Capitolo 2. La stampa cattolica nel secondo dopoguerra e l’arrivo della
2.2 Le testate diocesane
Nelle elezioni politiche del 1948, i quotidiani «L’Unione Sarda» e «il Corriere dell’Isola» si schierarono apertamente, seppur in maniera moderata nel primo caso, a favore della vittoria della Dc, mentre «La Nuova Sardegna» assunse una posizione vicina al blocco nazionale formato da liberali, demolaburisti e qualunquisti. Nell’isola si registrava in quegli anni una sostanziale ripresa del giornalismo locale con i quotidiani di informazione che, accanto alle notizie politiche, ne offrivano altre di più ampio respiro legate all’attualità, alla cronaca nera, allo sport, al cinema e, in seguito, alla
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Cfr. su questi argomenti A. Majo, La stampa cattolica italiana. Lineamenti storici e orientamenti bibliografici, Milano, Ned, 1984.
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Nel 1948 sorsero nuovi giornali fiancheggiatori del Fronte, come per esempio «Il Paese», quotidiano del mattino diretto da Tomaso Smith, e il foglio esclusivamente elettorale «La Gazzetta di Milano», fondato dal Pci meneghino. I principali giornali di informazione erano schierati a sostegno della Dc, che organizzò una vera e propria “crociataˮ antibolscevica, appoggiata anche da alcuni noti giornalisti di matrice liberale come Indro Montanelli e Angelo Magliano. Questi ultimi scrissero alcuni articoli per «L’Italia», organo della curia milanese, sostenendo apertamente le istanze della Dc contro il Fronte.
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P. Murialdi, La stampa italiana dalla Liberazione alla crisi di fine secolo, Roma-Bari, Laterza, 2003, p. 83.
televisione. Dopo le elezioni del primo Consiglio regionale del 1949 scomparvero invece alcuni organi locali dei partiti politici, sorti nel periodo del CLN24.
Come si vedrà nel prossimo paragrafo, dal 1947 il campo giornalistico isolano si sarebbe arricchito per la presenza di una nuova testata, «Il Quotidiano Sardo»25, che attuò una vera e propria mobilitazione anticomunista. Si profilava così uno scenario giornalistico del tutto nuovo per la Sardegna che, per la prima volta, poteva annoverare un quotidiano cattolico regionale, uno strumento unitario di informazione, teoricamente in grado di valorizzare le singole esperienze locali diocesane come parte della Chiesa nel suo insieme.
Quasi ciascuna delle undici diocesi sarde (Ales e Terralba, Alghero, Ampurias e Tempio, Bosa, Cagliari, Iglesias, Nuoro, Ogliastra, Oristano, Ozieri, Sassari) disponeva di una testata periodica ad hoc che, però, di fatto, rappresentava un semplice bollettino della realtà locale, non presentando alcuna apertura a notizie riguardanti ciò che accadeva nelle altre diocesi isolane o di altre regioni italiane.
La stampa diocesana riportava con zelo e in modo acritico le lettere dei vescovi locali e le circolari del Papa. In tutte le testate, l’elemento comune era quindi il conformismo nei confronti delle autorità della Chiesa e l’allineamento alle posizioni ufficiali. Il dissenso e qualsiasi forma di velleità critica non erano contemplati. In concreto, il rapporto tra la redazione della testata diocesana, formata essenzialmente da volontari, e la gerarchia ecclesiastica di riferimento era di assoluta dipendenza, ossequio e accondiscendenza. Del resto, come osserva Mauro Forno, il rapporto tra informazione e potere fu una costante nella storia del giornalismo italiano: l’universo giornalistico ha dovuto spesso confrontarsi, oltre che con il pubblico, con i condizionamenti esercitati dai grandi gruppi economico-finanziari e con la tendenza del mondo politico a controllare la diffusione delle informazioni26. In questo caso il controllo era esercitato da un potere di natura religiosa.
Le iniziative assunte dai cattolici sardi nel giornalismo avevano acquisito consistenza già con la fine del secolo scorso e l’età giolittiana, periodo che coincise con una maggiore presenza di essi nelle competizioni elettorali e nella vita economico-sociale.
