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Lettura di El corazón y la tierra e Canción sobre el asfalto

4.2 Canción sobre el asfalto

4.2.2 Umana commiserazione e immutabile destino

Nella prima sezione di Canción sobre el asfalto sono presenti due poesie i cui protagonisti sono uomini appartenenti alle classi più umili della società, i rigattieri e gli spazzini. Il poeta infatti, rivolge la sua attenzione anche verso quell’umanità ripudiata, povera e relegata ai margini della società. La visione di una realtà misera, sofferente e angosciata, che viene presentata attraverso le poesie Los traperos e Los barrenderos, permette di includere questi componimenti nella corrente della poesía social, sebbene Morales non fosse particolarmente d’accordo con una tale classificazione60. In realtà, egli si riferisce a un certo tipo di poesia sociale che si

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F. Orlando, Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura. Rovine, reliquie, rarità, robaccia,

luoghi inabitati e tesori nascosti, Torino, Einaudi, 1993, cit., p. 16.

60 “La visión dolorida de la pobreza suburbana que manifiesto en el poema “Suburbio” ha dado pie a

108 oppone alla bellezza espressiva, che cede allo stile prosaico e si fa portavoce di moti rivoluzionari. Non sopporta, quindi, l’idea di poesia sociale portata avanti da Gabriel Celaya, che mira a “seducir y levantare ese pueblo, con ayuda de la retórica, del prosaísmo o de lo que se tercia”61

, concetti che sono ben sintetizzati dal suo componimento La poesía es un arma cargada de futuro. Invece, quello che Morales intende per poesia sociale è:

[…] una poesía proyectada más allá del yo y de la pura belleza misma, libre, viva en lo eterno del hombre a la vez que en lo inmediato, pero siempre salvada del estrecho utilitarismo capaz de sacrificar la belleza e incluso la verdad y la honradez en aras de objetivos que se alcanzarían mejor por otros medios adecuados. […] La clave redentora es que la poesía social lo sea por verdaderamente humana y solidaria, pero que nunca por social deje de ser tal poesía, que es en este caso lo primero. Y el que no sea tal poeta, sino un político o un prosaizante al uso, si quiere sagrarse – ¡Diós le bendiga! – a la redención del hombre que hoy sufre tantas tiranías en Oriente y en Occidente, mejor hará empuñando otras armas más apropriadas a sus posibilidades […]. Pero prefiero la [poesía] que está movida por el amor, quizá porque ella sea la mía, inspirada desde su ya lejano inicio en el amor a los objetos más sencillos y olvidados, a los animales y a los hombres, sobre todo a los humillados, a las víctimas del desprecio, de la indiferencia o del egoísmo. […] La poesía social tiene que ser humanamente limpia, sin bastardías de ninguna clase. Si ser poeta social es serlo de facción, si es no ver más que con un solo ojo como los caballos de picador, que sólo ven por el lado opuesto a la verdad del toro, que no se me cuente nunca entre ellos. […] Pero si ser poeta social quiere decir ser poeta con los dos ojos muy abiertos para la verdad, la libertad, el amor y la justicia, a mí me honra muchísimo ser considerado como tal, […]62

.

Il modo in cui il poeta guarda verso le classi umili è, quindi, carico di pietà cristiana e di commiserazione per coloro che soffrono, ma non vi è rivendicazione sociale, come in Celaya. Su questo punto di vista Morales è più conservatore, perché non ammette nessun tipo di ribellione. Vi è, pero, questa visione affettuosa e triste che, come accade per gli oggetti, carica di significati simbolici anche gli esseri umani. Quella gente umile ed emarginata, che cammina solitaria lungo le strade, è simbolo di una verità esistenziale. Infatti, i rigattieri, che nei loro grandi sacchi raccolgono e trasportano tutto ciò che un tempo ebbe altra vita, e gli spazzini, che come i primi vanno e si perdono nella notte, rappresentano l’avanzare inesorabile della morte: “se borran silenciosos a lo lejos, / se adentran en la noche con sus trapos,

que existiese o con otra cualquiera si los valores artísticamente expresivos no quedan anulados por otros incluso positivos, pero no poéticos”. R. Morales, Por aquí pasó un hombre. Antología poética, cit., pp. 81-82.

61 L. de Luis, Poesía social. Antología (1939-1968), cit., p. 88. 62 Ivi, pp. 172-173.

109 se pierden en la noche con los sueños” (Los traperos); “Se fueron ya, se fueron calle abajo barriendo, / tras ellos quedó limpio, silencioso el asfalto. / Quizá pasó el olvido de las cosas pequeñas, / quizá pasó la muerte, tristemende sonando” (Los barrenderos).

Dalla commiserazione cristiana per gli umili si passa a una poesia che si potrebbe definire religiosa per le tematica trattata nella sezione dal titolo Lejos queda el asfalto. Il poeta stesso afferma che l’opera comprende componimenti che non hanno nulla a che vedere con il tema dell’asfalto63

, infatti poesie quali Adán, Tentación, Al Niño Dios e Al gozo de la Virgen María cuando se supo madre de Cristo, sono di chiara matrice religiosa. Come già detto in precedenza64, quella di Morales non è tanto una cristianità sentita nel senso religioso del termine, quanto piuttosto un senso di amore e di affetto verso l’umanità e la natura, che egli esprime attraverso la sua poesia.

Da queste poesie emerge una visione amara della condizione dell’uomo, soprattutto in Adán e Tentación che affrontano il tema biblico della creazione dell’essere umano e del peccato originale: “mas vio la tierra contra el pie pegada, / que le tiraba de su cuerpo el suelo, / y echose en él, con la ilusión troncada” (Adán); “[…] La culpa / se fundió con el hombre y con su vida” (Tentación). Sono versi che, sicuramente, recano con sé il ricordo della terra che “se agolpa” al piede dell’uomo in El hombre e della presenza costante della morte in El corazón y la tierra. Le altre due poesie, Al Niño Dios e Al gozo de la Virgen María cuando se supo madre de Cristo, presentano, invece un’opposto sentimento di speranza, giacché la nascita di Gesù porta una buona “ventura” all’umanità.

Per concludere la lettura di Canción sobre el asfalto, vale la pena fare brevemente menzione delle poesie contenute nella terza sezione del libro, Ahora os hablo de mí, in cui il poeta ritorna al tema amoroso e alla dolorosa angoscia di El corazón y la tierra. Come lascia intendere il titolo di questa parte, si tratta di versi di carattere intimo e soggettivo attraverso cui Morales canta nuovamente il dolore esistenziale in Como el chopo, Destino, Siempre e Impasible destino. Nella prima

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“En este libro se recogen poemas de carácter íntimo o de motivos diversos en los que el asfalto – metonimia de la ciudad – no cuenta para nada”. R. Morales, Por aquí pasó un hombre. Antología

poética, cit., p. 81.

110 poesia, il poeta, animato come il pioppo da un’impulso ascensionale che circola nel suo corpo, cerca di elevarsi dalla terra, ma non riesce nel suo intento perché le sue radici sono ben piantate al suolo. Come si può notare, si tratta sempre dello stesso tema visto in El hombre e, più in generale, in El corazón y la tierra e anche in Poemas del toro: l’uomo si dibatte con tutte la sua forza vitale contro il proprio destino, ma alla fine la morte lo spinge con quella sua “mano tenaz, firme y segura”65 (Destino) e lo inghiotte “a lo hondo de la tierra baja” (Como el chopo).

65 Come non ricordare la “mano tenaz, febril, helada” di Toro muerto e la “mano de niebla temerosa”

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Poemas del toro