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Capitolo 1. L’avvento della Regione Autonoma e il ruolo del giornalismo

1.2 Il giornalismo alla perenne ricerca di un terzo quotidiano

Tertium non datur: potrebbe essere sintetizzato così il panorama dell’informazione

su carta stampata in Sardegna, dominato ‒ salvo alcune brevi parentesi ‒ dal finire dell’Ottocento da due giornali, «L’Unione Sarda» e «La Nuova Sardegna»91

. È pur vero che non mancarono, soprattutto nel secondo dopoguerra, i tentativi di realizzare un terzo giornale che si affiancasse ai due tradizionali. La storia della stampa quotidiana regionale può essere paragonata a una sorta di costellazione, all’interno della quale spiccano due stelle di prima grandezza («L’Unione Sarda» e «La Nuova Sardegna») e una pletora di meteore che si accendevano e spegnevano incessantemente. Un continuo zampillare di nuove pubblicazioni, le cui vicende furono però segnate dalla precarietà.

Il bimestrale «Belfagor», fondato da Luigi Russo, nell’articolo intitolato La stampa

siciliana e sarda, dopo aver descritto il gran numero di quotidiani che si pubblicavano

all’inizio degli anni Cinquanta in Sicilia e in Sardegna, espresse al riguardo un giudizio caustico:

Il numero complessivo dei quotidiani delle due isole, dopo la liberazione, si è più che raddoppiato: Palermo e Catania ne hanno quattro ciascuno: Cagliari e Sassari due ciascuno; Messina uno; ben tredici in tutto. L’efflorescenza giornalistica non è mai indizio di feracità pensiamo all’abbondanza di giornali e di riviste che si stamparono subito dopo la liberazione, che tramontarono l’uno dopo l’altro senza lasciare alcuna traccia di sé; le erbacce di un prato non indicano la fecondità di quel terreno. Il terreno deve essere ben coltivato e ben circuito, perché la vigna tosto non imbianchi. La stampa troppo efflorescente ricorda la selva della casa di Renzo che spaventò il suo stesso proprietario, quando egli vi fece improvvisamente ritorno [...]. Una confusione di foglie, di fiori, di frutti, di cento colori, di cento forme, di cento grandezze: spighette, pannocchiette, ciocche, mazzetti, capolini bianchi, rossi, gialli, azzurri. Una vera marmaglia di piante92.

Nella successione diacronica si rileva che il 15 febbraio 1947 esordì a Sassari «il Corriere dell’Isola», il quale sospese le pubblicazioni il 1° dicembre 1957, mentre il 6 aprile 1947 a Oristano debuttò l’organo di stampa dell’Azione Cattolica regionale, «Il Quotidiano Sardo», che rimase sulla scena editoriale anchʼesso per circa un decennio,

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Su tale aspetto si veda E i «giovani turchi» vincono al congresso provinciale dc, in A. De Murtas, 100 anni della nostra storia: 1892/1992, fascicolo 8, cit., pp. 14-18.

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Per maggiori dettagli sulla fondazione dei due giornali nel contesto sardo dell’Ottocento si veda L. Pisano, Stampa e società in Sardegna. Dall’Unità, cit.; Ead., Giornali e giornalisti nella Cagliari di fine Ottocento, in G. Filippini, (a cura di), op. cit., pp. 135-157.

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cessando definitivamente le uscite lʼ11 ottobre 195893. Stessa sorte ebbero negli anni Settanta «Tuttoquotidiano» (dal 12 luglio 1974 al 28 novembre 1978)94 e, negli anni Ottanta, «L’Altro Giornale» a Cagliari (dal 16 luglio 1981 al 30 marzo 1983) e «L’Isola» a Sassari (dal 1° marzo 1981 al 24 ottobre 1982)95

.