24
Per maggiori approfondimenti sulla stampa politica in Sardegna nel periodo del CLN si veda il cap. quattro.
25
Il nuovo giornale prese “idealmente” il posto del settimanale «La Sardegna Cattolica», lʼorgano dellʼAzione cattolica della provincia di Cagliari che era stato diretto dal canonico Giuseppe Lai Pedroni, unitamente a don Giuseppe Lepori. «La Sardegna Cattolica» aveva iniziato le pubblicazioni il 22 gennaio 1928, per poi chiuderle definitivamente il 7 novembre 1947.
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Come scrive Francesco Atzeni in La stampa cattolica e popolare sarda dalla fine
dell’età giolittiana al fascismo:
Principali testate cattoliche di questi anni furono a Cagliari i quotidiani La Sardegna
Cattolica (1896-1906) e Il Corriere dell’isola (1907-1913), diretti dall’avv. Enrico Sanjust di
Teulada, e il settimanale democratico cristiano Il Lavoratore (1904-1905), diretto dal sacerdote Virgilio Angioni, ed a Sassari il quotidiano L’Armonia sarda (1904-1905), il settimanale La Voce di Sardegna (1907) e il settimanale Libertà [...]. Alla fine dell’età giolittiana la stampa cattolica aveva ormai una propria consolidata presenza nell’ambito del giornalismo sardo, benché strutturalmente debole, potendo contare soltanto su due testate: il settimanale Libertà a Sassari e il settimanale La Voce del popolo a Cagliari [...]27.
In tempi più recenti, nel 1957, la diocesi di Cagliari lanciò «Orientamenti d’apostolato»28
, un settimanale informativo tabloid, trasformato nel 1958 in formato “lenzuoloˮ. Il periodico, diretto da don Tarcisio Pillolla, rappresentava esclusivamente la voce del vescovato locale: autoreferenziale, chiuso al dialogo e al confronto con le altre diocesi.
A Sassari era invece presente, dal 1910, il settimanale «Libertà», voce storica della chiesa locale, portatrice di una linea di intransigenza curiale29. Realizzata grazie al fervore missionario di padre Giovanni Battista Manzella, raccolse i maggiori successi editoriali soprattutto sotto l’episcopato di Arcangelo Mazzotti, dal 1931 al 196130
. Da un rapporto della Questura di Sassari, datato 27 ottobre 1966, inviato al ministero dell’Interno, si ricavano informazioni aggiuntive sul periodico della diocesi sassarese:
Il settimanale “Libertà”, organo cattolico indipendente, è il giornale diocesano dell’Azione Cattolica e della Curia di Sassari. Fondato nel 1910, pubblicato ininterrottamente, è di proprietà dello Arcivescovo di Sassari “pro tempore” (attualmente Monsignore Carta Paolo) […], ed è stampato nella tipografia “Moderna”, di proprietà del seminario Arcivescovile di Sassari, gestita dal Sig. Sanna Giuseppe. Ha una tiratura di 5 o 6 mila copie settimanali [...] ed ogni copia costa L. 40. In data 31.12.1948 è stato registrato presso il locale Tribunale al n. 9. Tratta problemi di carattere religioso, sia diocesani, con ampi notiziari, sia nazionali che internazionali, nonché problemi di carattere sociale, politici e riguardanti i sindacati cristiani. È diffuso in tutti i rami dell’Azione Cattolica, nelle ACLI, in tutte le 42 parrocchie della Diocesi e nelle Associazioni di categoria dipendenti di A.C. (insegnanti medi-maestri- laureati-FUCI-giuristi-medici cattolici-ecc.). Direttore responsabile del giornale è il Rev. Sac. Dr. Virdis Antonio […], di ottima condotta, immune da precedenti, mentre i redattori sono: Rev. Sac. Dr. Musina Antonio […], di ottima condotta, immune da precedenti; Dr. Virdis Salvatore […], laureato in Scienze Politiche e Commerciali, attualmente è impiegato presso il locale Provveditorato agli Studi. Risulta di regolare condotta, immune da precedenti
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F. Atzeni, La stampa cattolica e popolare sarda dalla fine dell’età giolittiana al fascismo, in «Sociologia», «Rivista di Scienze Sociali dell’Istituto Luigi Sturzo», Anno XXI, Nuova Serie, n. 1-2-3, Roma, 1987, p. 433.
