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Gli stranier

Il Santuario di Montenero

Grafico 1:  Rappresentazione grafica del numero dei pellegrini segnati sull’agenda del 2010.

7. Gli stranier

Tra i visitatori del Santuario, sempre più numerosi sono gli stranieri come è riscontrabile sia dai messaggi lasciati sul Libro dei pellegrini sia dalle persone che si incontrano visitando questo luogo. Tuttavia è possibile individuare alcune differenze che permettono di distinguere almeno tre differenti sottoinsiemi di pellegrini stranieri.

I primi sono gli stranieri che vivono all’estero e si trovano a visitare l’Italia con diverse motivazioni. Tra questi si possono ulteriormente distinguere coloro che sono mossi da motivazioni religiose e chi, invece, è semplicemente un turista. Capita, infatti, di incontrare stranieri che sono indirizzati al Santuario da albergatori e ristoratori della zona. Una ragazza sui venti anni tedesca che parla pochissimo l’italiano, racconta in inglese che si trova al Santuario con la famiglia e che sta passando le sue vacanze al Calambrone, una località balneare del comune di Pisa. Tra le diverse informazioni ricevute dall’albergatore sono venuti a conoscenza anche di questo luogo. Né lei, né la sua famiglia sono religiosi e non hanno né pregato, né compiuta alcuna pratica religiosa, come lasciare un messaggio o accendere un cerino. Queste persone hanno semplicemente fatto un giro per osservare i beni artistici contenuti nell’edificio e hanno aspettato la fine della messa per ammirare anche l’interno della chiesa. Le sole cose che hanno comprato, come hanno mostrato, sono state delle cartoline da spedire ai cari. Non tutti gli stranieri, d’altro canto, sono meramente turisti, come dimostra l’esempio di una ragazza canadese protestante che ha soggiornato nella foresteria del Santuario per un mese. Questa pellegrina di 30 anni lavora in una ONG in Africa ed è laureata in sociologia. Nonostante non fosse cattolica, questa credente è

venuta in Italia per un ritiro spirituale, e dopo aver passato alcuni giorni a Roma è giunta a Montenero, per l’economicità delle stanze della foresteria (20e a notte). Il Santuario non è stato in questo caso scelto per una particolare devozione nei confronti della Madonna bensì, per la strategicità geografica della sua collocazione, che ha permesso a questa ragazza di muoversi verso alcuni luoghi religiosi di maggiore importanza come Firenze e Assisi. A causa dell’impossibilità di parlare italiano questa particolare ospite non è riuscita a trovare nessun punto di riferimento a Montenero ed è riuscita a stringere un’amicizia solo con Karina, la ragazza della portineria per un caso fortuito.

In modo del tutto diverso è, invece, vissuto il Santuario dagli stranieri immigrati, regolari o irregolari.

Tra questi vi è, un gruppo che si distingue dagli altri: sono gli indiani cattolici che vengono per ascoltare la messa nella loro lingua celebrata ogni domenica da Don Jinsho alle 11:00 nella cappella del seminario. Ogni domenica mattina si raduna nella piazza, alla base delle scale del sagrato, sotto l’ombra del bar, un gruppo composto da cinque o sei famiglie di indiani vestiti secondo la loro tradizione. Sebbene sia difficile vedere gli uomini entrare nel Santuario, le donne con i bambini vanno sempre ad accendere i ceri votivi e spesso fanno una passeggiata nella galleria degli ex voto.