Negli anni Novanta e all’inizio del Duemila ci furono altri esperimenti editoriali («Il Quotidiano di Sassari»96, «la Sera»97, «L’Obiettivo»98, «il Corsivo»99 e «Sardigna.com»100), seppur modesti, circoscritti e senza alcuna velleità di sottrarre copie alle due testate storiche. Si trattava di iniziative marginali in termini di risorse economiche investite, tiratura e distribuzione: vendevano poche centinaia di copie, registravano una diffusione limitata al luogo in cui il giornale veniva edito e

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Sulla storia del «Quotidiando Sardo» si veda il cap. due.

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Le vicende di «Tuttoquotidiano» verranno analizzate nel cap. cinque.

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Per una ricostruzione degli esperimenti editoriali dellʼ«Altro Giornale» e dellʼ«Isola» cfr. il cap. otto.

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«Il Quotidiano di Sassari» esordì il 3 febbraio 1998 e cessò le uscite dopo tre anni, nel 2001. Come direttrice responsabile fu chiamata Alessandra Raggio, la quale faceva parte anche dei fondatori del giornale, insieme a Mario Mossa Pirisino e ad Angelo Fancello. La proprietà era detenuta dalla «Piccola Società Cooperativa Editrice del Nord Sardegna», con presidente Mario Mossa Pirisino, il quale era anche vicedirettore del giornale. Per maggiori dettagli su questo quotidiano si veda il cap. nove.

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«la Sera» era un quotidiano serale diffuso a Cagliari e dintorni a partire dal 10 marzo 1998. Edito dalla società «Tirenide» dei coniugi Gaetano Palombo ed Esmeralda Basiglio, il giornale era diretto da Fabio Meloni, già direttore del mensile «Sardegna Oltre» e collaboratore della «Nuova Sardegna». La tiratura era di 10.000 copie al giorno, vendute al prezzo di 1.000 lire cadauna. Su questi aspetti si veda A Cagliari si legge la Sera, in «Italia Oggi», 13 marzo 1998. Il giornale cessò le pubblicazioni il 19 giugno 1998. In seguito, dal 26 giugno 1998, esso avrebbe ripreso le uscite, per breve tempo, soltanto come settimanale. Queste ultime informazioni sono state comunicate allʼautore da Fabio Meloni, in data 18 aprile 2015.

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«L’Obiettivo» ‒ con sottotestata «Quotidiano Indipendente» ‒ debuttò nel 1999 e chiuse nel 2008, cambiando però già dal 2004 la cadenza di pubblicazione, da quotidiano a settimanale. Inizialmente si trattava di un quotidiano con sede in via Marconi a Quartu Sant’Elena, facente capo alla società editrice «Cienne S.r.l.» di Vincenzo Naitana, il quale era anche impegnato in politica come consigliere comunale di Alleanza Nazionale. «LʼObiettivo» aveva una diffusione di circa 1.000 copie al giorno. Alla guida del giornale si susseguirono diversi direttori (spesso anche per poche settimane), tra cui Donato Secchi, Francesco Olivieri, Ignazio Caddeo, Michele Garbato, Giovanni Follesa e Massimo Moi. Il più longevo di questi fu sicuramente Giovanni Follesa, il quale, peraltro, era presente nel corpo redazionale fin dal lancio del giornale nel 1999. Alcune delle informazioni succitate sono tratte da V. Biolchini, Due quotidiani a Cagliari, per primo esce il Corsivo. A dicembre LʼUnione -2 per cento, La Nuova +0,3, in «Sardinews», gennaio 2003.

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«il Corsivo» – «Quotidiano sardo indipendente» ‒ con redazione in viale Diaz a Cagliari, uscì per la prima volta in edicola lʼ8 gennaio 2003. La proprietà faceva capo alla famiglia Coco (con Marcotullio come amministratore unico), già editrice negli anni Ottanta dell’emittente televisiva privata cagliaritana «Odeon Tv». Il direttore responsabile era Giancarlo Zanoli, proveniente da «Odeon Tv» e da «Cinquestelle». «il Corsivo» cessò le pubblicazioni nel gennaio 2005. Su «il Corsivo» si vedano i seguenti articoli: V. Biolchini, Due quotidiani a Cagliari, per primo esce il Corsivo. A dicembre LʼUnione -2 per cento, La Nuova +0,3, in «Sardinews», gennaio 2003; Editoria, Senza finanziamenti chiude ʻIl Corsivoʼ, in «Ad Maiora Media», 1° febbraio 2005,

http://www.admaioramedia.it/pagine/notizie_dettaglio.asp?Id_notizia=2209.