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Dal 1958 il nome del giornale sarà semplicemente «Orientamenti».
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Sulla storia della testata sassarese si segnala lʼarticolo di G. Zichi, Il programma di Padre Manzella. Un giornale ʻper stampare cose buoneʼ, in «Libertà», 7-14 marzo 2010.
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A tal proposito, si veda G. Rombi, Chiesa e società a Sassari dal 1931 al 1961. Lʼepiscopato di Arcangelo Mazzotti, Milano, Vita e pensiero (Pubblicazioni dellʼUniversità Cattolica), 2000.
e pendenze penali. Nelle elezioni amministrative del 1956 venne eletto Sindaco democristiano del Comune di Bono, rimanendo in carica fino al 15.9.1958, data in cui diede le dimissioni per trasferirsi a Sassari. [...] Direttore amministrativo è la Signorina Sechi Eufemia […], insegnante elementare a riposo, che risulta di buona condotta. Il settimanale viene sovvenzionato dall’Arcivescovo e da un folto numero di soci “sostenitori”, i quali versano rispettivamente L. 3.000 e 5.000 annue31.
Nella diocesi oristanese si pubblicava dal 1928 al 1957 «Arborea» e, dal 1960, «Vita Nostra», settimanale sorto per volontà di Sebastiano Fraghì, presule originario di Ozieri, formatosi, sotto il profilo dell’esperienza canonica, negli uffici della Santa Sede e giunto a Oristano nel 1948. Alla scomparsa dell’arcivescovo Cogoni, fu lui a raccoglierne il testimone. Ciò avvenne in una stagione contrassegnata dal ricambio al vertice anche di altre diocesi, fra cui quella di Cagliari (da monsignor Piovella a monsignor Botto, nel 1949), di Nuoro (da monsignor Beccaro al vescovo Melas, nel 1947) e di Ales (da monsignor Emanuelli a monsignor Tedde nel 1948).
Nella diocesi di Ozieri, a partire del 1952 debuttò la «Voce del Logudoro», sostituendosi al «Bollettino della diocesi di Ozieri», pubblicato già dagli anni Venti. Le diocesi di Alghero e Bosa32, unitamente a quelle di Iglesias e Tempio Pausania, non presentavano invece alcuna testata autonoma con carattere di continuità.
La chiesa di Nuoro possedeva dal 1926 un proprio settimanale, «L’Ortobene», le cui pubblicazioni sono tuttora in corso33. Esso ha occupato uno spazio geografico ed editoriale rilevante, quello della provincia di Nuoro, colmando un vuoto, giacché nel capoluogo barbaricino non era mai stato presente alcun quotidiano di informazione, a differenza degli altri due capoluoghi.
«Nuovo Cammino», il settimanale della diocesi di Ales-Terralba, rappresentava, per anzianità di uscita, il terzo periodico di informazione cattolica della Sardegna. Nato nel 1947, esso si proponeva di non essere esclusivamente “la voce del vescovo”, ma un «settimanale diocesano d’informazione», come indicato nella sua sottotestata, fornendo un notiziario ampio tanto sul versante strettamente ecclesiale, quanto su quello più
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Per gli aspetti citati si veda la lettera riservata-raccomandata della Questura di Sassari al ministero dell’Interno, DGPS, Divisione Affari Generali (AA. GG.) – Sez. prima, Sassari, 27 ottobre 1966, in ACS, PCM, Servizi informazioni e Ufficio proprietà letteraria artistica e scientifica, Archivio generale, classifica 2-3/6254, “Libertà”, settimanale – organo cattolico indipendente – Sassari.
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La diocesi di Alghero-Bosa avrà un proprio organo di informazione, «Il Dialogo», soltanto nel 1984.
