• Non ci sono risultati.

La Gioventù Benedettina

In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro1

1. Un gruppo di pendolari

La Gioventù Benedettina (GB) è un gruppo di ragazzi che si ritrovano con scadenza settimanale al Santuario per pregare insieme, perseguendo la promessa “quando due o tre saranno riuniti nel mio nome, io sarò con essi” (Mt 18, 15-20) come spesso è da loro ricordato. Nel periodo in cui è stata fatta l’osservazione partecipante, che va dal 31/05/2011 al 30/07/2012, il numero dei membri attivi è oscillato da undici a tredici. Tra questi vi sono: due coppie che si sono sposate nel corso dell’anno e una coppia di fidanzati che si sposerà nel 2013, una ragazza e sei ragazzi la cui età va dai 29 ai 40 anni. L’aggettivo “gioventù” nel nome del gruppo si ha perché questo è stato fondato dodici anni fa, quando i membri erano effettivamente giovani, ma nel tempo, sebbene la maggior parte delle persone siano cambiate, non vi è stato un ricambio generazionale come viene evidenziato dal presidente parlando di alcuni problemi:

… e poi un altro problema che penso che c'è nel nostro gruppo è che penso che non c'è stato più un grande ricambio perché poi investendoci tutti un po' meno tempo perché magari gli impegno sono cresciuti tanto e non ce l'abbiamo fatta anche ad amalgamare, anche far entrare anche altre persone.

      

L’obiettivo del gruppo è di pregare insieme, recitando il rosario, e altre preghiere raccolte in un fascicolo da loro stessi assemblato nel tempo, anche se vi sono una serie di altre motivazioni, implicite, che riguardano alcuni vantaggi che derivano dall’appartenenza a un gruppo come verrà meglio descritto in seguito.

Negli anni il gruppo ha formalizzato la sua organizzazione creando uno statuto attraverso cui regolare le attività, ma anche l’entrata e l’uscita dei membri, e istituire delle cariche al suo interno. I membri del gruppo hanno anche disegnato uno stemma e si sono fatti una divisa: una felpa nera che rimanda al colore della tonaca dei monaci benedettini.

Figura 89: Stemma della Gioventù Benedettina

Come è riportato nello statuto, lo stemma del gruppo (cfr, fig. 89) ha una figura centrale che rappresenta un cavaliere su un cavallo impennato che tiene in mano una bandiera con la “Santa Croce” e uno scudo con la scritta “Pax”. Vi è inoltre il nome del Santuario di Montenero e una scritta in latino “Militia Sancti Benedicti”. Questa simbologia, oltre che richiamare l’ordine dei Benedettini, rimanda all’idea del “combattimento spirituale” che come vedremo in seguito è un elemento focale della religiosità di molti membri.

Lo stemma è usato nella divisa, nel libro delle preghiere e come intestazione nelle comunicazione che avvengono per email. Nella divisa, inoltre, è stata messa anche la formula di un esorcismo che rimanda al concetto del male e alla credenza nell’esistenza del diavolo, inteso da molti come una presenza costante nella vita quotidiana (cfr. fig. 90). Gli stessi simboli sono riportati anche in una felpa che è usata durante i mesi invernali.

Figura 90: Divisa del gruppo

Sebbene, inizialmente la divisa fosse data a chiunque cominciasse a frequentare il gruppo, con il tempo è stato deciso di consegnarla solo dopo un anno di partecipazione costante e di farla restituire nel caso una persona smettesse di frequentarlo. Inoltre, è vietato indossarla fuori dal Santuario ad eccezione delle occasioni particolari, come pellegrinaggi o ritiri spirituali, a causa dell’uso improprio che ne è stato fatto da alcuni membri in passato2. Come è espressamente scritto nello statuto, la divisa ha un valore sia psicologico, come manifestazione del proprio impegno all’associazione e, quindi, mezzo di rafforzamento della propria appartenenza, sia sociologico, perché “significa rinunciare alla rappresentazione esteriore della propria singolarità ed è la manifestazione pubblica del proprio appartenere a Cristo e alla Chiesa”.

Per entrare nel gruppo è necessario passare un periodo di prova della durata di un anno, in cui si è “novizi”, alla fine del quale vi è la “cerimonia di consegna”: il Don, la guida spirituale, conferisce materialmente la divisa sulla quale ha pregato per una settimana. Durante questa occasione, inoltre, è assegnato un santo della tradizione cattolica al nuovo entrato. Non a tutti è però permessa l’ammissione al gruppo: oltre a riconoscere come propria la religione cattolica e rispettare lo statuto della Militia non si può essere iscritti a partiti politici e ad associazioni che       

2 Mi è stato raccontato che in passato un ragazzo indossò la divisa durante un consiglio comunale,

siano in contrasto con la Chiesa cattolica ed è necessario aver ricevuto battesimo e cresima. Si entra formalmente nel gruppo con la sottoscrizione di un modulo fornito dal gruppo e il versamento di una quota di partecipazione di 5e e di 25e per pagare la divisa. Nonostante non mi sia mai capitato di vedere qualcuno escluso, ho notato che vi sono diversi gradi di accettazione. In alcuni casi è stato compiuto una sorta di “mobbing” nei confronti di alcuni membri che non condividono a pieno gli ideali, per esempio politici, dagli altri condivisi. Non tutti i nuovi membri che si sono avvicinati al gruppo, infatti, sono stati invitati a iscriversi e a intraprendere l’anno di noviziato, non tanto tramite un divieto ma piuttosto non mettendoli a conoscenza di questa possibilità. In un altro caso vi è stato un ex membro, palesemente con uno stile di vita non in linea con i principi cattolici, che è tornato ed è stato accolto con distacco, così che dopo pochi incontri ha smesso di venire.