Indipendentemente dal tempo che hanno trascorso in Italia queste persone continuano nella maggior parte dei casi a pregare nella lingua di origine e a indicare la propria patria come luogo di provenienza, sia come è stato raccontato nelle interviste ma anche in ciò che è scritto nel libro dei pellegrini. Queste persone solitamente sviluppano un legame particolarmente forte con la Madonna di Montenero, perché, come racconta una giovane ragazza senegalese “quando vengo qua e chiedo qualcosa, sempre si avvera e allora torno a ringraziare”. Di solito queste persone raccontano di essere state portate per la prima volta da un amico o da un parente e di continuare a venire, due tre volte il mese, sia in compagnia sia da soli. Nonostante una frequenza abbastanza assidua da parte di queste persone, molti raccontano di avere un rapporto con la Madonna anche nella quotidianità: in caso di bisogno basta rivolgersi a lei anche solo interiormente per avere il suo aiuto e la sua consolazione. In questo modo la Madonna diviene una presenza viva da cui ci si sente capiti e aiutati nelle diverse difficoltà della vita. Sebbene non tutti frequentino la messa durante la visita al Santuario, la maggior

parte di questi pellegrini racconta di accendere i ceri votivi e di comprare alcuni oggetti religiosi. Particolarmente interessante è la devozione che è sviluppata dagli immigrati appartenenti ad altre religioni, come Maria25, una badante moldava di trentacinque anni che vive da tre anni da clandestina a Montenero. La fede ortodossa, anch’essa caratterizzata dalla devozione nei confronti della Madonna26, ha permesso a Maria di vivere il Santuario come un luogo sacro e religioso le cui pratiche sono state in parte integrate alla sua religione natia. Questa particolare credente racconta di non essere mai andata alla chiesa ortodossa di Livorno, un po’ perché ha un certo pudore nell’incontrarsi con i propri connazionali, alcuni dei quali provenienti dal suo stesso paese, perché come ci spiega “in quel posto la gente chiacchera tanto”, ma anche perché il suo orario di lavoro non le permette di assentarsi per il tempo di cui avrebbe bisogno per raggiungere la chiesa e partecipare all’intera cerimonia. Nonostante il Santuario sia divenuto il principale riferimento religioso di Maria, lei non ha mai cercato di integrarsi in questa nuova realtà rimanendo il più possibile invisibile dentro questo luogo. Anche se gli ortodossi possono confessarsi e prendere la comunione nelle chiese cattoliche, Maria non ha mai compiuto queste pratiche né partecipa alla messa, preferendo andare dalla Madonna di Montenero quando ci sono poche persone come racconta: “Io vado quando ci sono pochissime persone, dopo pomeriggio… io sento più la forza della Madonna quando sono più meno, sola, perché sento questo collegamento con la Madonna27”. Quando va, entra in chiesa e si mette in ginocchio per pregare, e recita quello che riesce a ricordare in italiano, altrimenti prega nella sua lingua seguendo anche alcuni testi da lei portati. Mi spiega che evita di inchinarsi per baciare in terra come fa invece quando è in Moldavia, gesto che continua a compiere ogni sera nell’intimità della sua camera, ma si mette semplicemente in ginocchio perché non vuole che le persone intorno a lei capiscano che è di un’altra religione “non voglio che si veda che sono diversa, ma dentro di me tengo la mia religione, quello che riesco a fare”. Per lo stesso motivo, quando va in chiesa, non indossa alcun foulard, ma va a capo scoperto. Nonostante questa remora, Maria, non rinuncia al segno della

      