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«LʼOrtobene» nacque nel 1926, sotto il regime fascista, con una tiratura di 1.600 copie. L’arcivescovo Cogoni trasformò il periodico voluto dal suo predecessore a Nuoro (monsignor Fossati) in una rara “isola” antifascista o afascista fino al 1937-1938, quando la guerra civile spagnola convinse il presule a spostare lʼindirizzo politico del giornale a favore del regime. La cifra di fondo del settimanale diocesano nuorese fu l’ininterrotta direzione di sacerdoti, dal canonico Giovanni Prina (per tutto l’arco dell’era di Mussolini) al vescovo ogliastrino Salvatore Delogu (fino al 1960) e al canonico Gonario Cabiddu (fino al 1978). Sulla storia dei primi cinquant’anni di questo periodico si veda R. Turtas, (a cura di), «L’Ortobene», 1926-1976. Una voce per il nuorese, Nuoro, Edizioni de «L’Ortobene», 1976.
generale della vita delle comunità che costituivano il territorio della diocesi (Marmilla, Oristanese fino a Terralba, Villacidrese-Guspinese). Dal 15 novembre 1951 «Nuovo Cammino»34 uscì come supplemento interno del «Quotidiano Sardo», seguendo passo per passo i problemi della regione e quelli della zona della diocesi di Ales. Il redattore, monsignor Abramo Atzori ‒ che di fatto dirigeva il giornale ‒ nonostante cercasse di mantenere una linea pluralista, aperta a molte richieste, esprimeva la connotazione politica anticomunista tipica dei presuli italiani di quel periodo. La presenza in redazione di uomini politici come Salvatorangelo Spano (consigliere regionale nella II, III, IV, V, VI e VII legislatura35), Renzo Floris (consigliere regionale nella II, III, IV e V legislatura) e Felice Contu (consigliere regionale nella IV, V, VI, VII legislatura e, successivamente, anche nella XII36) fu una conferma del collateralismo vigente in quegli anni tra Chiesa e Dc e tra Dc e Azione Cattolica. Dall’8 settembre 1955, «Nuovo Cammino» uscì come foglio a sé, non più come supplemento del «Quotidiano Sardo».
La diocesi di Iglesias, solamente negli anni del Concilio Vaticano II (1962-1965) si sarebbe dotata di un proprio organo di stampa, «Il Corriere del Sulcis»37, periodico diretto per dieci anni, a partire dal 1965, da don Tarcisio Pillolla. Trattavasi di un giornale che replicava interamente i contenuti e lʼimpaginazione dellʼomologo cagliaritano «Orientamenti» – diretto dallo stesso Pillolla – eccezion fatta per una pagina dedicata propriamente alla diocesi iglesiente.
Il mensile cattolico «Gallura&Anglona» esordì nel 1927, rappresentando la testata storica della chiesa diocesana che riuniva i territori di Tempio e Ampurias. Esso, nel 1973 fu venduto però come supplemento del settimanale «Libertà».
Alla medesima categoria dei mensili38 apparteneva anche «L’Ogliastra», rivista della diocesi di Lanusei, fondata nel 1937 sotto l’episcopato di monsignor Lorenzo Basoli. Essa sospese le pubblicazioni nel 1943, per poi apparire nuovamente sulla scena editoriale nel 1959, assumendo nella sottotestata la dicitura di «giornale diocesano».
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La testata «Nuovo Cammino», dal 17 dicembre 1948 al 1° febbraio 1951 ebbe una diversa denominazione, «Libertà», con sottotitolo «Edizione per la diocesi di Ales». A partire dal 2 febbraio 1951, il giornale riprese la denominazione originaria, «Nuovo Cammino».
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Salvatorangelo Spano sarebbe stato anche assessore regionale, nonché presidente della giunta regionale per un breve mandato dal marzo allʼottobre 1972. Per maggiori dettagli si veda la composizione delle giunte regionali dalla I alla XIV Legislatura, in
http://consiglio.regione.sardegna.it/Manuale%20consiliare/XIV_Legislatura/Tomo%20II/08%20- %20Giunte%20regionali.pdf.
