memoria de la vida presurosa.

Conmigo no vendrá, que habré partido, y entre su mansa lana entretejida tan sólo dejaré mi propio olvido.

Donde alentara la gozosa vida no alentará ni el más pequeño ruido, sólo una helada sombra dolorida.

5. A la rueda de un carro

Tristemente, las ruedas van hundiendo en el barro su gemido incansable, monocorde, doliente; lagrimones de cieno se desprenden temblando, desplomándose suaves, silenciosos y lentos, gravemente redondos, tiernamente pausados.

Aquí en esta madera, que se queja cansada, cantaron jubilosos, espléndidos los pájaros, y las ramitas tiernas con su verde ventura temblaron mansamente bajo el viento de mayo.

Redonda va la pena, redonda va la muerte, redonda va la rueda, torpemente girando...

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4. Sonetto triste per la mia ultima giacca

Questa tiepida giacca rumorosa che il mio corpo raccoglie tra la lana, rimarrà qui appesa una mattina, rimarrà qui vuota e silenziosa.

La sua delicata e pigra stoffa proteggerà un’ombra fredda e vana, proteggerà un’assenza, una lontana memoria della vita incalzante.

Con me non verrà, ché sarò partito, tra la sua tiepida lana intrecciata lascerò soltanto questo mio oblio.

Dove si nutre la vita gioiosa non si nutrirà il minimo suono, solo una gelida ombra addolorata.

5. Alla ruota di un carro

Tristemente, le ruote affondano nel fango il gemito incessante, monocorde, dolente; lacrimoni di melma si staccano tremanti, ricadendo soavi, silenziosi e lenti, gravemente tondi, teneramente ritmati.

Qui su questo legno, che geme affaticato, giubilanti, splendidi gli uccelli cantarono, e i rametti teneri con la verde fortuna sotto il vento di maggio docili tremarono.

Rotonda è la pena, rotonda è la morte, rotonda è la ruota, che gira goffamente…

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