25 Anche in questo caso si tratta di un nome fittizio.

26 Nella fede ortodossa non viene ammesso il dogma dell’Immacolata concezione.

27 In questo caso, come in tutti gli altri estratti riportanti in questo testo, si è scelto di riportare la

croce ortodosso28. A messa è stata solo se “invitata”: al funerale dell’uomo per cui lavorava o del macellaio del paese di Montenero dove andava a comprare la carne. Tra i vari atti di devozione tipici del Santuario, Maria racconta di andare solo ad accendere le candele, solitamente due: una per i figli e una per tutti gli altri. Quando va, prega prima la Madonna dentro la chiesa e poi Gesù nella Cappella del Crocefisso. Inoltre, tornando a casa, passa a guardare anche gli oggetti venduti dalle baracchine nella piazza del Santuario. In quella di Monica, Maria alcune volte compra oggetti che manda a casa, dai parenti in Moldavia, come l’immagine della Madonna di Montenero, una statua in plastica di Maria, un acquasantiera e una penna con la funicolare per mostrarla ai figli. Al Santuario racconta di andare due o tre volte in un mese, meno rispetto al passato perché la donna per cui lavora sta peggiorando e non può lasciarla sola. Dice che vorrebbe poter frequentare di più, anche se, quando si sente particolarmente “piena”, riesce a trovare il modo di andare per ritrovare la serenità e la speranza: “mi sento svuotare, quando mi sento piena vado e dopo mi ritorno più pulita, più libera”. Va da sola perché non ha amiche con cui andare e si è abituata a questa solitudine. Mi racconta di conoscere un’altra donna moldava che vive a Livorno e che va sia alla chiesa ortodossa che a Montenero perché ha più tempo libero. Maria dichiara di sentirsi fortunata per aver trovato lavoro così vicino alla Madonna di Montenero, che le hanno detto è “la più forte della Toscana”. Nonostante ciò, Maria continua a svolgere alcune pratiche della religione ortodossa. Innanzitutto, questa devota continua a “festeggiare” le festività del calendario religioso ortodosso come è previsto da questa religione: racconta, per esempio, che per il 28 Agosto, in cui viene festeggiata l’Assunzione della Santissima Vergine Maria, non ha mangiato per due settimane né carne né suoi derivati, nonostante quel giorno sia per lei un normale giorno di lavoro. Inoltre, racconta di non andare mai in chiesa, neanche qui, durante il periodo delle mestruazioni, perché proibito dalla sua religione. Come dice più volte durante l’intervista “Faccio quello che mi riesce a fare, perché Gesù mi vede quello che faccio e che io mi sacrifico per una persona malata e anziana e per i miei bambini”. Maria ha poi trovato alcuni stratagemmi per “partecipare” seppur non direttamente alle pratiche della sua religione. Alcune volte, per esempio, la madre le ha mandato dalla Moldavia un piccolo pezzo del       

28 Il segno della croce viene fatto dagli ortodossi toccando prima la spalla destra e poi quella

pane per fare la comunione che lei ha mangiato nella casa dove lavora. Molto importante per lei è anche l’acqua benedetta, anch’essa mandatale dalla madre, che beve nelle ricorrenze religiose. Un fattore molto importante nel mantenere viva la sua religione è internet. In particolare, Maria fa parte di un social network che si chiama Odnoklassniki (http://www.odnoklassniki.ru/) dove è iscritta a un gruppo religioso in cui vengono pubblicate preghiere, dibattiti sulle questioni religiosi e filmati di messe.

Quando prega, Maria, si rivolge a Gesù o a Maria, alla quale è particolarmente legata perché “se io chiedo qualcosa la Madonna mi ritorna”, come quando ha trovato lavoro il giorno dopo aver visitato per la prima volta il Santuario dove era andata proprio per chiedere aiuto per questa sua ricerca, o come quando ha chiesto che l’uomo per cui lavorava rimanesse in vita fino all’estinzione dei suoi debiti29, o i sogni che fa quando chiede di essere aiutata per qualche problema che le indicano la strada da seguire. Spiega, infatti, che da quando è venuta “ha iniziato ad avere una relazione con Maria”. La sua devozione nei confronti della Madonna è generale ma anche legata alla Madonna di Montenero e racconta che continuerà a pregarla anche quando tornerà in Moldavia perché non si può “scordare tutto il suo aiuto”. Questa donna prega tutti i giorni, almeno due volte: la sera fa tre, sei o nove genuflessioni per “ringraziare di avermi dato un giorno buono” e recita il Padre nostro e il Credo, mentre la mattina prega perché si è svegliata. Maria racconta anche che spesso prega in silenzio, durante i momenti di difficoltà quotidiana, si fa il segno della croce con la lingua e chiede di essere aiutata.