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La presenza in Consiglio regionale di Salvatorangelo Spano, Renzo Floris e Felice Contu è ricavata da un elenco dei consiglieri regionali della Sardegna dal 1949 al 2004, contenuto in
http://www.consregsardegna.it/Manuale%20consiliare/ManTomoII.asp.
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Il giornale usciva nei primi anni come supplemento di «Orientamenti».
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Occorre tuttavia rilevare che la maggior parte delle testate diocesane non mantenne nel corso degli anni sempre la stessa periodicità di pubblicazione. Molto spesso le riviste nascevano come mensili, per poi trasformarsi nel corso del tempo in quindicinali o settimanali e viceversa.
La direzione dei vari periodici era sempre affidata a un sacerdote, coadiuvato, di solito, da un redattore, più un certo numero di collaboratori fissi39. Le difficoltà della stampa cattolica furono efficacemente sintetizzate da Manlio Brigaglia in un articolo apparso sull’«Almanacco della Sardegna» 1969:
I settimanali diocesani (sui quali inviterei per primi gli stessi cattolici a riflettere, soprattutto, in considerazione del pubblico specialissimo, e in genere «umile», che essi sono capaci di raggiungere: purtroppo, essi non hanno forse neppure un lettore per copia, perché molti lo comprano per abitudine o per ossequio di fedeli) hanno, in Sardegna, una tiratura di circa 30- 35 mila copie settimanali: ma questa tiratura appare mal usata, da una parte per la mancanza di collaborazioni «locali» e dall’altra per la scarsa disponibilità degli stessi compilatori (anche per comprensibili ordini dei superiori) a considerare la vita delle comunità al di fuori del puro aspetto pastorale40.
Questi periodici, pur costituendo realtà preziose, erano dei microcosmi molto frazionati, non sempre in grado di far fronte alle spese di natura tipografica. La maggior parte delle redazioni dei periodici diocesani era formata da collaboratori e giornalisti laici. L’impaginazione delle riviste, rigida e schematica, presentava alcuni elementi comuni alle varie pubblicazioni, come le lettere pastorali del vescovo locale in apertura, i comunicati ufficiali della curia, il commento del vangelo domenicale, cenni biografici sui santi del mese e sulla cronaca dalle parrocchie. Si era in presenza, quindi, di una serie di rubriche fisse che davano alla pubblicazione un tono da bollettino della curia.
Tra i periodici diocesani sardi, «L’Ortobene», settimanale della diocesi di Nuoro, era il più completo, quello che meglio di tutti usciva da questa “gabbia”, rappresentando una vera e propria “tribuna” che non si limitava a trattare argomenti esclusivamente ecclesiastici, ma dava ampio spazio all’analisi della situazione socioeconomica della Sardegna, senza peraltro tralasciare gli avvenimenti nazionali e internazionali.
In linea di massima, però, la stampa cattolica diocesana sarda rimase chiusa nell’ambito locale, faticando ad alimentare il senso ecclesiale e a incoraggiare la partecipazione dei lettori. I giornali riflettevano esclusivamente l’indirizzo pastorale del vertice apostolico locale, configurandosi, a tutti gli effetti, come una stampa che badava al suo “particulareˮ. Ogni periodico registrava tirature modeste e scarse ricadute nei confronti della comunità regionale nella sua interezza. La stampa cattolica sarda sembrava destinata soprattutto a un pubblico costituito dal clero e dai quadri superiori
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Questi aspetti sono stati messi in rilievo da M. Brigaglia in un saggio dettagliato dal titolo: Giornalismo cattolico e stampa diocesana, in Associazione della Stampa sarda, (a cura di), «Almanacco della Sardegna» 1972, Cagliari, s.n., 1972, pp. 75-99.
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Id., In Sardegna si può leggere di più, in Associazione della Stampa sarda, (a cura di), «Almanacco della Sardegna» 1969. Vent’anni di autonomia, Cagliari, s.n., 1969, pp. 90-91.
dell’Azione Cattolica, più che alle famiglie cristiane. Il punto di vista gerarchico- clericale tendeva quindi a essere preponderante rispetto a quello cattolico dei fedeli.