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«Sardigna.com», «quotidiano indipendente a diffusione regionale», era firmato dallʼex direttore dellʼ«Unione Sarda», Antonangelo Liori. Il vicedirettore era Emanuele Concas. Tra i principali opinionisti si segnalano Graziano Milia, Eliseo Spiga, Francesco Casula, Gianfranco Pintore, Massimo Manca, Franco Olivieri, Ignazio Caddeo e Pierluigi Serra. Il giornale debuttò sul mercato il 14 gennaio 2003. Aveva sede a Cagliari in via Lamarmora e veniva stampato inizialmente a Macomer, poi in seguito a Monastir. Il quotidiano era di proprietà di Paolo Medici, amministratore unico della «Edi.Cre. S.r.l.». Per maggiori dettagli si veda V. Biolchini, Due quotidiani a Cagliari, per primo esce il Corsivo. A dicembre LʼUnione -2 per cento, La Nuova +0,3, in «Sardinews», gennaio 2003. Il giornale rimase sul mercato soltanto per quindici mesi, cessando le pubblicazioni nel marzo 2004.

all’eventuale provincia circostante, raccoglievano un basso numero di inserzioni pubblicitarie; nonostante ciò, di solito, esse riuscivano a stare sul mercato grazie a contributi pubblici regionali, provinciali e/o comunali. In sostanza, «Il Quotidiano di Sassari», «la Sera», «LʼObiettivo», «il Corsivo» e «Sardigna.com», pur avendo offerto un contributo in termini di incremento del pluralismo delle voci informative, non possono essere certamente classificati come tentativi rilevanti di creazione di un terzo quotidiano sardo.

In linea generale, si rileva che negli ultimi centovent’anni, in Sardegna si è cristallizzato un duopolio, una situazione di mercato statica e stabile nel tempo, in cui l’offerta di informazione cartacea quotidiana è detenuta quasi esclusivamente da due organi di stampa, «L’Unione Sarda» e «La Nuova Sardegna». Il primo è sempre stato dominante nel sud dell’isola, il secondo nel nord. Una linea di confronto e di reale competizione tra le due testate vi è stata soltanto nelle province di Nuoro e di Oristano.

Nella storia del giornalismo sardo e nel suo sviluppo diacronico, tutti i tentativi editoriali di creazione di un terzo quotidiano sono falliti rapidamente. Non hanno fatto eccezione neppure le iniziative avviate in tempi più recenti, la principale delle quali, soprattutto per le dimensioni di impresa e la portata nazionale del progetto, è rappresentata da «il Giornale di Sardegna», fondato da Nicola Grauso nel 2004, e dai suoi successivi sviluppi nel network di testate locali «E Polis»101.

A «il Giornale di Sardegna» e a «E Polis» fecero seguito «Sardegna 24» e «Sardegna Quotidiano»102. Il primo, uscito nelle edicole il 1° luglio 2011, cessò le pubblicazioni il 29 gennaio 2012. La società editrice di «Sardegna 24» sarebbe fallita poco mesi dopo, il 9 agosto dello stesso anno. «Sardegna Quotidiano», invece, fu lanciato il 28 giugno 2011, ma le sue pubblicazioni vennero temporaneamente sospese il 3 agosto 2012. Sei mesi dopo, il 5 febbraio 2013, il giornale riprese le uscite, per poi interromperle definitivamente nel mese di agosto dello stesso anno.

In Sardegna si segnala anche un tentativo editoriale della testata gratuita (free press) «Metro», con due edizioni distinte per la città di Cagliari e di Sassari, protrattosi dal 30 novembre 2010 all’8 maggio 2012103

.