Ciascuno poi versa una quota mensile per coprire le attività del gruppo, come le bibite e il necessario per le cene e l’organizzazione della veglia dell’8 dicembre, attività organizzata interamente dalla GB e che richiama gruppi religiosi da tutta la Toscana. Sono considerati attivi solo i membri che hanno partecipato almeno all’80% degli incontri e solo loro hanno diritto di voto nei consigli del gruppo e di indossare la divisa. Per questo motivo vi è un registro delle presenze che deve essere regolarmente firmato. Lo statuto prevede, inoltre, alcune cariche: il Padre Assistente, ossia la guida spirituale, il Presidente e un Consiglio composto dal Vicepresidente, il Segretario, l’Economo e il Provveditore.

Nel gruppo attuale vi è il ragazzo che lo ha fondato, un suo caro amico che ha visto nascere il gruppo ma che inizialmente lo frequentava superficialmente e saltuariamente e che ha interrotto per un lungo periodo riprendendo solo tre anni fa e, infine, un ragazzo che si è unito da molti anni ma quando il gruppo si era già formato. Tutti gli altri membri hanno iniziato a frequentare una volta che il gruppo si era istituzionalizzato. Nonostante, poi, la maggior parte dei membri risieda a Livorno, solo alcuni sono nati e cresciuti in questa città. Alcuni dei ragazzi sono nati e vivono fuori dalla città, in paesi della provincia di Pisa e Livorno. Altri, invece, sono arrivati a Livorno per motivi di lavoro. Un aspetto che caratterizza il gruppo è, infatti, la presenza di alcuni militari al suo interno.       

colore che dell’uso di alcuni termini, come militia. In seguito a questo episodio è stato proibito l’uso della divisa fuori dagli appuntamenti del gruppo.

Anche molti ex membri fanno parte dell’esercito e sono tuttora in contatto sia con il Don sia con il gruppo. Il motivo per cui queste persone hanno smesso di frequentare attivamente la Gioventù è legato ai cambiamenti del ciclo di vita: il matrimonio e, soprattutto, la nascita di figli impediscono di avere la possibilità di uscire dopo cena. Alcuni di loro, soprattutto alcune donne, rimangono comunque attive a livello parrocchiale e quasi tutti sono in contatto con il Don che ha un particolare legame con chi svolge questo mestiere3.

Il gruppo si ritrova generalmente per le 21:00 - 21:30 e dopo aver fatto il ciclo delle preghiere che durano all’incirca 40 minuti, i ragazzi rimangono generalmente a parlare tra di loro o con il Don. Il gruppo ha una stanza nella Piazza del Santuario che alcune volte è usata per cenare insieme. Le preghiere sono recitate in due luoghi: in inverno i ragazzi si riuniscono dentro il Santuario nella Cappella del Crocefisso; in estate, invece, spesso si organizzano sul palco che c’è sul sagrato, portando una statua della Madonna che hanno nella loro stanza e predisponendo le sedie in semicerchio. Durante gli incontri sono compiuti una serie di gesti tipici della tradizione cattolica: alcune ragazze prima di iniziare a pregare vanno sempre a baciare i piedi di Gesù, qualcuno recita il rosario sulle ginocchia. Spesso, inoltre, il rosario, o alcune decine, sono dedicate a persone o situazioni particolari e questo avviene in maniera spontanea, a discrezione dei membri. Delle volte è capitato che fosse dedicato a dei militari o a una missione particolare che si stava svolgendo in una zona di guerra, un'altra per una ragazza che stava partorendo, in alcuni casi per il Don o per dei sacerdoti, altre per delle persone malate o indemoniate. Altre occasioni di incontro sono poi le processioni a piedi in cui viene chiesto a tutti, spesso anche ai novizi, di indossare la divisa.

Raramente ci sono state delle lezioni di catechismo: durante tutto il periodo della mia ricerca ve ne sono state soltanto due. In queste occasioni l’attenzione dei partecipanti non è alta, anche se sono molto numerose le domande. La lezione del Don, infatti, è frequentemente interrotta dalle richieste dei membri, anche se nella maggior parte dei casi, viene data una risposta sbrigativa e spesso ironica. Seppur, infatti, dai ragazzi emerga l’esigenza di un dibattito partecipato intorno ai temi trattati, il Don preferisce mantenere le dinamiche didattiche tradizionali. A queste       

3 Ciò ha creato anche delle tensioni all’interno del gruppo, poiché c’è chi sostiene di essere trattato