La logica conseguenza di questa vitalità ‒ seppure transitoria ‒ del settore ha fatto sì che nell’isola, per un brevissimo periodo, a cavallo tra il 2011 e il 2012, fossero addirittura sei i quotidiani presenti contemporaneamente sul mercato: «L’Unione

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Per una ricognizione storica sulle vicende concernenti «il Giornale di Sardegna» ed «E Polis» si rimanda al cap. dieci.

102

Su «Sardegna 24» e «Sardegna Quotidiano» si veda il cap. dieci.

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Sarda», «La Nuova Sardegna», «Sardegna 24», «Sardegna Quotidiano», «Metro Cagliari» e «Metro Sassari». Una situazione che si è modificata nuovamente nel 2013, quando il panorama giornalistico quotidiano è tornato al punto di partenza, a centovent’anni prima, con soltanto i due storici giornali «L’Unione Sarda» e «La Nuova Sardegna» a spartirsi il mercato dei lettori. Queste due testate erano la fotografia del dualismo tra Cagliari e Sassari e del campanilismo che caratterizzava l’isola, come lucidamente espresso, ad inizio degli anni Settanta, dallo storico Manlio Brigaglia:

Sebbene la polemica che divide Sassari da Cagliari non sia meno feroce e antica di quella che separa Reggio e Catanzaro, in Sardegna nessuno protestò quando, nel 1948, insieme con lo statuto regionale, Cagliari ricevette la sua ennesima consacrazione a capitale. Oggi qualcuno dice che Cagliari ha ridotto la Regione a un suo supermunicipio, che di ogni miliardo del bilancio regionale la città si prende la fetta più grossa: i 2000 dipendenti dell’ente Regione che vivono a Cagliari costituiscono da soli con i loro stipendi, una delle voci più incisive della bilancia commerciale della città. I presidenti della Regione se non sono nati a Cagliari non durano a lungo. Da vent’anni si parla di decentramento, ma non s’è mai decentrato nulla. I consiglieri regionali sono 75: i cagliaritani da soli sono più di tutti gli altri messi insieme. [...] Sassari, che è l’anima della polemica anticagliaritana [...] ha perso mordente, e si dibatte in una crisi generale che non le lascia molto tempo per l’invidia: non ha acqua, il piano regolatore è superato prima ancora d’essere entrato in vigore, la classe dirigente locale esprime uomini di prestigio a livello nazionale o regionale, ma a Palazzo Ducale, dove stanno il sindaco e i collaboratori, si devono fare ogni mese grandi acrobazie per pagare gli stipendi agli impiegati. La città non riesce neppure a dar vita a quei gruppi di intellettuali che un tempo le assicuravano la fama di città spregiudicata e coltissima: la sua università ha più di quattrocento anni, è la più vecchia dell’isola104.

Fin dalle origini, i due giornali rivestirono un’importanza particolare non solo per la continuità delle loro pubblicazioni, ma anche per la profonda influenza che furono in grado di esercitare sull’opinione pubblica. Essi rispecchiavano le diverse caratteristiche delle classi dirigenti delle due città: a Cagliari era più rilevante la componente commerciale-imprenditoriale, politicamente liberalconservatrice, mentre la città di Sassari era legata soprattutto al mondo delle libere professioni e alla borghesia agraria liberal-radicale e democratica.

Concentrando l’attenzione sugli anni Cinquanta, si nota che erano presenti sul mercato quattro quotidiani regionali: «L’Unione Sarda», «La Nuova Sardegna», «il Corriere dell’Isola» e «Il Quotidiano Sardo». Si può tuttavia affermare che, anche in questo caso, l’eccezione confermava la regola. Infatti, a partire rispettivamente dal 1957 e dal 1958 sia «il Corriere dell’Isola» che «Il Quotidiano Sardo» si congedarono dai lettori, ripristinando nella regione la storica situazione di duopolio.

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M. Brigaglia, L’odio-amore per Cagliari, in AA.VV., Italia 70. La carta delle Regioni. Campania, Piemonte, Valle d’Aosta, Sardegna, Emilia-Romagna, Basilicata, Puglia, volume terzo, Corriere della Sera, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1972, pp. 257-258.